Ingresso diluito in "Enhanced" Value Average (non proprio ortodosso)

Preacha

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Buonasera a tutti,

tra i buoni propositi per il 2019, ho quello di cominciare ad investire la parte di liquidità che ho in portafoglio. Approfittando della discesa dell'ultimo periodo, pur rimanendo prudente, ho deciso di optare per un ingresso diluito ed avevo pensato di farlo in Value Average (investimento di lungo periodo circa 10y), avendo già una discreta liquidità da parte. Il portafoglio sarebbe composto da soli ETF e sarebbe così suddiviso:

MSCI World 45%
MSCI EM 10%
EMU Small Cap 5%
USA Small Cap 5%

Euro Gov Bond 3-7y 10%
USD Gov Bond 3-7y 10%
JPM EM Bond Eur Hedged 10%

Physical Gold 5%

Non vorrei stare qui a dilungarmi sul perché ho scelto la versione hedged per l'ETF sugli EM Bond anche se nel lungo periodo il tasso di cambio non influisce, o perché come duration ho scelto 3-7 sia per l'area Euro che per l'area USD vista la notevole differenza in termini di tassi etc. Vorrei invece chiedervi un parere su una questione diversa.

Poiché ho una consistente liquidità da parte, ho scelto di seguire il VA anziché il DCA. Tuttavia, avevo pensato di non stabilire una quota target fissa per ogni mese (il valore del mio portafoglio deve aumentare di 5k ogni mese), ma di rendere quest'ultima variabile, in base al rendimento complessivo dell'ultimo mese del portafoglio (se il rendimento complessivo dell'ultimo mese è stato di -2% allora il valore complessivo del portafoglio dovrà aumentare di 5k, se il rendimento complessivo dell'ultimo mese è stato di -4% allora il valore complessivo del portafoglio dovrà aumentare di 10k e via dicendo). In altre parole, vorrei rendere variabile il delta del valore del portafoglio in base al rendimento (ovviamente medio ponderato) del portafoglio nel mese precedente.

Esempio (20k valore iniziale; rendimento medio nel mese scorso di -2%; aumento il valore fino a 25k)

MSCI World 9.000 -> 11.2250
MSCI EM 2.000 -> 2.500
EMU Small Cap 1.000 -> 1.250
USA Small Cap 1.000 -> 1.250

Euro Gov Bond 3-7y 2.000 -> 2.500
USD Gov Bond 3-7y 2.000 -> 2.500
JPM EM Bond Eur Hedged 2.000 -> 2.500

Physical Gold 1.000 -> 1.250

Esempio (20k valore iniziale; rendimento nel mese scorso di -4%; valore finale del portafoglio 30k)

MSCI World 9.000 -> 13.500
MSCI EM 2.000 -> 3.000
EMU Small Cap 1.000 -> 1.500
USA Small Cap 1.000 -> 1.500

Euro Gov Bond 3-7y 2.000 -> 3.000
USD Gov Bond 3-7y 2.000 -> 3.000
JPM EM Bond Eur Hedged 2.000 -> 3.000

Physical Gold 1.000 -> 1.500

Che ne pensate? Potrebbe essere un'idea quella di quest'ulteriore componente di modularità per sfruttare ulteriormente gli eventuali ribassi?

Grazie a tutti delle vostre risposte, critiche, idee in anticipo e scusate il post veramente lungo :D
 
Ultima modifica:
Il concetto di fondo mi sembra condivisibile, ma non mi convince il fatto che sia parametrato all'andamento del valore dell'intero PF e non dei singoli ETF azionari (per quelli obbligazionari, almeno quelli meno volatili, andrei di rata fissa). Ti dico come sto facendo con i miei ETF azionari: entrerò con un massimo di 20 rate trimestrali, di cui ho già acquistato la prima; perciò, se il totale a fine accumulo atteso è 100, ogni rata è 5 di base, ma la mantengo a 5 solo se il prezzo è in un range tra -5% e +10% rispetto a trimestre precedente. Se invece è tra -5% e -10%, compro 1,5 quote (cioè 7,5). Se è sotto -10%, compro 2 quote (10). Se è sopra +10%, compro mezza quota (2,5).

Spero di averti dato uno spunto di riflessione, anche se nel mio caso si tratta soprattutto di investire un capitale già esistente e solo marginalmente nuovo risparmio.
 
Ultima modifica:
Il concetto di fondo mi sembra condivisibile, ma non mi convince il fatto che sia parametrato all'andamento del valore dell'intero PF e non dei singoli ETF azionari (per quelli obbligazionari, almeno quelli meno volatili, andrei di rata fissa). Ti dico come sto facendo con i miei ETF azionari: entrerò con un massimo di 20 rate trimestrali, di cui ho già acquistato la prima; perciò, se il totale a fine accumulo atteso è 100, ogni rata è 5 di base, ma la mantengo a 5 solo se il prezzo è in un range tra -5% e +10% rispetto a trimestre precedente. Se invece è tra -5% e -10%, compro 1,5 quote (cioè 7,5). Se è sotto -10%, compro 2 quote (10). Se è sopra +10%, compro mezza quota (2,5).

Spero di averti dato uno spunto di riflessione, anche se nel mio caso si tratta soprattutto di investire un capitale già esistente e solo marginalmente nuovo risparmio.

Innanzitutto grazie della risposta!

Sebbene come concetto sia simile, tra il mio esempio ed il tuo c'è una differenza sostanziale. Nel tuo caso, si tratta di investire un importo fisso ogni mese/trimestre (potremmo definirlo EDCA visto che l'importo in realtà non è proprio fisso ma può aumentare o diminuire a seconda dell'andamento nel mese/trimestre). Nel mio caso, invece, si tratta di investire un importo (non fisso) per far sì che il valore complessivo del portafoglio aumenti di un importo fisso (VA). Questo è anche il motivo che non mi permette di parametrare la somma investita solo sulla parte azionaria, ma devo tener conto dell'intero portafoglio.

Se, ad esempio, il portafoglio inizialmente avesse un valore di 100 e poi nel mese/trimestre successivo scendesse a 98, un conto è investire 10 ogni mese/trimestre (come nel tuo caso ottenendo dunque alla fine del periodo un valore di 108), un altro è incrementare il valore complessivo del portafoglio di 10 rispetto al periodo iniziale (portandolo a 110 ed investendo dunque 12 e non 10).

Spero di essermi spiegato in modo chiaro ;)
 
Chiarissimo. Se ci pensi bene i due metodi sono molto simili, ammesso che, come intuisco, anche nel tuo caso si tratti di diluire l'ingresso di un capitale X esistente. Nel mio caso la rata "base" è 1/20 di X, nel tuo i 5000€ dell'esempio. Non abbiamo piena certezza su quanto impiegheremo per completare l'ingresso, perché in caso di mercato crescente i tempi si allungano leggermente in entrambi i metodi, e viceversa si abbreviano in caso di cali di valore (comunque, anche in caso di crollo lineare, è matematico che nel mio caso l'ingresso richieda almeno 10 rate, cioè oltre due anni). La differenza è che il tuo approccio è più ortodosso e "preciso" e si basa su valore dell'intero pf, io ho reputato invece che per obbligazionario euro e globale IG tanto valeva fare una cifra fissa. Il metodo che ho descritto sarà applicato solo ad azionario e obbligazionario emergenti. Comunque stiamo parlando di lana caprina, penso che la differenza in termini di PMC nei due metodi sarebbe modesta con qualsiasi andamento.
 
Chiarissimo. Se ci pensi bene i due metodi sono molto simili, ammesso che, come intuisco, anche nel tuo caso si tratti di diluire l'ingresso di un capitale X esistente. Nel mio caso la rata "base" è 1/20 di X, nel tuo i 5000€ dell'esempio. Non abbiamo piena certezza su quanto impiegheremo per completare l'ingresso, perché in caso di mercato crescente i tempi si allungano leggermente in entrambi i metodi, e viceversa si abbreviano in caso di cali di valore (comunque, anche in caso di crollo lineare, è matematico che nel mio caso l'ingresso richieda almeno 10 rate, cioè oltre due anni). La differenza è che il tuo approccio è più ortodosso e "preciso" e si basa su valore dell'intero pf, io ho reputato invece che per obbligazionario euro e globale IG tanto valeva fare una cifra fissa. Il metodo che ho descritto sarà applicato solo ad azionario e obbligazionario emergenti. Comunque stiamo parlando di lana caprina, penso che la differenza in termini di PMC nei due metodi sarebbe modesta con qualsiasi andamento.

Anche io non penso che la differenza sia particolarmente rilevante (a meno che non si parli di grandi ingressi in condizioni di grande volatilità del mercato), ma mi piaceva come impostazione per un ingresso diluito. Speriamo che qualche altro membro del forum possa arricchire la discussione, anche se credo che la lunghezza del post disincentivi molto la lettura (e lo capisco :'().
 
Sto preparando un backtest che penso possa essere interessante. Lo posterò a breve , penso in giornata (quando avrò finito di sgranocchiare il carbone che mi ha portato la befana). Abbi/abbiate fiducia:D
 
Posto questo backtest, per un ingresso con 20 quote trimestrali con tre tecniche diverse (DCA, DVA alla “Preacha” e DVA semplificato che ho scelto per me: vedi post precedente), su S&P500 a partire dal 30/11/2006. Chiedo venia per la grafica "artigianale":D

Ho scelto questa data di partenza non casualmente. Il mio VERO ingresso in 20 quote è iniziato il 30/11/2018, e personalmente non mi aspetto una crisi seria sull'azionario USA per il 2019, ma per il 2020 sì. Quindi ho scelto un periodo che presentasse delle affinità con questa mia view pessimistica: il 2007 fu un anno laterale, il 2008 sappiamo com'è andata. Anche allora i fondamentali erano tirati: il PE di Shiller a fine 2006 era a 27, oggi a 28 circa. Allora si era a -7% dai massimi, oggi -14%.

Il backtest di per sé vale zero, e sarebbe preciso solo per un investitore USA, dato che non ho neppure considerato il cambio euro/dollaro, ma serve a evidenziare il modesto impatto della scelta tra le varie tecniche d’ingresso.

Ho immaginato un capitale di 100k dollari suddiviso in quote "base" trimestrali di 5k, su un ipotetico ETF su S&P500 con prezzo di 1 quota = indice.

Con il DCA, cioè 5k costanti, l'ingresso sarebbe stato completato a fine agosto 2011, quando l'indice quotava 1.218; l'investitore avrebbe acquistato circa 85 quote con un PMC di 1.172, quindi sarebbe già stato in leggero gain al termine dell'ingresso: circa 104K a fronte di 100K investiti.

Ho poi simulato il DVA “stile Preacha”, cioè in modo che l'ETF crescesse ogni mese di (almeno) 5k di valore. Più precisamente, ho ipotizzato di fare solo acquisti, senza mai vendere le quote "in eccesso" (ma semplicemente stando fermi) quando alla scadenza trimestrale il valore PF fosse superiore al valore "programmato". Le celle colorate in giallo rappresentano quindi vendite "virtuali" ma non effettive. A fine agosto 2011, quando l'investitore in DCA avrebbe completato il suo ingresso, quello in DVA avrebbe "speso" 90K a fronte di un valore del PF di 100K, quindi sarebbe stato in buon gain (meglio del "collega"). Per completare però l'ingresso con gli ulteriori 10k circa avrebbe dovuto attendere addirittura l'agosto 2015 (nel foglio per brevità non ho riportato i calcoli di qualche trimestre, ma vi assicuro che torna). Questo perché l'indice, a un certo punto, ha iniziato a salire costantemente.

Giusto per confronto, immaginando di mantenere le quote senza alcuna vendita, nell'agosto 2015 il primo investitore avrebbe avuto un PF di 168k, il secondo di 176k.

La terza tecnica è il “DVA semplificato”, come da mio precedente post. In questo caso l'acquisto sarebbe stato completato con un trimestre di “anticipo”, nel maggio 2011, e il controvalore nell'agosto 2011 (sempre per confronto) sarebbe stato di 107k, e nell'agosto 2015 di 173k.

Le differenze, in termini di PMC e di controvalore, sono quindi modeste. Ovviamente facendo altri backtest su periodi diversi si otterrebbero risultati diversi, ma mi stupirei se con ingressi trimestrali la differenza tra le tre tecniche fosse mediamente importante.

Per non allungare ancora, rimando al post successivo alcuni commenti.
 

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Qualche commento sul “minestrone” che ho scritto.

1) Preacha, potrebbe essere psicologicamente complicato, e talvolta irrazionale, seguire l'approccio che suggerisci in certe condizioni di mercato, specie in caso di crolli. Ti faccio notare che nel backtest, per non "eccedere" l'incremento programmato di valore di 5k, dopo i mega acquisti di novembre 2008 e di febbraio 2009, l'investitore non avrebbe poi dovuto fare nessun altro acquisto per ben quattro trimestri, nonostante l'indice così basso! Da questo punto di vista, la "mia" tecnica di DVA semplificato, come anche il DCA, sono psicologicamente più sostenibili, perché "impongono" di fare sempre un certo acquisto (costante o variabile).

2) Poi, rifletterei sui calcoli che dovresti fare. A lungo andare, più una tecnica è complessa, meno speranze ci sono di restarle fedeli. Citando Buffett, "I'd rather choose to be approximately right than precisely wrong". Se la nostra strategia è ben meditata e in linea con i nostri obbiettivi di investimento, troppa pignoleria nel tarare una "tecnica" dà un modestissimo valore aggiunto (anzi, in certi casi è controproducente: vedi punti 1 e 3). Meglio semplificare, finché si può.

3) Storicamente gli indici molto diversificati dei paesi sviluppati raggiungono picchi negativi tra -45% e -55/60% circa dei massimi. Ci possono essere drammatiche eccezioni, come la crisi del 1929, quando si arrivò a -86%, ma grosso modo, se si entra massicciamente quando l'indice è già sceso intorno alla metà dai massimi, difficilmente si fanno danni. Nel file excel, in basso, ho calcolato che se l'investitore in DVA o quello del DVA semplificato avessero deciso di completare anzitempo l'ingresso, cioè versare nel febbraio 2009 tutte le “rate” restanti, valutando che l'indice era già sotto di oltre il 50% dai massimi, avrebbero ottenuto un numero di quote molto maggiore; sempre per fare il confronto, nell'agosto 2015 il loro investimento di 100k si sarebbe apprezzato intorno ai 205K, contro i circa 170k di cui ho detto nel precedente post. Eccepire che con il “senno di poi saremmo tutti miliardari” non sarebbe pertinente, perché l’acquisto al verificarsi di certe condizioni può essere prestabilito, come parte integrante della strategia di lungo periodo. Poi è chiaro che non sempre una scelta simile è premiante: ad esempio, se nel 2009 l’indice fosse sceso a -80%, come negli anni ‘30, l’investitore che avesse deciso di “anticipare” l’ingresso avrebbe fatto la scelta “perdente” (a posteriori). Ma storicamente, comprare a -50% dai massimi è quasi una garanzia di buon gain in tempi brevi.

4) La tendenza dei mercati a "scendere per l'ascensore" è anche una ragione che a mio avviso rende consigliabile stare investiti in circostanze “normali” con una percentuale di azionario un po’ inferiore a quella massima che si pensa di essere disposti a sopportare psicologicamente, per incrementrare con l’”extra” in caso di crolli (ad esempio, passare da un 40% “standard” a un 60% dopo l’esplosione di una crisi finanziaria). Ma questa è una mia opinione, che ci porterebbe lontani e che esula dal tema del thread

In ogni caso, Preacha, se parliamo grosso modo di una constant mix, il tuo risultato di lungo periodo sarà dato al 90% dall’asset allocation, mentre la tecnica precisa dell’ingresso iniziale “frazionato” avrà un peso quasi irrilevante.
 
Ciao simo78,
premesso che ho apprezzato molto il backtest e mi sono letto tutti i tuoi commenti, ho deciso di riperformare il file :D

L'ho fatto semplicemente perché l'applicazione del mio metodo non era proprio esatta (sono pignolo perdonami :bow:). Purtroppo non credo di essere riuscito a spiegarmi benissimo nel primo post e spero che applicandolo io stesso sulla base dei tuoi dati riesca a rendere il tutto più comprensibile).

Ciò detto ne approfitto per comparare il mio metodo d'ingresso (che con licenza poetica ho chiamato EVA) con un DCA normale, con un EDCA (molto simile al tuo metodo, ossia un DCA con ingressi diversi in base all'andamento dell'ultimo trimestre), ed un VA normale (con un incremento del valore del portafoglio costante, indipendentemente dall'andamento dell'ultimo trimestre, al contrario del mio nel quale l'incremento dipende da quest'ultimo).

Userò come base i 100.000 che hai usato tu ed ingressi standard di 5.000 su base trimestrale. Quel che più mi interessa vedere è la differenza percentuale del valore finale rispetto ad un normale DCA di ciascuno di questi tre metodi. Credo che lo posterò domani mattina, insieme a qualche commento (un pò come hai fatto tu OK!).

Buona serata
 
L'ho fatto semplicemente perché l'applicazione del mio metodo non era proprio esatta (sono pignolo perdonami :bow:). Purtroppo non credo di essere riuscito a spiegarmi benissimo nel primo post e spero che applicandolo io stesso sulla base dei tuoi dati riesca a rendere il tutto più comprensibile). Ciò detto ne approfitto per comparare il mio metodo d'ingresso (che con licenza poetica ho chiamato EVA) con un DCA normale ha scritto:
In realtà ti eri spiegato benissimo, sono io che nel frattempo mi sono confuso e ho pensato che tu avessi proposto un dva con incremento costante di 5k. Ma eri stato chiaro in un senso diverso. Ad ogni modo la "sostanza" dei miei commenti rimane valida, e se devo essere sincero mi sfugge il fondamento razionale del tuo diverso metodo, ma magari con il tuo post di domani ed annessi commenti mi potrò ricredere. Mi sembra che ti stai concentrando molto su un aspetto abbastanza secondario, ma quanto a "pignoleria" hai trovato pane per i tuoi denti, perciò insisti pure!;)
 
In allegato l'excel aggiornato (spero anche corretto).

La mia premessa è quella di avere già tutto l'ammontare che si vuole investire disponibile. La mia situazione (e credo anche la tua) non è da assimilarsi a quella di un PAC, dal momento che abbiamo già disponibile quanto vorremmo investire, ma si tratta solo di un ingresso diluito. E' evidente infatti che il VA e l'EVA non sono compatibili con un PAC, a meno che non si riduca fortemente l'ammontare dell'ingresso per consentire una maggiore modularità.

Il vantaggio del VA rispetto al DCA è quello di sfruttare meglio la volatilità, dal momento che rispetto al DCA con il VA vengono comprate più quote nei periodi di discesa e meno nei periodi di risalita (di conseguenza si acquista in modo più efficiente e il PMC si riduce, anche se talvolta non in modo particolarmente significativo). La versione "Enhanced" dovrebbe ulteriormente amplificare questo effetto, poiché, come detto, il delta del valore del portafoglio rispetto al mese precedente è più grande.

Tuttavia, gli svantaggi non mancano: psicologicamente molto più difficile da sostenere ed è più complesso (dunque più difficile da portare avanti come sottolineavi tu), il rischio è quello di trovarsi totalmente investiti prima del turn around, dunque non solo l'intero portafoglio subisce la discesa, ma non la si può nemmeno sfruttare a proprio favore (cosa che non accade in questo backtest).

Tornando al backtest, se i calcoli sono corretti, rispetto ad un normale DCA, il risultato degli altri tre metodi (EDCA, VA, EVA) è rispettivamente più alto del 4,02% 2,37% e 5,34% (come data finale ho preso quella in cui viene versata l'ultima quota del DCA). La differenza percentuale non è dunque particolarmente grande, e con un importo di 100.000 il maggior guadagno è nell'ordine di poche migliaia di euro (ovviamente all'aumentare dell'importo da investire il discorso cambia). Quello che però più mi ha colpito è la sottile differenza tra EDCA ed EVA, che mi aspettavo essere maggiore. In fin dei conti, l'EDCA risulta molto più semplice e per alcuni la differenza di rendimento potrebbe non valere il gioco.

Sia per l'EDCA che per l'EVA ho considerato come soglie di variazione percentuale per l'investimento aggiuntivo -2% e -4%, con un incremento rispettivamente fino a 7.500 nel caso in cui la variazione sia compresa tra il -2% e il -4% e 10.000 nel caso in cui sia minore (algebricamente) del -4% (parametri totalmente arbitrari).

E' anche evidente il periodo necessario ad esaurire la somma da investire, che è molto più ridotta per l'EVA che per le altre, dal momento che nei due trimestri di maggior ribasso il numero di quote acquistate è di gran lunga maggiore (e questo ci riporta al problema precedentemente evidenziato).
 

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La mia premessa è quella di avere già tutto l'ammontare che si vuole investire disponibile.

Esatto. E' la mia situazione, e penso quella di molti, di questi tempi.

il rischio è quello di trovarsi totalmente investiti prima del turn around, dunque non solo l'intero portafoglio subisce la discesa, ma non la si può nemmeno sfruttare a proprio favore (cosa che non accade in questo backtest)

Questo è un rischio ineliminabile, che non dipende dalla precisa tecnica d'ingresso (ed è poco arginabile scegliendone una piuttosto che un'altra), ma dall'andamento futuro del mercato. In effetti il rischio maggiore è scegliere un ingresso diluito come quello che abbiamo in mente, ed avere poi la "sfortuna" di un mercato crescente. Noi, di fatto, ci siamo messi short, in un certo senso, per il periodo del nostro ingresso. Io ho scelto, adeguatamente consigliato, un periodo di ingresso molto lungo (quasi cinque anni) proprio perché in questa fase difficilissima da decifrare non è affatto scontato che il "crollo" sia imminente, come sempre ci sono argomenti in un senso o nell'altro; ma è improbabile che per ben 5 anni non ci sia uno storno davvero importante. Io in realtà mi aspetto molto più di uno storno, mi aspetto la fine del ciclo economico con il robusto calo che ne consegue. Ma quando? E se proprio mi sbagliassi del tutto, e il mercato fosse crescente per i 5 anni, o anche solo laterale, è chiaro che avrei perso la scommessa. Ma preferisco questo rischio a quello, secondo me del tutto irragionevole, che si assume chi entra adesso in PIC. Il P/E di Shiller nello S&P 500 è stato superiore ai livelli attuali solo in due anni, il 1929 e il 2000. Sarà un caso, ma io preferisco agire - avendo propensione al rischio medio-bassa - come se non lo fosse.

Poi in realtà io ho previsto anche un doppio "indicatore" (uno tecnico e uno macroeconomico) che dovrebbe farmi uscire totalmente dall'azionario in caso di recessione incombente e quindi di possibili crolli; quindi, pur senza avere chiaramente alcuna certezza che questo doppio "filtro" funzioni alla prova dei fatti, il rischio di completare l'ingresso prima dell'eventuale crollo mi preoccupa sì, ma fino a un certo punto; ma qui il discorso si fa personale e complicato e mi porterebbe o.t.


Quello che però più mi ha colpito è la sottile differenza tra EDCA ed EVA, che mi aspettavo essere maggiore. In fin dei conti, l'EDCA risulta molto più semplice e per alcuni la differenza di rendimento potrebbe non valere il gioco.

Sul fatto che la tua tecnica ("EVA") non valga la "candela", non ho molti dubbi, anche perché solo a posteriori potrai sapere quale tecnica avrebbe fatto meglio, e non c'è una chiara evidenza statistica a tuo supporto: perciò, tanto vale scegliere una tecnica ragionevole e sufficientemente semplice da poter essere applicata senza tentennamenti. E io torno a dire che la applicherei sui soli ETF più volatili, usando il semplice DCA per il resto.

Sia per l'EDCA che per l'EVA ho considerato come soglie di variazione percentuale per l'investimento aggiuntivo -2% e -4%

Io ho scelto volutamente soglie più alte sia perché nel mio caso l'effetto di variazione della quota sarebbe maggiore, sia perché la mia tecnica è applicata ai singoli ETF azionari, e basandomi su variazioni down troppo piccole rischierei di anticipare oltremodo l'ingresso.

E' anche evidente il periodo necessario ad esaurire la somma da investire, che è molto più ridotta per l'EVA che per le altre,

E' così in caso di mercato bear. Non sarebbe così ovviamente con un mercato bull. Ma se il mercato è bear la scelta dell'ingresso diluito è premiante in ogni caso, come hai constatato. Se avessimo, insomma, un nuovo 2008 nel periodo d'ingresso saremmo destinati a "vincere" in ogni caso, nel lungo periodo. Se avessimo invece un mercato laterale, o moderatamente crescente, avremmo fatto una scelta priva di grandi effetti. Se il mercato risultasse decisamente crescente, avremmo perso l'occasione di partecipare alla salita e ci troveremmo poi ancora più esposti alla discesa. Ma l'unica alternativa è stare perennemente fuori dall'azionario; chi non fa questa scelta, il dilemma PIC o PAC (e quale PAC) se lo ritrova sempre. Ho optato per il PAC perché, appunto, mi aspetto storni importanti nei prossimi anni, ma soprattutto perché di entrare ora in PIC non me la sentirei in ogni caso, come ho già spiegato.

Grazie per l'aggiornamento del file e per lo stimolante confronto. Spero che altri partecipino per proseguire la discussione su un tema, secondo me, interessante e molto attuale.
 
Grazie a te del confronto e della condivisione. Spero anche io che altri possano contribuire al tema, magari fornendo spunti riflessivi su cui io e te non ci siamo soffermati.

Ma soprattutto speriamo, in particolare io e te, che gli effetti benefici di questi ingressi diluiti si possano riscontrare in un futuro prossimo (magari grazie ad uno storno importante a breve, non me ne vogliano gli investiti) ;)
 
Ragazzi complimenti per la discussione e per le tecniche usate. Mi rileggerò tutto con calma, rielaborando i conteggi. 👏👏👏
 
Orso ha ragione: la discussione merita considerazione e va letta con la dovuta calma.
Comunque a questo punto sarebbe interessante vedere i risultati da 01.01.19 a 30.09.19 delle due tecniche applicati allo stesso portafoglio.
 
Ultima modifica:
La razionalità suggerisce di investire tutto in un PIC, se i soldi ci sono già tutti, perché l'attesa costa.

Un PAC diminuisce il rischio e anche il rendimento (ovviamente). Le varie tecniche di PAC modificato, analizzate sopra, possono portare benefici o meno a seconda del periodo storico backtestato. Far partire un unico backtest subito prima di una grossa crisi è comunque una forzatura (anche se capisco la ratio). Si possono fare ipotesi, ma niente ci assicura che avverrà una crisi come quella del 2008 nel 2020. E se anche avviene, potrebbe essere più lunga o più corta, insomma diversa. E se è uguale e ci si azzecca è soltanto una botta clamorosa di fortuna, ma le probabilità ex-ante sono tutte contro.

Comunque faccio i complimenti per chi ha lavorato ai backtest. Sporcarsi le mani permette di chiarirsi le idee e magari arrivare ad una strategia di investimento che ci rende tranquilli. Magari non è la più razionale, ma la psicologia in certi casi può avere la precedenza.
 
La razionalità suggerisce di investire tutto in un PIC, se i soldi ci sono già tutti, perché l'attesa costa.

Un PAC diminuisce il rischio e anche il rendimento (ovviamente). Le varie tecniche di PAC modificato, analizzate sopra, possono portare benefici o meno a seconda del periodo storico backtestato. Far partire un unico backtest subito prima di una grossa crisi è comunque una forzatura (anche se capisco la ratio). Si possono fare ipotesi, ma niente ci assicura che avverrà una crisi come quella del 2008 nel 2020. E se anche avviene, potrebbe essere più lunga o più corta, insomma diversa. E se è uguale e ci si azzecca è soltanto una botta clamorosa di fortuna, ma le probabilità ex-ante sono tutte contro.

Comunque faccio i complimenti per chi ha lavorato ai backtest. Sporcarsi le mani permette di chiarirsi le idee e magari arrivare ad una strategia di investimento che ci rende tranquilli. Magari non è la più razionale, ma la psicologia in certi casi può avere la precedenza.

Grazie per i complimenti. Mi rendo perfettamente conto che nella mia impostazione del backtest c'era molto di forzato e di arbitrario, ma il motivo non era tanto la sensazione (e nulla più) che un nuovo crollo potesse essere vicino, quanto proprio l'esigenza di testare in generale il comportamento di un pf investito gradualmente e quindi le mie reazioni di fronte a un crash dell'azionario. Come capirai anche da un altro post che ho inserito qualche minuto fa in un altro thread, io per i crolli ho proprio un bias, un'ipersensibilità (un po' per carattere, un po' per le esperienze passate).

Sono anche consapevole che in generale diluire non conviene, statisticamente, ma penso che l'aspetto psicologico debba dominare: quello che alla lunga ci frega non è cosa si è comprato e quando, ma la nostra eventuale mancanza di disciplina. Allora bisogna darsi a monte una disciplina che ci faccia sentire a nostro agio e che si sia sicuri di rispettare.

Io di entrare in Pic oggi sull'azionario globale, a detta di tutti o quasi molto caro, proprio non me la sentirei, come non me la sentivo lo scorso novembre quando iniziai a comprare. Non ci posso far nulla, mi reputo un investitore piuttosto consapevole e "adulto", ma questo aspetto frenante proprio è più forte di me.
 
Ciao,
stesse vs esigenze di investire liquidità.

Ho letto il thread e fatto alcune prove in excel. La tecnica del value averaging può andare bene in mercati che salgono e poi scendono anche forte.

Il mio dubbio è...cosa succede se lateralizzano quando (come ora) sono già molto cari in termini di P/E? Secondo me i vantaggi dell'ingresso graduale andrebbero a perdersi. Esiste un modo per correggere l'agoritmo tenendo conto di questa casistica?
 
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