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La casa tiene il valore se di qualità
La quarantena evidenzia i difetti delle abitazioni. Terrazza, stanze in più, luce saranno i driver della domanda futura
di Paola Dezza

6 aprile 2020


4' di lettura

Era il rifugio dove approdare dopo lunghe giornate passate al lavoro o a scuola, ora la nostra casa si è trasformata nelle mura di una prigione a causa dell’emergenza sanitaria per il coronavirus. La costrizione tra le mura domestiche imposta per ridurre i contagi sta stretta ai più, che in questa situazione complicata della propria abitazione hanno scoperto pregi ma soprattutto difetti.

La crisi arriva sull’immobiliare, prezzi e operazioni in flessione
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Un gioco dei pro e dei contro che ha messo in discussione scelte fatte al momento dell’acquisto e della ristrutturazione e ha aperto la strada al desiderio di soluzioni nuove.


«La casa non è più solo il luogo dove si mangia e si dorme - racconta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -, ma diventa un oggetto multi-funzione. Oggi qui si lavora, si studia, si passa tutto il tempo libero. È la prima volta in cui contemporaneamente 30 milioni di famiglie si sono rese conto delle condizioni della propria casa. C’è chi la usava un tempo limitato, chi la abbandonava nel fine settimana. Adesso tutti hanno dovuto fare i conti con la propria abitazione in una realtà di convivenza forzata e continuativa con gli altri membri del nucleo familiare».

Guardando ai dati Istat un terzo delle case italiane non ha né terrazzo né balcone, il 60% ha un bagno solo, solo l’8% dello stock abitativo italiano è stato costruito in questo secolo. A livello di dimensioni in media una casa è di 68 mq in città e di 92 mq nel resto del Paese. Lo spazio disponibile è dunque il primo elemento da valutare, ma necessariamente connesso allo spazio esterno (di cui sente la mancanza chi oggi è segregato in case senza neanche un balcone), alla luce e alla insonorizzazione delle pareti. «Quando una casa viene vissuta di giorno, per molte ore consecutive, si scoprono difetti che prima si ritenevano parziali - continua Breglia -, come vicini rumorosi, vie con troppo traffico, mancanza di luce naturale e impianti che non tengono tanti consumi insieme».


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Non solo. Oggi la casa è stata rivista, in tutta fretta, per essere attrezzata per le funzioni di smart working a cui tutti siamo costretti, insieme allo studio a distanza per i figli. Ma non sempre lo spazio è adeguato.

In questo periodo si è dato valore anche alla casa come asset finanziario. Quanto vale e, soprattutto, riuscirà in futuro a mantenere questo valore? Le previsioni per fine anno propendono per un calo netto delle compravendite, nei dati dell’ultimo Osservatorio Nomisma, da 40mila a 110mila vendite in meno a seconda dello scenario più o meno grave. A pesare sono l’obbligo di non fare visite, la chiusura delle agenzie immobiliare per decreto, ma in futuro si sentirà soprattutto la pressione della crisi economica innescata dall’emergenza virus. E di conseguenza anche i prezzi subiranno un ridimensionamento nell’ordine dell’1,1-3,1% nel biennio 2020-2021.

Secondo gli esperti i più si renderanno conto dei difetti della propria abitazione e potrebbero decidere, liquidità permettendo, di iniziare la ricerca di altre soluzioni.

Chi venderà case di qualità potrà contare su un valore reale, chi vorrà vendere case con “difetti” dovrà scendere a patti con lo sconto. «Da questo terribile evento scaturisce la consapevolezza di quanto valgano poco molte delle case che abbiamo - dice ancora Breglia -, anche la fascia di mercato solvibile, che ha acquistato case nuove, si rende conto che la casa piccola è inadatta a creare comfort». La previsione è quindi di un cambiamento della domanda, che non invertirà però il trend che ha portato molti a lasciare la provincia a favore della città. È probabile che in futuro si cercheranno case in zone più esterne delle città e non centralissime. Anche se l’attrazione del grande centro urbano è sempre forte.

Ciascuno ha avuto modo in questa quarantena forzata di fare un menu delle preferenze: una stanza in più, la terrazza, un secondo bagno, l’affaccio su una via meno rumorosa e così via. Azzarda Breglia: «Ci saranno meno single, chi è stato solo in casa per mesi cercherà un compagno o una compagna». Secondo gli esperti soffrirà tutto il segmento delle costruzioni realizzate male o troppo piccole, in questo ultimo caso mancherà la domanda per investimento. Una componente cresciuta dal 2018 e arrivata a oltre il 15% del totale delle compravendite.

Una classifica Eurostat indica il tasso di sovraffolamento delle case in Europa. «L’Italia è al nono posto, dopo una serie di Nazioni dell’Est. Da noi il tasso del 28% indica che questa percentuale della popolazione italiana vive in un alloggio troppo pieno - dice Alessandro Ghisolfi, responsabile ufficio studi di Abitare.Co. -. Tutte queste indicazioni spingeranno a disegnare case più grandi, mentre finora si puntava a case piccole, e con almeno due bagni». Un elemento che manca oggi è il giardino o cortile condominiale. «Si torna ad apprezzare le corti interne delle vecchie case di ringhiera - dice ancora Ghisolfi -. Anche questa è una caratteristica che si stava imponendo prima del Covid-19 nelle nuove costruzioni. Il trend sarà ampliato». Nelle costruzioni moderne e di lusso ha preso piede la tendenza di creare spazi comuni, dal cinema alla piscina e alla palestra. Ma in futuro avranno ancora appeal? Oggi si iniziano a vedere già regolamenti che impongono di prenotare gli spazi per usarli da soli e se si tratta della palestra di disinfettare gli attrezzi usati e altro.

Riproduzione riservata ©
CoronavirusMario BregliaAlessandro GhisolfiEurostatISTAT
Paola Dezza
vice caposervizio
Lingue parlate: inglese, francese
 
La casa tiene il valore se di qualità
La quarantena evidenzia i difetti delle abitazioni. Terrazza, stanze in più, luce saranno i driver della domanda futura
di Paola Dezza

6 aprile 2020


4' di lettura

Era il rifugio dove approdare dopo lunghe giornate passate al lavoro o a scuola, ora la nostra casa si è trasformata nelle mura di una prigione a causa dell’emergenza sanitaria per il coronavirus. La costrizione tra le mura domestiche imposta per ridurre i contagi sta stretta ai più, che in questa situazione complicata della propria abitazione hanno scoperto pregi ma soprattutto difetti.

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«La casa non è più solo il luogo dove si mangia e si dorme - racconta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -, ma diventa un oggetto multi-funzione. Oggi qui si lavora, si studia, si passa tutto il tempo libero. È la prima volta in cui contemporaneamente 30 milioni di famiglie si sono rese conto delle condizioni della propria casa. C’è chi la usava un tempo limitato, chi la abbandonava nel fine settimana. Adesso tutti hanno dovuto fare i conti con la propria abitazione in una realtà di convivenza forzata e continuativa con gli altri membri del nucleo familiare».

Guardando ai dati Istat un terzo delle case italiane non ha né terrazzo né balcone, il 60% ha un bagno solo, solo l’8% dello stock abitativo italiano è stato costruito in questo secolo. A livello di dimensioni in media una casa è di 68 mq in città e di 92 mq nel resto del Paese. Lo spazio disponibile è dunque il primo elemento da valutare, ma necessariamente connesso allo spazio esterno (di cui sente la mancanza chi oggi è segregato in case senza neanche un balcone), alla luce e alla insonorizzazione delle pareti. «Quando una casa viene vissuta di giorno, per molte ore consecutive, si scoprono difetti che prima si ritenevano parziali - continua Breglia -, come vicini rumorosi, vie con troppo traffico, mancanza di luce naturale e impianti che non tengono tanti consumi insieme».


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Non solo. Oggi la casa è stata rivista, in tutta fretta, per essere attrezzata per le funzioni di smart working a cui tutti siamo costretti, insieme allo studio a distanza per i figli. Ma non sempre lo spazio è adeguato.

In questo periodo si è dato valore anche alla casa come asset finanziario. Quanto vale e, soprattutto, riuscirà in futuro a mantenere questo valore? Le previsioni per fine anno propendono per un calo netto delle compravendite, nei dati dell’ultimo Osservatorio Nomisma, da 40mila a 110mila vendite in meno a seconda dello scenario più o meno grave. A pesare sono l’obbligo di non fare visite, la chiusura delle agenzie immobiliare per decreto, ma in futuro si sentirà soprattutto la pressione della crisi economica innescata dall’emergenza virus. E di conseguenza anche i prezzi subiranno un ridimensionamento nell’ordine dell’1,1-3,1% nel biennio 2020-2021.

Secondo gli esperti i più si renderanno conto dei difetti della propria abitazione e potrebbero decidere, liquidità permettendo, di iniziare la ricerca di altre soluzioni.

Chi venderà case di qualità potrà contare su un valore reale, chi vorrà vendere case con “difetti” dovrà scendere a patti con lo sconto. «Da questo terribile evento scaturisce la consapevolezza di quanto valgano poco molte delle case che abbiamo - dice ancora Breglia -, anche la fascia di mercato solvibile, che ha acquistato case nuove, si rende conto che la casa piccola è inadatta a creare comfort». La previsione è quindi di un cambiamento della domanda, che non invertirà però il trend che ha portato molti a lasciare la provincia a favore della città. È probabile che in futuro si cercheranno case in zone più esterne delle città e non centralissime. Anche se l’attrazione del grande centro urbano è sempre forte.

Ciascuno ha avuto modo in questa quarantena forzata di fare un menu delle preferenze: una stanza in più, la terrazza, un secondo bagno, l’affaccio su una via meno rumorosa e così via. Azzarda Breglia: «Ci saranno meno single, chi è stato solo in casa per mesi cercherà un compagno o una compagna». Secondo gli esperti soffrirà tutto il segmento delle costruzioni realizzate male o troppo piccole, in questo ultimo caso mancherà la domanda per investimento. Una componente cresciuta dal 2018 e arrivata a oltre il 15% del totale delle compravendite.

Una classifica Eurostat indica il tasso di sovraffolamento delle case in Europa. «L’Italia è al nono posto, dopo una serie di Nazioni dell’Est. Da noi il tasso del 28% indica che questa percentuale della popolazione italiana vive in un alloggio troppo pieno - dice Alessandro Ghisolfi, responsabile ufficio studi di Abitare.Co. -. Tutte queste indicazioni spingeranno a disegnare case più grandi, mentre finora si puntava a case piccole, e con almeno due bagni». Un elemento che manca oggi è il giardino o cortile condominiale. «Si torna ad apprezzare le corti interne delle vecchie case di ringhiera - dice ancora Ghisolfi -. Anche questa è una caratteristica che si stava imponendo prima del Covid-19 nelle nuove costruzioni. Il trend sarà ampliato». Nelle costruzioni moderne e di lusso ha preso piede la tendenza di creare spazi comuni, dal cinema alla piscina e alla palestra. Ma in futuro avranno ancora appeal? Oggi si iniziano a vedere già regolamenti che impongono di prenotare gli spazi per usarli da soli e se si tratta della palestra di disinfettare gli attrezzi usati e altro.

Riproduzione riservata ©
CoronavirusMario BregliaAlessandro GhisolfiEurostatISTAT
Paola Dezza
vice caposervizio
Lingue parlate: inglese, francese

Prova a delineare alcune tendenze secondo linee di buon senso:
- immobili con più spazi esterni (che siano terrazzi, giardini o spazi condominiali) saranno favoriti rispetto a "biloculi" senza affacci e/o aria;
- immobili più grandi con più spazi vitali saranno preferiti rispetto ad immobili "giusti giusti";
- immobili ubicati in zone più silenziose saranno privilegiati (ma queste già conta adesso per l'acquirente attento);
- infine, buttato lì tra le righe, meglio i piccoli contesti urbani e l'hinterland rispetto ai centri delle grandi città (indorando un pò la pillola "Anche se l’attrazione del grande centro urbano è sempre forte").

Direi che sono trend su cui si può concordare...
 
ma prima tutte queste caratteristiche non erano viste dagli acquirenti?

Semplicemente chi comprava loculi prima, non poteva permettersi altrimenti.

Dubito fortemente che qualcuno scelga una casa in vista di una nova epidemia globale
 
ma prima tutte queste caratteristiche non erano viste dagli acquirenti?

Semplicemente chi comprava loculi prima, non poteva permettersi altrimenti.

Dubito fortemente che qualcuno scelga una casa in vista di una nova epidemia globale

Che dici, la gente a quanto pare compra i bilocali perché a chi vuoi che piaccia un atticone in centro
 
Che dici, la gente a quanto pare compra i bilocali perché a chi vuoi che piaccia un atticone in centro

Ma questi credono che che tra due mesi le spiagge di formentera straborderanno di bagnanti danarosi pronti a spendere (quali soldi?) per le vacanze (quali vacanze?)...

Inutile cercare di ragionare con la follia.
 
È in arrivo una bastonata sui denti storicaaaa :eek::eek:
 
La costrizione domestica, porterà allo scioglimento di molte unioni, per cui serviranno molti bilocali e/o monolocali.
 
ma prima tutte queste caratteristiche non erano viste dagli acquirenti?

Semplicemente chi comprava loculi prima, non poteva permettersi altrimenti.

Dubito fortemente che qualcuno scelga una casa in vista di una nova epidemia globale

basta pensare che c'è ancora gente che preferisce gli attici che la villetta
 
La costrizione domestica, porterà allo scioglimento di molte unioni, per cui serviranno molti bilocali e/o monolocali.

Stai tranquillo che la crisi a venire (tra qualche settimana ) e che si protrarrà per almeno 20 anni, obbligherà le coppie ad amarsi anche se non si amano, (per poter mangiare) si salveranno solo chi ha milioni di euro liquidi oppure chi si adegua a vivere con poco coltivando frutta e verdura e animali in giardino.
Fatto salvo che la UE non autorizzi a stampare almeno 90 miliardi di euro al mese dati a pioggia agli Italiani.
 
Stai tranquillo che la crisi a venire (tra qualche settimana ) e che si protrarrà per almeno 20 anni, obbligherà le coppie ad amarsi anche se non si amano, (per poter mangiare) si salveranno solo chi ha milioni di euro liquidi oppure chi si adegua a vivere con poco coltivando frutta e verdura e animali in giardino.
Fatto salvo che la UE non autorizzi a stampare almeno 90 miliardi di euro al mese dati a pioggia agli Italiani.

E per la spagna e il portogallo, che fanno li lasciano senza niente?
 
ma prima tutte queste caratteristiche non erano viste dagli acquirenti?

Semplicemente chi comprava loculi prima, non poteva permettersi altrimenti.

Dubito fortemente che qualcuno scelga una casa in vista di una nova epidemia globale

Grazie, mi hai anticipato.

Incredibile come si pensi che con il virus "oh ma che bello sarebbe un balcone o una stanza in più".
I biloculi vanno dove i costi sono alti. Lo so pure io che la camera in più è piacevole, ma se mi 15 mq mi costano 50k euro magari non li ho.
(O magari per quello che diciamo sempre, non si fa il passo troppo lungo e piuttosto che allungare il mutuo o alzare l'affitto si fa una scelta più modesta)
 
La costrizione domestica, porterà allo scioglimento di molte unioni, per cui serviranno molti bilocali e/o monolocali.

L'articolo dice l'opposto: la solitudine porterà le persone a cercarsi un compagno.

Io, personalmente, la vedo più come te invece.
 
Stai tranquillo che la crisi a venire (tra qualche settimana ) e che si protrarrà per almeno 20 anni, obbligherà le coppie ad amarsi anche se non si amano, (per poter mangiare) si salveranno solo chi ha milioni di euro liquidi oppure chi si adegua a vivere con poco coltivando frutta e verdura e animali in giardino.
Fatto salvo che la UE non autorizzi a stampare almeno 90 miliardi di euro al mese dati a pioggia agli Italiani.

Certo, con 1,5k al mese ad ogni essere sul suolo italico con cittadinanza.
Voglio pure vedere i quartieri dei paesi pieni di villette come convertiranno il giardino in orto e pollaio
 
Salve ,vato Ot. Avrei bisogno di un rialzo dentro le scarpe tra i 20&24 cm perche- vorrei incontrare una sifgnora sui 63 anni a cui ho detto di avere 66 anni e di essere alto 1,75 essendo io 1,51 limito di leva anno 1952 essendo io del 34,inoltre cerco pure una parrucca usata anche qualsiasi colore sapete dove posso trovarla_ Grazie a chi mi aiutera-
 
:D
Secondo me Piero UBR è la persona più indicata per risponderti.
 
La casa tiene il valore se di qualità
La quarantena evidenzia i difetti delle abitazioni. Terrazza, stanze in più, luce saranno i driver della domanda futura
di Paola Dezza

6 aprile 2020


4' di lettura

Era il rifugio dove approdare dopo lunghe giornate passate al lavoro o a scuola, ora la nostra casa si è trasformata nelle mura di una prigione a causa dell’emergenza sanitaria per il coronavirus. La costrizione tra le mura domestiche imposta per ridurre i contagi sta stretta ai più, che in questa situazione complicata della propria abitazione hanno scoperto pregi ma soprattutto difetti.

La crisi arriva sull’immobiliare, prezzi e operazioni in flessione
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Un gioco dei pro e dei contro che ha messo in discussione scelte fatte al momento dell’acquisto e della ristrutturazione e ha aperto la strada al desiderio di soluzioni nuove.


«La casa non è più solo il luogo dove si mangia e si dorme - racconta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -, ma diventa un oggetto multi-funzione. Oggi qui si lavora, si studia, si passa tutto il tempo libero. È la prima volta in cui contemporaneamente 30 milioni di famiglie si sono rese conto delle condizioni della propria casa. C’è chi la usava un tempo limitato, chi la abbandonava nel fine settimana. Adesso tutti hanno dovuto fare i conti con la propria abitazione in una realtà di convivenza forzata e continuativa con gli altri membri del nucleo familiare».

Guardando ai dati Istat un terzo delle case italiane non ha né terrazzo né balcone, il 60% ha un bagno solo, solo l’8% dello stock abitativo italiano è stato costruito in questo secolo. A livello di dimensioni in media una casa è di 68 mq in città e di 92 mq nel resto del Paese. Lo spazio disponibile è dunque il primo elemento da valutare, ma necessariamente connesso allo spazio esterno (di cui sente la mancanza chi oggi è segregato in case senza neanche un balcone), alla luce e alla insonorizzazione delle pareti. «Quando una casa viene vissuta di giorno, per molte ore consecutive, si scoprono difetti che prima si ritenevano parziali - continua Breglia -, come vicini rumorosi, vie con troppo traffico, mancanza di luce naturale e impianti che non tengono tanti consumi insieme».


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Non solo. Oggi la casa è stata rivista, in tutta fretta, per essere attrezzata per le funzioni di smart working a cui tutti siamo costretti, insieme allo studio a distanza per i figli. Ma non sempre lo spazio è adeguato.

In questo periodo si è dato valore anche alla casa come asset finanziario. Quanto vale e, soprattutto, riuscirà in futuro a mantenere questo valore? Le previsioni per fine anno propendono per un calo netto delle compravendite, nei dati dell’ultimo Osservatorio Nomisma, da 40mila a 110mila vendite in meno a seconda dello scenario più o meno grave. A pesare sono l’obbligo di non fare visite, la chiusura delle agenzie immobiliare per decreto, ma in futuro si sentirà soprattutto la pressione della crisi economica innescata dall’emergenza virus. E di conseguenza anche i prezzi subiranno un ridimensionamento nell’ordine dell’1,1-3,1% nel biennio 2020-2021.

Secondo gli esperti i più si renderanno conto dei difetti della propria abitazione e potrebbero decidere, liquidità permettendo, di iniziare la ricerca di altre soluzioni.

Chi venderà case di qualità potrà contare su un valore reale, chi vorrà vendere case con “difetti” dovrà scendere a patti con lo sconto. «Da questo terribile evento scaturisce la consapevolezza di quanto valgano poco molte delle case che abbiamo - dice ancora Breglia -, anche la fascia di mercato solvibile, che ha acquistato case nuove, si rende conto che la casa piccola è inadatta a creare comfort». La previsione è quindi di un cambiamento della domanda, che non invertirà però il trend che ha portato molti a lasciare la provincia a favore della città. È probabile che in futuro si cercheranno case in zone più esterne delle città e non centralissime. Anche se l’attrazione del grande centro urbano è sempre forte.

Ciascuno ha avuto modo in questa quarantena forzata di fare un menu delle preferenze: una stanza in più, la terrazza, un secondo bagno, l’affaccio su una via meno rumorosa e così via. Azzarda Breglia: «Ci saranno meno single, chi è stato solo in casa per mesi cercherà un compagno o una compagna». Secondo gli esperti soffrirà tutto il segmento delle costruzioni realizzate male o troppo piccole, in questo ultimo caso mancherà la domanda per investimento. Una componente cresciuta dal 2018 e arrivata a oltre il 15% del totale delle compravendite.

Una classifica Eurostat indica il tasso di sovraffolamento delle case in Europa. «L’Italia è al nono posto, dopo una serie di Nazioni dell’Est. Da noi il tasso del 28% indica che questa percentuale della popolazione italiana vive in un alloggio troppo pieno - dice Alessandro Ghisolfi, responsabile ufficio studi di Abitare.Co. -. Tutte queste indicazioni spingeranno a disegnare case più grandi, mentre finora si puntava a case piccole, e con almeno due bagni». Un elemento che manca oggi è il giardino o cortile condominiale. «Si torna ad apprezzare le corti interne delle vecchie case di ringhiera - dice ancora Ghisolfi -. Anche questa è una caratteristica che si stava imponendo prima del Covid-19 nelle nuove costruzioni. Il trend sarà ampliato». Nelle costruzioni moderne e di lusso ha preso piede la tendenza di creare spazi comuni, dal cinema alla piscina e alla palestra. Ma in futuro avranno ancora appeal? Oggi si iniziano a vedere già regolamenti che impongono di prenotare gli spazi per usarli da soli e se si tratta della palestra di disinfettare gli attrezzi usati e altro.

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CoronavirusMario BregliaAlessandro GhisolfiEurostatISTAT
Paola Dezza
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Ma noooo è molto meglio abitare in un bilocale senza balconi !!!
 
Ma noooo è molto meglio abitare in un bilocale senza balconi !!!

No, infatti quelli che ci abitano non lo sanno.
Potevano scegliere la villa con piscina, invece che stupidi stanno nel biloculo.
 
Discorsi che lasciano un po' il tempo che trovano. La storia è piena di eventi che cambiano il modo di giudicare le cose, e le cAse. Mio zio decenni fa si fece la casa, mi disse che l'aveva in pratica già progettata quando venne la crisi petrolifera e il petrolio aumentò di brutto. Gli anni prima nessuno badava a isolamento e dimensioni. Gli inverni erano ancora freddi e come risultato il suo semi-scantinato, che nella progettazione iniziale doveva essere vissuto, diventò semplicemente scantinato, in modo da risparmiare sulle spese di riscaldamento. Ora c'è stato il Virus. Magari tra un anno riducono drasticamente il riscaldamento a biomassa nella pianura padana, e tutti i costi di gestione delle villette nella pianura aumentano, quindi molti preferiscono una sistemazione più cittadina. Idem se ad esempio i costi di gestione delle automobili aumentano di molto. E' chiaro che il ricco non si perde per un bilocale senza balcone, ma ognuno valuta in base alle proprie esigenze e al proprio portafoglio
 
Discorsi che lasciano un po' il tempo che trovano. La storia è piena di eventi che cambiano il modo di giudicare le cose, e le cAse. Mio zio decenni fa si fece la casa, mi disse che l'aveva in pratica già progettata quando venne la crisi petrolifera e il petrolio aumentò di brutto. Gli anni prima nessuno badava a isolamento e dimensioni. Gli inverni erano ancora freddi e come risultato il suo semi-scantinato, che nella progettazione iniziale doveva essere vissuto, diventò semplicemente scantinato, in modo da risparmiare sulle spese di riscaldamento. Ora c'è stato il Virus. Magari tra un anno riducono drasticamente il riscaldamento a biomassa nella pianura padana, e tutti i costi di gestione delle villette nella pianura aumentano, quindi molti preferiscono una sistemazione più cittadina. Idem se ad esempio i costi di gestione delle automobili aumentano di molto. E' chiaro che il ricco non si perde per un bilocale senza balcone, ma ognuno valuta in base alle proprie esigenze e al proprio portafoglio

Molto sensato.
E' proprio l'ultima frase che centra il punto. Le persone hanno un budget e scelgono in base a quello.

Poi c'è chi ama la città e ci va a vivere scegliendo meno metri quadri e chi ama star fuori magari con villetta e giardino.
 
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