Critici e curatori d'arte.

giulio55

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Non ho mai letto molto i testi critici sui cataloghi delle mostre ma da un vago ricordo ho l'impressione che nei decenni passati, un critico conosceva e seguiva per lungo tempo un artista.
Oggi ho l'impressione che cambino quasi di catalogo in catalogo...
A volte mi sembra anche che l'artista più "alla moda" del momento sia supportato dal critico o dal curatore più "famoso" o più citato da giornali e televisioni in quel momento... i fatti confermano o smentiscono? :confused:
 
Non ho mai letto molto i testi critici sui cataloghi delle mostre ma da un vago ricordo ho l'impressione che nei decenni passati, un critico conosceva e seguiva per lungo tempo un artista.
Oggi ho l'impressione che cambino quasi di catalogo in catalogo...
A volte mi sembra anche che l'artista più "alla moda" del momento sia supportato dal critico o dal curatore più "famoso" o più citato da giornali e televisioni in quel momento... i fatti confermano o smentiscono? :confused:

sembra stia facendo un lavoro importante Luca Beatrice con Giuseppe Veneziano...
 
Caro Giulio,
dovendo prendere atto che per diventare critici d'arte non è necessario avere una laurea specifica,
considerando che negli ultimi anni (ma non tanto tanto ultimi) in vari critici sono al pieno servizio dell'artista ( e del mercato...:p) e viene quindi a mancare a mio avviso la definizione in senso stretto di "critico".
Detto ciò questi Signori li chiamerei invece opinionisti, mentre i veri critici d'arte siamo noi collezionisti, che almeno abbiamo la franchezza di esprimere ciò che pensiamo di un artista e liberamente possiamo definirci critici.
Ecco, cari miei,
abbiamo tutti trovato un nuovo mestiere!:yeah:
Mah, chi ci paga?
:fiufiu::fiufiu:
 
Condivido il pensiero di Artebrixia,
ma più che opinionisti, li chiamerei "procuratori".

Purtroppo è cosi'.. la critica è sparita; è rimasta solo la pubblicità KO!
 
Grazie, Cleto.
Sostituisco anche io "opinionisti" con "procuratori"
Direi molto più azzacata, come definizione.
OK!
 
sottoscrivo....non hanno nulla da aggiungere....e sono solo dei nozionisti
 
Da Artista, concordo con Artebrixia.
E' più facile che arrivi in studio un collezionista a vedere le opere e fare 4 chiacchiere che un critico/curatore. Anche le selezioni le fanno vedendo le immagini via mail... dove la tecnica e la cura dell'opera non si vede per niente.
Quando devono scrivere, sono rari quelli che si informano sul lavoro dell'artista... spesso copiano incollano dal sito dello stesso o dai cataloghi precedenti.
Ma non tutti. Ci sono anche dei bravi professionisti che fanno selezione e che ti seguono.
 
La critica in Italia è in condizioni pietose.
Nella loro povertà i critici italiani si dividono in due categorie: 1) quelli più "IN" al servizio del mainstream internazionale 2) Quelli a "raggio d'azione limitato", al servizio di gallerie locali o di artisti locali.

Poi in Italia c'è una discutibile commistizione tra il ruolo di critico e quello di curatore. I due ruoli invece dovrebbero essere separati. Il critico dovrebbe "criticare" le esposizioni organizzate dai curatori.
Invece nel nostro bel paese si è anche arrivato al paradosso di esposizioni curate e giudicate dalla stessa persona. :wall:

Negli USA non funziona così.
Roberta Smith da decenni critica del New York Times non ha mai curato una mostra. Questo le ha dato una autonomia di giudizio unica e molto rispettata nel mondo dell'arte.
 
Negli USA non funziona così.
Roberta Smith da decenni critica del New York Times non ha mai curato una mostra. Questo le ha dato una autonomia di giudizio unica e molto rispettata nel mondo dell'arte.

Bell'intervento Beapapdv!
Che mito la Smith! Meglio un artista stroncato da lei che un altro osannato dal prezzolato di turno!
 
Non ho mai letto molto i testi critici sui cataloghi delle mostre ma da un vago ricordo ho l'impressione che nei decenni passati, un critico conosceva e seguiva per lungo tempo un artista.
Oggi ho l'impressione che cambino quasi di catalogo in catalogo...
A volte mi sembra anche che l'artista più "alla moda" del momento sia supportato dal critico o dal curatore più "famoso" o più citato da giornali e televisioni in quel momento... i fatti confermano o smentiscono? :confused:

PREMETTO CHE GENERALIZZARE NON E' MAI GIUSTO, E CHE IO PER PRIMO HO QUI SUL FORUM PUBBLICAMENTE LODATO PIU' VOLTE TANTISSIMI BRAVISSIMI ARTISTI-CRITICI-CURATORI, ma una riflessione si può aprire:

Innanzi tutto, pensare di fare la storia dell'arte è solo un problema che si possono porre i critici, solo loro, perchè non creano, ma devono spiegare ciò che gli viene proposto, ma non quello che succede veramente

I critici e gli osservatori esterni, e gli artisti che sono solo intenti alla fama o potere non sanno che c'è una realtà creativa assolutamente sconosciuta ai loro occhi, c'è una scena al limite di ciò che è il mercato, una scena viva e pimpante di artisti di talento, ma che non perdono tempo a stringere mani, o presenziare per essere accettati nel bel mondo fintamente dorato dell'arte, questa parte potente è la vera arte, a cui gli importa solo di creare e costruire, anche lontano dai clamori, molti artisti che conosciamo e che sono acclamati possono concedersi il lusso di essere sempre presenti, perchè non hanno idee, l'unica loro idea è la fama, che se hai talento non la cerchi, al massimo arriva da se.

Un esempio di talento potrebbe essere l'artista italiano "Blu", non è rintracciabile, perchè non aveva neanche il telefonino fino a 2 anni fà, ma la Tate Gallery di Londra gli ha dato una pareta intera esterna al museo, dove lui ha creato un opera mastodontica, nessuno curatore si è accorto di lui nelle 2 ultime biennali di Venezia, questo artista è un vero esempio di talento, e così molti altri che sfuggono perchè non presenti in luoghi consueti come le gallerie d'arte, che pubblicizzano le loro mostre su riviste o media. I più grandi sono invisibili ai più, perchè sono fuori da uno schema prefissato che tutti seguono, ma il mondo è vario, è questa è la sua ricchezza, pochi ne sanno godere.
 
Ultima modifica:
Concordo Investart, questi sono Artisti che nella società di oggi non sono certo di moda. Complimenti ai musei come la Tate che sviluppano questa ricerca i cui interpreti avranno probabilmente maggiore considerazione in un più lungo futuro.
 
Un esempio di talento potrebbe essere l'artista italiano "Blu", non è rintracciabile, perchè non aveva neanche il telefonino fino a 2 anni fà, ma la Tate Gallery di Londra gli ha dato una pareta intera esterna al museo, dove lui ha creato un opera mastodontica, nessuno curatore si è accorto di lui nelle 2 ultime biennali di Venezia, questo artista è un vero esempio di talento, e così molti altri che sfuggono perchè non presenti in luoghi consueti come le gallerie d'arte, che pubblicizzano le loro mostre su riviste o media. I più grandi sono invisibili ai più, perchè sono fuori da uno schema prefissato che tutti seguono, ma il mondo è vario, è questa è la sua ricchezza, pochi ne sanno godere.

:clap: "Blu" è tosto. Ma ormai c'è sfuggito all'estero. Notevole anche "2501" di cui c'è una personale adesso alla Don Gallery a Milano... ma anche lui ha dovuto andare all'estero per emergere (Brasile). Un altro che sta lavorando bene con l'estero è El Gato Chimey (che però anche in Italia si difende bene). E ne conosco altri che si stanno spostando fuori, soprattutto tra Street Artist e Pop Surrealism...
 
Luca Beatrice per ‘Il Giornale'

"Non si dica più che non ci sono i soldi per la cultura. È una balla: abbiamo ancora risorse importanti, se solo per una mostra il più importante dei critici italiani pretende e ottiene un fee di 750mila euro. Una mostra che immaginiamo di gran classe ma per pochi, come nel suo stile. Con l'Arte Povera ha desertificato i musei eppure le cattedrali vuote restano, e invece di investire in conservazione o produzione di un nuovo gusto italiano si continua a foraggiare il ricchissimo curatore genovese, in pista dal 1967, che risponde al nome di Germano Celant.

È il «barone rosso» della cultura italiana, barricadero nel Sessantotto, radical chic negli anni Ottanata, potentissimo oggi. Sarà per l'assonanza del nome, Celant sta all'arte come Celentano sta alla televisione: pretendono un sacco di soldi senza che prima si sappia nulla di ciò che faranno.

Gode di protezioni molto in alto ed è amato dai potenti, soprattutto nel campo della moda, perché è bravissimo a far guadagnare i committenti e creare plusvalenze. Prendiamo il caso Enrico Castellani, che a inizio degli anni Duemila costava poche decine di migliaia di euro: dopo l'operazione Celant e conseguenti battute d'asta il valore si è almeno decuplicato. Ora sta lavorando su Mimmo Rotella, il cui mercato è bassino, ma c'è da scommettere sul rilancio a breve

La reputazione di Celant è fuori discussione ma il suo modo di intendere l'arte è vecchio, oligarchico, figlio di quella cultura di sinistra del «meno siamo meglio stiamo». La sua ultima Biennale data 1997, e fu il trionfo dell'establishment più tronfio e noioso. Poi non ricordiamo imprese memorabili. Nel 2004 per Genova capitale della cultura prese una vagonata di soldi per un progetto su arte e architettura che non ha lasciato traccia. Dopo il Guggenheim la sua gallina dalle uova d'oro si chiama Prada, un rapporto con grande soddisfazione economica di entrambi....."

dagospia
 
Quindi comprare un rotella subito!!!!
 
Caro Giulio,
dovendo prendere atto che per diventare critici d'arte non è necessario avere una laurea specifica,
considerando che negli ultimi anni (ma non tanto tanto ultimi) in vari critici sono al pieno servizio dell'artista ( e del mercato...:p) e viene quindi a mancare a mio avviso la definizione in senso stretto di "critico".
Detto ciò questi Signori li chiamerei invece opinionisti, mentre i veri critici d'arte siamo noi collezionisti, che almeno abbiamo la franchezza di esprimere ciò che pensiamo di un artista e liberamente possiamo definirci critici.
Ecco, cari miei,
abbiamo tutti trovato un nuovo mestiere!:yeah:
Mah, chi ci paga?
:fiufiu::fiufiu:

Come si puo' non condividere quanto hai scritto? OK!
Ottimo intervento! ;)

P.S.: ma che palle, perche' ogni tanto non scrivi anche tu una bella bischerata? ;) :p:p :D:D :D:D:D:D:D:D:D
 
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