La questione non è tanto come investe il risparmiatore e cosa consigliano i consulenti.Andando alla fonte del problema,apprendiamo che l'Italia ha una alta ricchezza privata,5 pil ed un enorme debito pubblico 1,5 del Pil.
In sostanza c'è un mare -il debito pubblico- che non sbocca nell'oceano della ricchezza privata.Abbiamo una borsa da foro boario anzichè una piazza finanziaria evoluta,e le imprese per finanziarsi ricorrono direttamente alle banche .
In questo territorio risparmiatori e promotori dovrebbero avere un ruolo che non hanno.La colpa è dei risparmiatori certo perchè non si lasciano 1500 sul cc o sul cd,ma è anche responsabilità oggettiva del sottobosco di consulenti comunque denominati che si attaccano come parassiti ad una industria del risparmio che distribuisce prebende sotto forma di provvigione anzichè prodotti che rispondono alle esigenze di sviluppo dei portafogli degli italiani ed alla nostra economia reale.
Non si mettono montagne di soldi sulle polizze di capitale perchè lo stato è costretto a riconoscere rendimenti reali che difficilmente potra' ripagare se il PIL non cresce come non cresce.
Se consulenti e risparmiatori e con essi l'intero paese spostasse meno della meta dell'intera ricchezza finanziaria verso il reddito variabile nostrano e il private equity,sicuramente avremmo una industria del risparmio più attenta alle esigenze dei risparmiatori,ed una forte riqualificazione della professione del consulente,che non deve usare il robot deve trovare soluzione e ricette diverse da quelle che propone.imho