Partendo dal presupposto che gli ETF sono ottimi strumenti ed io stesso investo da anni in un noto ETF world ad accumulazione.
Tutti gli ETF hanno un costo TER, nel mio caso dello 0,2% ma moltissimi anche maggiori. Un costo che sicuramente è più che giustificato ma che nel tempo magari può erodere i guadagni.
In particolare sono andato a vedere la composizione di SWDA, ed è composto da circa 1400 azioni singole, large cap, prevalentemente americane.
Ogni ETF ha il suo paniere di azioni, ne stavo vedendo uno mid-cap, che sicuramente sarà composto da altrettante azioni totalmente diverse, oppure uno sui paesi sviluppati, uno basato sui fondamentali e così via...
In fin dei conti ogni ETF ha la sua filosofia, il punto che li accomuna è la diversificazione, ma in realtà sono composti da azioni totalmente differenti tra loro. Quindi può essere lecito pensare che o performeranno tutti in maniera analoga in futuro (e non ci è dato sapere quale sarà il migliore), oppure alcuni andranno in profitto ed altri in perdita. Nulla viene garantito ovviamente.
Arrivo al punto. Se io faccio un portafoglio di 100 azioni. Magari impostando alcune regole arbitrarie magari sulla base della classica capitalizzazione (e magari con alcuni vincoli tipo max 15% del paniere da singolo stato; max 50% large cap; min 10% emergenti e così via). C'è matematicamente qualche modo per capire se la diversificazione è sufficiente per essere paragonata a quella di un ETF da 1000 azioni?
A 20 anni di distanza, calcolando un TER dello 0,2% annuo erode poco più del 4%, cifra che invece andremmo a risparmiare con un paniere composto da azioni singole, che volendo ribilanciare secondo i criteri anche 4 volte l'anno come fa SWDA ci costerebbe comunque meno.
Che ne pensate?
Tutti gli ETF hanno un costo TER, nel mio caso dello 0,2% ma moltissimi anche maggiori. Un costo che sicuramente è più che giustificato ma che nel tempo magari può erodere i guadagni.
In particolare sono andato a vedere la composizione di SWDA, ed è composto da circa 1400 azioni singole, large cap, prevalentemente americane.
Ogni ETF ha il suo paniere di azioni, ne stavo vedendo uno mid-cap, che sicuramente sarà composto da altrettante azioni totalmente diverse, oppure uno sui paesi sviluppati, uno basato sui fondamentali e così via...
In fin dei conti ogni ETF ha la sua filosofia, il punto che li accomuna è la diversificazione, ma in realtà sono composti da azioni totalmente differenti tra loro. Quindi può essere lecito pensare che o performeranno tutti in maniera analoga in futuro (e non ci è dato sapere quale sarà il migliore), oppure alcuni andranno in profitto ed altri in perdita. Nulla viene garantito ovviamente.
Arrivo al punto. Se io faccio un portafoglio di 100 azioni. Magari impostando alcune regole arbitrarie magari sulla base della classica capitalizzazione (e magari con alcuni vincoli tipo max 15% del paniere da singolo stato; max 50% large cap; min 10% emergenti e così via). C'è matematicamente qualche modo per capire se la diversificazione è sufficiente per essere paragonata a quella di un ETF da 1000 azioni?
A 20 anni di distanza, calcolando un TER dello 0,2% annuo erode poco più del 4%, cifra che invece andremmo a risparmiare con un paniere composto da azioni singole, che volendo ribilanciare secondo i criteri anche 4 volte l'anno come fa SWDA ci costerebbe comunque meno.
Che ne pensate?