ETF obbligazionari in dollari ed euro hedged: quali svantaggi?

Pulsewave

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È chiaro che come premio al rischio le obbligazioni in dollari siano molto più interessanti di quelle in euro, in questo periodo.

La soluzione ovvia mi sembrerebbe quella di acquistare un etf obbligazionario in dollari con copertura valutaria. Magari anche short term, per proteggersi da fluttuazioni di tassi. Come questo: UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US Liquid Corporates 1-5 UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc | A110QS | LU1048315243

Eppure, più e più volte qui sul fol leggo opinioni poco positive a riguardo dell’hedging tra cui:

- costa caro


- nel lungo periodo è inutile: la fluttuazione valutaria si andrà a bruciare tutto il rendimento extra

Da un lato mi sembrano argomenti assurdi (se si potessero prevedere le fluttuazioni valutarie con questa precisione saremmo tutti ricchissimi, e se i costi fossero così rilevanti perché proporre questi etf in primo luogo?).

Dall’altro, mi sembra strano che se l’euro in Europa rende lo 0% è sufficiente comprare una copertura valutaria e, come per magia, fargli rendere il 3 o il 4%. Farebbero tutti così fosse così facile.

Cervelloni del FOL: se volete esporre tutti i vostri argomenti a favore e a sfavore dello scaricare una paccata di soldi nell’investment grade americano con copertura valutaria in euro, il thread è questo!


Grazie mille!
 
È chiaro che come premio al rischio le obbligazioni in dollari siano molto più interessanti di quelle in euro, in questo periodo.

La soluzione ovvia mi sembrerebbe quella di acquistare un etf obbligazionario in dollari con copertura valutaria. Magari anche short term, per proteggersi da fluttuazioni di tassi. Come questo: UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays US Liquid Corporates 1-5 UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc | A110QS | LU1048315243

Eppure, più e più volte qui sul fol leggo opinioni poco positive a riguardo dell’hedging tra cui:

- costa caro


- nel lungo periodo è inutile: la fluttuazione valutaria si andrà a bruciare tutto il rendimento extra

Da un lato mi sembrano argomenti assurdi (se si potessero prevedere le fluttuazioni valutarie con questa precisione saremmo tutti ricchissimi, e se i costi fossero così rilevanti perché proporre questi etf in primo luogo?).

Dall’altro, mi sembra strano che se l’euro in Europa rende lo 0% è sufficiente comprare una copertura valutaria e, come per magia, fargli rendere il 3 o il 4%. Farebbero tutti così fosse così facile.

Cervelloni del FOL: se volete esporre tutti i vostri argomenti a favore e a sfavore dello scaricare una paccata di soldi nell’investment grade americano con copertura valutaria in euro, il thread è questo!


Grazie mille!
Il costo del currency hedging (che si realizza in genere con currency futures o forwards) dipende dal differenziale dei tassi di interesse, per cui se investi in un fondo obbligazionario di treasuries e fai lo hedging in Euro (che adesso costa circa il 3% annuo), avrai lo stesso rendimento che per le obbligazioni EU (inoltre la yield curve é piu' piatta negli US; al momento ci sono argomenti, sulla base della forma della yield curve, per fare l'operazione opposta -cioé per gli investitori US puo' essere interessante investire in obbligazioni EU currency hedged to USD The doomsday myth of 3% bond yields).
 
Grazie per il tuo intervento. Interessante anche l’articolo!
 
Io preferisco non hedgiare la differenziazione in valute (ovviamente parliamo di valute forti) fa parte della differenziazione del portafoglio...
 
Io preferisco non hedgiare la differenziazione in valute (ovviamente parliamo di valute forti) fa parte della differenziazione del portafoglio...

Dipende dalla risultante quota di esposizione in dollari sul totale portafoglio. Se avessi solo prodotti/ETF globali, visto il peso del mercato USA sia su equity che su debito, saresti intorno al 60%. Un' esposizione abbastanza elevata per un europeo....
 
Chiedevo proprio perché l'esposizione in dollari nel mio ptf è già abbastanza altina. Mi servirebbe qualcosa di stabile e sicuro in cui sbattere la maggior parte dei miei investimenti "non speculativi". Di "investment grade" non ho nulla.

Nel valutare l'esposizione valutaria, come considerereste l'azionario? Chiedo perché quello che rende alta la mia esposizione al dollaro non sono solo obbligazioni hy ma anche l'S&P 500. Ovviamente, se il dollaro perisce si fa male anche l'S&P 500. Pensavo però (e scusatemi se sto per dire una cagata) che, mentre il debito subisce eventuali svalutazioni valutarie 1:1, l'equity è da considerare diversamente. Una svalutazione del dollaro renderebbe più "competitive" ed attraenti le aziende che lo usano come sottostante.

Raramente sento parlare di rischio cambio in merito all'azionario.

Ha un senso questo ragionamento? Oppure devo prendere tutto il mio ptf, azionario incluso, contare quanto dollaro c'è ed usare quello come indicatore?

Grazie!
 
Chiedevo proprio perché l'esposizione in dollari nel mio ptf è già abbastanza altina. Mi servirebbe qualcosa di stabile e sicuro in cui sbattere la maggior parte dei miei investimenti "non speculativi". Di "investment grade" non ho nulla.

Nel valutare l'esposizione valutaria, come considerereste l'azionario? Chiedo perché quello che rende alta la mia esposizione al dollaro non sono solo obbligazioni hy ma anche l'S&P 500. Ovviamente, se il dollaro perisce si fa male anche l'S&P 500. Pensavo però (e scusatemi se sto per dire una cagata) che, mentre il debito subisce eventuali svalutazioni valutarie 1:1, l'equity è da considerare diversamente. Una svalutazione del dollaro renderebbe più "competitive" ed attraenti le aziende che lo usano come sottostante.

Raramente sento parlare di rischio cambio in merito all'azionario.

Ha un senso questo ragionamento? Oppure devo prendere tutto il mio ptf, azionario incluso, contare quanto dollaro c'è ed usare quello come indicatore?

Grazie!

se il dollaro crolla....questo incide in maniera negativo sul rendimento dei tuoi etf azionari in dollari

Grafico a dispersione del rischio/rendimento dell'ETF | justETF
 
Ciao Giovanni! Purtroppo, correggimi se sbaglio, gran parte degli ETF lì hanno un ytm pressoché nullo o negativo. Questo laddove la duration sia inferiore ai 5 anni. Dai 5 anni in su si guadagna qualcosina ma, in un contesto di rialzo dei tassi, volevo evitare di prendermi impegni che mi costringerebbero a perdere potenziali rendimenti migliori in futuro...

Per dire: iShares euro corporate 1-5, rendimento reale: 0,43%. Scadenza media ponderata: 3yr.

A ‘sto punto tanto vale un conto deposito :D
 
Ciao Giovanni! Purtroppo, correggimi se sbaglio, gran parte degli ETF lì hanno un ytm pressoché nullo o negativo. Questo laddove la duration sia inferiore ai 5 anni. Dai 5 anni in su si guadagna qualcosina ma, in un contesto di rialzo dei tassi, volevo evitare di prendermi impegni che mi costringerebbero a perdere potenziali rendimenti migliori in futuro...

Per dire: iShares euro corporate 1-5, rendimento reale: 0,43%. Scadenza media ponderata: 3yr.

A ‘sto punto tanto vale un conto deposito :D

infatti molti quella parte del portafoglio la lasciano liquida in attesa delle prossime evoluzioni
 
Bond globali, perché conviene coprire il rischio di cambio

Secondo uno studio Morningstar, l’hedging garantisce una minor volatilità e un miglior rapporto rischio-rendimento. Soprattutto con i governativi.
Francesco Lavecchia
21/06/2018 | 09:20

Diversificare il portafoglio è necessario. Farlo stando attenti al rischio dei tassi di cambio è meglio. A volte chi investe in titoli denominati in valuta estera decide consapevolmente di puntare sul suo apprezzamento al fine di ottenere un guadagno aggiuntivo, tuttavia i numeri dimostrano che il gioco non vale la candela: in alcuni periodi il rischio è premiato da una performance più elevata, mentre in altri il deprezzamento delle valute erode l’extra-rendimento.

L’hedging migliora il profilo rischio-rendimento
Mettendo a confronto l’indice obbligazionario FTSE World Global Bond Index (in euro) con il suo analogo coperto (o hedggiato, come dice qualcuno) rispetto alla variazione dei tassi di cambio si nota come su intervalli temporali di lungo periodo la differenza in termini di rendimento non sia significativa (100 punti base su tre anni e poco più di 150 pb su cinque anni) e che a fronte di questa esigua sovraperformance il benchmark senza hedge abbia una volatilità molto più pronunciata (due volte più grande su cinque anni; quasi tre volte su 10 anni, Figura 1).

La dimostrazione della superiorità dell’indice coperto sotto il profilo rischio-rendimento è data dal confronto dei valori dello Sharpe ratio (una misura di rendimento corretto per il rischio) che nel caso del paniere coperto dal rischio di cambio è due volte più grande di quello non hedggiato. L’effetto prodotto dal meccanismo di hedging, dicono gli analisti, è più evidente sui titoli governativi piuttosto che su quelli corporate. Le emissioni statali, infatti, tendono a essere meno volatili in valore assoluto e per questo la dispersione prodotta dalla fluttuazione delle valute ha un peso più elevato sulla volatilità complessiva del titolo.

La copertura del rischio di cambio è dunque la strategia migliore, ma anche chi decide di non tutelarsi in questo senso ha le sue ragioni: sebbene il costo dell’hedging sia sceso significativamente negli ultimi anni, gli investitori devono mettere in conto di spendere in più tra lo 0,10% e lo 0,20%. E i costi salgono ancora nel caso di emissioni di paesi emergenti. Tali oneri non sono espressi nei documenti informativi, ma sono pagati indirettamente sotto forma di rendimenti più bassi.


articolo completo Bond globali, perche conviene coprire il rischio di... | Morningstar
 
Bond globali, perché conviene coprire il rischio di cambio

Secondo uno studio Morningstar, l’hedging garantisce una minor volatilità e un miglior rapporto rischio-rendimento. Soprattutto con i governativi.
Francesco Lavecchia
21/06/2018 | 09:20

Diversificare il portafoglio è necessario. Farlo stando attenti al rischio dei tassi di cambio è meglio. A volte chi investe in titoli denominati in valuta estera decide consapevolmente di puntare sul suo apprezzamento al fine di ottenere un guadagno aggiuntivo, tuttavia i numeri dimostrano che il gioco non vale la candela: in alcuni periodi il rischio è premiato da una performance più elevata, mentre in altri il deprezzamento delle valute erode l’extra-rendimento.

L’hedging migliora il profilo rischio-rendimento
Mettendo a confronto l’indice obbligazionario FTSE World Global Bond Index (in euro) con il suo analogo coperto (o hedggiato, come dice qualcuno) rispetto alla variazione dei tassi di cambio si nota come su intervalli temporali di lungo periodo la differenza in termini di rendimento non sia significativa (100 punti base su tre anni e poco più di 150 pb su cinque anni) e che a fronte di questa esigua sovraperformance il benchmark senza hedge abbia una volatilità molto più pronunciata (due volte più grande su cinque anni; quasi tre volte su 10 anni, Figura 1).

La dimostrazione della superiorità dell’indice coperto sotto il profilo rischio-rendimento è data dal confronto dei valori dello Sharpe ratio (una misura di rendimento corretto per il rischio) che nel caso del paniere coperto dal rischio di cambio è due volte più grande di quello non hedggiato. L’effetto prodotto dal meccanismo di hedging, dicono gli analisti, è più evidente sui titoli governativi piuttosto che su quelli corporate. Le emissioni statali, infatti, tendono a essere meno volatili in valore assoluto e per questo la dispersione prodotta dalla fluttuazione delle valute ha un peso più elevato sulla volatilità complessiva del titolo.

La copertura del rischio di cambio è dunque la strategia migliore, ma anche chi decide di non tutelarsi in questo senso ha le sue ragioni: sebbene il costo dell’hedging sia sceso significativamente negli ultimi anni, gli investitori devono mettere in conto di spendere in più tra lo 0,10% e lo 0,20%. E i costi salgono ancora nel caso di emissioni di paesi emergenti. Tali oneri non sono espressi nei documenti informativi, ma sono pagati indirettamente sotto forma di rendimenti più bassi.


articolo completo Bond globali, perche conviene coprire il rischio di... | Morningstar

Le cose sono 2: o chi scrive l'articolo non ha completato ancora le superiori e non riesce a mettere correttamente nero su bianco il concetto che vuole esprimere o non capisce una beata fava della materia che tratta. Quello indicato è solitamente il maggior TER che ha un ETF hedgiato rispetto ad uno senza copertura.

Come ormai sanno anche i sassi, o dovrebbero sapere, il costo dell'hedge è ben più alto della differenza tra i due TER (parlo ovviamente dal pdv nostro, investitore area €uro che compra strumenti denominati in $): cmq Pulsewave ha fatto bene ad aprire la 231245647586sima discussione sull'argomento, sia mai che nelle precedenti 231245647585 uno non fosse riuscito a trovare quello che cercava :rolleyes:
 
Le cose sono 2: o chi scrive l'articolo non ha completato ancora le superiori e non riesce a mettere correttamente nero su bianco il concetto che vuole esprimere o non capisce una beata fava della materia che tratta. Quello indicato è solitamente il maggior TER che ha un ETF hedgiato rispetto ad uno senza copertura.

Come ormai sanno anche i sassi, o dovrebbero sapere, il costo dell'hedge è ben più alto della differenza tra i due TER (parlo ovviamente dal pdv nostro, investitore area €uro che compra strumenti denominati in $): cmq Pulsewave ha fatto bene ad aprire la 231245647586sima discussione sull'argomento, sia mai che nelle precedenti 231245647585 uno non fosse riuscito a trovare quello che cercava :rolleyes:

mi sa che non hai letto completamente non solo l'articolo, ma neanche la sintesi postata, infatti dopo la parte che tu hai evidenziato, riporta : "Tali oneri non sono espressi nei documenti informativi, ma sono pagati indirettamente sotto forma di rendimenti più bassi."

I valori che l'estensore dell'art. riporta non sono chiari perchè non è specificato il periodo al quale essi si riferiscono, ma presumo che siano da attribuirsi al costo della copertura mensile, che è un classico degli etf coperti.
 
Ultima modifica:
Ti sbagli, l'ho letto tutto stamattina.

E se MS volesse fare opera divulgativa dovrebbe essere molto ma molto più chiara: chi lavora nel settore sa ovviamente tutto dei costi dell'hedging, ma un risparmiatore poco avvezzo, che rappresenta la stragrande maggioranza di chi usa questi strumenti, legge che si parla di costi dello 0,xx. Che sono grossomodo la differenza di TER tra coperto e scoperto: quante volte ti è capitato di leggere di neofiti (e non solo) sorprendersi dopo aver scoperto che il costo della copertura non è la differenza di TER?
 
Quale settore?

Credo che per fare delle anasili hedged/non hedged andrebbero compresi periodi più ampi, dove i tassi e i relativi costi di copertura, abbiano avuto il tempo di produrre i loro effetti. Concentrarsi su un periodo di hedging a costo quasi zero è fuorviante. Togliere una futtuazione di un 15% con un costo dello zero virgola non è male....
 
Ultima modifica:
ragazzi pasti gratis non ci sono.

il costo della copertura di un biennale usd e di un biennale eur è pari a 700 bps
(la differenza viene fatta sul bund)

quindi se vuoi prendere il rendimento del treasury senza rischiare sul cambio.. ci ha gia pensato il mondo intero, e non hai pensato a niente di nuovo, tanto è che quel differenziale è zero.

un obbligazionario usd hedgiato guadagnerà solo se i tassi in america saliranno meno del previsto.

ciao
 
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