Che sia finalmente l'ora del nostro 800?

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io non amo particolarmente la pittura dell' ottocento.
quando se ne parla con gli amici definisco l'ottocento il "medioevo"della pittura.
do al termine medioevo quel senso leggermente dispregiativo che tante volte si percepisce parlando anche con insegnanti di Storia (io cmq.non la penso così).
peeeeeeeeeeeerò devo ammettere che davanti a certe opere dell'otto mi sento trascinare,trasportare,cullare verso una serenità che raramente provo nella vita reale.
il tempo nell'opera è un tempo misurabile,il tempo trascorre perché il sole si alza e tramonta,nessuno ti incalza,nessuno fa pressione su nessuno.
la vita nell'opera e spesso triste,ma serenamente triste.
nel mio studio c'è un'opera dell'ottocento,regalo del nonno,eredità di famiglia,comperata da un mio bis bis non so quante volte bis nonno da un'Artista male in arnese (ma questa è un'altra storia)
io quell'opera l'odoro.
ben venga cmq. l'ora del ns.800 per poter finalmente fiutare nel colore le nostre origini

Mi trovo ancora una volta d'accordo con te in molte cose.
 
Per la delizia dei vostri occhi posto questi due quadretti che ben rappresentano l'Ottocento italiano.
Giovanni Fattori: Silvestro Lega dipinge sugli scogli.
Giovanni Boldini: Giovanni Fattori nel suo studio.
A me piacciono molto certe piccole tele dei macchiaioli, abbozzi più che altro, lunghe e strette (tipo 15 x 50) come quelle dipinte da Borrani a Castiglioncello, o quelle di Fattori di soggetto militare.
Comunque credo che non si debba esagerare: per quanto precursore possa essere stato il movimento dei macchiaioli, l'impressionismo è stato di ben altra levatura (anche in Francia c'erano già precursori come Corot, Rousseau, Daubigny). Nell'800 il centro del mondo era Parigi, come oggi è New York e domani magari sarà Hong Kong. L'Italia non lo è più dal tardo '500.
 

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Per la delizia dei vostri occhi posto questi due quadretti che ben rappresentano l'Ottocento italiano.
Giovanni Fattori: Silvestro Lega dipinge sugli scogli.

Eh già caro frank_p,

in particolare l'operetta di fattori che ritrae il Lega dipingere sugli scogli rappresenta, a mio avviso, una delle più grandi rivoluzioni che la pittura italiana della seconda metà dell'ottocento ha proposto..
Infatti, molti individuano (e a mio avviso confondono) la rivoluzione di questo periodo con il semplice utilizzo di quella tecnica pittorica volta a raffigurare con macchie di colore ciò che l'artista vedeva.. Eh qui, come hai detto tu caro amcico, gli impressionisti francesi la fanno da padroni.. Nessuno dei nostri pittori ottocenteschi raggiungerà mai le impressioni di Monet o, successivamente, di Renoir..
Tuttavia, la vera rivoluzione pittorica di quelli che in un secondo tempo vennero definiti, per altri motivi, "Macchiaioli" è la frattura definitiva con il mondo accademico.. La scuola, infatti, ancora all'epoca, imponeva dei veri e propri canoni dogmatici e stilistici per le raffigurazioni pittoriche.. Il soggetto principale dell'opera era l'individuo, peraltro nella sua maniacale perfezione.. A partire dalla seconda metà del XIX secolo, per molti artisti, il centro del dipinto divenne il paesaggio, nella sua totale realtà.. Questo anche grazie alla pittura all'aperto, che come desumibile dall'immagine da te postata divenne una vera e propria prassi.. Poi i soggetti divennero quelli della vita reale (la guerra, le campagne, i borghi desolati e poveri, gli interni di case, gli amici) tutto con la più assoluta libertà espressiva.. Libertà di dipingere il "vero"...
Questa è la più grande rivoluzione dell'ottocento italiano.. La macchi ne fu conseguenza, poiché per ritrarre dal vero (in diretta se vogliamo) le scene di vissuto era necessario abbozzare su supporti di fortuna (tavolette di legno prevalentemente) la scena che il pittore/osservatore intendeva ritrarre, nel minor tempo possibile e senza dovizia di particolari.. da qui nacque la pittura macchiaiola.. Ma è la ricerca del vero, dell'intimo, del paesaggio così come appariva a rivoluzionare la pittura..
 
credo non arriverà mai il momento del nostro Ottocento....
soprattutto per il fatto che ci sono migliaia di falsi in giro a cui Guttuso fa un baffo !!
parliamo di Bartolena ? di Fattori ? dei Ciardi ?
io sono scorato....e sopraffatto.
basterebbe avere una classe di Critici con la C maiuscola....e forse si potrebbe rivitalizzare il Mercato ma....come in tutti i settori le eccellenze hanno altro da fare e nel mass market regna la sufficienza , l'arrivismo e la sopravvivenza al pari della giungla. :'(:'(:'(
 
Vorrei MOLTO BANALMENTE ricordare che queste affermazioni di libertà dei pittori hanno la loro origine nella nascita della fotografia, la quale ha assolto la pittura dall'obbligo di documentare il reale che sinora le era toccato - dentro il quale obbligo i migliori hanno saputo inserire la vera arte, cosa che comunque era stata compresa in quei secoli, ma non certo lucidamente.
Squillata la campanella, gli scolari sono corsi fuori: chi a ritrarre il vero naturale contro le accademie, chi, sempre contro le accademie, a ricercare la luce. Questi ultimi, i francesi, hanno vinto la "guerra", probabilmente per aver scelto l'obiettivo più spettacolare. Ma l'hanno vinta.
Se poi si considera che nel vecchio quadro accademico - attenzione, dopo il passaggio di Napoleone si trattava comunque di accademie recenti e rigide, anche allo scopo di autotutelare la loro fragilità intrinseca - gli elementi in gioco erano, tra gli altri che certo dimentico, i seguenti:
-soggetto, personaggi, figure in ambito celebrativo convenzionale
-creazione del quadro artificiosa nello studio
-colori convenzionalmente dati
-esecuzione precisina
-esclusione di ogni bizzarria
-riferimenti ad un mondo estremamente razionale, oppure storico
è interessante osservare in quali direzioni "contro" si siano rivolte le varie correnti "rivoluzionarie" una volta sciolte dagli obblighi fotografici.
-Courbet & C contro il precisino (OK, parlo e scrivo all'ingrosso)
-gli artisti di Barbizon - Daubigny, Dupré, Rousseau ecc. - contro il chiuso dello studio (certo, prima dei macchiaioli!!), e dunque per cogliere la natura come soggetto
-i macchiaioli contro l'artificiosità dei soggetti e, di conseguenza, contro l'esecuzione precisina
-gli impressionisti contro i colori convenzionalmente dati, e da qui il resto
-Bouguereau e i "pompieri" si mettono sullo stesso piano della foto reputando di poter fare meglio
-i Preraffaelliti inseriscono la bizzarria, ma in loro c'è già un elemento simbolista (v. dopo): per il resto non si contrappongono alla vecchia pittura, anche se allora parve il contrario
-i simbolisti e Redon contro il concetto di semplice rappresentazione, sono solo in parte "contro" la fotografia: per il resto dialogano già con e contro la nuova pittura
-i cubisti e Cézanne, nonché i futuristi, invece, partono già da dopo, dopo cioè che l'avvento della fotografia, e il loro discorso non si contrappone più alla fotografia ma allo stile dei quadri precedente. Da loro in poi sarà sempre così.

Tutto questo pistolotto per dire che appunto la qualità dei lavori fu in diretto rapporto con la scelta di un bersaglio più o meno valida. Si pensi, per tornare all'Italia, quale differenza di esiti ebbero la Scapigliatura (in sostanza, rifiuto del precisino) da una parte e il grande Divisionismo dall'altra (una lotta per superare la foto sulle basi delle esperienze francesi, dunque un obiettivo più pro-qualcosa che contro). Diciamo che le circostanze e le scelte fatte hanno favorito i francesi: gli italiani si portano sempre appresso, anche durante l'Art Nouveau, una certa pesantezza la cui origine può forse individuarsi nella Controriforma. Per questo motivo non credo utile sognare una mostruosa rivalutazione o addirittura un sorpasso sui cuginotti. Basterebbe che le eccellenze venissero finalmente riconosciute, come è accaduto nel finire del secolo scorso con Segantini.
 
Vorrei MOLTO BANALMENTE ricordare che queste affermazioni di libertà dei pittori hanno la loro origine nella nascita della fotografia, la quale ha assolto la pittura dall'obbligo di documentare il reale che sinora le era toccato - dentro il quale obbligo i migliori hanno saputo inserire la vera arte, cosa che comunque era stata compresa in quei secoli, ma non certo lucidamente.
Squillata la campanella, gli scolari sono corsi fuori: chi a ritrarre il vero naturale contro le accademie, chi, sempre contro le accademie, a ricercare la luce. Questi ultimi, i francesi, hanno vinto la "guerra", probabilmente per aver scelto l'obiettivo più spettacolare. Ma l'hanno vinta.
Se poi si considera che nel vecchio quadro accademico - attenzione, dopo il passaggio di Napoleone si trattava comunque di accademie recenti e rigide, anche allo scopo di autotutelare la loro fragilità intrinseca - gli elementi in gioco erano, tra gli altri che certo dimentico, i seguenti:
-soggetto, personaggi, figure in ambito celebrativo convenzionale
-creazione del quadro artificiosa nello studio
-colori convenzionalmente dati
-esecuzione precisina
-esclusione di ogni bizzarria
-riferimenti ad un mondo estremamente razionale, oppure storico
è interessante osservare in quali direzioni "contro" si siano rivolte le varie correnti "rivoluzionarie" una volta sciolte dagli obblighi fotografici.
-Courbet & C contro il precisino (OK, parlo e scrivo all'ingrosso)
-gli artisti di Barbizon - Daubigny, Dupré, Rousseau ecc. - contro il chiuso dello studio (certo, prima dei macchiaioli!!), e dunque per cogliere la natura come soggetto
-i macchiaioli contro l'artificiosità dei soggetti e, di conseguenza, contro l'esecuzione precisina
-gli impressionisti contro i colori convenzionalmente dati, e da qui il resto
-Bouguereau e i "pompieri" si mettono sullo stesso piano della foto reputando di poter fare meglio
-i Preraffaelliti inseriscono la bizzarria, ma in loro c'è già un elemento simbolista (v. dopo): per il resto non si contrappongono alla vecchia pittura, anche se allora parve il contrario
-i simbolisti e Redon contro il concetto di semplice rappresentazione, sono solo in parte "contro" la fotografia: per il resto dialogano già con e contro la nuova pittura
-i cubisti e Cézanne, nonché i futuristi, invece, partono già da dopo, dopo cioè che l'avvento della fotografia, e il loro discorso non si contrappone più alla fotografia ma allo stile dei quadri precedente. Da loro in poi sarà sempre così.

Tutto questo pistolotto per dire che appunto la qualità dei lavori fu in diretto rapporto con la scelta di un bersaglio più o meno valida. Si pensi, per tornare all'Italia, quale differenza di esiti ebbero la Scapigliatura (in sostanza, rifiuto del precisino) da una parte e il grande Divisionismo dall'altra (una lotta per superare la foto sulle basi delle esperienze francesi, dunque un obiettivo più pro-qualcosa che contro). Diciamo che le circostanze e le scelte fatte hanno favorito i francesi: gli italiani si portano sempre appresso, anche durante l'Art Nouveau, una certa pesantezza la cui origine può forse individuarsi nella Controriforma. Per questo motivo non credo utile sognare una mostruosa rivalutazione o addirittura un sorpasso sui cuginotti. Basterebbe che le eccellenze venissero finalmente riconosciute, come è accaduto nel finire del secolo scorso con Segantini.

Come al solito mi inchino...
:bow::bow::bow::bow::bow:
Dopo il libro di Claudio Borghi e quello che speriamo di vedere di Investart, attendiamo il tuo. Se vuoi, mi offro di formattaterlo in Word...
 
Come al solito mi inchino...
:bow::bow::bow::bow::bow:
Dopo il libro di Claudio Borghi e quello che speriamo di vedere di Investart, attendiamo il tuo. Se vuoi, mi offro di formattaterlo in Word...
...grazie. Bollo verde per aver avuto la pazienza di leggere tutto durante la digestione :D
 
A mio parere rispetto al Novecento Italiano

l'epoca precedente ha poche eccellenze,
buone,
ma poche

Poi, la fortuna per l'arte italiana cambiò:D:D:D


"Credere il meglio di qualcuno non significa migliorarlo"
 

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A mio parere rispetto al Novecento Italiano

l'epoca precedente ha poche eccellenze,
buone,
ma poche

Poi, la fortuna per l'arte italiana cambiò:D:D:D


"Credere il meglio di qualcuno non significa migliorarlo"

Mi chiedo se basterà "mettere al mondo il mondo"...
Un genio, però..
 
Comunque io nel nostro 800 ci credo eccome..
Sarò forse controcorrente?
Potrebbe darsi..
Non ritengo possibile che Lega, Signorini, Fattori e qualche altro, non debbano essere conosciuti fuori dal confine della nostra Nazione..
E infatti, a mio avviso, prova del loro valore artistico è il grande successo riscosso con la mostra di Parigi recentemente conclusasi..

mazzinimorente1.jpg
 
Garibaldi morente...
 
usti....ricordavo male io...sorry
 
Lega...questo son sicuro !
 
Vorrei MOLTO BANALMENTE ricordare che queste affermazioni di libertà dei pittori hanno la loro origine nella nascita della fotografia, la quale ha assolto la pittura dall'obbligo di documentare il reale che sinora le era toccato - dentro il quale obbligo i migliori hanno saputo inserire la vera arte, cosa che comunque era stata compresa in quei secoli, ma non certo lucidamente.
Squillata la campanella, gli scolari sono corsi fuori: chi a ritrarre il vero naturale contro le accademie, chi, sempre contro le accademie, a ricercare la luce. Questi ultimi, i francesi, hanno vinto la "guerra", probabilmente per aver scelto l'obiettivo più spettacolare. Ma l'hanno vinta.
Se poi si considera che nel vecchio quadro accademico - attenzione, dopo il passaggio di Napoleone si trattava comunque di accademie recenti e rigide, anche allo scopo di autotutelare la loro fragilità intrinseca - gli elementi in gioco erano, tra gli altri che certo dimentico, i seguenti:
-soggetto, personaggi, figure in ambito celebrativo convenzionale
-creazione del quadro artificiosa nello studio
-colori convenzionalmente dati
-esecuzione precisina
-esclusione di ogni bizzarria
-riferimenti ad un mondo estremamente razionale, oppure storico
è interessante osservare in quali direzioni "contro" si siano rivolte le varie correnti "rivoluzionarie" una volta sciolte dagli obblighi fotografici.
-Courbet & C contro il precisino (OK, parlo e scrivo all'ingrosso)
-gli artisti di Barbizon - Daubigny, Dupré, Rousseau ecc. - contro il chiuso dello studio (certo, prima dei macchiaioli!!), e dunque per cogliere la natura come soggetto
-i macchiaioli contro l'artificiosità dei soggetti e, di conseguenza, contro l'esecuzione precisina
-gli impressionisti contro i colori convenzionalmente dati, e da qui il resto
-Bouguereau e i "pompieri" si mettono sullo stesso piano della foto reputando di poter fare meglio
-i Preraffaelliti inseriscono la bizzarria, ma in loro c'è già un elemento simbolista (v. dopo): per il resto non si contrappongono alla vecchia pittura, anche se allora parve il contrario
-i simbolisti e Redon contro il concetto di semplice rappresentazione, sono solo in parte "contro" la fotografia: per il resto dialogano già con e contro la nuova pittura
-i cubisti e Cézanne, nonché i futuristi, invece, partono già da dopo, dopo cioè che l'avvento della fotografia, e il loro discorso non si contrappone più alla fotografia ma allo stile dei quadri precedente. Da loro in poi sarà sempre così.

Tutto questo pistolotto per dire che appunto la qualità dei lavori fu in diretto rapporto con la scelta di un bersaglio più o meno valida. Si pensi, per tornare all'Italia, quale differenza di esiti ebbero la Scapigliatura (in sostanza, rifiuto del precisino) da una parte e il grande Divisionismo dall'altra (una lotta per superare la foto sulle basi delle esperienze francesi, dunque un obiettivo più pro-qualcosa che contro). Diciamo che le circostanze e le scelte fatte hanno favorito i francesi: gli italiani si portano sempre appresso, anche durante l'Art Nouveau, una certa pesantezza la cui origine può forse individuarsi nella Controriforma. Per questo motivo non credo utile sognare una mostruosa rivalutazione o addirittura un sorpasso sui cuginotti. Basterebbe che le eccellenze venissero finalmente riconosciute, come è accaduto nel finire del secolo scorso con Segantini.



Sacrosanto,basterebbe che le eccellenze venissero finalmente riconosciute.

:bow::bow::bow:
 
A chi toccherebbe? :confused:

Intanto ad alcuni divisionisti, tipo Pelizza da Volpedo o Grubicy de Dragon, magari anche Angelo Morbelli (Nomellini no). Poi anche Galileo Chini, Gaetano Previati e qualche altro.
Con Hayez ci sono già arrivati, Caffi può ancora recuperare molto; anche Bernardino Bison sarebbe da acquistare prima dell'inevitabile grossa rivalutazione ...
 
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