consiglio portafoglio fondi/etf

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cele156

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ciao a tutti,
volevo qualche consiglio in merito al mio portafoglio.
Premetto che fino ad un mese fà non sapevo cosa fossero gli ETF di conseguenza per ora ho solo fondi.
Ad oggi ho attivato 3 pac che mi ha consigliato un promotore finanziario.

LU0605515377 Fidelity Funds - Global Dividend Fund A-ACC-EUR (hedged)
pac da 250€ al mese attivato a maggio 2016

LU1279334483 PICTET-ROBOTICS R EUR
pac da 150€ al mese attivato a giugno 2019

IT0005240210 Zenit Pianeta Italia E
pac da 100€ al mese attivato a giugno 2017


tenendo conto che per l'ultimo fondo (Zenit Pianeta Italia E) vorrei sospendere il pac a breve, avrei a disposizione 100€ al mese da investire.
ho letto parecchie discusione sugli etf... io punterei a uno 100% azionario tipo etf su MSCI WORLD oppure su mercati emergenti.

è un momento giusto per cominciare a investire in etf oppure sarebbe meglio aspettare un crollo tipo dicembre 2018?

grazie a tutti.
 
ciao a tutti,
volevo qualche consiglio in merito al mio portafoglio.
Premetto che fino ad un mese fà non sapevo cosa fossero gli ETF di conseguenza per ora ho solo fondi.
Ad oggi ho attivato 3 pac che mi ha consigliato un promotore finanziario.

LU0605515377 Fidelity Funds - Global Dividend Fund A-ACC-EUR (hedged)
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tenendo conto che per l'ultimo fondo (Zenit Pianeta Italia E) vorrei sospendere il pac a breve, avrei a disposizione 100€ al mese da investire.
ho letto parecchie discusione sugli etf... io punterei a uno 100% azionario tipo etf su MSCI WORLD oppure su mercati emergenti.

è un momento giusto per cominciare a investire in etf oppure sarebbe meglio aspettare un crollo tipo dicembre 2018?

grazie a tutti.

La domanda è interessante ma di difficile risposta.
Anche io sono in una simile situazione, sono più o meno decisa sulla composizione della parte azionaria del portafoglio, non sono affatto convinta del timing, coi venti di recessione che soffiano minacciosi, visto che io non farei un pac.... 100 euro mensili comporterebbero rilevantissimi costi in commissioni.
Vero è che l'investimento a lungo termine recupera il crollo...tuttavia è umana la scocciatura di trovarsi a pochi mesi dall'investimento in unica soluzione con una bella mazzata.
Purtroppo però il crollo non è calendarizzato né calendarizzabile.
Tuttavia leggo che tu faresti un pac. Con quello il problema del timing te lo risolvi alla grande.
Fai solo attenzione a valutare le commissioni.
Io ho il conto youbanking con annesso deposito titoli e a me ogni operazione di compravendita mi comporta un costo compreso tra il minimo di 5 e il max di 15 euro.
Pagare 5 euro ogni versamento da 100 €, significa pagare il 5% di commissione. Il grosso vantaggio dello strumento ETF è vanificato in gran parte.
Insomma, col pac, se hai commissioni sostenibili puoi tranquillamente iniziare in ogni momento, non sapendo né il periodo né l'entità dello storno, può anche essere che da qui allo storno l'andamento up compensi tutto o gran parte dello storno.
Aspettare lo storno, quindi azzeccare il periodo di ingresso è più importante quando si entra in unica soluzione.
 
Purtroppo però il crollo non è calendarizzato né calendarizzabile.
Tuttavia leggo che tu faresti un pac. Con quello il problema del timing te lo risolvi alla grande.

Ad alcuni clienti ho fatto suddividere la cifra da investire in conti deposito con scadenze cadenzate ogni 3 mesi (per 24-36 mesi).
Alla scadenza del conto deposito ci vediamo ed entriamo nel mercato (una sorta di PAC inverso+PIC).
Dopo qualche tempo il vantaggio di questa strategia si vanifica un pò.... però il discorso è evitarmi accuse del tipo "mi hai fatto entrare nel momento peggiore, che consulente sei se non prevedi che farà il mercato?!?" (critica che non ha senso ma è molto molto diffusa).
 
Ad alcuni clienti ho fatto suddividere la cifra da investire in conti deposito con scadenze cadenzate ogni 3 mesi (per 24-36 mesi).
Alla scadenza del conto deposito ci vediamo ed entriamo nel mercato (una sorta di PAC inverso+PIC).
Dopo qualche tempo il vantaggio di questa strategia si vanifica un pò.... però il discorso è evitarmi accuse del tipo "mi hai fatto entrare nel momento peggiore, che consulente sei se non prevedi che farà il mercato?!?" (critica che non ha senso ma è molto molto diffusa).

Che è un po' il modus operandi che ho intenzione di adottare io. Un po' per rendere il pic simil pac un po' perché non ho ancora definito chiaramente la strategia, ed in un investimento a lungo termine il ruolo e l'importanza della pianificazione strategica è importante.
Non intendo la collocazione geografica della parte azionaria, su quella sono piuttosto convinta su un 50 world - 40 eurostoxx e 10 p.e/bric, devo limare solo piccole cose come ad esempio stare su un 50 all country che comprenda i paesi emergenti e riservare i 10 ai bric, oppure restare su un msci stabilendo poi se dedicare i 10 ai paesi emergenti o ai bric. Ma diciamo che grossomodo un impostazione di massima esiste.
Dicevo del PIC/PAC: attualmente ho investito la parte eurostoxx e preso un etc sull'oro (diciamo 5% di quello che sarà il portafoglio) come decorrelante (in realtà al momento per la verità sono positivamente correlati, ma teoricamente in caso di storno azionario dovrebbero decorrelarsi). Così son dentro e se lo storno dovuto alla recessione tardasse o fosse una semplice correzione di entità inferiori rispetto le prevalenti previsioni ne avrei tratto un beneficio. Parzialissimo ma insomma ho suddiviso rischio e benefici, ma soprattutto, cosa più importante, avrò ben pianificato la strategia giungendo alla soluzione definitiva in maniera convinta.
Il mio principale dubbio riguarda la scelta sull'impostazione del portafoglio ad accumulazione o distribuzione. Mi è chiaro che l'accumulazione ha maggiore efficienza per il reinvestimento "esentasse" dei dividendi che determina l'effetto composto dei rendimenti, ma... devo concentrarmi sull'obiettivo dell'investimento, che è la costruzione di una rendita. Non per forza da corrispondere all'età del pensionamento.
Quello che sto per scrivere è brutto, ma una pianificazione a lungo termine, per essere efficace deve essere il più obiettiva possibile, facendo anche valutazioni che non sono affatto simpatiche ma sono realistiche, mi scuso ma spero che comprendiate: i miei genitori sulla soglia degli 80 anni hanno redditi di locazione che il più tardi possibile, se la natura segue il suo corso ciclico normale, un giorno dovrei avere io. Tali redditi di locazione corrispondono grossomodo col mio attuale stipendio che mi basta e mi avanza rispetto al mio tenore di vita normalissimo (senza eccessi e senza rinunce, 7-8 K annui mediamente li risparmio).
Attualmente il mio lavoro mi soddisfa, non ho alcun motivo per rinunciarci. Oggi. Domani non lo posso sapere.
Non posso escludere a priori che un giorno possa scegliere di vivere con i redditi di locazione o derivanti dalla vendita degli immobili per non avere sbatti con gli inquilini vari + la rendita del portafoglio a distribuzione.
Vengo alla domanda: conviene rinunciare all'effetto composto del portafoglio ad accumulazione, costruendo da subito un portafoglio a distribuzione "eterno" (ecco perché quel portafoglio ho il dovere di costruirlo con cura non frettolosamente)per non pagarci mai il capital gain, con pagamento della tassazione sui soli dividendi… oppure meglio avere i vantaggi dell'accumulazione e pagarci poi un giorno il capital gain convertendo a tempo debito il portafoglio da accumulazione (ovviamente vendendo i titoli) in distribuzione….oppure ipotesi3 non cambia nulla(grossomodo il capital gain corrisponderebbe per entità al pagamento "differito" della tassazione sui dividendi)?
 
Ultima modifica:
ciao a tutti,
volevo qualche consiglio in merito al mio portafoglio.
Premetto che fino ad un mese fà non sapevo cosa fossero gli ETF di conseguenza per ora ho solo fondi.
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pac da 100€ al mese attivato a giugno 2017


tenendo conto che per l'ultimo fondo (Zenit Pianeta Italia E) vorrei sospendere il pac a breve, avrei a disposizione 100€ al mese da investire.
ho letto parecchie discusione sugli etf... io punterei a uno 100% azionario tipo etf su MSCI WORLD oppure su mercati emergenti.

è un momento giusto per cominciare a investire in etf oppure sarebbe meglio aspettare un crollo tipo dicembre 2018?

grazie a tutti.

Se la tua modalità di investimento è il PAC, il momento per iniziare è senz'altro giusto. Ovviamente l'orizzonte temporale deve essere sufficientemente lungo perché hai detto di scegliere un fondo (ETF) azionario globale (almeno 10 anni).

Se il crollo arriva, tu stai facendo un PAC e il fatto che il valore degli ETF scenda, per te è solo un vantaggio. Se il crollo non arriva, potresti perdere tempo prezioso. Il crollo arriverà prima o poi, a te non deve interessare. Sarebbe bello sapere se ci sarà un crollo alla scadenza del tuo orizzonte temporale (è questo che fa la differenza nei rendimenti finali di PAC simili), ma non c'è modo di saperlo.

Un PAC azionario (su un ETF diversificato) che va in rosso nei primi 3-4 anni di vita è fisiologico. Può essere un buon segno. Acquisterai più quote ogni volta che versi una rata, e quando i mercati torneranno a salire, il valore complessivo sarà più alto.
 
(grossomodo il capital gain corrisponderebbe per entità al pagamento "differito" della tassazione sui dividendi)?

Se vendi i titoli in gain, o alla pari, il capital gain corrisponde perfettamente al pagamento 'differito' della tassazione sui dividendi.
Se invece vendi il titolo sotto la pari (ma corri il rischio di esigenze di liquidità che non puoi aspettare il recupero? Da quanto scrivi no... poi non si sa mai) hai fatto una bella fesseria: hai pagato sempre il 26% sulla cedola, anziché capitalizzarla e adesso ci perdi anche sul capitale.
Ovviamente con i fondi (più che gli ETF) ho visto capitare spesso spremute di sangue: il cliente purgato del 5% di commissione d'entrata, prende il 10% di dividendi (per dire) e poi spaventato o incavolato o consigliato dal promotore o dallo stesso gestore bancario che spera di vendergli qualche altra cosa, vende in perdita del 15%.

In totale ci hai rimesso il 15% ed hai pagato pure le tasse come se avessi guadagnato il 10%. Diciamo che non è che le tasse sui dividendi ti mandano alla caritas, per carità... ma poi uscire in perdita dall'ETF ti fa sentire molto sciocco.
Devo dire che con gli ETF non mi è MAI capitato (e io nel 2008 ne avevo alcuni a -60%). Ho sempre atteso il gain. Quelli dove sono uscito in perdita erano ETC o settoriali piccolissimi cui bisogna stare attenti... (e senza andare sui settoriali, di cui bisognerebbe bene studiare la composizione, il Lyxor MSCI Greece ha pochissime azioni in cui investe e nelle prime 10 azioni è investito il 86% del capitale, di cui il 21% in un titolo solo...) gli ETF diversificati, su indici solidi, anche se sintetici o poco scambiati non mi hanno mai tradito (i fondi sì). Poi mai dire mai.

Comunque io simulo portafogli un pò più complessi e nelle strategie a distribuzione secondo me l'ideale sarebbe non usare solo ETF, ma anche, per dire, un bel mix di bond (materia che scarseggia ultimamente). Questo perché sia i Bond che gli ETF sono a distribuzione (se ci metti gli ETC, come l'oro, funzionano fiscalmente ma zero distribuzione), solo che i Bond hanno efficienza fiscale.

Non so le dimensioni del portafoglio che hai intenzione di costruire.

Ma nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, personalmente non vedo grandi motivazioni a tenermi su 3-4 titoli. Si può costruire un portafoglio fatto bene con 10-15-20 o 30 titoli senza problemi.

Immagina di diversificare in bond (sovranazionali magari con aliquota 12,5%) in valuta: rupia indonesiana, rublo, rand sudaficano, dollaro australiano, dollaro, e chi più ne ha più ne metta. Abbinali ad ETF a distribuzione.

Avrai un portafoglio ottimo. Se dovessi mai dismettere un ETF in perdita (e fare li la 'fesseria' di fare un operazione fiscalmente molto inefficiente) potrai venderci in abbinamento uno di questi bond sopra la pari (con tante valute una che si è apprezzata sull'euro ci sarà). Il problema dei bond in valuta è che alla scadenza, anche se la valuta si è svalutata, 'realizzi': quindi ti tocca diversificare molto.

I migliori portafoglioni (portafogli di 2-5 milioni) che ho mai visto, ovviamente NON gestiti né da promotori né da gestori bancari né da consulenti indipendenti (che all'epoca non esistevano), ma da gente del mestiere che li ha fatti per sé stesso o per qualche parente, erano costruiti così. Asset di obbligazioni ad alto rendimento (in valuta, a lunghissimo termine, subordinate, di taglio istituzionale cioè a tranche di 50 o 100k), percentuale di titoli di stato che stabilizzano (tipicamente BTP e CCT abbinati a titoli di stato USA alle volta o quando avevano un tasso Bund tedeschi) e il resto azioni, portafogli molto diversificati di azioni (conoscevo uno con 200 azioni diverse di tutto il mondo... cambiava banca ogni 3-4 anni in cerca di chi gli scontasse l'imposta di bollo...).
Ovviamente le azioni erano gli ETF 'di ieri' dei vecchi investitori esperti di una volta. Più efficienti fiscalmente, ma inevitabilmente chi aveva portafogli di 20-30-50-100 o 200 azioni una o più d'una l'ha dovuta delistare nel tempo perché è saltata (e noi abbiamo una lista infinita di parmalat, alitalia, seat, cirio, titoli bancari nostrani), quindi secondo me l'ETF val bene un'inefficienza fiscale.

Come ti dicevo però questi 'portafoglioni vecchia scuola' che ho potuto ammirare (il classico era 50 e 50 tra bond e azioni, e nei bond una percentuale variabile tra rischiosi/istituzionali e btp) avevano dei rendimenti incredibili (sia assoluti sia di media annua), quelli che ho visto una decina d'anni fa e che erano stati iniziati a inizio anni '90 mettevano paura. La gente viveva tranquillamente di rendita con dividendi e cedole di quella roba con dimensioni di portafoglio molto più limitate di chi ci prova oggi con gli ETF.
 
Ultima modifica:
Diciamo che io provengo proprio dai bond e dai titoli di stato, ho in portafoglio solo quelli ad eccezione di una azione Enel (da poco anche ETC oro ed un etf eurostoxx 600).
Il problema (oddio, avercene problemi così) riguarda quella parte di portafoglio (il controvalore attuale ammonta a 114 k) investita in titoli di stato portoghesi e italiani a lungo termine. Li ho comprati sotto la pari con l'intento di "cassettare" come si dice in gergo, considerando la buona cedola, ma le loro quotazioni hanno avuto un rally inimmaginabile al momento dell'investimento. A titolo di esempio ho per la parte maggioritaria, investito nel titolo di stato portoghese comprato a 99 ora quota 152 con un gain superiore al 50% ed un rendimento residuo ridicolo per un titolo che scade tra 18 anni. E' l'ora di portare a casa, non ha più senso. Giusto il tempo di verificare se potrà avere benefici ulteriori dal possibile imminente q.e. della BCE, ma insomma, in un caso o nell'altro, mantenendoli in portafoglio sussistono più rischi che benefici. Devo passare all'incasso a brevissimo.
L'assenza di alternative per le quotazioni assurde, se non addirittura in bolla, del mio mercato di riferimento di anni, mi ha indotto a cercare alternative ed ho scoperto questa sezione del forum che trovo molto interessante.
Il problema della liquidità non dovrebbe sussistere. Ho un bond (40K nominali investiti, controvalore attuale 56K)della finanziaria della Peugeot (GIE PSA) con scadenza 2033 con cedola 6% che quota 143, preso in pieno dieselgate sotto la pari a 93, che nonostante mi comporti un gain prossimo al 50%, scelgo di non incassare e di "accontentarmi" della cedola del 6%....è la mia fonte "impropria" di liquidità remunerata. Se non ho particolari necessità cedolo (ha ancora un rendimento effettivo lordo del 2,3%, non malaccio direi se considerato come riserva di liquidità)… in caso di particolari necessità, amen...venderò e avrò la liquidità sul c/c.
E se ho capito, potrebbe essere funzionale per recuperare le minus provocate da eventuali etf venduti in perdita, non recuperabili attraverso il gain di altri etf.
Ho capito bene questo punto di importanza non trascurabile?
 
Ultima modifica:
ciao a tutti,
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tenendo conto che per l'ultimo fondo (Zenit Pianeta Italia E) vorrei sospendere il pac a breve, avrei a disposizione 100€ al mese da investire.
ho letto parecchie discusione sugli etf... io punterei a uno 100% azionario tipo etf su MSCI WORLD oppure su mercati emergenti.

è un momento giusto per cominciare a investire in etf oppure sarebbe meglio aspettare un crollo tipo dicembre 2018?

grazie a tutti.

puoi farti un login gratuito su -www.borsaitaliana.it e mettere un allarme ( che arriva sulla tua e_mail, e dura fino a cancellazione ) ad un prezzo in discesa del 4% cioe' prezzo max anno*0.94, ( che puoi modificare ogni 15 giorni, se si raggiunge un nuovo massimo )
l'allarme lo metterei su IE00BJ0KDQ92 che non ha cedole e quindi il prezzo non vien influezato dallo stacco delle cedole, e poi quando si hal'allarme puoi comprare lo stesso IE00BJ0KDQ92 oppure gli analoghi concedole isin FR0010315770 - . LU0340285161
 
Complimenti.
Hai assolutamente ragione: è una bolla 'artificiale' creata dalle banche centrali, non è normale che un titolo portoghese abbia rischiosità 1 (tra inflazione, volatilità, rischio attivo etc...) e rendimento 0,1. In questi casi è il momento di vendere. Per non parlare del Peugeot a 143!

Vai nella tua filiale, fatti fare un estratto della minusvalenza fiscale: quella è la cifra che puoi recuperare vendendo questi ottimi gain.

Il mio personale consiglio è: smobilizza quello che ti serve per il tuo bel portafoglio in bond. Potresti tenere una quota dei bond a più lunga scadenza possibile: è abbastanza difficile che vadano da gain a loss in breve termine.
Perché tenerli? Perché ti tieni un po' di plusvalenza da compensare.

Se un giorno vuoi liquidare qualche ETF che fosse in perdita compensi con quello. E' un'idea, un bilanciamento prodotti efficienti-inefficienti che secondo me premia.
Oppure l'approccio che dicevo che, diversificando tra ETF se non esci mai in loss l'inefficienza fiscale di un portafoglio a distribuzione non la subisci.

Se invece che a distribuzione lo fai ad accumulo va benissimo, hai solo il 'problema' della presa di beneficio. Ovviamente senza un consulente che fa una strategia ben pianificata (che comunque fanno in pochi, tranquilla) si finisce per andare un po' a occhio (quando hai guadagnato 'abbastanza' vendi).

Ti ringrazio, i tuoi suggerimenti per me sono preziosissimi. Purtroppo(o per fortuna, pumti di vista) ho solo 1,3K di minus. Però pace. I titoli di stato sono una patata bollente, nemmeno più remunerativa.
 
Ultima modifica:
Bow, gentilmente, a patto che questa richiesta non sia interpretata come un voler approfittare della tua competenza e disponibilità, potrei chiederti, nei miei panni, quale titolo terresti da "cuscinetto" per compensare eventuali minus future con Etf?:
Portugal 2037 4,1% : 36000 € nominali, controvalore attuale 54500€ gain + 60,34%
Btp 2030 3,50%: 30000 € nominali , controvalore attuale € 37560 gain +24,69%
Btp 2067 2,80%: 20000 € nominali , controvalore attuale € 24450 gain + 20,18%
Gie Psa 6%2033: 40000 € nominali, controvalore attuale 58136 € gain +50,39%.
 
Ultima modifica:
Btp 2030 3,50%: 30000 € nominali , controvalore attuale € 37560 gain +24,69%

I BTP 2030 hanno un orizzonte temporale più vicino ad un tuo verosimile investimento in ETF. Oltretutto la data di scadenza è tale da poter giungere molto realisticamente ad incassarli a scadenza e se così fosse non hai né rinunciato ad un gain unico più che raro su bond europei, né ti trovi con una cedola inferiore all'inflazione.

Tutti gli altri titoli appaiono come oro, oggi, ma nell'ultimo secolo e mezzo sono state molte più le volte in cui titoli simili sono andati in default, molte molte più quelle in cui non hanno difeso dall'inflazione/svalutazione che le volte in cui tassi negativi li hanno spinti alle stelle.
Se calcoli la loro volatilità in 10 anni è una volatilità più vicina all'azionario che all'investimento privo di rischio (in altre parole: io afferrerei il malloppo, anche perché personalmente non sarei qui ad incassarli nel 2067).
 
I BTP 2030 hanno un orizzonte temporale più vicino ad un tuo verosimile investimento in ETF. Oltretutto la data di scadenza è tale da poter giungere molto realisticamente ad incassarli a scadenza e se così fosse non hai né rinunciato ad un gain unico più che raro su bond europei, né ti trovi con una cedola inferiore all'inflazione.

Tutti gli altri titoli appaiono come oro, oggi, ma nell'ultimo secolo e mezzo sono state molte più le volte in cui titoli simili sono andati in default, molte molte più quelle in cui non hanno difeso dall'inflazione/svalutazione che le volte in cui tassi negativi li hanno spinti alle stelle.
Se calcoli la loro volatilità in 10 anni è una volatilità più vicina all'azionario che all'investimento privo di rischio (in altre parole: io afferrerei il malloppo, anche perché personalmente non sarei qui ad incassarli nel 2067).

Ti ringrazio infinitamente.
Diciamo che quel btp 2030, potrebbe sostituire la componente governativa euro del portafoglio etf, che potrei bellamente tralasciare, dato che i rendimenti sono quelli che sono.
Sarebbe forse un po' sovrappesata percentualmente, all'interno del portafoglio (30k (considerando l'ammontare nominale) su un portafoglio che a questo punto ammonterebbe a 136k, sono il 22%), ma non è un problema considerando la funzione compensatoria di eventuali minusvalenze in etf.

Edit, mi correggo. Sono 136k da allocare(dalle vendite di btp 2067, Portugal e PSA)+ 30 nominali (portati a scadenza il controvalore attuale è insignificante)di btp 2030 .
Portafoglio da 166. La percentuale occupata dal btp 2030 è 18,30. Può starci. Consente un po' più di "sale" per la restante parte obbligazionaria, ammontante a 36K in un ptf 60/40
 
Ultima modifica:
Ti ringrazio infinitamente.
Diciamo che quel btp 2030, potrebbe sostituire la componente governativa euro del portafoglio etf, che potrei bellamente tralasciare, dato che i rendimenti sono quelli che sono.

La percentuale occupata dal btp 2030 è 18,30.

Molti portafogli rischio minimo (meno del 5% di rischio di non riavere il 100% del capitale nello scenario più avverso alla fine dell'orizzonte temporale, come obiettivo) a 6-7 anni contengono il 20% circa di governativo.
Qui la pagliuzza può essere solo nei criteri UCITS: questi 'consigliano' di non esporsi per oltre il 10% ad un singolo emittente che può andare in default, quindi se da qui al 2025 l'Italia fallisse tutti questi ragionamenti di volatilità vanno a farsi friggere... ma è giusto per essere pignoli, dopotutto la sovraesposizione alle lunghe durate e la concentrazione su emittenti sovrani che, diciamocelo, nel 2011 erano immersi nel letame fino al collo... ha decisamente fatto la fortuna dei tuoi rendimenti. ;)
L'ansia la concentrerei sulla tenuta dei mercati mondiali, l'entrata progressiva diluisce il timing... la sfera di cristallo non ce l'abbiamo (magari!). ;)
 
Molti portafogli rischio minimo (meno del 5% di rischio di non riavere il 100% del capitale nello scenario più avverso alla fine dell'orizzonte temporale, come obiettivo) a 6-7 anni contengono il 20% circa di governativo.
Qui la pagliuzza può essere solo nei criteri UCITS: questi 'consigliano' di non esporsi per oltre il 10% ad un singolo emittente che può andare in default, quindi se da qui al 2025 l'Italia fallisse tutti questi ragionamenti di volatilità vanno a farsi friggere... ma è giusto per essere pignoli, dopotutto la sovraesposizione alle lunghe durate e la concentrazione su emittenti sovrani che, diciamocelo, nel 2011 erano immersi nel letame fino al collo... ha decisamente fatto la fortuna dei tuoi rendimenti. ;)
L'ansia la concentrerei sulla tenuta dei mercati mondiali, l'entrata progressiva diluisce il timing... la sfera di cristallo non ce l'abbiamo (magari!). ;)

E' chiaro che benché non sia avversa al rischio (e l'aver puntato su quegli stati definiti con disprezzo PIGS, (escluso Grecia, non me la sono sentita), lo palesa) le prese di beneficio e il conseguente reinvestimento è doveroso siano frazionati nel tempo.
Prescindendo dal rendimento effettivo, comunque l'ammontare delle cedole rispetto l'importo investito, sono un buon mezzo per temporeggiare ed entrare progressivamente nel mercato.
Magari senza pretendere la fortuna (non avendo la sfera di cristallo, c'è anche questa componente) di entrare dopo lo storno pesante stile 2008, però a tranches dopo le correzioni.
Purtroppo i rischi non sono sviabili nelle azioni, il binomio rischio rendimento è indissolubile ed inscindibile....è solo mitigabile.
Il resto (e forse il più) lo fa la tenuta emotiva a sua volta sostenuta da una corretta pianificazione e da una, il più possibile completa, consapevolezza.
In questo senso il tuo contributo al FOL è notevole e ti ringrazio per la disponibilità che sempre metti a disposizione.
 
Il rischio va anche bene Sara78, ma non so... troppe stranezze. Ho visto erogare questa settimana mutui tasso fisso allo zero virgola di taeg a trent'anni... e l'inflazione è ridicola, e l'azionario è alto ma il PIL è fermo da anni e invece se vuoi investire in un fondo i prezzi sono altissimi ed il prezzo degli immobili è ai minimi. I motivi io li so (dover incrementare gli stock di impieghi di qualità, avere elevati tassi di produttività fa servizi, scontare una potenziale svalutazione, camuffare con la liquidità un'economia depressa), ma sono segnali che secondo me c'è tanta tensione invisibile che può sfogarsi in massiccia volatilità (non prendermi per il solito banale profeta di sventura 'l'iceberg sta per colpirci!!!' la volatilità potrebbe arrivare in tutti i sensi: forte ripresa economica, inflazione, crescita record delle equities). Però se c'è volatilità all'orizzonte il timing diventa una lama affilata difficile da maneggiare
 
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