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I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link
La crisi euro viene identificata con quella dei debiti sovrani. Ciò conduce a una rappresentazione parziale dei problemi della moneta unica. Determinante fondamentale della caduta di credibilità dell’Unione monetaria è stata l’apertura di divari competitivi interni all’area che hanno portato progressivamente ad allontanare i sistemi produttivi del centro e della periferia
Lo sforzo di aggiustamento è stato finora demandato esclusivamente ai paesi periferici, affetti da deficit nelle partite correnti. Esso si è tradotto in forti contrazioni delle domande interne di tali economie, deterioramenti dei mercati del lavoro, peggioramento delle condizioni sociali. Un simile approccio ha trascurato le interdipendenze tra deficit e surplus, per cui ogni disavanzo esterno esiste e si amplia nel tempo perché viene finanziato dall’avanzo di qualche altra economia. Ciò è stato vero nel primo decennio di vita dell’euro, quando ai passivi crescenti dei paesi periferici si è associato il rigonfiamento del surplus della Germania, con il corrispondente deflusso di capitali tedeschi verso le economie deficitarie
Inoltre, nei rapporti tra creditore e debitore il primo è tanto responsabile quanto il secondo nell’alimentare situazioni insostenibili
Il riequilibrio delle partite correnti nei paesi deficitari si è realizzato con la forte contrazione della domanda domestica. A tale politica è stato di fatto demandato il duplice compito, da un lato, di comprimere l’assorbimento nelle economie in deficit e, dall’altro, di indurvi, attraverso indebolimenti dei mercati del lavoro, cosiddette svalutazioni interne, ovvero l’abbassamento persistente delle dinamiche di prezzi e costi sotto quelle della Germania. Un tale processo si è, però, rivelato molto lungo e oneroso, anche per le rigidità al ribasso che normalmente contraddistinguono, in tutte le moderne democrazie industriali, salari e stipendi. Lo sforzo per conseguire svalutazioni interne ha implicato, in assenza di movimenti in senso opposto nell’economia tedesca, aumenti di disoccupazione senza precedenti
Recupero competitivo e peggioramento del mercato del lavoro sono venuti così a costituire due facce della stessa medaglia e i miglioramenti dei conti con l’estero dei periferici sono stati tanto più significativi quanto maggiore è stato l’ampliamento da essi sperimentato dell’area dei senza lavoro (fig. 3). Il saldo delle partite correnti della Spagna è aumentato, in rapporto al PIL, di 10 punti percentuali tra il 2007 e il 2013, sei volte di più rispetto al miglioramento della bilancia italiana; ciò si è verificato in corrispondenza di una triplicazione del tasso di disoccupazione iberico (da 8,3 a 26,5%), a fronte del “solo” raddoppio (da 6,1 a 12,1%) di quello dell’Italia.
Il riequilibrio delle partite correnti nei paesi deficitari si è realizzato con la forte contrazione della domanda domestica. A tale politica è stato di fatto demandato il duplice compito, da un lato, di comprimere l’assorbimento nelle economie in deficit e, dall’altro, di indurvi, attraverso indebolimenti dei mercati del lavoro, cosiddette svalutazioni interne, ovvero l’abbassamento persistente delle dinamiche di prezzi e costi sotto quelle della Germania. Un tale processo si è, però, rivelato molto lungo e oneroso, anche per le rigidità al ribasso che normalmente contraddistinguono, in tutte le moderne democrazie industriali, salari e stipendi. Lo sforzo per conseguire svalutazioni interne ha implicato, in assenza di movimenti in senso opposto nell’economia tedesca, aumenti di disoccupazione senza precedenti. Recupero competitivo e peggioramento del mercato del lavoro sono venuti così a costituire due facce della stessa medaglia e i miglioramenti dei conti con l’estero dei periferici sono stati tanto più significativi quanto maggiore è stato l’ampliamento da essi sperimentato dell’area dei senza lavoro
L’inflazione media dello 0,7% nell’area euro (gennaio 2014) sottende dinamiche prossime a zero in Spagna e pari a un po’ più dell’1% in Germania. Tenuto conto delle stime del gap competitivo dell’economia iberica comprese tra il 12 e il 30%[1], con l’attuale differenziale inflazionistico occorrerebbero dai dodici ai trenta anni per conseguire un azzeramento del ritardo spagnolo
Là al nord cominciano a rendersi conto di qualcosa.
Il revisionismo che venne dalla gelata del Pil | Phastidio.net
visto ieri sera su youtube. non è detto che sia oro colato.... però è un interessante punto di vista. Quantomeno fa riflettere su uno dei possibili scenari.
Non nascondo che mi sto arrovellando per cercare di trovare un senso a tuttoquello che è successo nelle ultime settimane.
Più che probabile...molto logico.
Ora, per un pezzo, ci terremo questo governo...almeno ci sono un sacco di giovani e si comincia a vedere un paese che passa il testimone.
visto ieri sera su youtube. non è detto che sia oro colato.... però è un interessante punto di vista. Quantomeno fa riflettere su uno dei possibili scenari.
Non nascondo che mi sto arrovellando per cercare di trovare un senso a tuttoquello che è successo nelle ultime settimane.
Come sapete non mi intendo di politica...ma la mia spiegazione é:
-Renzi ha visto dai sondaggi che Silvio sta risalendo e che se si va a regolari elezioni la destra vince
-Napolitano ha convinto Renzi a restare dentro l'Europa e a salvare le banche
-La bella Addormentata dorme nel bosco con i sette nani (Grillo e i grillini con il loro 25% di voti).
quoto quasi tutto... non concordo con la data del voto.... chi di tradimento ferisce, di tradimento perisce....Forse non ti è chiaro: tutta la politica "tradizionale" è schierata contro il M5S che con il suo 25% non può fare più di tanto, se non rompere le balle. Il piano è: "emarginiamoli, denigriamoli, facciamo vedere che non contano nulla e che fanno solo casino, così gli elettori che hanno votato per loro, vedendo che non hanno risolto nulla, la prossima volta torneranno a votare per noi o, al più si asterranno!"
E' un piano vigliacco e io mi auguro che lo capiscano in tanti, regalando alle prossime votazioni, che temo si faranno nel 2018, un plebiscito al M5S... ma non perché si abbia fiducia nei grillini, semplicemente perché i politici tradizionali, intrallazzatori, corrotti e incapaci, se ne devono andare!
non contano nulla e ... fanno solo casino
alle prossime votazioni, che temo si faranno nel 2018
un plebiscito al M5S... ma non perché si abbia fiducia nei grillini, semplicemente perché i politici tradizionali, intrallazzatori, corrotti e incapaci, se ne devono andare!
...Ricordati sempre che dietro ogni elettore che pensa che gli attuali politici devono andarsene, ce ne sono almeno due che pensano che è meglio che restino e per far sì che il loro desiderio si avveri votano, mentre quelli del cambiamento a volte si sfiduciano e rimangono a casa, allargando il divario.