Immobiliare, dai giardini alle soluzioni indipendenti: i nuovi desideri degli italian

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Mah.

"Case di dimensioni maggiori, possibilmente con spazi aperti (giardini e terrazzi) a disposizione, soluzioni indipendenti e in aree della città meno congestionate."

Ok le aree meno congestionate, dal momento che in città buona parte delle aree centrali e semi-centrali sono diventate invivibili. Ma una casa più grande, magari con una stanza in più, e con ampi terrazzi, COSTA! Siamo sicuri che gli italiani abbiamo la possibilità di veder soddisfatti i propri desideri? Infatti poi l'articolo prosegue...

"Nomisma: rischio di "miopia" delle famiglie che vogliono comprare casa ma senza adeguate disponibilità."

Secondo me questi due saranno gli anni in cui gli italiani faranno le scelte di cui poi si pentiranno. Magari spostandosi fuori città, per avere una casa più grande (il trauma del lockdown non è ancora stato superato) e con ampi terrazzi o giardini, magari con una stanza in più per lo smartworking. E quando l'emergenza sarà esaurita, perchè prima o poi dovrà finire, e si tornerà in buona parte al lavoro in presenza e alla routine di sempre, si troveranno in **** al mondo e ogni giorno sarà un viaggio anche solo per una serata al cinema, una visita dal dottore o un litro di latte da comprare.
 
...pentendosene amaramente poco dopo (senza le adeguate possibilità economiche)
film già visto
 
Quel che è certo è che siamo in una fase rialzista. Se di breve durata e modesta entità ce lo dirà il futuro.
 
II ritorno del mattone occasioni da cogliere Le famiglie in cerca di abitazione sono ai massimi dal 2012: privilegiati spazi più grandi e confortevoli, anche fuori dai capoluoghi. Qui i prezzi richiesti volano: a Milano più 27%. Atteso l'effetto undet 36 sui mutui Con 626 mila compravendite, stima Nomisma, il mercato immobiliare crescerà quest'anno più del Pil rispetto al 2019 di Gino Pagliuca Torna il mattone come bene rifugio. Con una differenza non da poco rispetto al passato: l'investimento oggi nella maggior parte dei casi non è spinto dal desiderio di trarre un guadagno finanziario, quanto da quello di un guadagno di benessere familiare e personale; e così si cercano case con spazi più grandi o anche seconde case da sfruttare per lunghi periodi. I dati finora disponibili sulla prima metà del 2021 indicano un incremento delle transazioni, non solo come è ovvio rispetto ai periodi del lockdown duro del 2020, ma anche rispetto al pre-pandemia. La tradizionale indagine sulle intenzioni di acquisto di Nomisma chiusa a inizio giugno indica che le famiglie in cerca di un'abitazione sono ai massimi dal 2012: 848 mila sono i nuclei già concretamente in azione, quasi 2 milioni e mezzo si dicono pronte a cominciare le visite nei prossimi mesi.

Certo solo una quota minoritaria di quelle famiglie finirà per firmare un rogito: non tanto perché le altre cambieranno idea sui comprare casa, ma perché verificheranno che non hanno le risorse sufficienti per effettuare l'acquisto. Lo studio tiene conto anche di questo e valutando le possibilità reddituali di chi ha risposto sostiene che in oltre 800 mila casi l'acquisto dell'immobile risulta sostenibile, un altro numero record. D'altro canto per molti le risorse economiche non sono un problema: se nel Paese si è verificato un drammatico aumento della povertà assoluta è altrettanto vero che chi dispone di un reddito fisso e non ha perso il lavoro grazie al risparmio forzoso compiuto negli ultimi mesi è un po' più ricco di prima, e che per una fascia certo minoritaria ma non trascurabile di popolazione la pandemia ha costituito un'occasione di guadagno. A testimoniarlo ci sono i 1.775 miliardi di euro che a fine maggio, secondo i dati Abi, erano parcheggiati sui conti correnti. Sono soldi che fermi rappresentano una pura perdita che in parte finiranno per riversarsi sul mercato immobiliare. Se poi dalle intenzioni passiamo alle transazioni concluse l'ottimismo appare più che fondato. L'Agenzia delle Entrate ha diffuso i dati relativi alle vendite nel primo trimestre, che evidenziano un incremento del 38,6% sullo stesso periodo del 2020.

Certo il dato è influenzato dal fatto che a marzo 2020 per via del lockdown si sono fatti pochissimi rogiti, ma i numeri relativi a gennaio e febbraio segnalano un significativo incremento nei comuni non capoluogo, dove è più facile trovare case grandi a prezzo sostenibile o dove si trovano le seconde case. Milano e Roma crescono meno della media, ma il fenomeno per entrambe le città si spiega con il fatto che si sono fermati gli acquisti di immobili da affittare e quelli di stranieri, una situazione che al termine dell'emergenza sanitaria appare destinata a cambiare. Per il capoluogo lombardo si aggiunge anche il fatto che la pandemia non ha fermato l'aumento delle quotazioni e o 4 il prezzo costituisce una barriera d'ingresso decisiva. Una recente indagine sugli annunci di vendita di immobiliare.it segnala che nel capoluogo lombardo i prezzi richiesti sono saliti del 27%. E chiaro che le trattative, soprattutto quando le case sono di livello scadente, si allungano molto. Secondo Nomisma, quest'anno, con 626 mila compravendite, il mercato dovrebbe registrare un incremento significativo rispetto al 2019, con una performance migliore rispetto a quella del Pil, che, se le previsioni saranno rispettate, tornerà ai livelli pre pandemia solo tra due anni. Le incognite Una forte ripresa delle transazioni dipende però da alcune incognite. La prima è che le banche continuino a erogare mutui ai tassi attuali. Nomisma ritiene che sarà così e prevede che le erogazioni cresceranno complessivamente del 10,9%, quota che sale al 20,6% se si considerano solo i nuovi mutui, mentre le surroghe sono destinate a ridursi di un terzo.

Molto però dipenderà dall'andamento dell'occupazione nei prossimi mesi; senza un reddito sicuro il mutuo rimane infatti una chimera. Un altro fattore decisivo è il successo delle misure in favore degli under 36 (eliminazione delle imposte per acquisto e mutuo, fondo di garanzia per i mutui oltre 1'8096 di copertura). Si tratta di una fascia di acquirenti fondamentali per il mercato: secondo i dati ufficiali del Notariato nel 2020 gli acquisti di giovani fino a 35 anni (questo era il limite per le agevolazioni sui mutui prima del decreto Sostegni bis) hanno rappresentato il 35,6% degli acquisti di prime case. Se il provvedimento portasse a comprare il 20% di giovani in più da solo varrebbe circa 3omila compravendite.
 
La concentrazione nelle grandi aree urbane è fisiologica, ma deleteria (inquinamento, traffico, spazi ridotti)

Sarebbe auspicabile una svolta che anche grazie all'evoluzione tecnologica permetta di rivedere decenni di scelte sbagliate


... e comunque vivere in città fa schifo e guardate che i supermercati e i cinema ci sono anche in provincia :D

(senza considerare che viviamo nell'era dello shop online e dei film in streaming)
 
La concentrazione nelle grandi aree urbane è fisiologica, ma deleteria (inquinamento, traffico, spazi ridotti)

Sarebbe auspicabile una svolta che anche grazie all'evoluzione tecnologica permetta di rivedere decenni di scelte sbagliate


... e comunque vivere in città fa schifo e guardate che i supermercati e i cinema ci sono anche in provincia :D

(senza considerare che viviamo nell'era dello shop online e dei film in streaming)

I servizi sono efficienti e moltiplicano l'efficienza grazie alla concentrazione di persone. Il modello attualmente diffuso è la metropoli che si allarga, ma è bene tener presente che non esiste la possibilità di coniugare alta presenza di servizi senza alta densità abitativa.

La provincia italiana ha spesso molti servizi perché è spesso densa per cui si può vivere in una cittadina/paese e avere N città, cittadine o paesi nel raggio di pochi chilometri.

Per cui aree come la Brianza sono sicuramente parte della "provincia" con molti servizi, mentre la provincia agricola (ad esempio Sud della Lombardia) ha inevitabilmente meno roba.
 
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