santabrianza
Damm a trà
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seguendo i vostri insegnamenti ho iniziato a costruire il mio ptf per l'80% con strumenti ad accumulo al fine di massimizzare l'effetto dell'interesse composto che, in fase di accumulo, mi è chiaro che sia sensibilmente più vantaggioso rispetto all'uso di strumenti a distribuzione.
Non avendo a disposizione grossi capitali iniziali avrebbe poco senso rinunciare all'interesse composto per ricevere cedole di pochi euro mensili e che potrebbero farsi interessanti forse tra 15 anni.
Ma avendo molto tempo libero in questa quarantena da covid mi stavo proiettando tra 20 anni, quando l'accumulo nel mio ptf sarà idealmente a buon punto, magari non terminato ma comunque dovrebbe aver raggiunto cifre interessanti anche per cominciare a "godere" di una parte dei ricavati.
Ecco, per quanto mi sia chiaro che le cedole, i dividendi ecc. in un ETF ad accumulo entrino a far parte del prezzo, che quindi cresce di più, non riesco a convincere bene il mio cervello che questa cosa funzioni efficacemente anche quando anzichè accumulare cominci a voler raccogliere i frutti.
Chi avesse il portafoglio che distribuisce dividendi, lascerebbe intatte le sue quote possedute e preleverebbe i dividendi, che dunque continuerebbero a maturare in un flusso di cassa idealmente continuo.
Chi ha invece le sue quote ad accumulo, dovrà simulare lo stacco del dividendo vendendo quote.
direte, poco importa perchè nel frattempo il resto cresce di più dell'accumulo... però dopo 20 anni di disinvestimenti il ptf ad accumulo sarà vuoto o comunque con molte meno quote (sono in numero finito) mentre quello a distribuzione avrà lo stesso numero di quote che producono sempre gli stessi dividendi (mercato permettendo).
inoltre, i disinvestimenti così come gli investimenti, non sono gratis, hanno dei costri.
qualcuno ha mai fatto dei conti sulla questione accumulo vs distribuzione tenendo presente non soltanto la fase di costruzione del capitale ma anche la fase di utilizzo?
pensavo che l'ideale sarebbe costruire ad accumulo e poi switchare a distribuzione quando il capitale fosse diventato consistente, peccato che l'operazione comporterebbe la mazzata della tassazione al 26% degli utili...
un ptf a distribuzione idealmente potrebbe anche "sopravvivermi" e garantire una rendita importante ad eventuali eredi, uno ad accumulo va naturalmente ad esaurirsi col tempo.
dove sbaglio?
Non avendo a disposizione grossi capitali iniziali avrebbe poco senso rinunciare all'interesse composto per ricevere cedole di pochi euro mensili e che potrebbero farsi interessanti forse tra 15 anni.
Ma avendo molto tempo libero in questa quarantena da covid mi stavo proiettando tra 20 anni, quando l'accumulo nel mio ptf sarà idealmente a buon punto, magari non terminato ma comunque dovrebbe aver raggiunto cifre interessanti anche per cominciare a "godere" di una parte dei ricavati.
Ecco, per quanto mi sia chiaro che le cedole, i dividendi ecc. in un ETF ad accumulo entrino a far parte del prezzo, che quindi cresce di più, non riesco a convincere bene il mio cervello che questa cosa funzioni efficacemente anche quando anzichè accumulare cominci a voler raccogliere i frutti.
Chi avesse il portafoglio che distribuisce dividendi, lascerebbe intatte le sue quote possedute e preleverebbe i dividendi, che dunque continuerebbero a maturare in un flusso di cassa idealmente continuo.
Chi ha invece le sue quote ad accumulo, dovrà simulare lo stacco del dividendo vendendo quote.
direte, poco importa perchè nel frattempo il resto cresce di più dell'accumulo... però dopo 20 anni di disinvestimenti il ptf ad accumulo sarà vuoto o comunque con molte meno quote (sono in numero finito) mentre quello a distribuzione avrà lo stesso numero di quote che producono sempre gli stessi dividendi (mercato permettendo).
inoltre, i disinvestimenti così come gli investimenti, non sono gratis, hanno dei costri.
qualcuno ha mai fatto dei conti sulla questione accumulo vs distribuzione tenendo presente non soltanto la fase di costruzione del capitale ma anche la fase di utilizzo?
pensavo che l'ideale sarebbe costruire ad accumulo e poi switchare a distribuzione quando il capitale fosse diventato consistente, peccato che l'operazione comporterebbe la mazzata della tassazione al 26% degli utili...
un ptf a distribuzione idealmente potrebbe anche "sopravvivermi" e garantire una rendita importante ad eventuali eredi, uno ad accumulo va naturalmente ad esaurirsi col tempo.
dove sbaglio?