Alessandro Celli
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Antonio Calderara.
Scrisse:
"nel 1954 incontro le pitture di Mondrian. La pittura di Mondrian, così assoluta nella sua costruzione, così precisa nel suo colore, è per me l'apertura a più rigorosa meditazione, a capire un altro aspetto della realtà.
1957-1958, il mio impegno è interesse alla luce, alla luce che tutto invade, che tutto distrugge per essere lei sola protagonista."
La forma allo stato delle relazioni pure è stata miracolosamente sfiorata da tre rare sensibilità: Malvic, Mondrian e Yves Klein che sono morti, ma un barlume è stato salvato, anch'esso per miracolo, da Calderara... io non conosco, tra gli artisti viventi, nessuno che ci sia arrivato più vicino.
scrisse Jesus Raphael Soto, Parigi 1965
"Ciò che colpisce immediatamente i nordici a paragone con Joseph Albers, Barnett Newmann, Richard P. Lohse, e anche con Ives Klein, è l'enorme raffinatezza della ricerca cromatica. Non si tratta della 'paté' dell'Ecole de Paris, ne della dura sistematicità tedesca e anglosassone, ne ancora di magia surreale d'un programma monocromo. Sembra piuttosto che sia il risultato naturale, evoluto, ottenuto con disciplina e intelligenza di duemila-tremila anni di tradizione mediterranea".
Scrisse Albert Schulze Villenghausen, Dortmund 1965
il famoso salto che Calderara fece nelle braccia, non sempre accoglienti, dell’astrazione pura, fu il gesto di un coraggio meditato per anni, probabilmente, e non più contenibile, a fronte della osservazione delle ricerche astratto geometriche del Novecento, non certo ignorate anche se non condivise, affrontate infine, alla soglia della vecchiaia, come catarsi di una capacità di sintesi che, parrebbe un ossimoro ma non lo è, lo aveva sempre condotto nella propria ricerca, attraverso l’analisi minuziosa del circostante, del famoso lago d’Orta, del riflesso nell’acqua dell’isola, della contemplazione della luce del lago in tutte le ore del giorno e del crepuscolo.
Eliminando particolari scomodi per la composizione del dipinto, Antonio si ridusse all’essenziale, divenne veramente astratto, ma rimase crepuscolare.
È bastato che Calderara si guardasse un giorno, allo specchio, lo specchio della sua libertà interiore.
Il messaggio dell'arte moderna, dove non sia ridotta a prodotto commerciale, è un madornale, incrollabile, incoercibile NO.
Il cosiddetto astrattismo non si presta a essere "capito", anche se si presta a essere sfruttato.
Quante opere davvero valide sono appese alle pareti di alloggi borghesi?
E perché stanno lì, attaccate e mai guardate, tutt'al più mostrate, esibite, ornanti e comprovanti, meri status symbols?
Perché "valgono".
Ma il loro significato, la loro interiore insondabilità, resta impermeabile, enigma non risolto.
Artista italiano,
decisamente più apprezzato in Germania che non qui da noi,
incredibile, eh?
Germania
Museum DKM, Duisburg
Sammlung Alison & Peter W. Klein, Eberdingen-Nussdorf
Kunstpalais Erlangen, Erlangen
Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt
Museum gegenstandsfreier Kunst, Otterndorf
Italia
Villa Croce Museo d´Arte Contemporanea, Genova
MART- Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Scrisse:
"nel 1954 incontro le pitture di Mondrian. La pittura di Mondrian, così assoluta nella sua costruzione, così precisa nel suo colore, è per me l'apertura a più rigorosa meditazione, a capire un altro aspetto della realtà.
1957-1958, il mio impegno è interesse alla luce, alla luce che tutto invade, che tutto distrugge per essere lei sola protagonista."
La forma allo stato delle relazioni pure è stata miracolosamente sfiorata da tre rare sensibilità: Malvic, Mondrian e Yves Klein che sono morti, ma un barlume è stato salvato, anch'esso per miracolo, da Calderara... io non conosco, tra gli artisti viventi, nessuno che ci sia arrivato più vicino.
scrisse Jesus Raphael Soto, Parigi 1965
"Ciò che colpisce immediatamente i nordici a paragone con Joseph Albers, Barnett Newmann, Richard P. Lohse, e anche con Ives Klein, è l'enorme raffinatezza della ricerca cromatica. Non si tratta della 'paté' dell'Ecole de Paris, ne della dura sistematicità tedesca e anglosassone, ne ancora di magia surreale d'un programma monocromo. Sembra piuttosto che sia il risultato naturale, evoluto, ottenuto con disciplina e intelligenza di duemila-tremila anni di tradizione mediterranea".
Scrisse Albert Schulze Villenghausen, Dortmund 1965
il famoso salto che Calderara fece nelle braccia, non sempre accoglienti, dell’astrazione pura, fu il gesto di un coraggio meditato per anni, probabilmente, e non più contenibile, a fronte della osservazione delle ricerche astratto geometriche del Novecento, non certo ignorate anche se non condivise, affrontate infine, alla soglia della vecchiaia, come catarsi di una capacità di sintesi che, parrebbe un ossimoro ma non lo è, lo aveva sempre condotto nella propria ricerca, attraverso l’analisi minuziosa del circostante, del famoso lago d’Orta, del riflesso nell’acqua dell’isola, della contemplazione della luce del lago in tutte le ore del giorno e del crepuscolo.
Eliminando particolari scomodi per la composizione del dipinto, Antonio si ridusse all’essenziale, divenne veramente astratto, ma rimase crepuscolare.
È bastato che Calderara si guardasse un giorno, allo specchio, lo specchio della sua libertà interiore.
Il messaggio dell'arte moderna, dove non sia ridotta a prodotto commerciale, è un madornale, incrollabile, incoercibile NO.
Il cosiddetto astrattismo non si presta a essere "capito", anche se si presta a essere sfruttato.
Quante opere davvero valide sono appese alle pareti di alloggi borghesi?
E perché stanno lì, attaccate e mai guardate, tutt'al più mostrate, esibite, ornanti e comprovanti, meri status symbols?
Perché "valgono".
Ma il loro significato, la loro interiore insondabilità, resta impermeabile, enigma non risolto.
Artista italiano,
decisamente più apprezzato in Germania che non qui da noi,
incredibile, eh?
Germania
Museum DKM, Duisburg
Sammlung Alison & Peter W. Klein, Eberdingen-Nussdorf
Kunstpalais Erlangen, Erlangen
Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt
Museum gegenstandsfreier Kunst, Otterndorf
Italia
Villa Croce Museo d´Arte Contemporanea, Genova
MART- Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto