Rischio Cambio - Hedging

clash4

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Apro una discussione dedicata (soprattutto ai principianti come me) in quanto ultimamente si parla spesso di questo aspetto, e sarebbe interessante spostare i messaggi (chiedo ai moderatori se fattibile) ragruppando in un unico posto un pò tutte le considerazioni fatte dai più esperti (Dedalo, Greedy, ecc..) valutando sia i pro e i contro.

metto un link all'interessante discussione di inizio mese dove ci sono molti spunti:
https://www.finanzaonline.com/forum...za-portafoglio-e-tranquillita-vol-ix-175.html

Io parto dalle solite considerazioni base lette che riporto (se ho scritto qualche errore ditemi che correggo):

$ DEBOLE - € FORTE - SI rischio cambio se vendo prodotti quotati in USD, converrebbe comprare.
1,00 € = 1,30 $
0,83 € = 1,00 $

$ FORTE - € DEBOLE - NO rischio cambio se vendo prodotti quotati in USD, non converrebbe comprare.
1,00 € = 0,90 $
1,11 € = 1,00 $

Altre considerazioni di carattere generale:
- Sull'azionario c'è più volatilità quindi il rischio cambio si fa meno sentire rispetto all'obbligazionario
- Se faccio un PAC sono meno esposto al rischio cambio in quanto medio nel tempo con le entrate rispetto ad un PIC
- Come visto sopra a seconda del periodo storico il rischio cambio può essere anche un'opportunità, se ho un drowdown e $ debole ha più senso fare un PIC su prodotti non hedged e viceversa.

Sarebbe a tal proposito interessante nei fogli excell o google finance tenere monitorato oltre al PMC anche il cambio medio, è fattibile/sensato secondo voi?
 
diciamo che siamo nella fascia bassa storicamente guardando del cambio eur\usd, il dollaro in pratica è vicino ai suoi massimi assoluti di sempre sull'euro, quindi in TEORIA da qui è piu facile che si deprezzi e questo si riflette in tutto cio che è quotato in dollari, hedgiare però ha un costo alla lunga non conviene mai, solo per operazioni di corta media durata
 
Apro una discussione dedicata (soprattutto ai principianti come me) in quanto ultimamente si parla spesso di questo aspetto, e sarebbe interessante spostare i messaggi (chiedo ai moderatori se fattibile) ragruppando in un unico posto un pò tutte le considerazioni fatte dai più esperti (Dedalo, Greedy, ecc..) valutando sia i pro e i contro.

metto un link all'interessante discussione di inizio mese dove ci sono molti spunti:
Portafoglio pigro, consistenza portafoglio e tranquillità (Vol IX)

Io parto dalle solite considerazioni base lette che riporto (se ho scritto qualche errore ditemi che correggo):

$ DEBOLE - € FORTE - SI rischio cambio se vendo prodotti quotati in USD, converrebbe comprare.
1,00 € = 1,30 $
0,83 € = 1,00 $

$ FORTE - € DEBOLE - NO rischio cambio se vendo prodotti quotati in USD, non converrebbe comprare.
1,00 € = 0,90 $
1,11 € = 1,00 $
Non sono sicuro di aver interpretato bene le tue considerazioni, ma direi che il rischio di cambio ce l'hai sempre, anche quando il $ è debole rispetto all'euro già in partenza. Perché non puoi sapere se il tasso di cambio sarà a tuo favore o meno al termine del tuo investimento. Inoltre, anche laddove fosse invariato quando disinvesti o si fosse mosso a tuo favore, tu hai sopportato comunque un rischio: quello di una maggiore volatilità del tuo investimento rispetto a quella dell'investitore americano sullo stesso strumento (perché il $ è la sua valuta).

Altre considerazioni di carattere generale:
- Sull'azionario c'è più volatilità quindi il rischio cambio si fa meno sentire rispetto all'obbligazionario
Vero, assumendo però che le cose vadano bene. Se dopo 25 anni ho guadagnato il 1000% (butto lì una cifra tonda) su un investimento non hedgiato, chi se ne frega se l'investimento hedgiato avrebbe fatto il 1200%. Ma ho perso il 200%, su certe cifre non sono bruscolini. Ovviamente, l'investimento hedgiato avrebbe potuto fare l'800%, si torna al discorso che non si può sapere a priori l'impatto del rischio di cambio. Ma c'è e potrebbe essere alto anche su un investimento azionario in valore assoluto, anche se meno in % (il 200% è il 20% di 1000%, ad esempio).
Questo senza scomodare (di nuovo) la maggior volatilità che l'investimento non hedgiato avrà rispetto a quello hedgiato (o dell'area euro, lo includo nell' "hedgiato" anche se non è proprio la stessa cosa).

E se le cose andassero male? Se i mercati azionari smentissero il passato e fra 25 anni invece di guadagnare il 1000% il rendimento fosse 0 o addirittura negativo? Magari un -20%. Lì il rischio di cambio farebbe la voce grossa, perché il -20% potrebbe anche diventare -40% (o peggio) oppure assumere un valore positivo. Insomma, è improbabile ma come sempre quando le cose vanno male ogni ulteriore variabile negativa avrebbe un impatto più grosso. Non si può escludere niente a priori.

- Se faccio un PAC sono meno esposto al rischio cambio in quanto medio nel tempo con le entrate rispetto ad un PIC
Non ho fatto test specifici ma anche seguendo la logica direi che nel PAC si mitiga sia il rischio mercato che il rischio di cambio.

- Come visto sopra a seconda del periodo storico il rischio cambio può essere anche un'opportunità, se ho un drowdown e $ debole ha più senso fare un PIC su prodotti non hedged e viceversa.

Sarebbe a tal proposito interessante nei fogli excell o google finance tenere monitorato oltre al PMC anche il cambio medio, è fattibile/sensato secondo voi?
Mi ricollego alla prima risposta e aggiungo che è forse impossibile stimare il tasso di cambio, che è una delle variabili finanziarie più imprevedibili. La tua logica non è sbagliata, ma se il $ debole rimane tale o si indebolisce ulteriormente nei prossimi 30 anni? (o viceversa). O, che poi è lo stesso ai fini del rendimento dell'investimento, se il $ debole si rafforza ma poi si indebolisce proprio quando tu vorresti disinvestire?
 
Credo che sull'hedging, soprattutto sull'azionario, sia utile leggere questo passaggio tratto da un ottimo sito:
https://www.bankeronwheels.com/etf-currency-risk/
In buona sostanza non ha senso hedgiare su azionario se non nel corto periodo.
Come al solito poi, spetta agli utenti valutare e trarre le proprie conclusioni
Tra le altre cose, ho già chiesto in altri post, senza risposta, alcune info sull'hedging che ripropongo qua:

-esistono versione hedge per investitori americani che comprano prodotti in €?
-fino a che punto copre l'hedge la possibile svalutazione USD/€? Esiste un limite?
Grazie
 
Non sono sicuro di aver interpretato bene le tue considerazioni, ma direi che il rischio di cambio ce l'hai sempre, anche quando il $ è debole rispetto all'euro già in partenza. Perché non puoi sapere se il tasso di cambio sarà a tuo favore o meno al termine del tuo investimento. Inoltre, anche laddove fosse invariato quando disinvesti o si fosse mosso a tuo favore, tu hai sopportato comunque un rischio: quello di una maggiore volatilità del tuo investimento rispetto a quella dell'investitore americano sullo stesso strumento (perché il $ è la sua valuta).

Mi ricollego alla prima risposta e aggiungo che è forse impossibile stimare il tasso di cambio, che è una delle variabili finanziarie più imprevedibili. La tua logica non è sbagliata, ma se il $ debole rimane tale o si indebolisce ulteriormente nei prossimi 30 anni? (o viceversa). O, che poi è lo stesso ai fini del rendimento dell'investimento, se il $ debole si rafforza ma poi si indebolisce proprio quando tu vorresti disinvestire?

Si certo quello che dici è corretto, io mi sono basato sullo storico a partire dal 2001-2002 da quando è nato l'euro. Siamo partiti con il dollaro molto forte circa 1€=0,9$, per arrivare tra il 2008 e il 2014 al punto più debole del USD sull'EUR (1,56-1,30), per poi di nuovo tornare a rafforzarsi fino ad oggi che siamo a valori vicini a quelli del 2002. Diciamo che in un orizzonte temporale di 10 anni abbiamo visto i due antipodi.
Quello che dico io, è che se investo in un orizzonte temporale di 15-20 anni posso tenerne conto. Ad esempio quando mancano 5 anni al mio orizzonte temporale e il USD è a 1,0 - 0,9 potrei pensare di iniziare a vendere capitale investito anticipando magari la scadenza che mi ero dato. Viceversa in questo momento se ho della liquidità da investire attendo ad entrare in PIC su VWCE anche dovesse fare -15% da qui a fine anno perchè statisticamente sono sotto la media del cambio quindi preferisco andare con un PAC trimestrale in modo tale da mediare, oppure compro un hedged.

esempio estremo: domani VWCE ha un crollo del 15% e decido di investire in PIC 50.000 € con cambio €/$=0,90 ovvero 45.000 USD
tra x anni vendo con ipotesi rendimento 0 ma cambio €/$=1,30 i 45.000 USD diventano 34.615 €
ho perso il 23%
oppure vista al contrario devo fare un gain del 44,4% circa (45.000$*1,444=65.000 / 1,30 = 50.000 €) per uscire in parità senza perdite.
chiaro che siamo in un esempio estremo entro con tutto il capitale con dollaro forte e vendo in blocco con dollaro debole.

Diciamo che io in veste di principiante nel mondo della finanza, in questo momento storico sarei molto cauto ad entrare in PIC anche in caso di forte recessione del mercato azionario con l'euro così debole.
 
Ultima modifica:
diciamo che siamo nella fascia bassa storicamente guardando del cambio eur\usd, il dollaro in pratica è vicino ai suoi massimi assoluti di sempre sull'euro, quindi in TEORIA da qui è piu facile che si deprezzi e questo si riflette in tutto cio che è quotato in dollari, hedgiare però ha un costo alla lunga non conviene mai, solo per operazioni di corta media durata

Quello che dici non è corretto. Sarebbe opportuno smettere di fare disinformazione.
 
Credo che sull'hedging, soprattutto sull'azionario, sia utile leggere questo passaggio tratto da un ottimo sito:
https://www.bankeronwheels.com/etf-currency-risk/
In buona sostanza non ha senso hedgiare su azionario se non nel corto periodo.
Come al solito poi, spetta agli utenti valutare e trarre le proprie conclusioni
Tra le altre cose, ho già chiesto in altri post, senza risposta, alcune info sull'hedging che ripropongo qua:

-esistono versione hedge per investitori americani che comprano prodotti in €?
-fino a che punto copre l'hedge la possibile svalutazione USD/€? Esiste un limite?
Grazie

Quell'articolo parte spesso dall'ottica dell'investitore americano. Non è la stessa cosa e quello che c'è scritto è in certi casi quantomeno discutibile.

Per quanto riguarda l'hedge per gli investitori americani che comprano prodotti in € (o GBP, JPY ecc.), certo che esiste. Perché non dovrebbe? Esistono, nonostante il problema del rischio di cambio sia per gli americani enormemente più contenuto di quello degli investitori dell'area euro.

Sulla seconda domanda, esiste hedging giornaliero o mensile: quest'ultimo è più diffuso (credo) ma un buon grado di copertura dovrebbe comunque essere assicurato.
 
Si certo quello che dici è corretto, io mi sono basato sullo storico a partire dal 2001-2002 da quando è nato l'euro. Siamo partiti con il dollaro molto forte circa 1€=0,9$, per arrivare tra il 2008 e il 2014 al punto più debole del USD sull'EUR (1,56-1,30), per poi di nuovo tornare a rafforzarsi fino ad oggi che siamo a valori vicini a quelli del 2002. Diciamo che in un orizzonte temporale di 10 anni abbiamo visto i due antipodi.
Quello che dico io, è che se investo in un orizzonte temporale di 15-20 anni posso tenerne conto. Ad esempio quando mancano 5 anni al mio orizzonte temporale e il USD è a 1,0 - 0,9 potrei pensare di iniziare a vendere capitale investito anticipando magari la scadenza che mi ero dato. Viceversa in questo momento se ho della liquidità da investire attendo ad entrare in PIC su VWCE anche dovesse fare -15% da qui a fine anno perchè statisticamente sono sotto la media del cambio quindi preferisco andare con un PAC trimestrale in modo tale da mediare, oppure compro un hedged.

esempio estremo: domani VWCE ha un crollo del 15% e decido di investire in PIC 50.000 € con cambio €/$=0,90 ovvero 45.000 USD
tra x anni vendo con ipotesi rendimento 0 ma cambio €/$=1,30 i 45.000 USD diventano 34.615 €
ho perso il 23%
oppure vista al contrario devo fare un gain del 44,4% circa (45.000$*1,444=65.000 / 1,30 = 50.000 €) per uscire in parità senza perdite.
chiaro che siamo in un esempio estremo entro con tutto il capitale con dollaro forte e vendo in blocco con dollaro debole.

Diciamo che io in veste di principiante nel mondo della finanza, in questo momento storico sarei molto cauto ad entrare in PIC anche in caso di forte recessione del mercato azionario con l'euro così debole.

Modificare la strategia di investimento per far fronte al possibile andamento del tasso di cambio è - secondo me - un errore.

Lo puoi fare, ma credo che i rischi siano molto più alti dei benefici.
 
Modificare la strategia di investimento per far fronte al possibile andamento del tasso di cambio è - secondo me - un errore.

Lo puoi fare, ma credo che i rischi siano molto più alti dei benefici.

Riprendo questa discussione, visto che siamo arrivati sotto la parità EUR/USD.

Secondo voi sarebbe pensabile una strategia PAC VA in cui si considera anche il cambio EUR/USD oltre al prezzo delle quote che stiamo comprando? Voglio dire con EUR debole, nel mio PAC compro meno azioni quotate in USD e viceversa.
E’ mai stata pensata una strategia del genere?

Mi rendo conto che può essere complessa. Però si può impostare un file Excel che calcola il numero di quote da comprare considerando sia il valore corrente delle quote (come per un normale PAC VA), che anche questa “correzione” rispetto al cambio. Fatto il lavoro una volta, poi l’Excel viene applicato mese per mese (in caso di PAC mensile).
 
in un PAC la copertura del cambio non ha molto senso a meno che il PAC non abbia una durata nel tempo limitata (es. voglio investire una somma suddivisa in 1 anno o 2).

Piuttosto ha senso investire ora su etf world non hedged con un PIC? o meglio andare su IWDE che è coperto sul rischio cambio?
idem per acquistare etf su sp500
 
in un PAC la copertura del cambio non ha molto senso a meno che il PAC non abbia una durata nel tempo limitata (es. voglio investire una somma suddivisa in 1 anno o 2).

Piuttosto ha senso investire ora su etf world non hedged con un PIC? o meglio andare su IWDE che è coperto sul rischio cambio?
idem per acquistare etf su sp500

Stamattina avevo la rata del mio pac su Vuaa che è un etf su SP500 non hedged. Mi tremavano le mani. Paradossalmente con l’euro sulla parità o addirittura sotto, questo etf sullo Sp500 è praticamente sui massimi di sempre…
 
Ho fatto una prova considerando il cash SPX come riferimento assoluto e poi due etf:
- IUSE coperto sul cambio
- CSSPX senza copertura del rischio

Siccome gli etf sono stati quotati a partire dal 2011 circa ho calcolato il rendimento complessivo dal 1 Gennaio 2012 al picco di fine 2021. Risultato:
- spx: +280%
- iuse: +275%
- csspx: +400%

Credo si possa dedurre che l'IUSE lavora bene rispetto all'indice con un ter a basso impatto. Il csspx ha sempre avuto un cambio favorevole che nel periodo citato è andato da 1,45 a 1,00 e ha enfatizzato i guadagni. Se ipotizziamo un ritorno alla media anche per i cambio si capisce che uno strumento non coperto - nel futuro prossimo - sarà penalizzato.
--> a mio avviso importante per chi fa un PIC andare su strumento coperto. Solo chi ha fa un PAC con durata elevata può andare/continuare su strumento non coperto.

Unico "contro" dello strumento coperto è il costo della copertura che come sappiamo è proporziale al differenziale dei tassi ma potrebbe essere poca cosa rispetto all'apprezzamento dell'euro
 
Stamattina avevo la rata del mio pac su Vuaa che è un etf su SP500 non hedged. Mi tremavano le mani. Paradossalmente con l’euro sulla parità o addirittura sotto, questo etf sullo Sp500 è praticamente sui massimi di sempre…

Sì, non solo per il discorso cambio però...l'indice ha recuperato nel mese di luglio tipo il 15%, anche questo aiuta diciamo.
Poi certo in questo momento storico il cambio amplifica gli effetti, così come quando l'indice faceva meno 20 rispetto ai massimi di inizio anno, questo etf perdeva circa il 13 - 15% (percentuali messe un po ad occhio, vado a memoria).
 
Ho fatto una prova considerando il cash SPX come riferimento assoluto e poi due etf:
- IUSE coperto sul cambio
- CSSPX senza copertura del rischio

Siccome gli etf sono stati quotati a partire dal 2011 circa ho calcolato il rendimento complessivo dal 1 Gennaio 2012 al picco di fine 2021. Risultato:
- spx: +280%
- iuse: +275%
- csspx: +400%

Credo si possa dedurre che l'IUSE lavora bene rispetto all'indice con un ter a basso impatto. Il csspx ha sempre avuto un cambio favorevole che nel periodo citato è andato da 1,45 a 1,00 e ha enfatizzato i guadagni. Se ipotizziamo un ritorno alla media anche per i cambio si capisce che uno strumento non coperto - nel futuro prossimo - sarà penalizzato.
--> a mio avviso importante per chi fa un PIC andare su strumento coperto. Solo chi ha fa un PAC con durata elevata può andare/continuare su strumento non coperto.

Unico "contro" dello strumento coperto è il costo della copertura che come sappiamo è proporziale al differenziale dei tassi ma potrebbe essere poca cosa rispetto all'apprezzamento dell'euro

E se invece l’euro continuasse a scendere rispecchiando la decadenza economica dell’Europa rispetto agli usa e ad altre parti del mondo? In fondo parliamo di un continente sempre più anziano, con un grave deficit demografico e senza risorse naturali. E se addirittura fra 10 anni l’euro non esistesse più?
Non ci sono certezze, secondo me, ne sul breve ne sul lungo periodo.
 
certezze non ce ne sono, vero.
Però c'è sempre la tendenza a tornare sui valori medi...quindi ad un apprezzamento dell'euro.
Se invece l'euro dovesse scendere amen....farai le stesse performance dell'indice spx che è poi lo scopo del ns investimento
 
Ho fatto una prova considerando il cash SPX come riferimento assoluto e poi due etf:
- IUSE coperto sul cambio
- CSSPX senza copertura del rischio

Siccome gli etf sono stati quotati a partire dal 2011 circa ho calcolato il rendimento complessivo dal 1 Gennaio 2012 al picco di fine 2021. Risultato:
- spx: +280%
- iuse: +275%
- csspx: +400%

Credo si possa dedurre che l'IUSE lavora bene rispetto all'indice con un ter a basso impatto. Il csspx ha sempre avuto un cambio favorevole che nel periodo citato è andato da 1,45 a 1,00 e ha enfatizzato i guadagni. Se ipotizziamo un ritorno alla media anche per i cambio si capisce che uno strumento non coperto - nel futuro prossimo - sarà penalizzato.
--> a mio avviso importante per chi fa un PIC andare su strumento coperto. Solo chi ha fa un PAC con durata elevata può andare/continuare su strumento non coperto.

Unico "contro" dello strumento coperto è il costo della copertura che come sappiamo è proporziale al differenziale dei tassi ma potrebbe essere poca cosa rispetto all'apprezzamento dell'euro

Penso, ma magari mi sbaglio, che il confronto tra spx e iuse non tenga conto dei dividendi che sono esclusi dal spx mentre sono inclusi nel iuse, penso che bisogni sostituire spx con l ETF spy (ammesso che sia ad accumulazione ma non ricordo). Penso, e ripeto magari mi sbaglio, che l'hedging abbia costi mostruosi.
 
Penso, ma magari mi sbaglio, che il confronto tra spx e iuse non tenga conto dei dividendi che sono esclusi dal spx mentre sono inclusi nel iuse, penso che bisogni sostituire spx con l ETF spy (ammesso che sia ad accumulazione ma non ricordo). Penso, e ripeto magari mi sbaglio, che l'hedging abbia costi mostruosi.

Magari ti sbagli.

Sul costo dell'hedging non ripeto quanto già scritto mille volte in questa sezione. Per il resto ti chiedo: se l'hedging - OGGI - non costasse quello che costa, vorrebbe dire che l'investitore dell'area euro potrebbe ottenere i rendimenti obbligazionari US (maggiori di quelli area euro, OGGI) senza rischio di cambio. Ti sembra possibile?
 
Magari ti sbagli.

Sul costo dell'hedging non ripeto quanto già scritto mille volte in questa sezione. Per il resto ti chiedo: se l'hedging - OGGI - non costasse quello che costa, vorrebbe dire che l'investitore dell'area euro potrebbe ottenere i rendimenti obbligazionari US (maggiori di quelli area euro, OGGI) senza rischio di cambio. Ti sembra possibile?

Però vi sono situazioni in cui è comunque possibile capire la tendenza di lungo periodo sul cambio in base alle manovre sui tassi o situazioni geopolitiche; sempre nel lungo periodo coprirsi da cambio è un costo inutile da sopportare se parliamo di valute forti.Ha senso sovrapesare o sottopesare obbligazioni in valuta in base al contesto.
 
Però vi sono situazioni in cui è comunque possibile capire la tendenza di lungo periodo sul cambio in base alle manovre sui tassi o situazioni geopolitiche; sempre nel lungo periodo coprirsi da cambio è un costo inutile da sopportare se parliamo di valute forti.Ha senso sovrapesare o sottopesare obbligazioni in valuta in base al contesto.

No, non ci sono tendenze prevedibili. Nell'andamento dei tassi di cambio di valute forti (e non solo) non è possibile capire alcuna tendenza, dal momento che la loro evoluzione è un processo random walk, casuale.

Nessuna possibilità di previsione quindi. Non lo dico io, ma decenni di studi alla ricerca di un modello che riesca a far meglio del random walk. Chi non è d'accordo, tra gli studiosi, è perché ha utilizzato modelli complicatissimi che hanno "funzionato" solo su certe coppie di valute per periodi limitati di tempo. Un po' pochino.

Sovrapesare o sottopesare le obbligazioni in valuta non è altro che una scommessa col 50% di probabilità di azzeccarci. A volte può andar bene, a volte andrà male. Nel lungo termine, sarà difficile far meglio in termini di rendimento ma una cosa è certa: l'investimento sarà molto più volatile.

E ancora sul costo inutile nel coprire il cambio:
1) nel lungo termine non è detto che sia un costo.
2) chi si copre, lo fa con uno scopo ben preciso. E no, non è inutile neppure nel lungo termine, a maggior ragione in ambito obbligazionario.
 
Generalmente, pubblico un articolo alla settimana sul sito.

Se non è contro le regole del forum, posterei i link dei nuovi articoli su questo thread e ovviamente, se qualcuno è interessato, può fare domande o commenti.

L'articolo di lunedì è stato questo:

https://www.dedaloinvest.com/education/finanza-comportamentale/confusion-de-confusiones-1688

Buongiorno; ho provato a leggere nella discussione ma non sono riuscito a capire se il costo dell'hedge sia una stima desunta da ( quali ?) elementi oppure esiste una voce di costo specifica nel prospetto dei prodotti;

Leggendo i tuoi articoli mi sono chiesto perché molti consulenti preferiscono avere la parte in etf azionari NON hedgiata ma evidenziare che sia meglio hedgiare la parte obbligazionaria
 
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