Immobiliare: prezzi ancora in calo.

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Gli analisti prevedono ribassi medi più consistenti in città come Genova, Roma, Torino e Palermo. Aumenti in vista su Firenze, Verona e Milano OBIETTIVO MUTUO Frenano le richieste di finanziamento per nuovi acquisti anche in gennaio, domande in crescita per le surroghe di Andrea Telara MILANO Compravendite di nuovo in salita ma prezzi ancora in calo. Sarà questo, almeno secondo gli analisti, l'andamento del mercato immobiliare residenziale nel corso dei 2021, dopo un 2020 da dimenticare a causa degli effetti della pandemia del Covid-19. Per i mesi venturi, con l'emergenza sanitaria ancora in corso ma con la prospettiva di una vaccinazione di massa capace di portarci fuori dal tunnel, l'Ufficio Studi nella nota catena di agenzie immobiliari Tecnocasa prevede un mercato a due facce: il numero di compravendite dovrebbe tornare a salire di una quota compresa tra il 2 e 5% annuo con qualche differenza nei diversi centri urbani, mentre i valori delle case e dei fabbricati residenziali subirà probabilmente un ulteriore ribasso, in media tra lo 0 e il -2%, con punte fino a -3% nelle grandi città.

Come sempre accade, le quotazioni del mattone non si muoveranno allo stesso modo ma ci sarà appunto qualche differenza a livello geografico. Nei capoluoghi di regione, i ribassi medi più consistenti dei prezzi sono attesi da Tecnocasa sulla piazza di Genova (tra -2 e -4%), seguita da Roma, Torino e Palermo (tutte e tre con variazioni tra 0 e -2%). Ci sarà invece qualche capoluogo come Bari e Napoli dove i valori delle case resteranno mediamente stabili mentre in altre città avremo il segno più. È il caso di Firenze e Verona (con aumenti tra 0 e 2%) e della solita Milano (con rialzi tra 1'1 e il 3%). Il capoluogo lombardo, dunque, si dimostra ancora una volta la piazza più dinamica per il mercato immobiliare, almeno tra le grandi città. Va detto tuttavia che le variazioni sopra riportate, che si tratti di rialzi o di ribassi, sono comunque abbastanza contenute e fanno pensare a un mercato che si muove con dinamiche lente, in attesa di capire quando e come il nostro Paese uscirà finalmente dalla pandemia. Dall'analisi di come sono andati i mesi passati, però, emerge anche un atteggiamento diverso degli italiani verso l'amato mondo del mattone. «La casa è stata una delle riscoperte fatte durante il lockdown», ha dichiarato Fabiana Megliola, responsabile dell'Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa, commentando i dati sul 2020 e le previsioni sui 2021.

Il confinamento forzato a cui siamo stati sottoposti, secondo Megliola «ci ha fatto capire l'importanza dell'abitazione e delle sue caratteristiche. Molti hanno apprezzato la casa in cui già vivono mentre altri hanno invece pensato di cambiarla realizzando acquisti migliorativi, indirizzati su immobili di metratura più ampia o dotati di spazi esterni». La possibilità di avere un giardino, una veranda o un cortile è stato apprezzato soprattutto durante la fase più dura del lockdown. Da quel momento in avanti diverse famiglie hanno iniziato a guardarsi intorno per comprar casa ma poi, con l'arrivo della seconda ondata del Covid-19, in molti hanno messo da parte le proprie aspirazioni.

Più o meno le stesse dinamiche si sono registrate nel settore dei mutui, che ovviamente è legato a doppio filo a quello degli immobili. Una fotografia del mercato è stata scattata di recente da Crif, società specializzata nelle informazioni creditizie. Dopo il calo fatto segnare nell'ultima parte del 2020, per gli analisti di Crif anche a gennaio le richieste di finanziamenti per comprar casa sono rimaste in territorio negativo, facendo segnare una flessione di -6,6%. Questo benché ci sia ancora una domanda notevole dei cosiddetti mutui di sostituzione, cioè i nuovi prestiti sottoscritti per approfittare del calo dei tassi d'interesse e rimpiazzare qualche vecchio finanziamento che costa di più. «La perdurante incertezza riguardo i tempi di ritorno a una situazione di normalità sta frenando le decisioni degli italiani relativamente ai consumi e all'investimento sulla casa», ha detto commentando i dati Simone Capecchi, executive director di Crif. Mentre sono scesi i volumi dei prestiti immobiliari erogati, secondo Crif si nota in compenso una crescita del 3% dell'importo medio dei mutui richiesto, che ha raggiunto i 135.677 euro.

Oltre il 71% delle domande di finanziamenti in Italia per il settore residenziale non va però oltre la somma complessiva di 150mi1a euro. Per quanto riguarda la durata dei mutui, invece, vi è una predilezione per i piani di ammortamento medio-lunghi, visto che più del 79% delle richieste riguarda prestiti con scadenza superiore a 15 anni. Tirando le somme, dunque, la pandemia del Covid-19 sembra avere stemperato una possibile e sostenuta ripresa del mattone, che fino al 2019 sembrava ormai all'orizzonte
 
Gli analisti prevedono ribassi medi più consistenti in città come Genova, Roma, Torino e Palermo. Aumenti in vista su Firenze, Verona e Milano OBIETTIVO MUTUO Frenano le richieste di finanziamento per nuovi acquisti anche in gennaio, domande in crescita per le surroghe di Andrea Telara MILANO Compravendite di nuovo in salita ma prezzi ancora in calo. Sarà questo, almeno secondo gli analisti, l'andamento del mercato immobiliare residenziale nel corso dei 2021, dopo un 2020 da dimenticare a causa degli effetti della pandemia del Covid-19. Per i mesi venturi, con l'emergenza sanitaria ancora in corso ma con la prospettiva di una vaccinazione di massa capace di portarci fuori dal tunnel, l'Ufficio Studi nella nota catena di agenzie immobiliari Tecnocasa prevede un mercato a due facce: il numero di compravendite dovrebbe tornare a salire di una quota compresa tra il 2 e 5% annuo con qualche differenza nei diversi centri urbani, mentre i valori delle case e dei fabbricati residenziali subirà probabilmente un ulteriore ribasso, in media tra lo 0 e il -2%, con punte fino a -3% nelle grandi città.

Come sempre accade, le quotazioni del mattone non si muoveranno allo stesso modo ma ci sarà appunto qualche differenza a livello geografico. Nei capoluoghi di regione, i ribassi medi più consistenti dei prezzi sono attesi da Tecnocasa sulla piazza di Genova (tra -2 e -4%), seguita da Roma, Torino e Palermo (tutte e tre con variazioni tra 0 e -2%). Ci sarà invece qualche capoluogo come Bari e Napoli dove i valori delle case resteranno mediamente stabili mentre in altre città avremo il segno più. È il caso di Firenze e Verona (con aumenti tra 0 e 2%) e della solita Milano (con rialzi tra 1'1 e il 3%). Il capoluogo lombardo, dunque, si dimostra ancora una volta la piazza più dinamica per il mercato immobiliare, almeno tra le grandi città. Va detto tuttavia che le variazioni sopra riportate, che si tratti di rialzi o di ribassi, sono comunque abbastanza contenute e fanno pensare a un mercato che si muove con dinamiche lente, in attesa di capire quando e come il nostro Paese uscirà finalmente dalla pandemia. Dall'analisi di come sono andati i mesi passati, però, emerge anche un atteggiamento diverso degli italiani verso l'amato mondo del mattone. «La casa è stata una delle riscoperte fatte durante il lockdown», ha dichiarato Fabiana Megliola, responsabile dell'Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa, commentando i dati sul 2020 e le previsioni sui 2021.

Il confinamento forzato a cui siamo stati sottoposti, secondo Megliola «ci ha fatto capire l'importanza dell'abitazione e delle sue caratteristiche. Molti hanno apprezzato la casa in cui già vivono mentre altri hanno invece pensato di cambiarla realizzando acquisti migliorativi, indirizzati su immobili di metratura più ampia o dotati di spazi esterni». La possibilità di avere un giardino, una veranda o un cortile è stato apprezzato soprattutto durante la fase più dura del lockdown. Da quel momento in avanti diverse famiglie hanno iniziato a guardarsi intorno per comprar casa ma poi, con l'arrivo della seconda ondata del Covid-19, in molti hanno messo da parte le proprie aspirazioni.

Più o meno le stesse dinamiche si sono registrate nel settore dei mutui, che ovviamente è legato a doppio filo a quello degli immobili. Una fotografia del mercato è stata scattata di recente da Crif, società specializzata nelle informazioni creditizie. Dopo il calo fatto segnare nell'ultima parte del 2020, per gli analisti di Crif anche a gennaio le richieste di finanziamenti per comprar casa sono rimaste in territorio negativo, facendo segnare una flessione di -6,6%. Questo benché ci sia ancora una domanda notevole dei cosiddetti mutui di sostituzione, cioè i nuovi prestiti sottoscritti per approfittare del calo dei tassi d'interesse e rimpiazzare qualche vecchio finanziamento che costa di più. «La perdurante incertezza riguardo i tempi di ritorno a una situazione di normalità sta frenando le decisioni degli italiani relativamente ai consumi e all'investimento sulla casa», ha detto commentando i dati Simone Capecchi, executive director di Crif. Mentre sono scesi i volumi dei prestiti immobiliari erogati, secondo Crif si nota in compenso una crescita del 3% dell'importo medio dei mutui richiesto, che ha raggiunto i 135.677 euro.

Oltre il 71% delle domande di finanziamenti in Italia per il settore residenziale non va però oltre la somma complessiva di 150mi1a euro. Per quanto riguarda la durata dei mutui, invece, vi è una predilezione per i piani di ammortamento medio-lunghi, visto che più del 79% delle richieste riguarda prestiti con scadenza superiore a 15 anni. Tirando le somme, dunque, la pandemia del Covid-19 sembra avere stemperato una possibile e sostenuta ripresa del mattone, che fino al 2019 sembrava ormai all'orizzonte

Mah diciamo che non ci si capisce nulla.
Chi dice crollo, chi discesa moderata, siamo in una fase di grande incertezza.
Qui a Roma, nonostante il turismo a zero, la pandemia e le chiusure non vedo grandi cambiamenti nei prezzi, direi stabili.
Un conoscente invece sta vendendo una villa in provincia di treviso, non la vogliono nemmeno regalata, saranno 400 mq con 500 mq di giardino, è dovuto scendere a 210k di richiesta ma nada.
 
Mah diciamo che non ci si capisce nulla.
Chi dice crollo, chi discesa moderata, siamo in una fase di grande incertezza.
Qui a Roma, nonostante il turismo a zero, la pandemia e le chiusure non vedo grandi cambiamenti nei prezzi, direi stabili.
Un conoscente invece sta vendendo una villa in provincia di treviso, non la vogliono nemmeno regalata, saranno 400 mq con 500 mq di giardino, è dovuto scendere a 210k di richiesta ma nada.
Si la situazione è complicata.

Diciamo che la consapevolezza stimolata dal Covid-19 è che il mattone non è così sicuro come si è sempre pensato.

Nel senso che già si sapeva del pericolo insolvibilità degli inquilini, dell'onerosità dell'investimento, del prezzo non più in crescita costante come dal dopoguerra sino al 2077/2008, etc.

Quello che non si sapeva è che l'investimento vero e proprio poteva diventare improduttivo in location ottime per mancanza di domanda. Ma e poi mai si sarebbe pensato che città universitarie o a vocazione turistica accusassero un numero così elevato di stabili vuoti e una conseguente discesa dell'appetibilità del mercato nel suo complesso.

Anche se in definitiva, non penso che le ferite della pandemia rimarranno sempre aperte. Prima o poi cicatrizzeranno anche loro.
 
Si la situazione è complicata.

Diciamo che la consapevolezza stimolata dal Covid-19 è che il mattone non è così sicuro come si è sempre pensato.

Nel senso che già si sapeva del pericolo insolvibilità degli inquilini, dell'onerosità dell'investimento, del prezzo non più in crescita costante come dal dopoguerra sino al 2077/2008, etc.

Quello che non si sapeva è che l'investimento vero e proprio poteva diventare improduttivo in location ottime per mancanza di domanda. Ma e poi mai si sarebbe pensato che città universitarie o a vocazione turistica accusassero un numero così elevato di stabili vuoti e una conseguente discesa dell'appetibilità del mercato nel suo complesso.

Anche se in definitiva, non penso che le ferite della pandemia rimarranno sempre aperte. Prima o poi cicatrizzeranno anche loro.


A milano di cali neppure l'ombra anzi...
 
Siamo all'inizio (solo all'inizio)di una crisi economica mai vista+calo demografico con molte persone anziane decedute (anche x via del covid)e chi eredita metterà subito casa sul mercato,anche per un inasprimento delle tasse sulla casa(revisione catasto,imu prima casa e raddoppio dalla seconda in su)ma siamo solo all'inizio....
Confcommercio: 'Dal 2012 -77mila negozi, citta desertificate' - Economia - ANSA
 
Mah diciamo che non ci si capisce nulla.
Chi dice crollo, chi discesa moderata, siamo in una fase di grande incertezza.
Qui a Roma, nonostante il turismo a zero, la pandemia e le chiusure non vedo grandi cambiamenti nei prezzi, direi stabili.
Un conoscente invece sta vendendo una villa in provincia di treviso, non la vogliono nemmeno regalata, saranno 400 mq con 500 mq di giardino, è dovuto scendere a 210k di richiesta ma nada.

se la villa e' sul sile, vicina al centro di treviso
o su collina dominante a valdobbiadene la vendono in 2 secondi.....

se la villa e "incastonata" nel mezzo di qualche zona industriale/artigianale neanche se me la regalano la prendo...

non oso immaginare quanto si siano deprezzate le ville che un tempo erano in campagna pianura trevisana con vista stupenda sulle prealpi e ora hanno la pedemontana che gli scorrera' di fianco
 
Siamo all'inizio (solo all'inizio)di una crisi economica mai vista+calo demografico con molte persone anziane decedute (anche x via del covid)e chi eredita metterà subito casa sul mercato,anche per un inasprimento delle tasse sulla casa(revisione catasto,imu prima casa e raddoppio dalla seconda in su)ma siamo solo all'inizio....
Confcommercio: 'Dal 2012 -77mila negozi, citta desertificate' - Economia - ANSA

Però non puoi tramutare delle tue opinioni in certezze.
Ad oggi dopo un anno di pandemia su Roma i prezzi sono stabili e come tutti sappiamo la città vive molto di turismo.
 
se la villa e' sul sile, vicina al centro di treviso
o su collina dominante a valdobbiadene la vendono in 2 secondi.....

se la villa e "incastonata" nel mezzo di qualche zona industriale/artigianale neanche se me la regalano la prendo...

non oso immaginare quanto si siano deprezzate le ville che un tempo erano in campagna pianura trevisana con vista stupenda sulle prealpi e ora hanno la pedemontana che gli scorrera' di fianco

Vedo che conosci bene la zona.
Ovviamente non parliamo di una villa a treviso città, ma di una casa a circa 30km a nord di treviso, in un paesino a pochi km da Valdobbiadene.
La classica villa unifamiliare di ampia metratura, con taverna e giardino di cui sono costellate quelle zone a partire dagli anni 60.
Case anche molto belle ma dispendiose da manutenere (e riscaldare d'inverno).
 
Però non puoi tramutare delle tue opinioni in certezze.
Ad oggi dopo un anno di pandemia su Roma i prezzi sono stabili e come tutti sappiamo la città vive molto di turismo.

Ovvio io parlo di mie opinioni sensazioni, perchè vivo in città da decenni e mi confronto con commercianti,P.I.,esercenti ,e commercialisti e vedo lo stato del commercio in città(che poi è correlato anche alla salute dell'immobiliare)e dico siamo solo all'inizio di una tragedia economica,ma è una mia opinione come dici giustamente te....
 
Non capisco perche' Firenze dovrebbe crescere
 
Non capisco perche' Firenze dovrebbe crescere

Probabilmente si basano sul numero di click effettuati sui principali portali di annunci, come altri prestigiosi studi che in primavera decretavano la "corsa" all'acquisto di case più grandi e dotate di terrazzi e balconi :o
 
Probabilmente si basano sul numero di click effettuati sui principali portali di annunci, come altri prestigiosi studi che in primavera decretavano la "corsa" all'acquisto di case più grandi e dotate di terrazzi e balconi :o

Allora ho contribuito anche io, mi piace andare a vedere le ville fiorentine in vendita :D
 
Vedo che conosci bene la zona.
Ovviamente non parliamo di una villa a treviso città, ma di una casa a circa 30km a nord di treviso, in un paesino a pochi km da Valdobbiadene.
La classica villa unifamiliare di ampia metratura, con taverna e giardino di cui sono costellate quelle zone a partire dagli anni 60.
Case anche molto belle ma dispendiose da manutenere (e riscaldare d'inverno).

spresiano, maserada, arcade ecc.
si ci sono migliaia di quelle ville comprate o costruite ai tempi d'oro, tenute benissimo daea sioretta che netta tutti i giorni...

non sono abbastanze ricche per i ricchi ma sono troppo ricche per i normali...e il prezzo va giu'

mi son sempre chiesto come fanno a tenerle cosi in ordine e soprattutto quanto costano solo di riscaldamento
 
spresiano, maserada, arcade ecc.
si ci sono migliaia di quelle ville comprate o costruite ai tempi d'oro, tenute benissimo daea sioretta che netta tutti i giorni...

non sono abbastanze ricche per i ricchi ma sono troppo ricche per i normali...e il prezzo va giu'

mi son sempre chiesto come fanno a tenerle cosi in ordine e soprattutto quanto costano solo di riscaldamento

Perchè i veneti sono tremendamente operosi (soprattutto le generazioni più in la con gli anni) e dopo le 8 ore di lavoro in fabbrica, si va sul campo e il we si cura casa con annesso giardino dove nemmeno un filo d'erba è fuori posto.
Negli ultimi anni noto però che sono sempre di piu le case messe in vendita dopo che i genitori passano a miglior vita e i figli, che oramai si sono stabiliti fuori regione o nelle città del veneto, mettono in vendita, ma la richiesta non è sufficiente e i prezzi scendono. Inoltre come hai ben detto tu, alcune di queste case sono villone enormi, con costo di migliaia di € solo per il riscaldamento invernale, e i giovani single o anche le coppie si dirigono verso altre tipologie più alla portata.
 
Perchè i veneti sono tremendamente operosi (soprattutto le generazioni più in la con gli anni) e dopo le 8 ore di lavoro in fabbrica, si va sul campo e il we si cura casa con annesso giardino dove nemmeno un filo d'erba è fuori posto.
Negli ultimi anni noto però che sono sempre di piu le case messe in vendita dopo che i genitori passano a miglior vita e i figli, che oramai si sono stabiliti fuori regione o nelle città del veneto, mettono in vendita, ma la richiesta non è sufficiente e i prezzi scendono. Inoltre come hai ben detto tu, alcune di queste case sono villone enormi, con costo di migliaia di € solo per il riscaldamento invernale, e i giovani single o anche le coppie si dirigono verso altre tipologie più alla portata.

Giustamente le nuove generazioni (spesso) non hanno voglia di diventare schiavi dell'abitazione, case enormi, spropositate rispetto alle esigenze e alla dimensione del nucleo familiare medio.
Figurarsi se uno dedica ore e ore a settimana a occuparsi di una casa enorme dopo che ha passato 50 ore la settimana fuori casa per lavoro...
È cambiato qualcosa, per sempre.

Io vedo e conosco gente "ricca" che passa la vita a occuparsi della casa e spende migliaia e migliaia di euro nella casa quando invece potevano tranquillamente andare in pensione dieci anni prima gestendo bene il denaro.

Scelte loro, incomprensibili ai miei occhi
 
Giustamente le nuove generazioni (spesso) non hanno voglia di diventare schiavi dell'abitazione, case enormi, spropositate rispetto alle esigenze e alla dimensione del nucleo familiare medio.
Figurarsi se uno dedica ore e ore a settimana a occuparsi di una casa enorme dopo che ha passato 50 ore la settimana fuori casa per lavoro...
È cambiato qualcosa, per sempre.

Io vedo e conosco gente "ricca" che passa la vita a occuparsi della casa e spende migliaia e migliaia di euro nella casa quando invece potevano tranquillamente andare in pensione dieci anni prima gestendo bene il denaro.

Scelte loro, incomprensibili ai miei occhi

eh si, il paradigma e' cambiato. Per esempio, il solo pensiero di avere una seconda casa a me non passa nemmeno per l'anticamera del cervello.

preferisco andare in vacanza in posti diversi, prendendo un posto in affitto ed alla fine spendo sicuramente meno che avere una seconda casa, in termini di tempo che prettamente monetari.
 
eh si, il paradigma e' cambiato. Per esempio, il solo pensiero di avere una seconda casa a me non passa nemmeno per l'anticamera del cervello.

preferisco andare in vacanza in posti diversi, prendendo un posto in affitto ed alla fine spendo sicuramente meno che avere una seconda casa, in termini di tempo che prettamente monetari.

Per tacere del costo opportunità del capitale immobilizzato nei muri...
 
eh si, il paradigma e' cambiato. Per esempio, il solo pensiero di avere una seconda casa a me non passa nemmeno per l'anticamera del cervello.

preferisco andare in vacanza in posti diversi, prendendo un posto in affitto ed alla fine spendo sicuramente meno che avere una seconda casa, in termini di tempo che prettamente monetari.

In parte è proprio una questione generazionale, ieri ho visto un amico i cui genitori hanno un piccolo appartamento al mare a 1h di strada da Roma. Lui si lamentava dei costi di gestione elevati e del poco utilizzo (massimo 2 mesi annui) ma i genitori non vogliono sentire ragioni e non vogliono vendere. Personalmente anche solo lo sbattimento di utenze, manutenzione, pulizia mi farebbe desistere immediatamente.
 
In parte è proprio una questione generazionale, ieri ho visto un amico i cui genitori hanno un piccolo appartamento al mare a 1h di strada da Roma. Lui si lamentava dei costi di gestione elevati e del poco utilizzo (massimo 2 mesi annui) ma i genitori non vogliono sentire ragioni e non vogliono vendere. Personalmente anche solo lo sbattimento di utenze, manutenzione, pulizia mi farebbe desistere immediatamente.

guarda, se mi lasciano qualcosa i miei genitori, valutero' al momento, ma sono propenso a svendere tutto e a liberarmi dei problemi il prima possibile. tra l'altro non sono neanche in italia e gestire queste cose da remoto non fa per me (e gia' l'ho fatto molto per diversi motivi).

per darti un'idea della mia situazione, i miei sono divorziati (quindi in qualche modo vale tutto doppio), hanno ognuno diverse proprieta' di modesto valore ed entrambi hanno anche 'pezzi di terra' di bassa metratura. mio padre in particolare, e' stato un coldiretto...ha un centinaio di piccoli pezzi di terra a meta' o in generale parzialmente posseduti con diverse persone...e sto seriamente pensando di rinunciare a tutta l'eredita' almeno da parte di mio padre nel caso qualcosa dovesse arrivare a me...

non e' per cattiveria, ma tanto vendere non vogliono per quanto gli dica che non sono interessato a niente e finire in mezzo ai problemi ne ho abbastanza.
 
secondo me e anche una questione di status della classe medio bassa negli anni 70/80.

la seconda casa o cmq i possedimenti di piccoli immobili erano un traguardo importante e cmq il mercato tirava x cui erano considerati investimenti anche da lasciare in eredita.

ricordo cmq con una certa invidia che le mamme casalinghe si trasferivano negli appartamentini al mare in estate e i miei coetani godevano di una rete relazionale che si ampliava di anno in anno in ua situazione di mega vacanza di oltre 90 giorni

c e da dire cmq che nn esisteva ad es. booking che ora ti consente di decidere in pochi minuti se vuoi montagna, mare, lago addirittura in strutture diverse in una stessa localita ecc.

diciamo che il rapporto con questi immobili e cambiato grazie alla rete che rende tutto veloce.

in generale il possesso perde senso...le auto, i telefoni, le case, i vestiti.....le persone......tutto va e viene velocemente
 
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