Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori ma non di gestori

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Fondi, nel semestre gli italiani hanno reso la metà di quelli Ue

I dati Tosetti Value

Se dal Covid ci si poteva aspettare una svolta, i prodotti del risparmio gestito targati Italia non
l’hanno colta, non ancora almeno.
I loro rendimenti sono sì positivi, ma quando li si confronta con i prodotti commercializzati in Europa
dalle altre case internazionali il divario resta evidente.

La prima metà 2021 si è chiusa con una
performance positiva media dell’ 8% per le 30 principali società di investimento per masse gestite a
livello europeo e di poco più della metà (+4,1%) per i gestori italiani
 
In realtà I gestori italiani sono i migliori in Europa a fare profitti.

Le performance vengono in secondo piano e interessano marginalmente
 
Le tre colonne indicano

1 l'aumento assoluto in milioni di Euro delle masse amministrate
2 l'aumento relativo in %
3 in verde, il rendimento da inizio anno al 30.6 degli italiani.
 

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100 lire (Euro) date a questo signore

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sono diventate mediamente 108,7 in tre anni
 

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Infine il commento amaro di Tosetti, su questo divario tra gestori che tende via via ad allargarsi anno dopo anno.

Non ci sono piu' talenti rimasti in Italia. :'(

«Occorre spingere le Sgr italiane a investire in
talenti per riportare nel nostro Paese masse sfuggite verso l’estero», auspica Tosetti:
«Fare squadra e cercare comportamenti più virtuosi».
 
Io non conosco i dati nel dettaglio, ma il divario tra Italia ed Europa (nonché tra banche diverse) potrebbe essere dovuto anche alle diverse asset allocation "medie"? I btp che escono dalle orecchie ai fondi italiani possono avere calmierato, per così dire, le performance rispetto ad allocazioni più azionarie?
 
100 lire (Euro) date a questo signore

Vedi l'allegato 2780688

sono diventate mediamente 108,7 in tre anni

Poteva andare peggio scegliendo, per esempio Azimut, con cui si sarebbe pagato quasi il doppio per avere un montante minore. Anche se queste sono medie del pollo (nel senso di Trilussa, non di cliente!)
 
Poteva andare peggio scegliendo, per esempio Azimut, con cui si sarebbe pagato quasi il doppio per avere un montante minore.

In tre anni:

Vanguard +30%, soldi "rubati" di commissioni 0,62%

Black Rock +28%, soldi "rubati" di commissioni 2%

Pietro Giulìàni +7%, l'altro dato guardatelo dallo specchietto.
 
Non per difendere la patria ma penso ci siano molte variabili in gioco, una tra tutte la propensione al rischio che in Italia non è certamente la stessa degli altri paesi, per "definizione" siamo un popolo di risparmiatori non di investitori
 
Per me tra qualche anno salteranno tutti per aria. Ora con un pigro 60-40 senza nessun talento che ha reso 10% lanno continuano a truffare, quando il rendimento annuale scenderà al 4-5% e i loro fondi bidone andranno tutti sotto zero voglio vedere chi gli lascia i soldi.Bye bye Banchette stivalette, non ci mancherete
I talenti da quel dì che hanno abbandonando le banchette, tempio di mediocrità e clientelismo nepotista
 
Ultima modifica:
Io non conosco i dati nel dettaglio, ma il divario tra Italia ed Europa (nonché tra banche diverse) potrebbe essere dovuto anche alle diverse asset allocation "medie"? I btp che escono dalle orecchie ai fondi italiani possono avere calmierato, per così dire, le performance rispetto ad allocazioni più azionarie?

Mi sa che un BTP decennale da metà 2018 ha fatto molto più del 7-8%, anche con l'odiata "replica passiva".

Conosco i prodotti sia di case italiane che estere ed a parità di asset allocation non c'è paragone. Un fondo contenuto in polizza di blackrock aveva fatto da quando un cliente lo sottoscrisse nel 2011 il triplo del fondo identico di casa italiana che non cito... costi identici, percentuale azionario e bond identica...😔

Il problema vero, diciamolo, è che se un gestore si siede alla sua postazione ed ha già una lista di gente che gli chiede i soldi... ci vuole troppa bravura... (IMHO)
 
n fondo contenuto in polizza di blackrock aveva fatto da quando un cliente lo sottoscrisse nel 2011 il triplo del fondo identico di casa italiana che non cito... costi identici, percentuale azionario e bond identica...

Ciao Bow, come lo spieghi a livello tecnico?
 
Quando si parla di gestori italiani, si intendono compresi anche gli estero-vestiti?

Perchè una società come Anima che ha acquisito anche i fondi Gestielle, ha % molto in fondi di diritto italiano, per contro Azimut ha ormai pochissimo e ha fatto spostare quasi tutto sui suoi fondi di diritto estero.

D'altro lato, molte società estere comprendono anche credo gli ETF che sono il 100% (Vanguard) o comunque più della metà delle masse (Blackrock).

Molti fondi di diritto italiano fanno una specie di gestione (non entro nel merito della qualità) sovente comprando ETF di terzi, quindi un investitore anziano inesperto con bassa preparazione scolastica e assolutamente incapace di comprare ETF o investire online, con un fondo Eurizon multi-asset trova una gestione completa, ma non sarebbe mai in grado di accedere da solo agli ETF in modo coerente. Meglio un fondo Eurizon che consigli del bancario a vanvera.

Quindi le classifiche fatte in modo incoerente dicono tutto e dicono niente.

Se anche ci fossero nuovi gestori attivi italiani molto bravi, non avrebbero modo di esprimersi in un contesto che privilegia le società con grossi numeri distributivi e non gradisce gli assoli. Guardate le masse di AcomeA e vedrete che ciò che conta è la forza distributiva e non la qualità. O anche fondi ben gestiti su alcuni mercati specifici come sull'azionario Italia come qualcuno di Albemarle.

Il sostanziale fallimento della sezione AT di Borsa italiana testimonia questa situazione:

- ai grossi gestori esteri non interessa quotarsi per non fare concorrenza ai loro maggiori distributori
- ai pochissimi indipendenti anche con gestori validi, se si quotano, lo fanno sovente con categorie care in termini commissionali, dato che hanno masse molto scarse

Tosetti Value è un gestore attivo e a quanto ricordo gestisce in delega alcuni comparti dei fondi esterovestiti di BancaGenerali, decisamente cari in termini commissionali.

Inoltre va considerato che non basta avere un gestore al top nel suo mercato di riferimento, magari l'azionario Indiano, perchè ciò che conta è una gamma sufficiente per essere appetibile ad un distributore e alla maggior parte dei profili dei clienti, quindi conta la gamma per fare le masse e in mancanza si va su di commissioni più care, altrimenti non si coprono i costi fissi. Se anche ci fosse il gestore italiano top nel fondo azioni India, la società di gestione che lo assume devo obbligatoriamente avere comparti o fondi bilanciato, obbligazionari ecc. e quindi dovrebbe avere il top dei gestori per ciascuna asset class.

Poi va considerato che alcuni risultati arrivano solo se ti prendi posizioni nette fuori media e nel tempo tendenzialmente la paghi.

Io, nel mio non dico piccolo ma in questo caso piccolissimo, ho trovato una modalità in collaborazione con alcuni analisti per dare consigli ai clienti su azioni (USA e Europa) con stile potrei dire Quality e incredibilmente (anche perchè non sto facendo le gare) i risultati negli ultimi anni sono gli stessi del Global Quality di Morgan Stanley però con minor volatilità. Ovviamente comprando singole azioni, nel complesso il portafoglio è fiscalmente efficiente rispetto a comprare solo fondi. Questo solo per dire che non è poi così difficile gestire un fondo globale quality standard (perchè se ci riesco io che non sono un gestore, evidentemente non è così difficile), però se fossi un gestore di fondi che vuole andare oltre la media del settore, come il Global Opportunities, ecco che dovrei prendere posizioni più diciamo aggressive aumentando le possibilità di errore nel tempo. Se fossi un gestore e avessi queste qualità, andrei a lavorare per qualche big estero, perchè un SGR italiana BIG non è così interessata al fondo di questo tipo mentre una piccola ha sempre il problema delle masse e non bastano i risultati per farle crescere, occorrono i distributori BIG.
 
Meglio un fondo Eurizon che consigli del bancario a vanvera.

Questa non l'ho capita: Eurizon sicuramente te lo consiglia il bancario.

Sulla vanvera è una questione di invilucro:
- i grandi professionisti delle "Reti" si fanno fregio d'onore oggi reclutare principalmente bancari (invece che rappresentanti porta a porta come 'una volta') e lì magicamente il bancario con i consigli a vanvera diventa il giorno dopo un grande private banker manager di sé stesso in una grande realtà leader del wealth management.
Diciamo che DIPENDE: ho conosciuto bancari (pochi) che hanno gestito centinaia di milioni per 30 anni e avessero potuto fare liberamente 'a vanvera' avrebbero fatto molto meglio dei grandi gestori bocconiani, e ovviamente ex cassieri o ex postini messi la dopo che gli hanno illustrato dove si fa firmare il modulo e gli si è data una lista di numeri cui telefonare.

Parliamo degli errori clamorosi che tanti gestori fanno con gli AUM che gli vengono affidati, e che spesso sono la regola (cioè in alcune case è difficile trovare il fondo non gestito con i piedi rispetto piuttosto che qualcosa di "passabile").

Se fossi un gestore e avessi queste qualità, andrei a lavorare per qualche big estero, perchè un SGR italiana BIG non è così interessata al fondo di questo tipo mentre una piccola ha sempre il problema delle masse e non bastano i risultati per farle crescere, occorrono i distributori BIG.

Se ti prendono. Forse le SGR vendono l'idea di realtà meritocratiche basate su risultati etc... ma spesso le logiche sono opposte. Magari un gestore è spinto perché ha un gruppo d'appoggio nei CDA delle aziende che ha favorito come "selezione attiva" negli anni.
 
Per me tra qualche anno salteranno tutti per aria. Ora con un pigro 60-40 senza nessun talento che ha reso 10% lanno continuano a truffare, quando il rendimento annuale scenderà al 4-5% e i loro fondi bidone andranno tutti sotto zero voglio vedere chi gli lascia i soldi.Bye bye Banchette stivalette, non ci mancherete
I talenti da quel dì che hanno abbandonando le banchette, tempio di mediocrità e clientelismo nepotista

In un modo o nell'altro se la caveranno comunque
 
L'italiano medio è rimasto sul conto ad aspettare Godot e non ha preso neanche quei rendimenti.
 
Questa non l'ho capita: Eurizon sicuramente te lo consiglia il bancario.

Sulla vanvera è una questione di invilucro:
- i grandi professionisti delle "Reti" si fanno fregio d'onore oggi reclutare principalmente bancari (invece che rappresentanti porta a porta come 'una volta') e lì magicamente il bancario con i consigli a vanvera diventa il giorno dopo un grande private banker manager di sé stesso in una grande realtà leader del wealth management.
Diciamo che DIPENDE: ho conosciuto bancari (pochi) che hanno gestito centinaia di milioni per 30 anni e avessero potuto fare liberamente 'a vanvera' avrebbero fatto molto meglio dei grandi gestori bocconiani, e ovviamente ex cassieri o ex postini messi la dopo che gli hanno illustrato dove si fa firmare il modulo e gli si è data una lista di numeri cui telefonare.

Parliamo degli errori clamorosi che tanti gestori fanno con gli AUM che gli vengono affidati, e che spesso sono la regola (cioè in alcune case è difficile trovare il fondo non gestito con i piedi rispetto piuttosto che qualcosa di "passabile").



Se ti prendono. Forse le SGR vendono l'idea di realtà meritocratiche basate su risultati etc... ma spesso le logiche sono opposte. Magari un gestore è spinto perché ha un gruppo d'appoggio nei CDA delle aziende che ha favorito come "selezione attiva" negli anni.

Mi è capitato di trovare clienti che fidandosi dei consigli del bancario avevano infilato la serie: Bond Argentina, Parmalat, Pop.Vicenza in questo caso un fondo Eurizon sarebbe stata una alternativa migliore.

Probabilmente a me non arrivano casi di clienti fortunati di bancari, perchè se si trovano bene non cercano alternative. Non metto in dubbio che esistano quelli bravi e professionali ma credo numericamente pochi. Mi chiedo anche come possa fare un bancario di filiale tradizionale a gestire bene centinaia di milioni di euro, a meno che si tratti di clientela ricca; se hai 100 milioni gestiti in filiale con 500 clienti da 200k ciascuno, ogni volta che hai una idea valida da proporre devi contattare 500 persone una per una, spiegare l'idea, ottenere l'approvazione e concretizzarla. Quindi tra il primo che contatti e l'ultimo passano molti giorni e l'impatto di tale idea sui singoli portafogli non potrà mai avere il tempismo di un gestore di fondo attivo. Se dovessi considerare la mia operatività, io dedico dalle 10 alle 40 ore all'anno ad ogni cliente, possiamo fare in media 20 ore ciascuno. Partiamo dall'idea di un numero minimo di ore per seguire bene un cliente medio (con consigli operativi, spiegazioni tecniche a voce e scritte, analisi della situazione, questionari, ecc.), cioè 10 ore anno ma è proprio il minimo e francamente molto poco, se avessi 500 clienti servirebbero 5.000 ore anno di assistenza al cliente. 5.000/11 mesi/4 settimane/6 giorni lavorativi a settimana fa quasi 19 ore al giorno a contatto coi clienti ma dato che servono anche ore di studio e di gestione delle procedure e degli obblighi normativi, è ovvio che non si possa dedicare più di 6 ore al giorno per 6 giorni la settimana ai clienti, quindi 36 ore la settimana contro le 114 circa che sarebbero necessarie avendo 500 clienti e volendo offrire a tutti il livello minimo di qualità di servizio di consulenza.

Ne consegue che un bancario non può in alcun modo offrire consulenza di qualità a 500 clienti. Potrebbe riuscirci, forse, se avesse 100 milioni con 100 clienti da, in media, 1 milione ciascuno. Non credo che sia un caso così frequente.
 
Mi è capitato di trovare clienti che fidandosi dei consigli del bancario avevano infilato la serie: Bond Argentina, Parmalat, Pop.Vicenza in questo caso un fondo Eurizon sarebbe stata una alternativa migliore.

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Anche uno schiaffo in piena faccia fa male ma è sempre meglio di un calcio nei cogl1oni :rolleyes:
 
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