Ciao,
Le obbligazioni, se vendute come 'carta terzi' (proposte dalla banca al collocamento) probabilmente incorporano una commissione di collocamento pagata alla sottoscrizione, ma non ulteriori costi di gestione.
Detto questo:
Obbligazione Mediobanca:
E' in dollari, quindi non c'è garanzia del capitale (in euro). Se alla scadenza l'importo pagato in dollari vale meno di quanto sottoscritto (rischio cambio) si perde il capitale. E' step-up: un buon modo di avere interesse, perché ogni cedola è più alta di quella precedente.
Bond UCI:
E' un'obbligazione bancaria a capitale garantito (paghi 100 alla sottoscrizione e ti danno 100 alla scadenza) che ad ogni scadenza della cedola (del 2%) la paga solo SE si verifica un certo evento su indici azionari. Non è il massimo come obbligazione, dura 6 anni ed è molto strutturata, dovrebbe essere venduta solo a clientela con competenze medio-alte.
Goldman Sachs:
E' un'obbligazione bancaria (estera) con capitale garantito, che pagava una cedola del 2,2% i primi anni, adesso paga l'euribor 6 mesi (un tasso variabile che al momento è praticamente niente...) con un 'massimo' eventuale del 6%. Questo ha svalutato molto l'obbligazione, che scade tra oltre 5 anni e infatti è sotto la pari (tra le poche obbligazioni in euro) e quota 95,5 (se la vendi perdi).
UGC Call Sub 2025:
Questa obbligazione bancaria Unicredit ha apparentemente un buon interesse 2,75%+tasso euribor 3 mesi (negativo ora). Però è una famigerata subordinata bancaria, il tipo di obbligazione che non andrebbe venduta ai piccoli risparmiatori (se non molto consapevoli). Non sono prodotti per risparmiatori, ma per rimpinguare il capitale proprietario o semi delle banche. Nelle Banche Venete, Etruria etc... le subordinate non sono state rimborsate, in MPS solo alcune e grazie ad un intervento di stato. Oltretutto c'è la Call (potrebbe essere rimborsata anticipatamente).
Banco BPM:
Sempre obbligazione bancaria, sempre a tasso variabile legato all'euribor 3 mesi che non paga interesse o quasi... motivo per cui anche questa è ancora sotto la pari.
UCG Fix Float:
Idem come la precedente, solo emessa da Unicredit, anche questa sotto la pari.
Akros 2023:
Questo è un certificato, uno strumento finanziario derivato. Sebbene sia (per fortuna) garantito alla scadenza al 100% andrebbe riservato alla clientela più esperta. E' legato all'indice delle 50 azioni europee più grandi, paga cedola solo se l'indice è sopra un certo prezzo 'target'.
Circa il 40% del portafoglio è diviso tra prodotti a capitale 'garantito' (si fa per dire nell'obbligazione in dollari e con un non nullo rischio per quella subordinata) di qualità abbastanza bassa (infatti molti sono sotto la pari anche con l'obbligazionario in euro alle stelle), che vengono tipicamente venduti allo sportello e spesso c'è anche una commissione al collocamento... venderli in perdita secondo me è un peccato. Però io condividerei più chi li avesse comprati sul secondario sotto la pari, grazie al 'pregio' di avere quotazioni piuttosto basse (sotto la pari).
Algebris Macro Credit:
Un fondo dal funzionamento abbastanza complesso, è un long/short obbligazionario. In pratica è flessibile e il gestore usa derivati per fare scommesse lunge (guadagna se il sottostante sale) o corte (guadagna se perde) sulle obbligazioni... prodotto da usare molto di nicchia per eventualmente slegarsi dagli investimenti 'classici', per utenti evoluti (ovviamente rischioso).
Amundi Emerging Markets:
Fondo che investe in titoli di stato ed obbligazioni di paesi emergenti (rischiose), ma a breve durata (un pò meno rischiose), con copertura sull'euro (diminuisce il rischio valuta). E' un obbligazionario che non paga un'esagerazione per i costi di gestione (<1,5%) ma prevede fino al 4% di costo alla sottoscrizione.
Unicredit Evoluzione Reddito:
Prodotto di qualità molto più bassa... è un fondo obbligazionario a tunnel. Ma non investe in obbligazioni, bensì in altri fondi che contengono obbligazioni.
Che vuol dire? Paghi il 2% alla sottoscrizione ma non lo vedi, viene 'diluito' nel capitale nel corso di 3 anni (quindi per questi anni se esci lo tolgono all'uscita). Oltretutto ha costi annui significativi (un altro 2%). Infine investe in altri fondi Amundi, che hanno i loro costi interni... considerando che investe in obbligazioni (dove la redditività non è stellare) non è un granché diciamo...
Amundi Euro Strategic Bond:
Sempre fondo amundi che investe in obbligazioni: mischia obbligazioni high yield (alto rischio/rendimento) emergenti e più prudenti, costa come il amundi emerging markets.
Amundi Multi Asset Conservative:
Un fondo che mi piace molto di più. E' un bilanciato: il 75% dell'investimento sono obbligazioni di tutto il mondo, il 25% azionario mondiale (principalmente grandi aziende USA). Nel complesso è abbastanza 'prudente', pur avendo una dose di azionario. I costi son sempre quelli.
Amundi Emerging Markets Short Term Bond:
E' il fratello del primo fondo amundi: il primo limitava il rischio della valuta con protezione sull'euro, questo no.
Algebris Financial Credit Fund:
Fondo che investe in obbligazioni di banche (non ce ne fossero abbastanza sopra), paga cedole periodiche, costi leggermente inferiori a quelli sopra.
First Eagle Amundi Income Builder:
Questo è un fondo non di qualità eccelsa, ma che ritengo personalmente molto interessante. E' un bilanciato (50% azioni, 50% obbligazioni) che paga dividendo ogni 3 mesi, con una particolare strategia (quasi un tematico) investire in asset tradizionalmente considerati anti-ciclici e 'solidi': es. beni di consumo ciclici, miniere, oro fisico, beni di consumo difensivi. Si chiama 'costruttore di reddito' perché ovviamente vorrebbe titoli 'stabili' anche nelle avversità che però sgancino dividendo. E' una strategia, non è andato molto bene l'anno scorso e si sta ancora leccando le ferite...
Riassumendo:
E' un portafoglio che include 6% di azionario e 94% di obbligazionario (classica persona un pò anziana o scottata in passato con le azioni?).
Il 40% sono singoli titoli obbligazionari che (a parte subordinata e dollaro che incorporano numerosi rischi) sono strutturati, complessi e, se comprati al collocamento molto inefficienti (rischio ma poco rendimento), adatti magari ad un utente consapevole che potrebbe farci trading o cercarli sotto la pari.
Il resto sono fondi, principalmente obbligazionari, alcuni proprio scarsi o 'strani' come strategia (quello a tunnel, quello long-short), gli altri più classici.
Lo sbilanciamento verso le obbligazioni bancarie è fortissimo (eccessivo secondo me).
Le commissioni di gestione non sono eccessive (c'è molto, molto, di peggio...) quelle alla sottoscrizione non so se sono state pagate.
In generale è un tipo di portafoglio molto comune tra quelli che si trovano in banca. L'obiettivo di preservare i propri risparmi su un orizzonte temporale di 10 anni è secondo me centrato: molto difficile con un'esposizione simile (anche se ci sono troppe obbligazioni bancarie nessuna copre più del 10% del capitale, come da regole UCITS) aver danneggiato seriamente il capitale dopo 10 anni, salvo per colpa di eccessivi costi di collocamento (ma non mi sembrano prodotti su cui si fanno continui arbitraggi). Certo la qualità generale è quella che è, la diversificazione non è al top... abbinando qualche anno fa titoli di stato italiani, USA ed esteri e qualche ETF si sarebbe ottenuta molta più efficienza... ma difficile che la banca ne consigli perché non abbastanza redditizio. In generale con quello che c'è in giro però, non è qualcosa con cui allarmarsi (la subordinata è il 4,8% ed il fondo scarsissimo non supera il 13%...l'obbligazione in dollari forse è tra quelle che hanno reso meglio, anche il certificato è appena un 'assaggio').