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Imu: Grilli “In nessun Paese Ocse prima casa esentata da imposte”
09/05/2012
“L’abitazione principale è stata sogetta ad Ici dall'anno di introduzione dell'imposta (1993) e fino al 2007.
Solo nel 2008 ne è stata disposta l'esenzione e questa scelta ha determinato una singolarità del sistema tributario italiano rispetto a quello di altri Stati.
In molti, in verità, è previsto un trattamento preferenziale a favore dell'acquisto ovvero della locazione della prima casa; in nessuno dei principali Paesi Ocse, però, vige una completa esenzione da fiscalità dell'abitazione principale”.
Lo ha segnalato nel question time alla Camera il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli (foto), rispondendo a un'interrogazione con cui la Lega chiedeva l'esenzione delle prime case dall'Imu.
Grilli ha poi rilevato che la reintroduzione della tassa sulla prima casa è dovuta sia ai conti pubblici sia “al perseguimento di obiettivi di equità (il prelievo sulla prima casa riduce la disparità di trattamento tra proprietari ed inquilini, che sostengono un costo per la disponibilità dell'abitazione)”.
L'Italia, ha fatto presente il viceministro, “è il Paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali Paesi Ocse”, con un peso dello 0,6% a fronte di una media dell1,1 per cento mentre “l'Italia ha la più alta quota di ricchezza investita in abitazioni di residenza”.
Dopo aver ricordato che la tassazione della prima casa “esprime attuazione di uno dei cardini del federalismo”, il viceministro ha rilevato che “un'esenzione dell'abitazione principale determinerebbe peraltro la concentrazione del prelievo sulle seconde od ulteriori case, e sugli immobili ad uso non abitativo”.
Per Grilli “il prelievo sulla prima casa offre ai comuni un'importante leva di autonomia fiscale, visto il margine di manovra di 0,2 sulle aliquote, in mancanza anche di una “riserva di imposta a favore dello Stato.
Il comune perciò può destinare l'intero gettito relativo a tali immobili al finanziamento dei servizi indivisibili”.
I Comuni, ha ricordato, possono inoltre aumentare la detrazione di 200 euro “fino a concorrenza dell'imposta dovuta, esentando nei fatti l'immobile da imposizione”.
Grilli ha poi ricordato che lo scostamento tra rendite e valori di mercato è di 3,7 volte e che il gettito di 3,4 miliardi atteso dalla prima casa, sostanzialmente identico a quello dell'Ici (tre miliardi).
Su circa 19,2 milioni di immobili, 14,6 milioni genereranno Imu e circa 4,6 milioni saranno esenti, con una media del prelievo per immobile di circa 235 euro.
“Su circa 24,3 milioni di proprietari di immobili - ha poi rilevato - 17,5 milioni verseranno l'Imu e circa 6,8 milioni saranno esenti da imposizione”, con una media pro-capite (influenzata dalle diverse quote di proprietà che possono insistere su un immobile) di circa 194 euro.
09/05/2012
“L’abitazione principale è stata sogetta ad Ici dall'anno di introduzione dell'imposta (1993) e fino al 2007.
Solo nel 2008 ne è stata disposta l'esenzione e questa scelta ha determinato una singolarità del sistema tributario italiano rispetto a quello di altri Stati.
In molti, in verità, è previsto un trattamento preferenziale a favore dell'acquisto ovvero della locazione della prima casa; in nessuno dei principali Paesi Ocse, però, vige una completa esenzione da fiscalità dell'abitazione principale”.
Lo ha segnalato nel question time alla Camera il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli (foto), rispondendo a un'interrogazione con cui la Lega chiedeva l'esenzione delle prime case dall'Imu.
Grilli ha poi rilevato che la reintroduzione della tassa sulla prima casa è dovuta sia ai conti pubblici sia “al perseguimento di obiettivi di equità (il prelievo sulla prima casa riduce la disparità di trattamento tra proprietari ed inquilini, che sostengono un costo per la disponibilità dell'abitazione)”.
L'Italia, ha fatto presente il viceministro, “è il Paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali Paesi Ocse”, con un peso dello 0,6% a fronte di una media dell1,1 per cento mentre “l'Italia ha la più alta quota di ricchezza investita in abitazioni di residenza”.
Dopo aver ricordato che la tassazione della prima casa “esprime attuazione di uno dei cardini del federalismo”, il viceministro ha rilevato che “un'esenzione dell'abitazione principale determinerebbe peraltro la concentrazione del prelievo sulle seconde od ulteriori case, e sugli immobili ad uso non abitativo”.
Per Grilli “il prelievo sulla prima casa offre ai comuni un'importante leva di autonomia fiscale, visto il margine di manovra di 0,2 sulle aliquote, in mancanza anche di una “riserva di imposta a favore dello Stato.
Il comune perciò può destinare l'intero gettito relativo a tali immobili al finanziamento dei servizi indivisibili”.
I Comuni, ha ricordato, possono inoltre aumentare la detrazione di 200 euro “fino a concorrenza dell'imposta dovuta, esentando nei fatti l'immobile da imposizione”.
Grilli ha poi ricordato che lo scostamento tra rendite e valori di mercato è di 3,7 volte e che il gettito di 3,4 miliardi atteso dalla prima casa, sostanzialmente identico a quello dell'Ici (tre miliardi).
Su circa 19,2 milioni di immobili, 14,6 milioni genereranno Imu e circa 4,6 milioni saranno esenti, con una media del prelievo per immobile di circa 235 euro.
“Su circa 24,3 milioni di proprietari di immobili - ha poi rilevato - 17,5 milioni verseranno l'Imu e circa 6,8 milioni saranno esenti da imposizione”, con una media pro-capite (influenzata dalle diverse quote di proprietà che possono insistere su un immobile) di circa 194 euro.