Promotori, voglia di banca

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28 maggio 2005

Promotori, voglia di banca

Risparmio gestito / In cerca di sicurezza


F initi i bei tempi dei rialzi di borsa a doppia cifra annua e i tassi che facevano correre il denaro senza dover far nulla, per una fetta rilevante dei circa 40mila promotori finanziari operativi questo è il momento della verità: scadono in questo periodo molti contratti siglati negli anni d'oro e chi non è riusciuto a costruirsi un buon portafoglio può a buon diritto porsi degli interrogativi importanti. Visto che la provvigione media sul patrimonio oscilla intorno all' 1%, chi oggi sta sotto la media italiana di 5,7 milioni di euro in portafoglio, non può guardare con serenità al futuro. Lo testimoniano gli stessi promotori finanziari che hanno scritto a questo giornale dopo gli articoli dedicati dal « Sole 24 Ore » al tema della remunerazione degli intermediari finanziari.
Per molti di loro si apre la strada di ritorno, quella che li riporta in banca. Sì, perchè il caro vecchio sportello rappresenta uno sbocco privilegiato, soprattutto per chi da lì viene. « In banca guidavo sei persone e avevo 140 milioni di Àin portafoglio. In tre anni di lavoro come promotore finanziario sono riuscito a mettere insieme solo quattro milioni » dice Luigi F. « Ora devo ridiscutere un contratto che finora mi ha garantito il reddito di quando lavoravo in filiale , circa 50mila euro annui. Tanto vale tornare indietro » . I motivi, talvolta sono di natura schiettamente professionale: « In questi giorni il mio capo area mi fa continue pressioni per vendere le azioni della Toro in collocamento » dice Marco B., promotore con un portafoglio da 25 milioni di euro. « Io non mi sento di spingere questo titolo, ma il contratto parla chiaro: la politica commerciale la stabilisce chi mi sta sopra e io non sono libero di offrire una consulenza in cui credo » . La destinazione più ambita, per lui come per molti altri, è il private banking o la consulenza indipendente, che però ancora molto lentamente si fa largo nel panorama italiano. « Con un matrimonio e un figlio in arrivo, sono in cerca di certezze » confessa Gianluca D. P. « E poi non ho ancora capito le intenzioni della mia rete che professa il multimarca e poi ci remunera pochissimo i prodotti di terzi » .
« Tra i pf intenzionati a cambiare » dice Marco Mazzoni, direttore di Magstat, società di reclutamento di promotori finanziari « un quinto vorrebbe diventare private banker, anche perchè sono dipendenti delle reti. Dei restanti, la metà vuole tornare dietro allo sportello » . « Passare da una rete all'altra è difficile oggi » spiega Gianluigi Testa, presidente di Forbank, altra società del settore; « Dopo il travaso dalla banca alla rete ora si assiste ad un poderoso dietrofront: ma non ci sono molti spazi in un settore maturo e saturo » . Anche se qualche spiraglio non è da escludere: basti pensare che il piano di prepensionamenti a Banca Intesa si è concluso il mese scorso.
pagina a cura di Marco lo Conte marco. loconte@ ilsole24ore. com
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/plus280505pf.html
 
28 maggio 2005

Azimut ed Euromobiliare svettano in classifica ...

RACCOLTA ASSORETI DI APRILE È ancora una volta di Azimut il primato di raccolta tra le reti di promotori finanziari. La società guidata da Pietro Giuliani anche ad aprile è riuscita a mantenere la prima posizione raggiunta a marzo, rastrellando 434 milioni di euro, tutti nel comparto del risparmio gestito. Seconda in classifica si è piazzata Banca Euromobiliare (gruppo Credem) con 195 milioni, seguita da Banca Xelion (Unicredito) che occupa il terzo gradino del podio con una raccolta di 138 milioni. In difficoltà invece Banca Bipielle Network e Banca Fideuram: la prima ha subìto un deflusso di 33,7 milioni, mentre la rete del gruppo Sanpaolo Imi ha registrato un saldo negativo (tra nuove sottoscrizioni e riscatti) di 33,1 milioni. Per quanto riguarda l’intero sistema, il risultato riportato da Assoreti è invece più che soddisfacente, considerando che le reti ad aprile hanno raccolto in totale 1,5 miliardi, il 51,5% in più rispetto al mese di marzo.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf280505pr2.html
 
28 maggio 2005

Banca della Rete, index a 5 stelle

Banca della Rete, società di distribuzione del gruppo Sara Assicurazioni, propone fino al 20 giugno 2005 Top Funds 2010. Una polizza index linked, realizzata da Sara Life e collegata all’andamento di un paniere dinamico, che a scadenza garantisce la restituzione di almeno il 90% del capitale versato. Il paniere ha una componente ad alto rendimento, costituita da otto fondi comuni che al 28 aprile 2005 avevano un rating cinque stelle Morningstar, e una componente priva di rischio, rappresentata da obbligazioni zero coupon. Top Funds 2010 ha una durata di cinque anni e presenta un meccanismo di gestione innovativo chiamato Rotator: a metà periodo (30 mesi), nel caso uno dei fondi abbia un rating inferiore alle cinque stelle, sarà sostituito con il fondo, della stessa categoria, che ha un rating cinque stelle Morningstar e il più alto patrimonio in gestione.
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/bf280505pr3.html
 
La grande caccia al promotore è aperta
Da Ras a Sanpaolo Imi, da Fideuram a Banca Generali. Le mosse per rubarsi gli uomini migliori
CARRIERE & PROFESSIONI Consulenti finanziari come cambia la mappa delle reti distributive italiane
Dieci reti con 25 mila promotori (il 70% dei professionisti in attività) che da soli raccolgono più dell' 85% del patrimonio gestito. È l' effetto più visibile del consolidamento nel settore delle sim distributive. Un dato che emerge dagli ultimi studi di Assoreti, l' associazione che unisce le 60 più importanti società specializzate nel collocamento di prodotti finanziari, riunite a convegno a Capri (13 e 14 maggio) per discutere sulla normativa del risparmio e sull' etica del sistema. Le cifre, nel bel mezzo di una battaglia senza esclusione di colpi in atto tra le reti per conquistare portafogli, mostrano i mutamenti in atto in un' arena competitiva con sempre meno protagonisti dotati di sempre maggior potere contrattuale nei confronti dei promotori. Così la categoria è afflitta dal calo della domanda e dall' abbassamento dei livelli provvigionali (vedere box nella pagina a fianco). Del resto, la proliferazione di molte piccole società di distribuzione che fanno una bandiera dell' autonomia dai grandi gruppi bancari può essere letta come una reazione al processo di concentrazione in corso. Una concentrazione che, però, non sembra essere, da sola, sufficiente a dare un assetto stabile a un settore che negli ultimi tempi ha visto numerosi mutamenti ai vertici, alcuni dei quali anche clamorosi. L' ultima mossa è lo scacco incrociato messo a segno ad aprile ai danni di Ras da Alfonso Iozzo, amministratore delegato di Sanpaolo Imi che, in sole due settimane, prima ha strappato a Ras Mario Greco, diventato ad di Aip, società assicurativa del gruppo torinese, poi ha cooptato Massimo Arrighi, di Rasbank, nominandolo amministratore delegato della controllata Banca Fideuram. Si tratta degli ultimi contraccolpi causati dalle dimissioni di Ugo Ruffolo, ex amministratore delegato di Banca Fideuram (passato nel settembre scorso alla guida di Alleanza), seguite a distanza di circa un mese da quelle di Mario Cuccia, suo vice, sostituito a fine ottobre dall' ex McKinsey ed ex Ina Assitalia Giuseppe Rosnati. L' uscita dei due manager dalla società del gruppo Sanpaolo Imi ha innescato, appunto, una reazione a catena con i gruppi Ras e Rasbank (3.723 promotori, allora guidati da Greco e Arrighi), Banca Generali di Giorgio Girelli (2.175 promotori) e Xelion di Vincenzo Bafunno (2.023 consulenti) che hanno aperto la corsa al reclutamento verso i professionisti più dinamici fra i 3.160 promotori di Fideuram. Così la rete distributiva del gruppo Allianz è riuscita a piazzare alcuni colpi a effetto. In Sicilia, innanzitutto, dove a marzo un folto gruppo di promotori guidati dal manager Patrizio Giunta si è dimesso in blocco da Fideuram passando agli ordini di Arrighi, allora ancora a Ras. Rosnati è corso ai ripari chiamando alla vicedirezione generale di Fideuram Donato Gualdi, dal 1988 manager di rete e ottimo conoscitore della struttura. Ma il mese successivo a lasciare Fideuram per Banca Generali è stato Enzo Ruini, a capo della rete nel Triveneto. E più tardi è stata la volta di Luciano Ciapi, capo dell' area Lazio Toscana e Sardegna di Fideuram, uno degli uomini di punta (con numerosi uomini sotto di lui) della società, che ha scelto la Xelion di Vincenzo Bafunno di cui è stato nominato direttore commerciale. Nel frattempo ai piani alti di piazza San Carlo c' è stato un altro ribaltone: Piermario Motta, amministratore delegato di Sanpaolo invest (1.047 professionisti), controllata da Banca Fideuram, ha abbandonato a gennaio Torino per raggiungere Ruffolo al gruppo Generali. Prima di lui era uscito, sempre da Fideuram, Sandro Panizza, responsabile pianificazione e controllo. Insomma un' emorragia che appariva incontenibile. Oggi, dopo le uscite di Greco e di Arrighi, per la legge del contrappasso, il disorientamento si è trasferito in casa Rasbank, dove la rete sembra spaccata: da una parte gli ex uomini di Dival (la prima rete del gruppo Ras), che hanno accolto con favore l' uscita dei due manager, considerati più attenti ai bilanci che alle esigenze della rete, e gli altri che, al contrario, hanno assistito con preoccupazione all' uscita dei due manager. L' attuale plancia di comando vede a capo di Ras Paolo Vagnone e alla guida di Rasbank Pierre Riches. Assetto incompleto. Ma il quadro è ancora incompleto. Così pare certo che alla fine di maggio verrà occupata la poltrona di direttore generale: tra i candidati c' è Paolo Bellotto, attuale condirettore. Dal canto suo Pierluigi Verderosa, attuale responsabile prodotti assicurativi di Ras, potrebbe essere chiamato a dirigere il marketing strategico sia di Ras sia di Rasbank. Mentre Claudio Ongis potrebbe restare nella posizione di condirettore con responsabilità sul reclutamento e sulla formazione. Sul fronte Finecobank (gruppo Capitalia), guidata da Fabio Gallia, nonostante altre voci (anch' esse smentite) che vedono la rete in vendita, Giovanni Pezzoni, chiamato a sostituire Gino Bellotto (approdato a Sviluppo Italia), è intenzionato a confermare la squadra: nessun cambiamento, dunque, per i responsabili del Nord Vittorio Nazario, del Centro Carmelo Sarcià e del Sud Sergio Festa. Chi, invece, procede a passi spinti verso un progetto industriale di peso è Banca Generali, che ha di recente varato una nuova organizzazione con un piano che vede al centro il potenziamento dell' offerta: il canale diretto è guidato da Marco Oddone (ex responsabile area Nord est) e Stefano Grassi (private banking). I colonnelli chiamati a controllare la situazione sul campo sono Bruno Manera ed Enzo Ruini, anch' essi ex Fideuram. E se Finanza & futuro di Giorgio Mascherone sembra avere ricominciato a stanziare sostanziose cifre per il reclutamento, Pietro Giuliani, ad di Azimut, è atteso al varco: dopo l' ultimo colpo di mercato che ha portato all' inserimento in rete di un' intera agenzia di banca Fideuram, con cinque promotori di esperienza e 120 milioni di patrimonio, ora dovrà integrare i 214 promotori di Aletti invest, società da pochi giorni acquisita, dopo lunghe trattative, dal Banco popolare di Verona e Novara. La classifica dei network Società di distribuzione Numero promotori Gruppo Generali 4.966 Banca Generali 2.175 Simgenia 2.791 Gruppo Sanpaolo Imi 4.207 Fideuram 3.160 Sanpaolo invest 1.047 Banca Mediolanum 4.015 Rasbank 3.723 Xelion 2.023 Banca Sai 1.471 Finecobank 1.451 Bipielle 1.168 Finanza & futuro 1.122 Gruppo Azimut 910 Azimut 696 Aletti invest 214 Totale 25.056 Fonte: Assoreti. Dati al marzo 2005 ci sono sempre meno protagonisti dotati però di maggiore potere contrattuale
il mondo
20 maggio 2005
 
Ma il portafoglio è sgonfio
CARRIERE & PROFESSIONI
Supponiamo che un promotore abbia un portafoglio di 10 milioni di euro. Quanto guadagna all' anno ? La risposta ricavata da un' indagine sul campo mostra una cifra inferiore a quanto ci si poteva aspettare: 40 mila euro lordi. Il Mondo è andato a verificare, con l' aiuto di alcuni esperti, la veridicità del dato e la risposta è stata la seguente: considerando un portafoglio in linea con le medie di mercato e composto cioè al 20% da risparmio amministrato e all' 80% da risparmio gestito (a sua volta diversificato al 60% in bond e al 40% suddiviso tra azioni, gestioni patrimoniali in fondi, fondi comuni e sicav), il promotore guadagna una media dello 0,50% di management fee più circa 12 mila euro da operazioni di cross selling (vendita allo stesso cliente di prodotti diversi: conti correnti, polizze vita, mutui). A questo vanno aggiunti gli incentivi che il promotore può percepire sulla raccolta netta, sul raggiungimento degli obiettivi oppure sulla acquisizione di nuova clientela. Così si può salire anche a 55/60 mila euro. Lo scarto su questa cifra può variare del 20% in più o in meno. Ovviamente la politica delle società di dimensioni maggiori è quella di limare al massimo le provvigioni dei promotori finanziari.
 
Scusa, ma come mai in un forum (luogo dove solitamente si scambiano opinioni) tu fai tutti questi copia e incolla?
 
FabioGalletti ha scritto:
Ma il portafoglio è sgonfio
CARRIERE & PROFESSIONI
Supponiamo che un promotore abbia un portafoglio di 10 milioni di euro. Quanto guadagna all' anno ? La risposta ricavata da un' indagine sul campo mostra una cifra inferiore a quanto ci si poteva aspettare: 40 mila euro lordi. Il Mondo è andato a verificare, con l' aiuto di alcuni esperti, la veridicità del dato e la risposta è stata la seguente: considerando un portafoglio in linea con le medie di mercato e composto cioè al 20% da risparmio amministrato e all' 80% da risparmio gestito (a sua volta diversificato al 60% in bond e al 40% suddiviso tra azioni, gestioni patrimoniali in fondi, fondi comuni e sicav), il promotore guadagna una media dello 0,50% di management fee più circa 12 mila euro da operazioni di cross selling (vendita allo stesso cliente di prodotti diversi: conti correnti, polizze vita, mutui). A questo vanno aggiunti gli incentivi che il promotore può percepire sulla raccolta netta, sul raggiungimento degli obiettivi oppure sulla acquisizione di nuova clientela. Così si può salire anche a 55/60 mila euro. Lo scarto su questa cifra può variare del 20% in più o in meno. Ovviamente la politica delle società di dimensioni maggiori è quella di limare al massimo le provvigioni dei promotori finanziari.

Nell'articolo di Plus il giornalista parla di provvigione media sul patrimonio dell' 1%, MI SAPETE DIRE QUALE RETE OFFRE TALE PROVVIGIONE ?????????????
 
saronno ha scritto:
Nell'articolo di Plus il giornalista parla di provvigione media sul patrimonio dell' 1%, MI SAPETE DIRE QUALE RETE OFFRE TALE PROVVIGIONE ?????????????


ci sono reti che arrivano anche al 3% su quello che si riesce a portare via dalla vecchia banca -rete
 
io riporto articoli per discuterne, non per avallo
 
Czar ha scritto:
ci sono reti che arrivano anche al 3% su quello che si riesce a portare via dalla vecchia banca -rete

Non parlo di rigiro del portafoglio ma di normale attività
 
FabioGalletti ha scritto:
« Ora devo ridiscutere un contratto che finora mi ha garantito il reddito di quando lavoravo in filiale , circa 50mila euro annui. Tanto vale tornare indietro » .


Tipica fine dei bancari che passano a Mi Dia L'Anum.


FabioGalletti ha scritto:
« E poi non ho ancora capito le intenzioni della mia rete che professa il multimarca e poi ci remunera pochissimo i prodotti di terzi » .

Qualcuno gli spieghi come funziona la baracca..... :rolleyes:
 
>Scritto da FabioGalletti
« Ora devo ridiscutere un contratto che finora mi ha garantito il reddito di quando lavoravo in filiale , circa 50mila euro annui. Tanto vale tornare indietro » .>Scritto da FabioGalletti
« E poi non ho ancora capito le intenzioni della mia rete che professa il multimarca e poi ci remunera pochissimo i prodotti di terzi » .

Si tratta di estrapolazioni di affermazioni tratte dal primo articolo, come riportate sembrano riferite a me :rolleyes:
 
Ultima modifica:
saronno ha scritto:
Non parlo di rigiro del portafoglio ma di normale attività


normale attività si parla dello 0,8% - 1% per portafogli medio piccoli altrimenti non stai in piedi (parlo di promotori)....se hai portafogli più grandi ..diciamo sopra i 10 mln di euro puoi anche provare ad accontentarti di meno.
ovvio che per raggiungere tali valori ci sono delle scorciatoie (prodotti ricchi)...per cui si ha l'effetto perverso (ma neanche tanto)..che i portafogli piccoli devono pestare duro sulle commissioni se vogliono sopravvivere, ma sono fuori mercato perchè i "grossi" si accontentano di meno.
Non parlo degli sportelli perchè lì ci si basa su logiche diverse.
 
Czar ha scritto:
normale attività si parla dello 0,8% - 1% per portafogli medio piccoli altrimenti non stai in piedi (parlo di promotori)....se hai portafogli più grandi ..diciamo sopra i 10 mln di euro puoi anche provare ad accontentarti di meno.
ovvio che per raggiungere tali valori ci sono delle scorciatoie (prodotti ricchi)...per cui si ha l'effetto perverso (ma neanche tanto)..che i portafogli piccoli devono pestare duro sulle commissioni se vogliono sopravvivere, ma sono fuori mercato perchè i "grossi" si accontentano di meno.
Non parlo degli sportelli perchè lì ci si basa su logiche diverse.

per portafogli piccoli (fino a 5 mln) anche meno,perchè sull'obbligazionario si parla dello 0.50/0.60%, e sul monetario anche meno..... tenendo conto che buona parte dei portafogli sono allocati sull' obbligazionario e che sull'azionario si prende lo 0.80/1.20%, a fine giro per un portafoglio medio si arriva allo 0.65/0.75 di media....naturalmente lordi! :D

p.s. naturlamente tenendo conto di allocare tutto sul gestito,se poi qualcuno fa anche un pò di amministrato guadagna ancora meno ;)
 
4 giugno 2005

Se il pf è pronto a cambiare rete

Professionisti che migrano / La ricerca di Banca Imi sulle tendenze del mercato


S ono 2.195 i promotori finanziari italiani, il 4,9% del totale, che hanno cambiato casacca nel 2004. Complessivamente sono 7.081 i professionisti del risparmio che l'anno scorso hanno chiuso il rapporto con la propria mandante, il 15,6% del totale. La ricerca messa a punto da Banca Imi, giunta alla terza edizione e dedicata al mercato dei promotori finanziari, sottolinea già nel titolo, The silent acquisition, la rilevanza della tendenza in atto: un silenzioso ma assolutamente rilevante trasferimento degli organici da una rete all'altra e una fuoriuscita dal sistema di molti professionisti. Sommati insieme, i pf che hanno cambiato rete rappresenterebbero la settima società del mercato ( vedi tabella qui di lato). Una tendenza ancor più rilevante, per un mercato evidentemente maturo. Le cui strutture puntano a migliorare la redditività soprattutto — se non soltanto — per crescita esterna, incamerando i portafogli altrui o addiritture altre reti, a differenza di altre fasi in cui si puntava sulla formazione di giovani e addetti provenienti dal settore bancario, mentre oggi si assiste ad un fenomeno contrario.
Chi cambia e perchè. I fattori che spipngono i professionisti del risparmio a " cambiare squadra", sono diversi per tipologia di promotore. Secondo la ricerca di Banca Imi i pf senior sono spinti dall'offerta di un miglior supporto da parte della rete alla loro attività, da una strategia più convincente, da una gamma di prodotti valutata più efficiente, dal brand della nuova mandante e da una serie di incentivi: tra questi, è frequente quella che porta alcune reti a pagare al promotore il 2 2,5% del portafoglio portato in dote per i successivi 2/ 3 anni. Diverso il discorso per i pf junior, che più frequentemente cambiano per rispondere alla delusione della propria clientela rispetto ai rendimenti negativi accumulati dalla bolla speculativa hi tech.
Chi ingaggia e chi cede. Tra le reti aggreganti la più dinamica è Azimut, che, secondo Banca Imi, interpreta al meglio il modello della crescita per acquisizione esterna. Da registrare invece la forte fidelizzazione diMediolanum ( unica rete italiana a crescere) nei confronti dei propri pf, che raramente si trasferiscono altrove. Analoga, anche se in musira più contenuta, la dinamica per Xelion. Più accentuata la tendenza al cambiamento nel Sud: nel 2004 in Puglia il 10,7% dei promotori ha cambiato società mandante, il 7.6% in Abruzzo, il 7,2% dei pf della Sardegna, il 7,1% della Campania, mentre anche in Piemonte ha cambiato rete il 5,7% dei promotori.
Le prospettive. Lo studio di Banca Imi regista un processo di concentrazione del mercato, con prospettive di riduzione del numero dei player. « Le reti sono negozi di cristallo — dice Luigi Grignaffini, capo della ricerca di Banca Imi — a gestirle saranno sempre più necesssari uomini che vengono dalla rete o che le sappiano gestire » .
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/plus040605as2.html
 
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