minustotale
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Buongiorno, vorrei parlare con voi di una argomento sicuramente già trattato ma che ritengo sia sempre importante ripescare.
L'oggetto del thread è il seguente: quanto impatta la questione fiscale su di un portafoglio a distribuzione e quanto incide sulle sue performance rispetto ad un portafoglio equivalente ad accumulazione?
Io, incuriosito, ho fatto una banalissima simulazione (che si può fare in 5 minuti) e ne ho tratto delle conclusioni. L'argomento l'ho trattato sul mio sito, ripropongo in modo molto sintetico quanto ho osservato e vi chiedo un parere (essendo io giovane devo ancora maturare molta esperienza e vorrei un vostro parere su quanto davvero la fiscalità infici le prestazioni di un portafoglio a distribuzione). Vorrei sottolineare che so benissimo che scegliendo la distribuzione è inevitabile che ci sia un incidenza negativa sul rendimento nel lungo periodo dovuta alla fiscalità, l'oggetto del thread non è, difatti, questo punto ma è piuttosto quello di comprendere quanto negativamente impatta l'aspetto fiscale. Ovviamente in modo approssimativo.
Presupposti
Somma investita: 100;
Portafogli: A (a Distribuzione) e B (ad Accumulazione);
Asset: etf azionari ed obbligazionari;
Orizzonte temporale: 5 anni;
Rendimento annualizzato: 2%;
Ipotesi di un totale reinvestimento di quanto distribuito nel ptf a distribuzione
In questo caso, per effetto della tassazione già dopo 5 anni d’investimento il fondo A (Dist) realizza una performance del +7,62% mentre il fondo B (Acc) del +10,41%.
Però c'è una cruciale considerazione da fare: la somma distribuita non è (quasi) mai coincidente con il rendimento effettivamente conseguito in quell'anno.
Questa constatazione è evidenziabile con un semplice esempio. Prendiamo l'etf IMEU, ossia uno dei più conosciuti e scambiati. IMEU è un etf azionario con benchmark MSCI Europe e nel 2019 ha registrato un rendimento del 26,34%. IMEU ha però distribuito somme per circa un 2.5%, se consideriamo un valore di mercato medio (per il 2019) di euro 33. In questo caso l'etf ha registrato un rendimento (tra aumento di capitale e somme distribuite) ben superiore alla semplice distribuzione (26% vs 2.5%). Al di là dell'esattezza dei numeri, il concetto mi sembra chiaro.
Da qui si può comprendere che l'aspetto fiscale su un portafoglio bilanciato ha un impatto decisamente minore rispetto alla simulazione fatta sopra. Tuttavia, c'è un'altra considerazione da fare: nel caso di etf obbligazionari, la somma distribuita è spesso vicina al rendimento effettivamente ottenuto dal fondo. Non solo, negli etf obbligazionari questa vicinanza tra somma distribuita e rendimento è tanto maggiore quanto minore è la scadenza dei titoli contenuti nel etf.
A questo punto è possibile fare una nuova simulazione ma apportando delle correzioni.
Capitale investito: 100
Rendimento annualizzato: 5
Tipo d’investimento: Bilanciato
Rendimento distribuito dal fondo a distribuzione: la metà (2.5)
Accumulazione
Anno 1 – 105
Anno 2 – 110,25
Anno 3 -115,76
Anno 4 – 121,55
Anno 5 – 127,63
Anno 6 – 134,01
Anno 7 – 140,71
Anno 8 – 147,75
Anno 9 – 155,13
Anno 10 – 162,79
Distribuzione
Anno 1 – 104,35
Anno 2 – 108,89
Anno 3 – 113,63
Anno 4 – 118,57
Anno 5 – 123,73
Anno 6 – 129,11
Anno 7 – 134,72
Anno 8 – 140,59
Anno 9 – 146,70
Anno 10 – 153,08
In un tempo d’investimento di 10 anni, l’accumulazione ha prodotto un incremento di capitale pari a +62,79% mentre la distribuzione pari a +53,08%.
La differenza c'è, ma va considerato che la distribuzione vi da la possibilità di: (i) incrementare le vostre entrate con delle somme pagate periodicamente; (ii) scegliere se reinvestire quanto ricevete (e anche dove reinvestirlo, magari in altri asset) o se godere di quelle somme in altro modo;(iii) vi da tranquillità psicologica nei momenti brutti dei mercati.
Sceglierà la distribuzione chi cerca i vantaggi appena esposti, mentre sceglierà l'accumulazione chi vuole massimizzare l'incremento del capitale investito e non ha necessità di entrate periodiche.
Preciso che ho volutamente non considerato le imposte da pagare una volta vendute le quote degli etf, che abbiate un portafoglio a distribuzione o ad accumulazione poco cambia, al momento della vendita delle quote dovrete pagare l'aliquota fiscale sulle rendite finanziarie (26% o 12.5% a seconda dei casi). Il passaggio è mancante per scelta, il mio obiettivo è quello di evidenziare quanto l'incidenza della fiscalità sia si presente ma non così gravosa.
So che è un ragionamento semplice, ma cosa ne pensate voi? Preferite l'accumulazione o la distribuzione? Perché? E soprattutto, secondo voi l'impatto fiscale è minore rispetto alle simulazioni da me fatte?
Un grazie a chi parteciperà.
L'oggetto del thread è il seguente: quanto impatta la questione fiscale su di un portafoglio a distribuzione e quanto incide sulle sue performance rispetto ad un portafoglio equivalente ad accumulazione?
Io, incuriosito, ho fatto una banalissima simulazione (che si può fare in 5 minuti) e ne ho tratto delle conclusioni. L'argomento l'ho trattato sul mio sito, ripropongo in modo molto sintetico quanto ho osservato e vi chiedo un parere (essendo io giovane devo ancora maturare molta esperienza e vorrei un vostro parere su quanto davvero la fiscalità infici le prestazioni di un portafoglio a distribuzione). Vorrei sottolineare che so benissimo che scegliendo la distribuzione è inevitabile che ci sia un incidenza negativa sul rendimento nel lungo periodo dovuta alla fiscalità, l'oggetto del thread non è, difatti, questo punto ma è piuttosto quello di comprendere quanto negativamente impatta l'aspetto fiscale. Ovviamente in modo approssimativo.
Presupposti
Somma investita: 100;
Portafogli: A (a Distribuzione) e B (ad Accumulazione);
Asset: etf azionari ed obbligazionari;
Orizzonte temporale: 5 anni;
Rendimento annualizzato: 2%;
Ipotesi di un totale reinvestimento di quanto distribuito nel ptf a distribuzione
In questo caso, per effetto della tassazione già dopo 5 anni d’investimento il fondo A (Dist) realizza una performance del +7,62% mentre il fondo B (Acc) del +10,41%.
Però c'è una cruciale considerazione da fare: la somma distribuita non è (quasi) mai coincidente con il rendimento effettivamente conseguito in quell'anno.
Questa constatazione è evidenziabile con un semplice esempio. Prendiamo l'etf IMEU, ossia uno dei più conosciuti e scambiati. IMEU è un etf azionario con benchmark MSCI Europe e nel 2019 ha registrato un rendimento del 26,34%. IMEU ha però distribuito somme per circa un 2.5%, se consideriamo un valore di mercato medio (per il 2019) di euro 33. In questo caso l'etf ha registrato un rendimento (tra aumento di capitale e somme distribuite) ben superiore alla semplice distribuzione (26% vs 2.5%). Al di là dell'esattezza dei numeri, il concetto mi sembra chiaro.
Da qui si può comprendere che l'aspetto fiscale su un portafoglio bilanciato ha un impatto decisamente minore rispetto alla simulazione fatta sopra. Tuttavia, c'è un'altra considerazione da fare: nel caso di etf obbligazionari, la somma distribuita è spesso vicina al rendimento effettivamente ottenuto dal fondo. Non solo, negli etf obbligazionari questa vicinanza tra somma distribuita e rendimento è tanto maggiore quanto minore è la scadenza dei titoli contenuti nel etf.
A questo punto è possibile fare una nuova simulazione ma apportando delle correzioni.
Capitale investito: 100
Rendimento annualizzato: 5
Tipo d’investimento: Bilanciato
Rendimento distribuito dal fondo a distribuzione: la metà (2.5)
Accumulazione
Anno 1 – 105
Anno 2 – 110,25
Anno 3 -115,76
Anno 4 – 121,55
Anno 5 – 127,63
Anno 6 – 134,01
Anno 7 – 140,71
Anno 8 – 147,75
Anno 9 – 155,13
Anno 10 – 162,79
Distribuzione
Anno 1 – 104,35
Anno 2 – 108,89
Anno 3 – 113,63
Anno 4 – 118,57
Anno 5 – 123,73
Anno 6 – 129,11
Anno 7 – 134,72
Anno 8 – 140,59
Anno 9 – 146,70
Anno 10 – 153,08
In un tempo d’investimento di 10 anni, l’accumulazione ha prodotto un incremento di capitale pari a +62,79% mentre la distribuzione pari a +53,08%.
La differenza c'è, ma va considerato che la distribuzione vi da la possibilità di: (i) incrementare le vostre entrate con delle somme pagate periodicamente; (ii) scegliere se reinvestire quanto ricevete (e anche dove reinvestirlo, magari in altri asset) o se godere di quelle somme in altro modo;(iii) vi da tranquillità psicologica nei momenti brutti dei mercati.
Sceglierà la distribuzione chi cerca i vantaggi appena esposti, mentre sceglierà l'accumulazione chi vuole massimizzare l'incremento del capitale investito e non ha necessità di entrate periodiche.
Preciso che ho volutamente non considerato le imposte da pagare una volta vendute le quote degli etf, che abbiate un portafoglio a distribuzione o ad accumulazione poco cambia, al momento della vendita delle quote dovrete pagare l'aliquota fiscale sulle rendite finanziarie (26% o 12.5% a seconda dei casi). Il passaggio è mancante per scelta, il mio obiettivo è quello di evidenziare quanto l'incidenza della fiscalità sia si presente ma non così gravosa.
So che è un ragionamento semplice, ma cosa ne pensate voi? Preferite l'accumulazione o la distribuzione? Perché? E soprattutto, secondo voi l'impatto fiscale è minore rispetto alle simulazioni da me fatte?
Un grazie a chi parteciperà.
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