Mercato immobiliare: i prezzi non scontano effetto Covid

reganam

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19/11/09
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Mercato immobiliare: i prezzi non scontano effetto Covid | WSI

Come si sono mossi i prezzi delle abitazioni in Italia nel corso dell’emergenza coronavirus? Con la chiusura del primo semestre dell’anno, Immobiliare.it ha fotografato i prezzi medi richiesti durante i primi sei mesi del 2020. Il quadro che emerge è quello di una sostanziale stabilità praticamente in tutto lo Stivale.

I prezzi delle case in vendita hanno infatti rilevato nel trimestre marzo-giugno oscillazioni minime dei valori, appena +0,4% a livello nazionale e +0,6% prendendo in considerazione l’intero semestre. Il prezzo medio per acquistare casa in Italia si attesta, a giugno 2020, a 1.896 euro al metro quadro.

Simile il trend nelle tre diverse aree del Paese, con Nord, Centro e Sud che registrano nel trimestre marzo-giugno oscillazioni tutte prossime allo zero. Su base semestrale addirittura in positivo il trend del Nord, che segna +1,6% e un prezzo medio richiesto, a giugno 2020, di 1.977 euro al metro quadro. Praticamente fermi su base semestrale Centro e Sud con una media al metro quadro, rispettivamente, di 2.234 euro e 1.537 euro.

Anche uno sguardo ai grandi e piccoli centri conferma la situazione di sostanziale stabilità, con oscillazioni nel trimestre marzo-giugno 2020 che, seppur inferiori al punto percentuale, sono tutte a segno positivo.
Su base semestrale nelle città con oltre 250.000 abitanti i prezzi crescono dell’1,6% e nei piccoli centri si registra un aumento dello 0,7%. Rimane ampia la forbice di prezzo tra i grandi agglomerati urbani, in cui a giugno 2020 il prezzo medio richiesto è di 2.634 euro, e quelli più piccoli in cui la richiesta è di circa mille euro in meno (1.640 euro/mq).

Cosa succede nei capoluoghi di regione

Almeno nel breve termine, sembra che il coronavirus non abbia arrestato la corsa dei prezzi del mattone, che tengono in quasi tutti i capoluoghi di regione.
Prendendo in considerazione il primo semestre del 2020, la maggior parte delle oscillazioni non supera il punto percentuale. Risultano particolarmente in sofferenza Trieste, Ancona, Aosta e Venezia.
Trieste segna a livello semestrale -1,9% e valori che sembrano continuare a scendere (-4,5% nel trimestre marzo-giugno). Ad Ancona la battuta d’arresto dei prezzi delle case in vendita sfiora i due punti percentuali; Aosta e Venezia perdono l’1,3% su base semestrale e confermano il trend in perdita anche nel trimestre marzo-giugno.

A fronte di un calo dei prezzi di appena lo 0,1% nel semestre, Firenze si conferma la città più cara in cui acquistare casa, con un prezzo al metro quadro di 3.852 euro. Nessuna sorpresa neanche sul fronte dei capoluoghi più economici, Campobasso e Catanzaro, che restano di gran lunga sotto la media nazionale con un prezzo poco superiore ai 1.000 euro al metro quadro.
Tra i grandi centri continua a segno positivo l’andamento dei prezzi a Bologna con un +1,3% nel semestre. Praticamente fermi i prezzi a Napoli e Roma (rispettivamente -0,5% e +0,2%) mentre a Torino si rileva, sempre su base semestrale, un calo di un punto percentuale.
Non si arresta la crescita di Milano: il capoluogo meneghino apre il 2020 a segno positivo, almeno per quanto riguarda i prezzi delle case in vendita, che continuano a salire dell’1,7% su base semestrale.
 
Ultima modifica:
A me sembra tutto normale, non siamo nemmeno usciti dalla pandemia, figuriamoci.
 
Eh lo so, ma non vedo perché dovrebbe essere così netta una variazione.

A mio avviso almeno fino al prossimo anno si vedrà impatto sui volumi, ma non mi aspetto discese se non qualche singolo immobile messo in vendita da chi si è trovato fregato.
Sinceramente non penso che 2-3 mesi siano sufficienti a schiantare chissà quante attività, nonostante le dichiarazioni degli esercenti. Mi aspetto invece che tutto un anno (o quasi) a incassi decisamente ridotti presenterà il conto a diverse categorie. Dopo un'estate con turismo all'osso e consumi comunque ridotti probabile che si inizi a percepire una maggiore povertà.
La prima reazione è il congelamento. Nessuno compra perché le incertezze sono troppe. Da una parte chi ha incertezze sul proprio reddito, dall'altra chi probabilmente attenderà per capire l'andamento dei prezzi.
Solo poi a mio avviso è pensabile un deciso calo dei prezzi.
 
Eh lo so, ma non vedo perché dovrebbe essere così netta una variazione.

A mio avviso almeno fino al prossimo anno si vedrà impatto sui volumi, ma non mi aspetto discese se non qualche singolo immobile messo in vendita da chi si è trovato fregato.
Sinceramente non penso che 2-3 mesi siano sufficienti a schiantare chissà quante attività, nonostante le dichiarazioni degli esercenti. Mi aspetto invece che tutto un anno (o quasi) a incassi decisamente ridotti presenterà il conto a diverse categorie. Dopo un'estate con turismo all'osso e consumi comunque ridotti probabile che si inizi a percepire una maggiore povertà.
La prima reazione è il congelamento. Nessuno compra perché le incertezze sono troppe. Da una parte chi ha incertezze sul proprio reddito, dall'altra chi probabilmente attenderà per capire l'andamento dei prezzi.
Solo poi a mio avviso è pensabile un deciso calo dei prezzi.

condivido, troppo presto per fare valutazioni
gli immobili a differenza delle borse in "generale" durante una crisi non calano in modo repentino ma graduale e con un certo ritardo dallo shock economico
Con un calo del pil del 10-12% e almeno un paio di milioni di disoccupati in più difficilmente il settore immobiliare ne uscirà indenne
 
Non voglio fare il Cavaliere de "i ristoranti sono tutti pieni", ma per ora non mi sembra minimamente di percepire la crisi economica. Vedo pure dei fogli sui negozi con "cercasi personale" per cui direi che occorre attendere parecchio.

Nel 2008 se non ricordo male si ebbe in minimo delle compravendite nel 2013.
 
Non voglio fare il Cavaliere de "i ristoranti sono tutti pieni", ma per ora non mi sembra minimamente di percepire la crisi economica. Vedo pure dei fogli sui negozi con "cercasi personale" per cui direi che occorre attendere parecchio.

Nel 2008 se non ricordo male si ebbe in minimo delle compravendite nel 2013.


Roma e Firenze sembrano citta' fantasma in confronto alla situazione normale, si stima che il 30% delle attivita' chiuderanno

Per esempio su Ponte Vecchio ci sono tutti i negozi chiusi, e' una situazione paradossale. Io credo che la crisi economica sia solo questione di tempo
 
Mercato immobiliare: i prezzi non scontano effetto Covid | WSI

Come si sono mossi i prezzi delle abitazioni in Italia nel corso dell’emergenza coronavirus? Con la chiusura del primo semestre dell’anno, Immobiliare.it ha fotografato i prezzi medi richiesti durante i primi sei mesi del 2020. Il quadro che emerge è quello di una sostanziale stabilità praticamente in tutto lo Stivale.

I prezzi delle case in vendita hanno infatti rilevato nel trimestre marzo-giugno oscillazioni minime dei valori, appena +0,4% a livello nazionale e +0,6% prendendo in considerazione l’intero semestre. Il prezzo medio per acquistare casa in Italia si attesta, a giugno 2020, a 1.896 euro al metro quadro.

Simile il trend nelle tre diverse aree del Paese, con Nord, Centro e Sud che registrano nel trimestre marzo-giugno oscillazioni tutte prossime allo zero. Su base semestrale addirittura in positivo il trend del Nord, che segna +1,6% e un prezzo medio richiesto, a giugno 2020, di 1.977 euro al metro quadro. Praticamente fermi su base semestrale Centro e Sud con una media al metro quadro, rispettivamente, di 2.234 euro e 1.537 euro.

Anche uno sguardo ai grandi e piccoli centri conferma la situazione di sostanziale stabilità, con oscillazioni nel trimestre marzo-giugno 2020 che, seppur inferiori al punto percentuale, sono tutte a segno positivo.
Su base semestrale nelle città con oltre 250.000 abitanti i prezzi crescono dell’1,6% e nei piccoli centri si registra un aumento dello 0,7%. Rimane ampia la forbice di prezzo tra i grandi agglomerati urbani, in cui a giugno 2020 il prezzo medio richiesto è di 2.634 euro, e quelli più piccoli in cui la richiesta è di circa mille euro in meno (1.640 euro/mq).

Cosa succede nei capoluoghi di regione

Almeno nel breve termine, sembra che il coronavirus non abbia arrestato la corsa dei prezzi del mattone, che tengono in quasi tutti i capoluoghi di regione.
Prendendo in considerazione il primo semestre del 2020, la maggior parte delle oscillazioni non supera il punto percentuale. Risultano particolarmente in sofferenza Trieste, Ancona, Aosta e Venezia.
Trieste segna a livello semestrale -1,9% e valori che sembrano continuare a scendere (-4,5% nel trimestre marzo-giugno). Ad Ancona la battuta d’arresto dei prezzi delle case in vendita sfiora i due punti percentuali; Aosta e Venezia perdono l’1,3% su base semestrale e confermano il trend in perdita anche nel trimestre marzo-giugno.

A fronte di un calo dei prezzi di appena lo 0,1% nel semestre, Firenze si conferma la città più cara in cui acquistare casa, con un prezzo al metro quadro di 3.852 euro. Nessuna sorpresa neanche sul fronte dei capoluoghi più economici, Campobasso e Catanzaro, che restano di gran lunga sotto la media nazionale con un prezzo poco superiore ai 1.000 euro al metro quadro.
Tra i grandi centri continua a segno positivo l’andamento dei prezzi a Bologna con un +1,3% nel semestre. Praticamente fermi i prezzi a Napoli e Roma (rispettivamente -0,5% e +0,2%) mentre a Torino si rileva, sempre su base semestrale, un calo di un punto percentuale.
Non si arresta la crescita di Milano: il capoluogo meneghino apre il 2020 a segno positivo, almeno per quanto riguarda i prezzi delle case in vendita, che continuano a salire dell’1,7% su base semestrale.
troppo presto. Un -20% medio a livello nazionale non lo toglie nessuno. Il PIL crollerà del 13% quest’anno e recupererà solo il 6% il prossimo. Molto peggio del 2009, quando i prezzi delle case crollarono.
 
È presto, i licenziamenti sono vietati, i pagamenti dei mutui sono sospesi e il debito pubblico deve ancora andare in crisi (do you remember "fate presto" poco prima del governo monti?)
 
Non voglio fare il Cavaliere de "i ristoranti sono tutti pieni", ma per ora non mi sembra minimamente di percepire la crisi economica. Vedo pure dei fogli sui negozi con "cercasi personale" per cui direi che occorre attendere parecchio.

Nel 2008 se non ricordo male si ebbe in minimo delle compravendite nel 2013.

milano è deserta. solo il comune tra multe, parcheggi, area c stima 200 mln in meno di entrate nel 2020.
tutti i locali in centro sono chiusi o deserti.
secondo me la crisi non la sta vivendo chi se ne è andato, ma chi è rimasto.
praticamente il sabato chiamando il giorno stesso trovi posto in tutti i ristoranti dove prima della crisi dovevi chiamare almeno una settimana prima.
 
milano è deserta. solo il comune tra multe, parcheggi, area c stima 200 mln in meno di entrate nel 2020.
tutti i locali in centro sono chiusi o deserti.
secondo me la crisi non la sta vivendo chi se ne è andato, ma chi è rimasto.
praticamente il sabato chiamando il giorno stesso trovi posto in tutti i ristoranti dove prima della crisi dovevi chiamare almeno una settimana prima.

Confermo. Inoltre anche i negozi di abbigliamento "normali", non extralusso, sono in crisi nera. Domenica, incuriosito da una vetrina (e dai prezzi saldo), sono entrato in un negozio vicino Corso Vercelli...ho provato pena per loro: unico cliente super-riverito :rolleyes:
Ok, era ora di pranzo e faceva caldo, ma un anno fa c'erano file di persone (turisti e no) per lo shopping...sembra una vita fa. :'(

Il centro/semicentro sono deserti: i turisti scarseggiano, poca gente in giro causa SM, i pochi (ricchi) residenti sono in villeggiatura. Non bastano gli aperitivi dei ventenni nelle zone della movida a risollevare l'economia.

Nei centri intorno a Milano non si percepisce tutta questa crisi. Ma è solo impressione, perchè purtroppo arriverà.
 
Non voglio fare il Cavaliere de "i ristoranti sono tutti pieni", ma per ora non mi sembra minimamente di percepire la crisi economica. Vedo pure dei fogli sui negozi con "cercasi personale" per cui direi che occorre attendere parecchio.

Nel 2008 se non ricordo male si ebbe in minimo delle compravendite nel 2013.

a bologna ristoranti semideserti cosi'come i bar....altro giorno passeggiando per il centro ho contato 6/7 negozi con la scritta che non riapriranno piu'
 
Nelle piccole città non si vedono questi effetti, c'è giusto qualche tavola calda che campava molto sulle pause pranzo in difficoltà. I bar, le gelaterie e i ristoranti forse stanno girando più di prima.
 
Le vostre testimonianze sono corrette, quello che volevo dire è che il percepito di crisi al momento non è diffuso perché banalmente il conto si deve ancora pagare.
Io non ho dubbi sul fatto che il covid abbia effetti nefasti sull'economia.

E' chiaro che le strade e gli esercenti siano più vuoti: non ci sono turisti e c'è in auge lo SW per cui le persone in giro saranno meno della metà.
Da vedere è quant'è la resistenza delle attività in queste condizioni, solo dopo si potranno vedere gli effetti immobiliari secondo me.
 
Nelle piccole città non si vedono questi effetti, c'è giusto qualche tavola calda che campava molto sulle pause pranzo in difficoltà. I bar, le gelaterie e i ristoranti forse stanno girando più di prima.

Beh mi sembra giusto. Magari soffriranno le piccole città a vocazione turistica dove ovviamente i locali sono sproporzionati rispetto agli abitanti.
 
Nelle piccole città non si vedono questi effetti, c'è giusto qualche tavola calda che campava molto sulle pause pranzo in difficoltà. I bar, le gelaterie e i ristoranti forse stanno girando più di prima.

nelle citta' pesa molto pure effetto smart working...lavorando da casa saltano molte colazioni e pranzi al bar/ristorante
 
milano è deserta. solo il comune tra multe, parcheggi, area c stima 200 mln in meno di entrate nel 2020.
tutti i locali in centro sono chiusi o deserti.
secondo me la crisi non la sta vivendo chi se ne è andato, ma chi è rimasto.
praticamente il sabato chiamando il giorno stesso trovi posto in tutti i ristoranti dove prima della crisi dovevi chiamare almeno una settimana prima.

A Milano ci sarà un impatto dovuto al mancato rinnovo degli abbonamenti annuali dei pendolari dato che se va avanti così nessuno rinnoverà a settembre l'annuale. GLi incassi da strisce blu sono a zero. Gli indotto da uffici (bar e attività commerciali in genere), è ridimensionato fortemente, molti bar sono deserti. Bisognerà vedere anche tutto l'indotto delle università come ripartirà. A primavera 2012 si potranno cominciare a tirare le somme.
 
Nei centri intorno a Milano non si percepisce tutta questa crisi. Ma è solo impressione, perchè purtroppo arriverà.

Arriverà di rimbalzo, quando i lavoratori pendolari perderanno il lavoro in città.
 
nelle citta' pesa molto pure effetto smart working...lavorando da casa saltano molte colazioni e pranzi al bar/ristorante

Guarda che anche nella piccola città si sta facendo tantissimo sw, pure nelle realtà piccoline. Ma ha un impatto limitato sulle attività ristorative perchè non erano in misura esuberante rispetto all'offerta necessaria per servire i consumi delle famiglie (e non solo dei lavoratori); cioè magari il 10% di tutti i coperti venivano fatti dai lavoratori in sw, quindi hanno subito una riduzione, ma non un crollo.
 
Guarda che anche nella piccola città si sta facendo tantissimo sw, pure nelle realtà piccoline. Ma ha un impatto limitato sulle attività ristorative perchè non erano in misura esuberante rispetto all'offerta necessaria per servire i consumi delle famiglie (e non solo dei lavoratori); cioè magari il 10% di tutti i coperti venivano fatti dai lavoratori in sw, quindi hanno subito una riduzione, ma non un crollo.

A Milano in alcune zone fai che il 90% è dato dai lavoratori. E tra colazioni e pranzi secondo me il fatturato non è secondario all'aperitivo, tra l'altro anche quello notevolmente ridimensionato. Certo nei centri piccoli si sente meno ma anche il cliente abituale al bar ci va una volta in meno.
 
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