Questa mia non vuole essere una provocazione ma solo un' occasione di confronto per crescere assieme.
Sento sempre parlare della superiorità degli ETF nei riguardi delle SICAV, discendente, fondamentalmente, dalle commissioni sensibilmente più alte ma anche dalla difficoltà di un gestore a stare sempre sul mercato, garantendo costanza di rendimento.
Ammetto che a volte è così ma ci sono settori in cui la possibilità del gestore di effettuare scelte risulta essere molto spesso premiante.
Un caso emblemático è rappresentato dal settore delle azioni dei Paesi Emergenti, che si confrontano, di norma, con l'indice MSCI Emerging Market, rappresentato da una nutrita schiera di ETF.
Questa è la mia personale scelta di 4 SICAV che investono in questo settore; un qualsivoglia ETF non è neppure
minimamente confrontabile con queste SICAV
Visto che non è una provocazione né la pubblicità della gestione attiva, provo a spiegare l'approccio per cui ha senso rivolgersi alla replica di un mercato anziché alla gestione attiva, senza accennare ai soliti costi (poi per carità io devo vendere tutti i giorni le SICAV che tu elenchi, non gli ETF, quindi benvenga qualcuno entusiasta di acquistarle):
Prendiamo il più 'scrauso' degli ETF Emerging Markets e paragoniamolo con il 'top dei top' delle SICAV Emerging Markets (2 su 100 mi permetto di aggiungere vanno così "bene"). Lyxor sintetico allo 0,55% contro il JPM e il Blackrock. Questo perché hanno uno storico confrontabile (mica vuoi investire nei mercati emergenti con orizzonte temporale breve?!?!):
Qui spero di evidenziarti le 'criticità' della gestione Attiva. Il gestore attivo fa delle 'scelte'. Nei mercati emergenti che internamente sono molto disomogenei (una cosa è parlare di bond governativi europa a breve termine, una cosa azioni dei paesi emergenti che vanno su 5 continenti, in mercati anche piuttosto opachi e in paesi che vanno dall'africa nera alle torri di shanghai passando dalla Romania) si può operare molta arbitrarietà. Ovviamente nei paesi 'emergenti' ci sono economie un attimo più capitalizzate, solide e grandi (es. Cina vs Venezuela).
Il problema è il rischio specifico: se fai una boiata la volatilità è così grave che la paghi (es. sovrapesare la Cina nell'estate 2007 durante una bolla... anche se sì, in generale è meglio del Venezuela).
Ovviamente, concentrando il rischio dove i fondamentali appaiono 'più solidi' si può ottenere più facilmente un trend mediamente migliore... fino all'errore. Ecco... si replica l'intero mercato con un indice passivo, il più diversificato possibile, per RIDURRE il rischio errore.
Lo vedi il Blackrock nel 2009? --> ERRORE (e non ricominciamo con le solfe "da allora la strategia di gestione è cambiata e blablabla" --> ERRORE che ancora sconta il risparmiatore 11 anni dopo
Lo vedi il JPM (ottimo fondo, per carità) nel 2020? Ha concentrato sulla parte Growth dell'azionario emergente e nel mese 23-02-2020 / 23-03-2020 (minimo) ha fatto peggio del mercato.
Ecco... questo è il rischio da cui ci si ripromette di difendersi utilizzando ETF. Il
rischio gestione attiva.
Se a inizio negoziazione dell'ETF hai comprato tutti e tre i fondi con l'ETF tutto sommato sei andato benino (+27% in 13 anni...), con il JPM (che ha avuto andamento fotocopia fino al 2016) sei andato meglio (+62%), con il Blackrock stai ancora imprecando per l'errore del gestore di concentrarsi troppo sulla Cina durante la bolla del 2007 (+0,5% in 13 anni... con l'imposta di bollo ci hai rimesso).
Il Vontobel che è in pratica un tecnologico (13% dell'investimento tra Alibabab e Tescent, arriviamo oltre il 25% aggiungendo Taiwan Semiconduttori, Samsung Electronics e NCSoftware...) e Nordea1 che è identico ma peggio (18,5% dell'investimento tra Alibabab e Tescent, arriviamo oltre il 33% aggiungendo solo Taiwan Semiconduttori e Samsung Electronics) non è proprio paragonabile ad un ETF... così come non puoi paragonare Tesla al Global Industrial Index (poi sì, hai comprato Tesla 1 anno fa e oggi vendi è andata meglio... grazie)... IMHO