Ciao, vedo che è un tema molto dibattuto quindi vorrei discuterlo a sé stante. Escludiamo il mercato emergente ovviamente.
Non è che sia granché ferrato sul funzionamento tecnico dei bonds. L'argomentazione contro i bonds governativi oggi è che ci siano 3 scenari, tutti e 3 sfavorevoli:
1) si alzano i tassi, gli indici bonds scendono, per poi tornare su quando ciclano dopo qualche anno (paradossalmente sembra essere lo scenario migliore per il futuro dei bonds).
2) I tassi rimangono fermi, i bonds non rendono più e "mangiano" capitale per via di TER e bollo.
3) I tassi scendono sotto zero, gli indici salgono temporaneamente, ma il sottostante comincia a soffrire di autofagia e a lungo termine torniamo al punto di partenza solo peggiorato.
A "logica" non ha alcun senso in nessuno dei casi avere fondi su questo asset, sembra uno scenario lose-lose-lose. Questo è particolarmente problematico per i lazy, i lifestrategy, i bilanciati passivi ecc. perché non si può facilmente uscire dai bonds o uscire implica fare gestione attiva ecc.
L'argomentazione a favore dei bonds sarebbe appunto che evitarli sia fare gestione attiva. Cioè il futuro non si può prevedere. E' un'argomentazione molto astratta, ma vorrei capire concretamente cosa significhi "il futuro non si può prevedere".
Effettivamente il valore sul mercato dei bonds non dipende puramente da tassi e duration, ma da un market sentiment (in particolare ciò che ci si aspetta siano le scelte future sui tassi).
Il valore attuale dei bonds dovrebbe già essere priced in sulle aspettative future.
Quindi perché non crolla di più se la logica contro i bonds è così ferrea?
In ogni caso queste previsioni non quantificano nulla. Di quanto draw down si parla? Tecnicamente, dal punto di vista puramente legato ai tassi, e visto che verranno alzati quasi sicuramente in maniera molto graduale negli anni, si parla da 0.5% a un massimo del 2% una tantum, non annuale. Quindi questa paura sui bonds deriva forse più da una previsione di futuro market sentiment che penalizzi gli indici ben oltre il malus puramente legato ai tassi?
Non è che sia granché ferrato sul funzionamento tecnico dei bonds. L'argomentazione contro i bonds governativi oggi è che ci siano 3 scenari, tutti e 3 sfavorevoli:
1) si alzano i tassi, gli indici bonds scendono, per poi tornare su quando ciclano dopo qualche anno (paradossalmente sembra essere lo scenario migliore per il futuro dei bonds).
2) I tassi rimangono fermi, i bonds non rendono più e "mangiano" capitale per via di TER e bollo.
3) I tassi scendono sotto zero, gli indici salgono temporaneamente, ma il sottostante comincia a soffrire di autofagia e a lungo termine torniamo al punto di partenza solo peggiorato.
A "logica" non ha alcun senso in nessuno dei casi avere fondi su questo asset, sembra uno scenario lose-lose-lose. Questo è particolarmente problematico per i lazy, i lifestrategy, i bilanciati passivi ecc. perché non si può facilmente uscire dai bonds o uscire implica fare gestione attiva ecc.
L'argomentazione a favore dei bonds sarebbe appunto che evitarli sia fare gestione attiva. Cioè il futuro non si può prevedere. E' un'argomentazione molto astratta, ma vorrei capire concretamente cosa significhi "il futuro non si può prevedere".
Effettivamente il valore sul mercato dei bonds non dipende puramente da tassi e duration, ma da un market sentiment (in particolare ciò che ci si aspetta siano le scelte future sui tassi).
Il valore attuale dei bonds dovrebbe già essere priced in sulle aspettative future.
Quindi perché non crolla di più se la logica contro i bonds è così ferrea?
In ogni caso queste previsioni non quantificano nulla. Di quanto draw down si parla? Tecnicamente, dal punto di vista puramente legato ai tassi, e visto che verranno alzati quasi sicuramente in maniera molto graduale negli anni, si parla da 0.5% a un massimo del 2% una tantum, non annuale. Quindi questa paura sui bonds deriva forse più da una previsione di futuro market sentiment che penalizzi gli indici ben oltre il malus puramente legato ai tassi?