Economia... qui nasce il problema.

giorgio gost

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Come qualcuno sa, ho l'hobby del recupero dei vecchi documenti che poi resino su tela o su tavola con la speranza di renderli eterni.
L'altro giorno metre sfogliavo alcuni documenti militari degli anni 40, pensavo: "questi non c'entrano con l'economia"... invece in realta' le fabbriche militari erano e sono una parte dell'economia mondiale...
Se pensiamo a TUTTE le parole (sostantivi) del vocabolario, ognuna conduce ad economia ed il documento di riferimento potrebbe essere salvato!
Esiste un sostantivo che non porta a collegarsi all'economia?
 
Come qualcuno sa, ho l'hobby del recupero dei vecchi documenti che poi resino su tela o su tavola con la speranza di renderli eterni.
L'altro giorno metre sfogliavo alcuni documenti militari degli anni 40, pensavo: "questi non c'entrano con l'economia"... invece in realta' le fabbriche militari erano e sono una parte dell'economia mondiale...
Se pensiamo a TUTTE le parole (sostantivi) del vocabolario, ognuna conduce ad economia ed il documento di riferimento potrebbe essere salvato!
Esiste un sostantivo che non porta a collegarsi all'economia?

Bunga
 
Ormai mi chiedo che cosa NON sia collegato all'economia.
Il dio denaro regna ovunque:'(:'(
Anche dove manca...:(
 
Come qualcuno sa, ho l'hobby del recupero dei vecchi documenti che poi resino su tela o su tavola con la speranza di renderli eterni.
L'altro giorno metre sfogliavo alcuni documenti militari degli anni 40, pensavo: "questi non c'entrano con l'economia"... invece in realta' le fabbriche militari erano e sono una parte dell'economia mondiale...
Se pensiamo a TUTTE le parole (sostantivi) del vocabolario, ognuna conduce ad economia ed il documento di riferimento potrebbe essere salvato!
Esiste un sostantivo che non porta a collegarsi all'economia?

Purtroppo non credo che esista un sostantivo "slegato" dall'economia. Persino la nascita e la morte sono businness. Si economizzano i pensieri, si economizza l'amore (per non parlare del sesso), si economizza il Natale, si economizza quel che c'è in natura.... Potrei andare avanti all'infinito. Nulla è rimasto allo stato "puro". Credo che quella purezza non possa riassumersi in un sostantivo: al più, a volte fa capolino DENTRO noi. Come "esce" da noi, si contamina.
 
Esiste un sostantivo che non porta a collegarsi all'economia?

... bella riflessione OK! ... la penso come Isola e credo che il collegamento lo determiniamo noi quando pensiamo ad un certo sostantivo in termini di bene di scambio o utilità economica, quindi anche un termine impalpabile come "anima" può essere economizzato pensando, ad esempio, a chi venderebbe la propria al diavolo ... per scollegare il termine da un possibile valore di scambio dovremmo forse pensare ad un qualcosa di assolutamente inutile :mmmm:

P.S. @Saffada ... un bunga forse vale poco, ma due in sequenza rendono parecchio :D
 
In realtà il mondo è sempre stato ricollegato all'economia in tutte le sue manifestazioni ed in tutte le epoche della storia umana...l'economia stessa nasce come un'appendice della filosofia, il che la dice lunga su cosa significhi per l'umanità. La formalizzazione di questo concetto ovviamente ha richiesto tempo ma secondo me non c'è nulla di male.

IL PROBLEMA NON E' L'ECONOMIA, IL PROBLEMA E' L'UTILIZZO IMPROPRIO ED IMMORALE CHE SE NE FA.

Mi spiego: un coltello può essere usato per tagliare il pane oppure per ammazzare una persona. Ovviamente nel primo caso l'utilizzo è positivo, nel secondo fortemente negativo.

Per l'economia è lo stesso; se io utilizzo l'economia per fare guerre, vendere armi e fare profitto (vedi varie guerre in IRAQ e collegate riscostruzioni) allora è un male. Se la utilizzo per promuovere il pacifico sviluppo della società umana è un bene.

Quindi non bisogna demonizzare l'economia, il problema, come sempre del resto, risiede nell'uomo e nell'utilizzo che l'uomo fa delle cose.
 
Cercando il significato della parola economia troviamo, tra le definizioni più semplici: "Modo di operare volto a ottenere il massimo vantaggio con il minimo dispendio di energie e di risorse."

A ben vedere l'economia è propria dell'agire non solo umano, ma anche degli altri animali, e delle piante.

Il "collegamento" tra economia e ogni sostantivo che ci può passare per la mente si può, a mio giudizio, definire "economizzazione", inteso come metro di misura che (solo l'uomo) dà a tutto quello che lo circonda. L'economia nasce come istinto (anche di sopravvivenza). Il processo che porta l'uomo a economizzare qualsiasi "sostantivo" è frutto di un processo ulteriore.

L'economia non è, in sè, portatrice di nulla di male.
L'economizzazione a volte invece è fuorviante, perché può portare ad una effettiva devalorizzazione di tutto quello che fa parte del nostro mondo.
 
ragazzi
qualche bottiglia di buon vino e poi pronti a fare fino a tarda notte
questi sono veri argomenti di discussione!!!!
ma senza un paio di buone bottiglie
io mi rifiuto
;)
 
Ciao rothko :)
Ok, offro vino per tutti. Per iniziare, un buon gutturnio fermo piacentino, di quelli che piacciono a me :hic: :ubriachi: :)

E ora provo a proseguire il discorso, ovviamente per quello che è il mio pensiero. Nel manifesto dell'ArtEconomy, gli amici Giorgio e Alessandro fanno riferimento al fatto che la New Economy ha causato un asservimento dell'economia alla finanza. Affermazione che condivido. Ok, lasciamo un attimo perdere gli sviluppi che questa realtà proietta nello specifico mondo dell'arte. Il metro di misura a cui stiamo "parametrando" la nostra economia (intesa come criterio istintivo di sopravvivenza) è (purtroppo) quello di considerare quello che ci circonda per la sua idoneità a tramutarsi in denaro. A prescindere da altri valori. Noi economizziamo ogni cosa. Potremmo economizzare in base a mille parametri: l'amore, l'odio, la morale, il perbenismo. Chi più ne ha più ne metta. Potremmo. E invece il più delle volte economizziamo parametrando tutto alla finanza. Quel che interessa è solo l'idoneità di un bene (o di una persona) a tramutarsi in denaro o in altra utilità monetariamente convertibile. Con la conseguenza che siamo portati a strumentalizzare e ad essere strumentalizzati in base al denaro. Non all'amore o all'odio, o a che altro. Quasi sempre e solo al denaro. E con la conseguenza che tutto quello che facciamo non è neppure più "giusto" o "sbagliato". E' necessitato dall'unico criterio che ci domina. Su questo punto rispondo a chiro: secondo me stiamo rischiando di non distinguere più il bene dal male. Ed è veramente grave fare del male (e anche del bene!) SENZA ACCORGERSENE. Ma il profitto ci porta a mettere sullo stesso piano sia le guerre sia il pacifico sviluppo: beninteso, solo ove portino entrambi un pari profitto. Diversamente prevale quello che è più redditizio. Si va in guerra senza odio, ma solo per l'opportunità di ottenere un vantaggio in termini finanziari. Non economici (poiché anche l'odio potrebbe essere un criterio di economicizzazione, per quanto sbagliato che sia). Come fosse una scelta obbligata, niente più. Forse la nostra "ragione" si sta perdendo.
 
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Ciao rothko :)
Ok, offro vino per tutti. Per iniziare, un buon gutturnio fermo piacentino, di quelli che piacciono a me :hic: :ubriachi: :)

E ora provo a proseguire il discorso, ovviamente per quello che è il mio pensiero. Nel manifesto dell'ArtEconomy, gli amici Giorgio e Alessandro fanno riferimento al fatto che la New Economy ha causato un asservimento dell'economia alla finanza. Affermazione che condivido. Ok, lasciamo un attimo perdere gli sviluppi che questa realtà proietta nello specifico mondo dell'arte. Il metro di misura a cui stiamo "parametrando" la nostra economia (intesa come criterio istintivo di sopravvivenza) è (purtroppo) quello di considerare quello che ci circonda per la sua idoneità a tramutarsi in denaro. A prescindere da altri valori. Noi economizziamo ogni cosa. Potremmo economizzare in base a mille parametri: l'amore, l'odio, la morale, il perbenismo. Chi più ne ha più ne metta. Potremmo. E invece il più delle volte economizziamo parametrando tutto alla finanza. Quel che interessa è solo l'idoneità di un bene (o di una persona) a tramutarsi in denaro o in altra utilità monetariamente convertibile. Con la conseguenza che siamo portati a strumentalizzare e ad essere strumentalizzati in base al denaro. Non all'amore o all'odio, o a che altro. Quasi sempre e solo al denaro. E con la conseguenza che tutto quello che facciamo non è neppure più "giusto" o "sbagliato". E' necessitato dall'unico criterio che ci domina. Su questo punto rispondo a chiro: secondo me stiamo rischiando di non distinguere più il bene dal male. Ed è veramente grave fare del male (e anche del bene!) SENZA ACCORGERSENE. Ma il profitto ci porta a mettere sullo stesso piano sia le guerre sia il pacifico sviluppo: beninteso, solo ove portino entrambi un pari profitto. Diversamente prevale quello che è più redditizio. Si va in guerra senza odio, ma solo per l'opportunità di ottenere un vantaggio in termini finanziari. Non economici (poiché anche l'odio potrebbe essere un criterio di economicizzazione, per quanto sbagliato che sia). Come fosse una scelta obbligata, niente più. Forse la nostra "ragione" si sta perdendo.


... non avevo voluto partecipare per non ritornare sul nostro Manifesto, diventando logorroico, ma vedo con piacere che Isola l'ha fatto per me.OK!
 
Purtroppo non credo che esista un sostantivo "slegato" dall'economia. Persino la nascita e la morte sono businness. Si economizzano i pensieri, si economizza l'amore (per non parlare del sesso), si economizza il Natale, si economizza quel che c'è in natura.... Potrei andare avanti all'infinito. Nulla è rimasto allo stato "puro". Credo che quella purezza non possa riassumersi in un sostantivo: al più, a volte fa capolino DENTRO noi. Come "esce" da noi, si contamina.

vero! non ricordavo anche morte e nascita... la mia idea iniziale sempre piu' impossibile...
 
In realtà il mondo è sempre stato ricollegato all'economia in tutte le sue manifestazioni ed in tutte le epoche della storia umana...l'economia stessa nasce come un'appendice della filosofia, il che la dice lunga su cosa significhi per l'umanità. La formalizzazione di questo concetto ovviamente ha richiesto tempo ma secondo me non c'è nulla di male.

IL PROBLEMA NON E' L'ECONOMIA, IL PROBLEMA E' L'UTILIZZO IMPROPRIO ED IMMORALE CHE SE NE FA.

Mi spiego: un coltello può essere usato per tagliare il pane oppure per ammazzare una persona. Ovviamente nel primo caso l'utilizzo è positivo, nel secondo fortemente negativo.

Per l'economia è lo stesso; se io utilizzo l'economia per fare guerre, vendere armi e fare profitto (vedi varie guerre in IRAQ e collegate riscostruzioni) allora è un male. Se la utilizzo per promuovere il pacifico sviluppo della società umana è un bene.

Quindi non bisogna demonizzare l'economia, il problema, come sempre del resto, risiede nell'uomo e nell'utilizzo che l'uomo fa delle cose.

io non volevo demonizzare l'economia... anzi... celebrarla!
Mi stanno arrivando tanti bellissimi documenti e la mia idea era di fare un archivio "aperto" vetrificando un documento vecchio o nuovo per ogni settore dell'economia esistente o esistito e mi ero reso conto che poteva essere missione difficile; leggendo questi vostri post mi sto orientando verso "missione impossibile" e penso andrò avanti in ordine sparso...
 
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