Distribuzione vs Accumulazione, quanto effettivamente impatta l'aspetto fiscale?

minustotale

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18/12/19
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Buongiorno, vorrei parlare con voi di una argomento sicuramente già trattato ma che ritengo sia sempre importante ripescare.
L'oggetto del thread è il seguente: quanto impatta la questione fiscale su di un portafoglio a distribuzione e quanto incide sulle sue performance rispetto ad un portafoglio equivalente ad accumulazione?

Io, incuriosito, ho fatto una banalissima simulazione (che si può fare in 5 minuti) e ne ho tratto delle conclusioni. L'argomento l'ho trattato sul mio sito, ripropongo in modo molto sintetico quanto ho osservato e vi chiedo un parere (essendo io giovane devo ancora maturare molta esperienza e vorrei un vostro parere su quanto davvero la fiscalità infici le prestazioni di un portafoglio a distribuzione). Vorrei sottolineare che so benissimo che scegliendo la distribuzione è inevitabile che ci sia un incidenza negativa sul rendimento nel lungo periodo dovuta alla fiscalità, l'oggetto del thread non è, difatti, questo punto ma è piuttosto quello di comprendere quanto negativamente impatta l'aspetto fiscale. Ovviamente in modo approssimativo.

Presupposti
Somma investita: 100;
Portafogli: A (a Distribuzione) e B (ad Accumulazione);
Asset: etf azionari ed obbligazionari;
Orizzonte temporale: 5 anni;
Rendimento annualizzato: 2%;
Ipotesi di un totale reinvestimento di quanto distribuito nel ptf a distribuzione

In questo caso, per effetto della tassazione già dopo 5 anni d’investimento il fondo A (Dist) realizza una performance del +7,62% mentre il fondo B (Acc) del +10,41%.

Però c'è una cruciale considerazione da fare: la somma distribuita non è (quasi) mai coincidente con il rendimento effettivamente conseguito in quell'anno.

Questa constatazione è evidenziabile con un semplice esempio. Prendiamo l'etf IMEU, ossia uno dei più conosciuti e scambiati. IMEU è un etf azionario con benchmark MSCI Europe e nel 2019 ha registrato un rendimento del 26,34%. IMEU ha però distribuito somme per circa un 2.5%, se consideriamo un valore di mercato medio (per il 2019) di euro 33. In questo caso l'etf ha registrato un rendimento (tra aumento di capitale e somme distribuite) ben superiore alla semplice distribuzione (26% vs 2.5%). Al di là dell'esattezza dei numeri, il concetto mi sembra chiaro.

Da qui si può comprendere che l'aspetto fiscale su un portafoglio bilanciato ha un impatto decisamente minore rispetto alla simulazione fatta sopra. Tuttavia, c'è un'altra considerazione da fare: nel caso di etf obbligazionari, la somma distribuita è spesso vicina al rendimento effettivamente ottenuto dal fondo. Non solo, negli etf obbligazionari questa vicinanza tra somma distribuita e rendimento è tanto maggiore quanto minore è la scadenza dei titoli contenuti nel etf.

A questo punto è possibile fare una nuova simulazione ma apportando delle correzioni.

Capitale investito: 100
Rendimento annualizzato: 5
Tipo d’investimento: Bilanciato
Rendimento distribuito dal fondo a distribuzione: la metà (2.5)

Accumulazione
Anno 1 – 105
Anno 2 – 110,25
Anno 3 -115,76
Anno 4 – 121,55
Anno 5 – 127,63
Anno 6 – 134,01
Anno 7 – 140,71
Anno 8 – 147,75
Anno 9 – 155,13
Anno 10 – 162,79

Distribuzione
Anno 1 – 104,35
Anno 2 – 108,89
Anno 3 – 113,63
Anno 4 – 118,57
Anno 5 – 123,73
Anno 6 – 129,11
Anno 7 – 134,72
Anno 8 – 140,59
Anno 9 – 146,70
Anno 10 – 153,08

In un tempo d’investimento di 10 anni, l’accumulazione ha prodotto un incremento di capitale pari a +62,79% mentre la distribuzione pari a +53,08%.
La differenza c'è, ma va considerato che la distribuzione vi da la possibilità di: (i) incrementare le vostre entrate con delle somme pagate periodicamente; (ii) scegliere se reinvestire quanto ricevete (e anche dove reinvestirlo, magari in altri asset) o se godere di quelle somme in altro modo;(iii) vi da tranquillità psicologica nei momenti brutti dei mercati.
Sceglierà la distribuzione chi cerca i vantaggi appena esposti, mentre sceglierà l'accumulazione chi vuole massimizzare l'incremento del capitale investito e non ha necessità di entrate periodiche.

Preciso che ho volutamente non considerato le imposte da pagare una volta vendute le quote degli etf, che abbiate un portafoglio a distribuzione o ad accumulazione poco cambia, al momento della vendita delle quote dovrete pagare l'aliquota fiscale sulle rendite finanziarie (26% o 12.5% a seconda dei casi). Il passaggio è mancante per scelta, il mio obiettivo è quello di evidenziare quanto l'incidenza della fiscalità sia si presente ma non così gravosa.


So che è un ragionamento semplice, ma cosa ne pensate voi? Preferite l'accumulazione o la distribuzione? Perché? E soprattutto, secondo voi l'impatto fiscale è minore rispetto alle simulazioni da me fatte?
Un grazie a chi parteciperà.
 
Ultima modifica:
quanto impatta la questione fiscale su di un portafoglio a distribuzione e quanto incide sulle sue performance rispetto ad un portafoglio equivalente ad accumulazione?

In linea di massima, ogni dieci anni la differenza di rendimento equivale ad un dividendo medio annuo di quelli pagati nel corso degli anni.


Capitale investito: 100
Rendimento annualizzato: 5
Tipo d’investimento: Bilanciato
Rendimento distribuito dal fondo a distribuzione: la metà (2.5)

Accumulazione
Anno 1 – 105
.....
Anno 10 – 162,79

Distribuzione
Anno 1 – 104,35
....
Anno 10 – 153,08

Questi calcoli sono sbagliati.

Le tasse le pagano sia i fondi ad accumulazione che quelli a distribuzione.

Se in quelli a distribuzione le tasse le togli subito, in quelli ad accumulazione devi toglierle a fine periodo.
 
L'Italia è uno di quei paesi che differenzia ancora il regime fiscale tra gli oicr ad accumulo e distribuzione e ci stiamo chiedendo quale conviene di più a livello fiscale?

Le domande che ci dobbiamo porre nella scelta sono due

Voglio accrescere il mio patrimonio? Accumulo

Voglio beneficiare negli anni del mio patrimonio con una remunerazione costante?
Distribuzione
 
Buongiorno, vorrei parlare con voi di una argomento sicuramente già trattato ma che ritengo sia sempre importante ripescare.
L'oggetto del thread è il seguente: quanto impatta la questione fiscale su di un portafoglio a distribuzione e quanto incide sulle sue performance rispetto ad un portafoglio equivalente ad accumulazione?

Io, incuriosito, ho fatto una banalissima simulazione (che si può fare in 5 minuti) e ne ho tratto delle conclusioni. L'argomento l'ho trattato sul mio sito, ripropongo in modo molto sintetico quanto ho osservato e vi chiedo un parere (essendo io giovane devo ancora maturare molta esperienza e vorrei un vostro parere su quanto davvero la fiscalità infici le prestazioni di un portafoglio a distribuzione). Vorrei sottolineare che so benissimo che scegliendo la distribuzione è inevitabile che ci sia un incidenza negativa sul rendimento nel lungo periodo dovuta alla fiscalità, l'oggetto del thread non è, difatti, questo punto ma è piuttosto quello di comprendere quanto negativamente impatta l'aspetto fiscale. Ovviamente in modo approssimativo.

Presupposti
Somma investita: 100;
Portafogli: A (a Distribuzione) e B (ad Accumulazione);
Asset: etf azionari ed obbligazionari;
Orizzonte temporale: 5 anni;
Rendimento annualizzato: 2%;
Ipotesi di un totale reinvestimento di quanto distribuito nel ptf a distribuzione

In questo caso, per effetto della tassazione già dopo 5 anni d’investimento il fondo A (Dist) realizza una performance del +7,62% mentre il fondo B (Acc) del +10,41%.

Però c'è una cruciale considerazione da fare: la somma distribuita non è (quasi) mai coincidente con il rendimento effettivamente conseguito in quell'anno.

Questa constatazione è evidenziabile con un semplice esempio. Prendiamo l'etf IMEU, ossia uno dei più conosciuti e scambiati. IMEU è un etf azionario con benchmark MSCI Europe e nel 2019 ha registrato un rendimento del 26,34%. IMEU ha però distribuito somme per circa un 2.5%, se consideriamo un valore di mercato medio (per il 2019) di euro 33. In questo caso l'etf ha registrato un rendimento (tra aumento di capitale e somme distribuite) ben superiore alla semplice distribuzione (26% vs 2.5%). Al di là dell'esattezza dei numeri, il concetto mi sembra chiaro.

Da qui si può comprendere che l'aspetto fiscale su un portafoglio bilanciato ha un impatto decisamente minore rispetto alla simulazione fatta sopra. Tuttavia, c'è un'altra considerazione da fare: nel caso di etf obbligazionari, la somma distribuita è spesso vicina al rendimento effettivamente ottenuto dal fondo. Non solo, negli etf obbligazionari questa vicinanza tra somma distribuita e rendimento è tanto maggiore quanto minore è la scadenza dei titoli contenuti nel etf.

A questo punto è possibile fare una nuova simulazione ma apportando delle correzioni.

Capitale investito: 100
Rendimento annualizzato: 5
Tipo d’investimento: Bilanciato
Rendimento distribuito dal fondo a distribuzione: la metà (2.5)

Accumulazione
Anno 1 – 105
Anno 2 – 110,25
Anno 3 -115,76
Anno 4 – 121,55
Anno 5 – 127,63
Anno 6 – 134,01
Anno 7 – 140,71
Anno 8 – 147,75
Anno 9 – 155,13
Anno 10 – 162,79

Distribuzione
Anno 1 – 104,35
Anno 2 – 108,89
Anno 3 – 113,63
Anno 4 – 118,57
Anno 5 – 123,73
Anno 6 – 129,11
Anno 7 – 134,72
Anno 8 – 140,59
Anno 9 – 146,70
Anno 10 – 153,08

In un tempo d’investimento di 10 anni, l’accumulazione ha prodotto un incremento di capitale pari a +62,79% mentre la distribuzione pari a +53,08%.
La differenza c'è, ma va considerato che la distribuzione vi da la possibilità di: (i) incrementare le vostre entrate con delle somme pagate periodicamente; (ii) scegliere se reinvestire quanto ricevete (e anche dove reinvestirlo, magari in altri asset) o se godere di quelle somme in altro modo;(iii) vi da tranquillità psicologica nei momenti brutti dei mercati.
Sceglierà la distribuzione chi cerca i vantaggi appena esposti, mentre sceglierà l'accumulazione chi vuole massimizzare l'incremento del capitale investito e non ha necessità di entrate periodiche.


So che è un ragionamento semplice, ma cosa ne pensate voi? Preferite l'accumulazione o la distribuzione? Perché? E soprattutto, secondo voi l'impatto fiscale è minore rispetto alle simulazioni da me fatte?
Un grazie a chi parteciperà.
Con l'etf a distribuzione, si possono re-investire i rendimenti che a loro volta daranno altri rendimenti, se non si capisce questo allora è inutile parlarne.
Non c'è un meglio o un peggio ,molto dipenderà dalle scelte che si faranno con i soldi delle cedole degli etf a distribuzione, se verranno re-investiti in titoli validi o meno.
 
In linea di massima, ogni dieci anni la differenza di rendimento equivale ad un dividendo medio annuo di quelli pagati nel corso degli anni.




Questi calcoli sono sbagliati.

Le tasse le pagano sia i fondi ad accumulazione che quelli a distribuzione.

Se in quelli a distribuzione le tasse le togli subito, in quelli ad accumulazione devi toglierle a fine periodo.

Ho volutamente evitato di includere le tasse da pagare allo svincolo del capitale, dopo 10 anni non è detto che tu decida di vendere le quote. Ad ogni modo non lo ritengo rilevante, in ogni caso entrambi i rendimenti si riducono di una percentuale pari all'aliquota fiscale (26 o 12.5 che sia). Il passaggio finale manca per mia scelta.

L'Italia è uno di quei paesi che differenzia ancora il regime fiscale tra gli oicr ad accumulo e distribuzione e ci stiamo chiedendo quale conviene di più a livello fiscale?

Le domande che ci dobbiamo porre nella scelta sono due

Voglio accrescere il mio patrimonio? Accumulo

Voglio beneficiare negli anni del mio patrimonio con una remunerazione costante?
Distribuzione

"Vorrei sottolineare che so benissimo che scegliendo la distribuzione è inevitabile che ci sia un incidenza negativa sul rendimento nel lungo periodo dovuta alla fiscalità, l'oggetto del thread non è, difatti, questo punto ma è piuttosto quello di comprendere quanto negativamente impatta l'aspetto fiscale"

Il mio è un post che ha l'obiettivo di rimarcare quanto effettivamente incide la fiscalità su di un portafoglio a distribuzione, il risultato lo confronto con un ipotetico portafoglio ad accumulazione. Il mio intento è dimostrare che, nella pratica, l'incidenza è meno rilevante di quanto si è soliti pensare.
 
Con l'etf a distribuzione, si possono re-investire i rendimenti che a loro volta daranno altri rendimenti, se non si capisce questo allora è inutile parlarne.
Non c'è un meglio o un peggio ,molto dipenderà dalle scelte che si faranno con i soldi delle cedole degli etf a distribuzione, se verranno re-investiti in titoli validi o meno.

Si con il 26% in meno di un etf ad accumulo.... Scelta saggia direi
 
Si con il 26% in meno di un etf ad accumulo.... Scelta saggia direi

Però puoi decidere di ampliare il tuo portafoglio e investire su altri etf... potrebbe essere utile anche questa opzione. Nel caso dell'accumulazione sei costretto a vendere quote.
 
Però puoi decidere di ampliare il tuo portafoglio e investire su altri etf... potrebbe essere utile anche questa opzione. Nel caso dell'accumulazione sei costretto a vendere quote.


Per investire in altri etf al massimo esiste la liquidità che non deve mancare mai.. Se stai accrescendo/accumulando. Se vendi parte di un etf già non stai tend Edo fede alla tua strategia.

Poi se già mi dici che uso le. Cedole per eventuali ribassi per abbassare il PMC è già un ragionamento a cui posso essere d'accordo magari in alcuni etf con tassazione bassa o ridotta tipo gli EM bond...ma se mi dici che riutilizzo le. Cedole per reinvestirli ci perdi doppiamente in tassazione e commissioni
 
Ultima modifica:
Se già mi dici che uso le. Cedole per eventuali ribassi per abbassare il PMC è già un ragionamento a cui posso essere d'accordo magari in alcuni etf con tassazione bassa o ridotta tipo gli EM bond...ma se mi dici che riutilizzo le. Cedole per reinvestirli ci perdi doppiamente in tassazione e commissioni

Assolutamente, se si è già certi di voler reinvestire tutto negli stessi etf allora il discorso perde di senso. Però, e da qui uno dei motivi per cui preferisco la distribuzione, io con il cashflow garantitomi dalla distribuzione posso permettermi di usare quelle entrate per (i) ampliare il mio portafoglio introducendo nuovi etf o (ii) reinvestire quegli introiti in etf diversi ma che già avevo. Come dici tu, si potrebbe utilizzare quelle somme distribuite per abbassare il pmc di altri etf.
 
Si con il 26% in meno di un etf ad accumulo.... Scelta saggia direi

Perchè il 26%?SEML per esempio, ha una tassazione del 13% circa , così come altri etf che investono in titoli di stato.Con gli etf ad accumulo il dividendo è re-investito nello stesso etf, non puoi diversificare.Quando deciderai di vendere(perchè un giorno dovrai farlo per forza) pagherai le tasse comunque e non è nemmeno detto che non siano superiori visto i tempi che corrono.Il debito italiano dopo questa crisi sarà elevatissimo,magari fra qualche anno dovranno alzare la tassazione sui redditi da capitale.
 
Un ETF obbligazionario tassato non troppo oltre il 12,5% lo prenderei anche a distribuzione, un'azionario invece solo ad accumulo.
 
Perchè il 26%?SEML per esempio, ha una tassazione del 13% circa , così come altri etf che investono in titoli di stato.Con gli etf ad accumulo il dividendo è re-investito nello stesso etf, non puoi diversificare.Quando deciderai di vendere(perchè un giorno dovrai farlo per forza) pagherai le tasse comunque e non è nemmeno detto che non siano superiori visto i tempi che corrono.Il debito italiano dopo questa crisi sarà elevatissimo,magari fra qualche anno dovranno alzare la tassazione sui redditi da capitale.

Già hai fatto un esempio al limite già previsto nel mio precedente commento.
Seml/emld è un etf particolare ed è l unico che ho a distribuzione, sia per la. Cedola tassata quasi al minimo che al suo andamento ballerino dove l'accumulo forse non conviene per nulla... Ma è 1 su 100.

Sulla tassazione già in passato con il passaggio della tassazione dal 20 al 26% c'è stato "affrancamento"* in base al momento dell acquisto dello strumento/oicr. In pratica la tassazione nuova veniva appricata solo ai nuovi acquisti.
Quindi se questo avverrà ne prenderemo atto



*affrancamento che consente ai contribuenti di assumere come costo fiscalmente riconosciuto delle attività finanziare il valore alla data del 30 giugno 2014, in luogo dell’originario costo. Ai fini dell’affrancamento, l’imposizione sostitutiva è applicata, sia nell’ambito del regime dichiarativo che amministrato, con l’aliquota del 20% sulla differenza fra il valore delle attività finanziarie al 30 giugno 2014, determinato secondo i criteri previsti dal decreto affrancamento, e il valore o costo di acquisto delle stesse o il valore già precedentemente affrancato. Infine il documento di prassi si sofferma sull’abrogazione della ritenuta del 20%, prevista dal D.L. n. 66/2014, che esplica effetti ai fini dell’esonero dall’obbligo di compilazione del quadro RW da parte dei contribuenti e di segnalazione da parte degli intermediari.
 
Ultima modifica:
Non solo l’accumulo rinvia la tassazione, in certi casi l’evita del tutto.
Se per qualsiasi ragione devi vendere un etf quando è in perdita o in pari (per esempio la quota che hai comprato a 100 dopo un anno vale ancora 100), non paghi alcuna tassa.
Se però una parte del valore è stata distribuita in dividendi (per esempio ha distribuito un dividendo di 5 e il prezzo della quota è sceso da 100 a 95), avrai comunque pagato il 26% (o quel che è) sul dividendo, ovvero avrai comunque pagato 1,3 (26% di 5).
 
Non solo l’accumulo rinvia la tassazione, in certi casi l’evita del tutto.
Se per qualsiasi ragione devi vendere un etf quando è in perdita o in pari (per esempio la quota che hai comprato a 100 dopo un anno vale ancora 100), non paghi alcuna tassa.
Se però una parte del valore è stata distribuita in dividendi (per esempio ha distribuito un dividendo di 5 e il prezzo della quota è sceso da 100 a 95), avrai comunque pagato il 26% (o quel che è) sul dividendo, ovvero avrai comunque pagato 1,3 (26% di 5).

Questa è un'osservazione interessante, in effetti non sempre le cose vanno bene. Che poi, qualcuno mi spieghi perché i gain fatti con gli etf sono considerati redditi di capitale, non lo capirò mai.
 
bhe se vendi in perdita per la verità c'è da dire che se era a distribuzione magari i dividendi ti hanno portato invece in gain visto che ogni anno prelevavi anziché continuare a reinvestire in un prodotto che col tempo si è deprezzato
 
In linea di massima, ogni dieci anni la differenza di rendimento equivale ad un dividendo medio annuo di quelli pagati nel corso degli anni.




Questi calcoli sono sbagliati.

Le tasse le pagano sia i fondi ad accumulazione che quelli a distribuzione.

Se in quelli a distribuzione le tasse le togli subito, in quelli ad accumulazione devi toglierle a fine periodo.

Concordo sia sbagliato per un semplice motivo. Se paghi subito la tassazione sul dividendo non la pagherai poi ed è facilmente intuibile dal PMC. Reinvestendo i dividendi il prezzo dei due etf divergerà proprio della quota dividendi e nel momento in cui andrai a vendere alla fine pagherai meno tasse sulla plusvalenza rispetto all' acc.

Messo così è fuorviante e non corretto IMHO.

Inoltre un fessacchiotto reinvestirebbe i dividendi ad capzum. Con un minimo di sale in zucca se si reinveste anche sui minimi storni si può IMHO compensare quasi completamente la differenza.

Rimane ovvio che se si inizia con acc si manterrà per sempre perchè pagare la plusvalenza alla fine per passare a dist nel momento del pensionamento sarebbe esageratamente oneroso. Non so voi, ma se avete tutta questa sicurezza di poter sempre avere la lucidità di potervi staccare le cedole quando sarete anziani e non dovrete demandare ad altri dandogli i codici di accesso... io tutta questa certezza (grattandomi) non ce l'ho...

In ultimo, nel caso reale di un ptf pigro come fate a bilanciare? Aggiungete sempre nuova liquidità all'infinito? Perchè altrimenti bisogna vendere quote e sempre li cadiamo, sarebbe come usare i dividendi ma pagando le commissioni di vendita.

E in ultimo date per scontato che la tassazione domani sia perlomeno uguale a quella attuale e non superiore?
 
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E in ultimo date per scontato che la tassazione domani sia perlomeno uguale a quella attuale e non superiore?
Si vende e si ricompra prima che l'aliquota aumenti:
già successo col passaggio 12,5%-20%-26%.
Altra cosa, in caso di ritiro anticipato dall'attività lavorativa, si può optare per la tassazione ordinaria (23% fino a 15000 di plusv) beneficiando anche di detrazioni e deduzioni.
 
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