INQUILINO PRENDE O VUOLE PRENDERE RESIDENZA NELLA CASA AFFITTATA; PROBLEMI?

asimpleplan

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Salve a tutti;

come da titolo , che tipo di problemi ci potrebbero essere nel futuro , per il proprietario?

Esempio;

1) normalmente, nella vostra esperienza, quando ha ottenuto la residenza , l'inquilino diviene più arrogante , nella più o meno realistica aspettativa di essere "intoccabile"

2) nella procedura di sfratto il giudice ha un occhio di riguardo nel caso in cui l'inquilino sia residente?

3) è possbile contestare la residenza dell'inquilino che proditoriamente mette la residenza nella casa affittata ( e

3)b) e' cosi' facile per l'inquilino prendere la residenza all'insaputa del proprietario ( secondo racconti di alcuni conoscenti (veri?) si

4) ci sono problemi per bollette ?
 
Ma per quale motivo dovrebbe essere strano che un inquilino voglia prendere la residenza?
A parte affitti a studenti o temporanei per motivi di lavoro, nel caso di contratti 4+4 è la norma.
Pensa solo al medico di base o alle bollette...

Tanto quando è dentro non lo cavi fuori neanche a schioppettate se non vuole uscire, residenza o non residenza
 
è suo diritto prendere la residenza in una casa che affitta. te non puoi impedilro
 
Ma per quale motivo dovrebbe essere strano che un inquilino voglia prendere la residenza?
A parte affitti a studenti o temporanei per motivi di lavoro, nel caso di contratti 4+4 è la norma.
Pensa solo al medico di base o alle bollette...

Tanto quando è dentro non lo cavi fuori neanche a schioppettate se non vuole uscire, residenza o non residenza

Chiarissimo, chiedo solo se tra inquilino con la residenza e inquilino senza la residenza ci sono differente ( nella pratica e NON nella teoria) di trattamento .
 
Ma per quale motivo dovrebbe essere strano che un inquilino voglia prendere la residenza?
A parte affitti a studenti o temporanei per motivi di lavoro, nel caso di contratti 4+4 è la norma.
Pensa solo al medico di base o alle bollette...

Tanto quando è dentro non lo cavi fuori neanche a schioppettate se non vuole uscire, residenza o non residenza

Quindi giuridicamente solo nei transitori (studenti, lavoratori temporanei) è possibile evitare di dare la residenza.

Ma questo è scritto nel senso che il proprietario appone la clausola che vieta la residenza ( e può farlo in qualita' della durata temporanea) o esiste nella prassi senza bisogno di specificarlo.
 
Quindi giuridicamente solo nei transitori (studenti, lavoratori temporanei) è possibile evitare di dare la residenza.

Ma questo è scritto nel senso che il proprietario appone la clausola che vieta la residenza ( e può farlo in qualita' della durata temporanea) o esiste nella prassi senza bisogno di specificarlo.

No, anche nel transitorio l inquilino puó prendere la residenza se vuole.
Anche a vietarlo nel contratto non serve.
 
No, anche nel transitorio l inquilino puó prendere la residenza se vuole.
Anche a vietarlo nel contratto non serve.

E come fa concretamente a prenderla?

Anche nel transitorio < 12 mesi?


Non ci sono limiti come quelli per cui se l'inquilino non dimora per più di 6 mesi nell'appartamento non deve pagare la TASSA SUI RIFIUTI?
 
Certo che ogni thread che apri fai certe domande .........................
 
Certo che ogni thread che apri fai certe domande .........................

Tutto parte da considerazioni da bar ( purtroppo)

"ah lo sai , se concedi la residenza all'inquilino poi non te lo togli più"

Vai a vedere le norme online e non sono chiare, parli con qualche "avvocato" ma dice ovvieta'.

L'individuo ingenuo rimane con dubbi e allora li posta sul fol , sperando che ........
 
Ciao,
ti rispondo per esperienza. Prima di comprare casa ho girato diversi appartamenti in Italia e all'estero, come studente e come lavoratore. Ho sempre preso la residenza nell'appartamento che abitavo, mai avuto problemi. Un paio di volte i proprietari hanno tentato di fare qualche storia, tuttavia legge alla mano non hanno mai potuto impedirlo dato che la residenza è obbligatoria da codice civile e deve essere fissata nel luogo in cui si abita.
Se l'inquilino ti vuole fregare, nel senso che vuole occuparti la casa e aspettare lo sfratto, magari sperando in un blocco covid, lo farà sia con la residenza che senza, non cambia nulla.
 
Ciao,
ti rispondo per esperienza. Prima di comprare casa ho girato diversi appartamenti in Italia e all'estero, come studente e come lavoratore. Ho sempre preso la residenza nell'appartamento che abitavo, mai avuto problemi. Un paio di volte i proprietari hanno tentato di fare qualche storia, tuttavia legge alla mano non hanno mai potuto impedirlo dato che la residenza è obbligatoria da codice civile e deve essere fissata nel luogo in cui si abita.
Se l'inquilino ti vuole fregare, nel senso che vuole occuparti la casa e aspettare lo sfratto, magari sperando in un blocco covid, lo farà sia con la residenza che senza, non cambia nulla.

Ringraziandoti, come facevi , a livello concreto , a prendere la residenza.

Andavi in comune con il contratto di affitto o con un'auto dichiarazione?

Per i transitori devo trovare la fonte normativa che dice che i comuni NON permettono la residenza
 
Ringraziandoti, come facevi , a livello concreto , a prendere la residenza.

Andavi in comune con il contratto di affitto o con un'auto dichiarazione?

Per i transitori devo trovare la fonte normativa che dice che i comuni NON permettono la residenza


Contratto transitorio e divieto di residenza: tutto vero? | Come funziona l'affitto - gli esperti di Solo Affitti a tua disposizione

La normativa


Anzitutto in nessun passaggio normativo (art. 5 L. 431/98 o Decreti Ministeriali che regolano la materia, in particolare 30/12/2002 e 16/1/2017, oltre che qualsiasi Accordo Territoriale locale) viene posta la condizione, perché il contratto transitorio sia regolare, che il conduttore non prenda la residenza nell’immobile.

Stabilire liberamente la propria residenza (in presenza di un titolo) è un diritto del conduttore e la possibilità di farlo nel caso specifico la ricaviamo dal fatto, appunto, che non c’è alcun divieto di legge. In altri termini, non è necessario che la legge dia la possibilità di compiere un’azione affinché si possa ritenere che la stessa azione sia lecita.
La residenza inoltre si identifica nel luogo in cui la persona ha la sua abituale dimora in un certo momento, e non per un periodo di tempo prefissato. Non ha pertanto alcun senso ritenere che solo in presenza di un contratto residenziale “lungo” (un 4+4 o un 3+2) sia facoltà del conduttore stabilire la residenza nell’immobile locato.

In altre parole:
1) La residenza dovrebbe (quindi non rappresenterebbe nemmeno una scelta, stando alla normativa anagrafica) coincidere con la dimora del soggetto;
2) il conduttore potrebbe stabilire la sua residenza temporaneamente nell’immobile per i mesi di conduzione, senza che ciò faccia venir meno le esigenze di transitorietà addotte;
3) nessun rischio di trasformazione del contratto, in presenza di tali esigenze.
 
Ti potrebbe tranquillizzare anche sapere che la residenza non implica alcun diritto a rimanere in detta residenza. Di per sè è solo la comunicazione, dal cittadino allo stato, che il luogo principale dei suoi affari e interessi si trova nell'indirizzo X. Niente di più. Non implica alcun tipo di rapporto patrimoniale con il luogo, o di permanenza per X periodo. Santo cielo, puoi mettere la tua residenza in una camera di hotel se vuoi, credo.
 
Contratto transitorio e divieto di residenza: tutto vero? | Come funziona l'affitto - gli esperti di Solo Affitti a tua disposizione

La normativa


Anzitutto in nessun passaggio normativo (art. 5 L. 431/98 o Decreti Ministeriali che regolano la materia, in particolare 30/12/2002 e 16/1/2017, oltre che qualsiasi Accordo Territoriale locale) viene posta la condizione, perché il contratto transitorio sia regolare, che il conduttore non prenda la residenza nell’immobile.

Stabilire liberamente la propria residenza (in presenza di un titolo) è un diritto del conduttore e la possibilità di farlo nel caso specifico la ricaviamo dal fatto, appunto, che non c’è alcun divieto di legge. In altri termini, non è necessario che la legge dia la possibilità di compiere un’azione affinché si possa ritenere che la stessa azione sia lecita.
La residenza inoltre si identifica nel luogo in cui la persona ha la sua abituale dimora in un certo momento, e non per un periodo di tempo prefissato. Non ha pertanto alcun senso ritenere che solo in presenza di un contratto residenziale “lungo” (un 4+4 o un 3+2) sia facoltà del conduttore stabilire la residenza nell’immobile locato.

In altre parole:
1) La residenza dovrebbe (quindi non rappresenterebbe nemmeno una scelta, stando alla normativa anagrafica) coincidere con la dimora del soggetto;
2) il conduttore potrebbe stabilire la sua residenza temporaneamente nell’immobile per i mesi di conduzione, senza che ciò faccia venir meno le esigenze di transitorietà addotte;
3) nessun rischio di trasformazione del contratto, in presenza di tali esigenze.

Interessante, anche se da fonti parentali alcuni dipendenti del comune continuano a NON permettere la residenza a transitori per pochi mesi.
 
Ti potrebbe tranquillizzare anche sapere che la residenza non implica alcun diritto a rimanere in detta residenza. Di per sè è solo la comunicazione, dal cittadino allo stato, che il luogo principale dei suoi affari e interessi si trova nell'indirizzo X. Niente di più. Non implica alcun tipo di rapporto patrimoniale con il luogo, o di permanenza per X periodo. Santo cielo, puoi mettere la tua residenza in una camera di hotel se vuoi, credo.

Si, ma dal pdv psicologico questo potrebbe creare una sorta di arroganza o di senso di "entitlement" dell'inquilino " questa è casa mia".

Per esempio, mettiamo caso che il proprietario X voglia intestarsi le bollette per avere mano libera nel caso in cui l'inquilino faccia il furbo.

Non paga e si stacca l a corrente ( lo so , lo so , ma lui lo fa lo stesso ; inoltre è stato lui , come si fa a provarlo ed intanto la corrente è staccata)

Nel caso l'inquilino abbia la residenza , può decidere di fare la voltura autonomamente per rendersi ancora più "indipendente" dal proprietario?

O anche questo è un falso mito?
 
Si, ma dal pdv psicologico questo potrebbe creare una sorta di arroganza o di senso di "entitlement" dell'inquilino " questa è casa mia".

Per esempio, mettiamo caso che il proprietario X voglia intestarsi le bollette per avere mano libera nel caso in cui l'inquilino faccia il furbo.

Non paga e si stacca l a corrente ( lo so , lo so , ma lui lo fa lo stesso ; inoltre è stato lui , come si fa a provarlo ed intanto la corrente è staccata)

Nel caso l'inquilino abbia la residenza , può decidere di fare la voltura autonomamente per rendersi ancora più "indipendente" dal proprietario?

O anche questo è un falso mito?

Tu propio niente sai..:wall:

La legge vieta di staccare le utenze all inquilino e se anche lo facessi l inquilino le potrebbe riattivare

Posso staccare le utenze all’inquilino moroso?
il locatore potrebbe essere querelato per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose per il quale la legge prevede la multa fino a 516 euro. In più, l’inquilino potrebbe anche agire contro di lui per chiedergli il risarcimento del danno.
 
L'inquilino va in comune e fa la dichiarazione per la tari (vuoi pagargliela tu?) e la residenza.
Non ti deve nemmeno avvertire se ha un regolare contratto, e' suo diritto.

Questo non comporta alcun "effetto mentale", se e' onesto si comporta bene, altrimenti no.
 
Asimpleplan è incredibile come a ogni risposta che ti danno sviluppi ulteriori domande all'infinito in ogni thread da te aperto.
 
Interessante, anche se da fonti parentali alcuni dipendenti del comune continuano a NON permettere la residenza a transitori per pochi mesi.

Perché per gli impiegati fare le carte sottrae tempo alla lettura della Gazzetta dello Sport
 
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