Salve,
Questa premessa è ovviamente preoccupante. Anche io lavoro come consulente (dipendente) in una banca e conoscendo le dinamiche 'commerciali' di questo settore parto un pò prevenuto.
Però criticare è facile (ed è quasi la norma quando si chiede a consulente2 l'operato di consulente1, un pò come quando si chiede a muratore2 se ha fatto bene i lavori muratore1
).
Quindi proviamo ad analizzare la cosa: punto uno la banca sembra che la abbia censita come un investitore estremamente esperto, dato che i certificate non si possono (per legge) proporre (soprattutto così sull'unghia) a chi è al di sotto di certe conoscenze e competenz
Questa è una grande verità. E' oltretutto una verità, che nella mia esperienza personale, va in contrasto con molti altri settori merceologici: in alcuni settori abbassare il costo significa sacrificare competenze o ingegnerizzazione del prodotto (pensiamo al'automobile da 10000 euro rispetto a quella da 100000 euro), in altri significa perdere in materie prime (pensiamo al gioiello da 5000 euro ed al pezzo di 'bigiotteria' da 50 euro), nel settore finanziario spesso il passare da fondi/sicav costosissimi a ETF non significa passare da prodotti dove si paga solo il 'brand' ad altri identici e più economici... ma da prodotti molto peggiori e concentrati tutto sul produrre costi a strumenti dal funzionamento più semplice e 'pulito'.
Lei accenna al discorso dei 'megatrend': magari lì dentro c'è una selezione di azioni, di derivati su indici, di strategie di hedging (protezione dalla fluttuazione delle valute), di scommesse etc... tutte cose sintetiche e costose che accumulano solo molteplici strategie e trend per sembrare qualcosa di 'efficiente' ma potrebbe essere una mezza schifezza (non dico sia universale, ma spesso accade), un ETF Lyxor Core Stoxx Europe 600 rappresenta una 'fetta' di un patrimonio che comprende "fisicamente" (il fondo investe direttamente il capitale in questo) 600 azioni: le 200 aziende più rilevanti ad alta capitalizzazione di tutta europa, le 200 a media e le 200 a bassa. E' uno spaccato puro e semplice del mercato europeo. Viene a costare (grazie sicuramente a pratiche complesse di abbattimento di costi con prestito titoli etc... che però non incidono direttamente sul capitale dell'investitore almeno) lo 0,07% all'anno e non prevede commissioni all'entrata all'uscita, in base alla performance o altre mazzette varie (salvo il costo di negoziazione che però chi è abituato ai fondi lo troverà molto contenuto). Questo non significa che gli ETF siano la panacea a tutti i mali, hanno diversi limiti, ma già sono un'ottima alternativa a molti fondi e sicav.
Guardi, ho girato io per lei diverse banche: le politiche commerciali sono molto simili.
Vedo dalle sue valutazioni che ha esperienza, cui probabilmente la banca si appoggia per poter proporre i prodotti anche più complessi.
I titoli che elenca (salvo i due ETF obbligazionari) rappresentano degli azionari, tematici o con strategie molto aggressive (es. i Growth) a rischio molto elevato (ed anche potenziale rendimento... ma bisogna guardare i costi ed ai consigli che riceve, ovvio che se appena il Global Robotics sta a +6% le consigliano di toglierlo e comprarci il nuovo certificato avrà solo una pessima gestione).
Sarebbe utile, per capire come fare una diversificazione e non una macedonia, capire:
1- Quale è il suo profilo di conoscenza: es. ci fermiamo alla comprensione di ETF e Sicav, ha dimestichezza con obbligazioni strutturate o capisce bene il funzionamento e le implicazioni di derivati come i certificate?
2- Quale è l'obiettivo del suo portafoglio (potrebbe averne anche più di uno con scopi diversi): non le serve il capitale vuole solo incrementarlo significativamente perché se ci riesce potrà realizzare grandi progetti e se lo perde pazienza? Vuole il mantenimento di quello che ha e difenderlo un pò dall'inflazione? Pensa di tenere investito per 10 anni e non si cura delle oscillazioni ma alla scadenza l'importante è non aver subito grossi danni? Le servono le cedole per incrementare il reddito? Sta mettendo da parte per un figlio/nipote che dovrà usarli tra 20 anni? Etc... etc... etc...
3- Grossomodo (e qui è difficile farsi finanza comportamentale da soli, ci vorrebbe il consulente) cosa può sopportare. Diversifica poi però se su 20 titoli uno sta a -25% non lo sopporta? Le fluttuazioni non la impressionano basta avere prodotti dove si può attendere per recuperare? Se vede un segno meno non sta tranquillo? Ecco... questo sarebbe il lavoro del consulente bravo (tanto per dire -25% è niente rispetto a quello che potrebbe scendere il titolo sui tecnologici, sulla base di performance storiche del settore).
Aggiungo che la legge obbligherebbe a lavorare in consulenza (non in 'appioppo il prodotto') con i portafogli così...
Comunque chiarendo di più i punti sopra si può guardare alla composizione 'complessiva' dell'attuale portafoglio, e su quelle basi capire come è ottimale investire i futuri 30mila.
Poi gli strumenti per investirli si scelgono per qualità/efficienza (e gli ETF sono una buona scelta, solo che seguono un indice). Ovviamente per aggiungere ETF, titoli di stato, obbligazioni, certificate, ma anche fondi e sicav (ci sono tante piattaforme) non ha assolutamente bisogno di cambiare banca, né di pagare il 2-3% di commissioni (ma lo sa, ha già preso alcuni ETF).
Spero di non essere stato prolisso nell'analisi generale.
Un saluto