Quanto dovrebbero costare le case in una società ideale?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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Discorso un pochino estremo, ma vorrei porre alla luce un "problema di prospettiva" quando si parla di immobili in ambiente finanziario.

Quando dovrebbe costare un immobile medio in una società ideale?

Beh, la mia risposta a questa domanda sarebbe zero, o quasi. Essendo una casa un bene essenziale, di cui tutti abbiamo necessità per vivere, non é secondo me sbagliato concludere che in una società sana le abitazioni dovrebbero avere un costo il più contenuto possibile.

Negli anni 50' negli USA il governo fece letteralmente tutto il possibile per aumentare la produzione agricola e fornire agli americani la più grande abbondanza di cibo possibile. In quel periodo il governo si rese conto che se voleva contrastare il rischio comunista, l'unica strada era quella di battere i sovietici nel fornire una qualità della vita migliore ai propri cittadini. E così nacque la corsa allo sviluppo dell'agricoltura di massa.

Quella spinta si manifestò in diversi programmi scientifici finanziati dal governo di allora: studi per modificare geneticamente piante e animali per farli rendere di più, programmi per selezionare le specie più promettenti per la produzione di carne.

Il risultato fu che se prima di questa "corsa agli armamenti agricoli" la carne di pollo era una prelibatezza con un costo elevato paragonabile all'aragosta, in seguito a programmi per la selezione delle migliori specie (il programma finanziato dal governo di allora si chiamava "the chicken of tomorrow") abbiamo ottenuto lo sviluppo di polli che si sviluppavano molto più in fretta, producendo molta più carne, cosa che rese la carne di pollo economica e per tutti.

Tornando all'immobiliare, perché l'immobiliare non dovrebbe essere trattato allo stesso modo? Si, so che oggi non abbiamo la pressione della paura comunista e anzi abbiamo molte persone con interessi da difendere, ma possiamo immaginare un secondo quanto la vita sarebbe più semplice se il problema abitativo fosse affrontato con la stessa logica?

Penso a tutte le risorse che vengono impiegate per il solo scopo di ripagare mutui gonfiati, e difendere interessi di posizione di banche e stati. Quando potremmo progredire come società se i bisogni base, incluso l'immobiliare, fossero affrontati con una prospettiva un pelino più di lungo periodo?

Per fare un esempio pratico, io penso che lo stato dovrebbe incentivare nuove metodologie di costruzione (prefabbricati, legno, case auto costruite, grandi progetti) e ridurre al massimo i balzelli e i costi associati alla costruzione o totale ristrutturazione. Si dovrebbe fare in modo che le case costino il meno possibile, e considerare meno gli interessi dei proprietari.

Mi rendo conto che sto parlando di un mondo che non esiste, ma volevo capire se questa mia idea é folle oppure ha una base seria. Voi cosa ne pensate?
 
Discorso un pochino estremo, ma vorrei porre alla luce un "problema di prospettiva" quando si parla di immobili in ambiente finanziario.

Quando dovrebbe costare un immobile medio in una società ideale?

Beh, la mia risposta a questa domanda sarebbe zero, o quasi. Essendo una casa un bene essenziale, di cui tutti abbiamo necessità per vivere, non é secondo me sbagliato concludere che in una società sana le abitazioni dovrebbero avere un costo il più contenuto possibile.

Negli anni 50' negli USA il governo fece letteralmente tutto il possibile per aumentare la produzione agricola e fornire agli americani la più grande abbondanza di cibo possibile. In quel periodo il governo si rese conto che se voleva contrastare il rischio comunista, l'unica strada era quella di battere i sovietici nel fornire una qualità della vita migliore ai propri cittadini. E così nacque la corsa allo sviluppo dell'agricoltura di massa.

Quella spinta si manifestò in diversi programmi scientifici finanziati dal governo di allora: studi per modificare geneticamente piante e animali per farli rendere di più, programmi per selezionare le specie più promettenti per la produzione di carne.

Il risultato fu che se prima di questa "corsa agli armamenti agricoli" la carne di pollo era una prelibatezza con un costo elevato paragonabile all'aragosta, in seguito a programmi per la selezione delle migliori specie (il programma finanziato dal governo di allora si chiamava "the chicken of tomorrow") abbiamo ottenuto lo sviluppo di polli che si sviluppavano molto più in fretta, producendo molta più carne, cosa che rese la carne di pollo economica e per tutti.

Tornando all'immobiliare, perché l'immobiliare non dovrebbe essere trattato allo stesso modo? Si, so che oggi non abbiamo la pressione della paura comunista e anzi abbiamo molte persone con interessi da difendere, ma possiamo immaginare un secondo quanto la vita sarebbe più semplice se il problema abitativo fosse affrontato con la stessa logica?

Penso a tutte le risorse che vengono impiegate per il solo scopo di ripagare mutui gonfiati, e difendere interessi di posizione di banche e stati. Quando potremmo progredire come società se i bisogni base, incluso l'immobiliare, fossero affrontati con una prospettiva un pelino più di lungo periodo?

Per fare un esempio pratico, io penso che lo stato dovrebbe incentivare nuove metodologie di costruzione (prefabbricati, legno, case auto costruite, grandi progetti) e ridurre al massimo i balzelli e i costi associati alla costruzione o totale ristrutturazione. Si dovrebbe fare in modo che le case costino il meno possibile, e considerare meno gli interessi dei proprietari.

Mi rendo conto che sto parlando di un mondo che non esiste, ma volevo capire se questa mia idea é folle oppure ha una base seria. Voi cosa ne pensate?

parli di italia o del mondo? perchè la vedo dura dare gratis la casa a 8 miliardi di persone anche x impatto sul pianeta.
 
case popolari. gestite dallo stato in maniera militare.cosa che non è mai stata fatta per interessi dei potenti costruttori.
 
In una società ideale nessuno dovrebbe possedere più di una casa, e se in nucleo familiare uno dei due deve venderne una.
I ricchi potrebbero comprarsi una ipermega villa con vista mare, ma potrebbero avere una sola casa e tutto il resto dei soldi dovrebbero per forza di cosa investirli in borsa o attività produttive-commerciali.
Una società ideale non avrebbe case che marciscono e gente in affitto.
Il prezzo delle case non può venir imposto, ma con questa regola non avremmo gente che non vende perchè deve per forza realizzare il suo prezzo e nessuno vivrebbe in case fatiscenti perchè per forza di cose gli alloggi verrebbero ristrutturati ogni tot tempo.
In una società ideale solo lo stato può avere diversi appartamenti da mettere in affitto a chi non se la può permettere.
Il male italiano che tutto il patrimonio va nel mattone e l'economia reale va a rotoli.
 
Te la devi tirare su tu. Il terreno deve essere gratuito ma solo per le zone piene d'alberi e non coltivate. Abbatti gli alberi e con il legname e le pietre nelle vicinanze ti tiri su la casa.
 
Un ottimo consiglio per cisiamoquasi!

Terreno "aggratis" e da autodidatta se la tira su lui (al massimo, sempre aggratis, lo aiutano gli amici), il tutto ovviamente in cima all'appennino tosco-emiliano, in zone inaccessibili.
 
A Cuba se non sbaglio la casa ve la da Fidel... rimane di proprietà dello Stato e costa pochissimo mantenerla, non c'è l'IMU nè la TARSU... parlate con qualche cubano e poi fateci sapere :o

Scherzi a parte, il mondo dell'edilizia è altamente inefficiente e questo comporta dei costi alti. Non vale solo in Italia ma nel resto del mondo.
Oltretutto negli USA o nei luoghi dove è culturalmente diffusa la prefabbricazione "da catalogo" non mi pare che i costi siano così limitati...
Non semplificherei tutto dando la colpa alle "lobby"...
Il problema è molto complesso e riguarda più in generale il modo di vivere e l'urbanistica della città (affrontata da politici ed architetti ciclicamente, producendo risultati validi quando equilibrati, mentre disastri assoluti quando si è estremizzato un solo aspetto tipo quello economico)
 
Infatti le case in legno (vedasi i fratelli in affari quando con un calcio riescono a buttare giù la parete e a creare un open space in men che non si dica:o) nonostante spesso facciano pure letteralmente, cacare, costano un botto, anche se mi pare dipenda da zona a zona negli USA ovvero posti con prezzi spropositati anche per le case in cartone e posti con prezzi accessibili.

Direi comunque che copiare il modello americano (Reta mi ha dato questa impressione) non debba essere per forza preso come esempio ma magari Giboo essendo architetto ne sa di più.
 
Ultima modifica:
Ok quindi niente comunisti o ex comunisti... Quali esempi rimangono Le banlieu Francesi?
Le case "autocostruite" le lascio a chi non ha mai preso una mazzetta in mano :o (mazzetta intesa come martello eh... sia chiaro)



@rickiconte non volevo essere polemico... mi costringi sempre :D :p
 
In Italia le case sono tassate pochissimo e invece si tassa a bestia il reddito, le automobili e il carburante.
È una scelta politica precisa, basterebbe spostare 15 miliardi annui di gettito dai redditi, dalle automobili e dai carburanti agli immobili facendo finalmente la revisione del catasto che il governo Renzi (e relativa maggioranza parlamentare) ha bloccato.

Ovviamente ciò scrivo fa di me un bolscevico mentre per i pseudoliberali tassare i redditi da lavoro al 60-70% è normalissimo è doveroso.

l'Italia è un paese finito
 
In una società ideale non dovrebbero esistere i condomini: aggregare bisogni e servizi in spazi ristretti droga il mercato e abbassa la qualità della vita.

Un immobile medio (usato) in una società ideale dovrebbe costare (ovviamente) sempre meno di quanto è costato costruirlo.

La seconda casa dovrebbe essere disincentivata pesantemente tramite tassazione.

Costruire appartamenti in condominio dovrebbe essere disincentivato pesantemente tramite tassazione.
 
In una società ideale non dovrebbero esistere i condomini: aggregare bisogni e servizi in spazi ristretti droga il mercato e abbassa la qualità della vita.

Un immobile medio (usato) in una società ideale dovrebbe costare (ovviamente) sempre meno di quanto è costato costruirlo.

La seconda casa dovrebbe essere disincentivata pesantemente tramite tassazione.

Costruire appartamenti in condominio dovrebbe essere disincentivato pesantemente tramite tassazione.

Mi spieghi questa cosa del degrado sociale dovuto ai condomini?

Chiedo (anche) perché ho presente ottimi condomini e orrende case singole e a schiera.
 
Discorso un pochino estremo, ma vorrei porre alla luce un "problema di prospettiva" quando si parla di immobili in ambiente finanziario.

Quando dovrebbe costare un immobile medio in una società ideale?

Beh, la mia risposta a questa domanda sarebbe zero, o quasi. Essendo una casa un bene essenziale, di cui tutti abbiamo necessità per vivere, non é secondo me sbagliato concludere che in una società sana le abitazioni dovrebbero avere un costo il più contenuto possibile.

Negli anni 50' negli USA il governo fece letteralmente tutto il possibile per aumentare la produzione agricola e fornire agli americani la più grande abbondanza di cibo possibile. In quel periodo il governo si rese conto che se voleva contrastare il rischio comunista, l'unica strada era quella di battere i sovietici nel fornire una qualità della vita migliore ai propri cittadini. E così nacque la corsa allo sviluppo dell'agricoltura di massa.

Quella spinta si manifestò in diversi programmi scientifici finanziati dal governo di allora: studi per modificare geneticamente piante e animali per farli rendere di più, programmi per selezionare le specie più promettenti per la produzione di carne.

Il risultato fu che se prima di questa "corsa agli armamenti agricoli" la carne di pollo era una prelibatezza con un costo elevato paragonabile all'aragosta, in seguito a programmi per la selezione delle migliori specie (il programma finanziato dal governo di allora si chiamava "the chicken of tomorrow") abbiamo ottenuto lo sviluppo di polli che si sviluppavano molto più in fretta, producendo molta più carne, cosa che rese la carne di pollo economica e per tutti.

Tornando all'immobiliare, perché l'immobiliare non dovrebbe essere trattato allo stesso modo? Si, so che oggi non abbiamo la pressione della paura comunista e anzi abbiamo molte persone con interessi da difendere, ma possiamo immaginare un secondo quanto la vita sarebbe più semplice se il problema abitativo fosse affrontato con la stessa logica?

Penso a tutte le risorse che vengono impiegate per il solo scopo di ripagare mutui gonfiati, e difendere interessi di posizione di banche e stati. Quando potremmo progredire come società se i bisogni base, incluso l'immobiliare, fossero affrontati con una prospettiva un pelino più di lungo periodo?

Per fare un esempio pratico, io penso che lo stato dovrebbe incentivare nuove metodologie di costruzione (prefabbricati, legno, case auto costruite, grandi progetti) e ridurre al massimo i balzelli e i costi associati alla costruzione o totale ristrutturazione. Si dovrebbe fare in modo che le case costino il meno possibile, e considerare meno gli interessi dei proprietari.

Mi rendo conto che sto parlando di un mondo che non esiste, ma volevo capire se questa mia idea é folle oppure ha una base seria. Voi cosa ne pensate?

Chiunque le costruisca da nuove non possono costare meno del costo di costruzione (1200-1300 euro al mq?), se vengono edificate da un privato bisogna aggiungere anche un equo guadagno per quest'ultimo (si arriva a 1500-1600 euro).
Da usate a spanne si potrebbero togliere da 20 a 25 euro di senescenza di impianti/infissi/pavimenti/etc.etc.
Quindi partendo da 1600 euro a nuovo case con 10 anni potrebbero prezzare 1350 euro al mq, con 20 anni 1100 euro, con 30 anni 850 euro e con 40 anni 600 euro al mq. Poi sotto certe cifre difficile andare perchè a quel punto le manutenzioni straordinarie diventano obbligate ridando quindi valore all'usato (una ristrutturazione completa su un immobile con 30 anni arriva a costare 750 euro/mq riportando il valore a 1600 euro/mq).
Ovviamente sono valori a spanne, ma piuttosto verosimili...

https://www.architettigrosseto.it/wp-content/uploads/2020/01/2020_CostidiCostruzione.pdf
 
Il modello a cui vorrei ispirarmi non so se esiste, é chiaro che la mia riflessione é dovuta agli ultimi 50/60 anni di esplosione demografica che ci ha portato ad avere più domanda che offerta, e da qui i prezzi alti.

Quello che proporrei io é investire massicciamente su nuove tecnologie in grado di ridurre i costi di costruzione, inoltre aumentare l'offerta in vari modi come per esempio spostare la tassazione sulle case vuote. O concedere i permessi più facilmente.

Per nuove tecnologie parlo di questo: 10 MOST INCREDIBLE BUILDING MACHINES - YouTube

Io penso che se il governo avesse a cuore il benessere dei cittadini, potrebbe fare molto per fare sì che i prezzi si abbassino un po' d'appertutto.
 
Discorso un pochino estremo, ma vorrei porre alla luce un "problema di prospettiva" quando si parla di immobili in ambiente finanziario.

Quando dovrebbe costare un immobile medio in una società ideale?

Beh, la mia risposta a questa domanda sarebbe zero, o quasi. Essendo una casa un bene essenziale, di cui tutti abbiamo necessità per vivere, non é secondo me sbagliato concludere che in una società sana le abitazioni dovrebbero avere un costo il più contenuto possibile.

Negli anni 50' negli USA il governo fece letteralmente tutto il possibile per aumentare la produzione agricola e fornire agli americani la più grande abbondanza di cibo possibile. In quel periodo il governo si rese conto che se voleva contrastare il rischio comunista, l'unica strada era quella di battere i sovietici nel fornire una qualità della vita migliore ai propri cittadini. E così nacque la corsa allo sviluppo dell'agricoltura di massa.

Quella spinta si manifestò in diversi programmi scientifici finanziati dal governo di allora: studi per modificare geneticamente piante e animali per farli rendere di più, programmi per selezionare le specie più promettenti per la produzione di carne.

Il risultato fu che se prima di questa "corsa agli armamenti agricoli" la carne di pollo era una prelibatezza con un costo elevato paragonabile all'aragosta, in seguito a programmi per la selezione delle migliori specie (il programma finanziato dal governo di allora si chiamava "the chicken of tomorrow") abbiamo ottenuto lo sviluppo di polli che si sviluppavano molto più in fretta, producendo molta più carne, cosa che rese la carne di pollo economica e per tutti.

Tornando all'immobiliare, perché l'immobiliare non dovrebbe essere trattato allo stesso modo? Si, so che oggi non abbiamo la pressione della paura comunista e anzi abbiamo molte persone con interessi da difendere, ma possiamo immaginare un secondo quanto la vita sarebbe più semplice se il problema abitativo fosse affrontato con la stessa logica?

Penso a tutte le risorse che vengono impiegate per il solo scopo di ripagare mutui gonfiati, e difendere interessi di posizione di banche e stati. Quando potremmo progredire come società se i bisogni base, incluso l'immobiliare, fossero affrontati con una prospettiva un pelino più di lungo periodo?

Per fare un esempio pratico, io penso che lo stato dovrebbe incentivare nuove metodologie di costruzione (prefabbricati, legno, case auto costruite, grandi progetti) e ridurre al massimo i balzelli e i costi associati alla costruzione o totale ristrutturazione. Si dovrebbe fare in modo che le case costino il meno possibile, e considerare meno gli interessi dei proprietari.

Mi rendo conto che sto parlando di un mondo che non esiste, ma volevo capire se questa mia idea é folle oppure ha una base seria. Voi cosa ne pensate?


La soluzione alla casa per tutti era stata cercata con le case popolari...il problema è che sono tutte occupate da immigrati, spesso clandestini...
 
Mi spieghi questa cosa del degrado sociale dovuto ai condomini?

Chiedo (anche) perché ho presente ottimi condomini e orrende case singole e a schiera.

Beh anche a me pare evidente...
E' tipico il caso di quei palazzoni con le facciate che cadono a pezzi e che non si riescono a sistemare per l'opposizione di alcuni condomini, in questo modo chi vorrebbe fare i lavori rimane prigioniero di una situazione di degrado causata da altri.
Per non parlare poi di appartamenti affittati e subaffittati a personaggi di dubbia moralità (prostitute, spacciatori, etc)
Aggregare persone diverse con stili di vita diversi provoca disagi e problemi ovviamente.
 
In una società ideale non dovrebbero esistere i condomini: aggregare bisogni e servizi in spazi ristretti droga il mercato e abbassa la qualità della vita.

Un immobile medio (usato) in una società ideale dovrebbe costare (ovviamente) sempre meno di quanto è costato costruirlo.

La seconda casa dovrebbe essere disincentivata pesantemente tramite tassazione.

Costruire appartamenti in condominio dovrebbe essere disincentivato pesantemente tramite tassazione.

Che le costruzioni in condominio droghino il mercato non ha molto senso da un punto di vista economico: esse consentono la massimizzazione dell'uso dello spazio, quindi aumentano l'offerta su un determinato km/q e calmierano quindi i prezzi (per definizione).
 
In una società ideale non dovrebbero esistere i condomini: aggregare bisogni e servizi in spazi ristretti droga il mercato e abbassa la qualità della vita.

Un immobile medio (usato) in una società ideale dovrebbe costare (ovviamente) sempre meno di quanto è costato costruirlo.

La seconda casa dovrebbe essere disincentivata pesantemente tramite tassazione.

Costruire appartamenti in condominio dovrebbe essere disincentivato pesantemente tramite tassazione.

Così poi ti ritrovi con i problemi di housing della California dove passi la giornata in coda in auto
 
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