Educazione Finanziaria @ CONSOB

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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Fra le notizie riportate oggi su Finanzaonline Consob lancia l'applicativo per bilanci familiari | Finanzaonline.com c'e l'allestimento di un portale di Educazione Finanziaria fatto dalla CONSOB, la Commissione Nazionale per le Societa e la Borsa.

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Le buone intenzioni hanno raggiunto i loro risultati:
"Si e' cercato di utilizzare uno stile immediato ed un linguaggio semplice con l'obiettivo della comprensibilita' dei contenuti da un'ampia platea di potenziali utenti".

Si va dalle nozioni finanziarie di base, alla pianificazione finanziaria, al riconoscimento delle truffe.

Ne proporro' le parti salienti; a poco a poco.
 
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Il percorso per l'investimento

http://www.consob.it/web/investor-education/il-percorso-per-l-investimento

I tuoi obiettivi finanziari derivano dalle esigenze future di spesa e dalla capacità di risparmio. La realizzazione dei tuoi obiettivi dipende tra le altre cose dalle preferenze in materia di rischio e dalle opzioni di investimento disponibili.

Nella definizione dei tuoi obiettivi dovrai valutare quanto puoi investire, quando avrai bisogno del denaro investito (l'orizzonte temporale dell'investimento), i rendimenti a cui aspiri e il rischio che sei disposto ad assumerti. Questi sono gli elementi che definiscono il tuo profilo finanziario.


COSA DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE PRIMA DI INVESTIRE


RISCHIO E RENDIMENTO ATTESO CRESCONO ASSIEME!
Non esistono investimenti che rendono tanto e sono poco rischiosi. Diffida delle proposte di guadagni facili e sicuri. Chiedi sempre quanto rendono investimenti alternativi potenzialmente meno rischiosi, quali ad esempio i titoli di Stato italiani e tedeschi di pari scadenza.

DIVERSIFICA: NON METTERE TUTTE LE UOVA NELLO STESSO PANIERE!
Non investire tutto in un solo titolo o in titoli emessi dalla stessa società! L'ideale è scegliere investimenti diversi tra loro (per emittente, settore e scadenza). La diversificazione ti permette di ridurre il rischio complessivo del tuo portafoglio di investimenti.

NON FIDARTI SOLO DEL TUO INTUITO E DELLE TUE PERCEZIONI!
Sii consapevole che agire di intuito permette di compiere scelte immediate ma non sempre corrette e che il modo in cui vengono presentate le informazioni può orientare la percezione del rischio e le decisioni. Prima di investire, quindi, rifletti e sciogli tutti i tuoi dubbi.
 
PRIMA DI INVESTIRE USA L'INFORMAZIONE A TUA DISPOSIZIONE
Leggi "criticamente" il documento informativo del prodotto finanziario nel quale stai valutando di investire, chiedi chiarimenti all'intermediario e se i dubbi persistono non investire!

Gli intermediari abilitati (e i promotori finanziari) hanno specifici obblighi informativi.

In particolare devono:
informare in modo adeguato, e prima della sottoscrizione, sulle caratteristiche dell'investimento e sui relativi rischi (secondo le indicazioni previste dall'articolo 31, comma 2 del Regolamento Consob in materia di Intermediari);
mettere a disposizione, nel caso di operazioni di sollecitazione all'investimento, il prospetto informativo relativo agli strumenti finanziari offerti;
trasmettere la cosiddetta documentazione contrattuale, ossia i documenti che si riferiscono al servizio per il quale si sta pagando.

Può accadere, tuttavia, che una maggiore quantità di informazioni non migliori le capacità di analisi e di scelta. L'eccesso di informazione (cosiddetto "information overload") può addirittura rivelarsi controproducente e generare confusione. Inoltre, espressioni troppo tecniche possono risultare incomprensibili e generare equivoci. È possibile, pertanto, che non si comprendano la natura, le caratteristiche e i rischi di un investimento nonostante la lettura dei documenti disponibili e le informazioni ricevute.

In questo caso potrebbe essere utile rivolgere alcune domande chiave all'intermediario.

Al momento del disinvestimento, a quali condizioni posso rientrare in possesso di una somma almeno pari al capitale investito?
Nel caso decidessi di disinvestire prima della scadenza del titolo, in che tempi e a quale costo posso verosimilmente attendermi di rientrare in possesso di una somma almeno pari al capitale investito?
Quanto rendono investimenti alternativi potenzialmente meno rischiosi, quali ad esempio i titoli di Stato tedeschi di pari scadenza?
Qual è il rendimento atteso dal prodotto offerto al netto di costi di investimento e prelievo fiscale?
Se può essere utile, infine, chiedi di esprimere in termini monetari rendimenti attesi e costi dell'investimento (ad esempio: se investo 100 euro, quanto avrò maturato tra un anno/2 anni/5 anni al netto dei costi e del prelievo fiscale?).

Altre "trappole" possono ostacolare la comprensione delle informazioni disponibili. È risaputo, infatti, che le modalità di presentazione dell'informazione (formato grafico, enfasi su aspetti positivi o negativi, ecc.) possono orientare le percezioni e, di conseguenza, le decisioni (cosiddetto "framing effect"). L'attitudine a semplificare "in automatico" le informazioni ricevute mediante varie scorciatoie mentali, inoltre, può compromettere seriamente l'uso corretto delle informazioni acquisite.

Prova ad esprimere con parole tue l'informazione che ti è stata trasmessa e chiedi al consulente/promotore se la tua lettura è corretta.
Se nonostante tutti gli accorgimenti non sei riuscito a comprendere i rischi a cui vai incontro, è meglio non investire, soprattutto se si tratta di prodotti particolarmente complessi.
 
La valutazione d'adeguatezza

PARTECIPA ATTIVAMENTE allo scambio informativo necessario alla tua "profilatura"

I servizi di consulenza in materia di investimenti e di gestione di portafogli costituiscono i servizi di investimento più complessi e a più alto valore aggiunto per il cliente tra quelli che possono essere resi da un intermediario. Per questo motivo, per i clienti che si avvalgono di tali servizi sono previste specifiche tutele.
In particolare, l'intermediario che agisce nella veste di consulente e/o di gestore di portafogli ha il dovere di valutare se il prodotto che ci propone fa al caso nostro. In altri termini, deve valutarne l'adeguatezza al nostro profilo. Il nostro profilo viene definito rispetto alle nostre conoscenze ed esperienze in materia di investimenti e al tipo specifico di prodotto o servizio, alla nostra situazione finanziaria e ai nostri obiettivi d'investimento.
Lo strumento tipicamente utilizzato dagli intermediari per la valutazione di adeguatezza è il cosiddetto "questionario MiFID". Il questionario contiene una serie di domande tese a rilevare le informazioni prima citate. Ogni intermediario utilizza un suo questionario. All'intermediario che non raccoglie informazioni sufficienti a profilare correttamente il cliente è fatto divieto di prestare il servizio di consulenza o di gestione del portafogli!

RICORDA:
La valutazione di adeguatezza corrisponde alla forma di tutela più elevata per il risparmiatore e, al contempo, è un impegno gravoso per l'intermediario che avrà l'onere, e la corrispondente responsabilità (da far valere anche in caso di controversie), di porre in essere o consigliare solo operazioni adeguate.

Partecipa attivamente allo scambio informativo! La compilazione del questionario non è un mero adempimento formale! Al contrario, l'accuratezza della "diagnosi" del consulente dipende anche dall'accuratezza delle tue risposte sulla tua esperienza e situazione finanziaria, sui tuoi obiettivi e sulla tua attitudine al rischio. Un completo scambio informativo permetterà all'intermediario di meglio calibrare l'investimento in relazione alle tue esigenze e al tuo profilo.

Diffida dell'intermediario che non chiede nulla o sottovaluta l'importanza della compilazione del questionario!

Rispondi a tutte le domande del questionario e se risultano vaghe o incomprensibili, chiedi chiarimenti! Valuta attentamente come rispondere alle domande che ti richiedono di esprimere un giudizio su te stesso!
 
La valutazione d'appropriatezza

Nei servizi di sottoscrizione e collocamento, l'intermediario deve valutare che lo strumento o il servizio di investimento offerto o richiesto sia appropriato. L'intermediario ti chiederà informazioni riguardanti, esclusivamente, la conoscenza ed esperienza circa il tipo di strumento o servizio proposto o richiesto.

Lo strumento o il servizio risulterà appropriato per te se hai conoscenze ed esperienza sufficienti a comprenderne i rischi.

Se l'intermediario ritiene non appropriato l'investimento è tenuto ad avvertirti, ma potrà ugualmente prestare il servizio: se ricevi questo avvertimento, quindi, presta attenzione! Stai acquistando un prodotto di cui non sei in grado di valutare i rischi.

Ovviamente, il meccanismo funziona se fornisci le informazioni richieste: se decidi di non fornirle, l'intermediario potrà comunque prestare il servizio, ma non sarà nella migliore condizione di valutare (e ti avvertirà di questa circostanza) l'appropriatezza dei tuoi investimenti.


ULTERIORI AVVERTENZE POSSONO RISULTARE UTILI:
non firmare moduli in bianco e utilizza mezzi di pagamento previsti e sicuri!

Spesso capita di firmare contratti e moduli senza averli prima letti o, addirittura, senza che siano stati compilati delegando poi l'intermediario a riempirli.
È una prassi pericolosissima, che apre la possibilità ad operatori disonesti di commettere abusi che nei loro effetti potrebbero non discostarsi molto da quelli che possono verificarsi se consegniamo un assegno con la cifra in bianco.
Per quanto riguarda il pagamento, il controvalore dell'investimento deve essere consegnato utilizzando esclusivamente i mezzi di pagamento previsti dal contratto.
Nel caso si venga contattati da un promotore finanziario, poi, non bisogna mai effettuare versamenti di denaro in contante, né con assegni privi di intestazione oppure intestati al promotore. Bisogna utilizzare sempre, invece, assegni bancari o circolari, intestati (o girati) a nome dell'intermediario per il quale il promotore opera ovvero del soggetto i cui servizi o prodotti sono offerti e muniti della clausola "non trasferibile".
È anche possibile utilizzare il bonifico o strumenti similari, ma anche in questo caso mai a favore del promotore finanziario. Seguire queste prescrizioni diminuisce il rischio di brutte sorprese.
Il promotore deve sempre rilasciare copia al cliente dei documenti e degli atti da questo sottoscritti.


E DOPO AVER INVESTITO...
segui nel tempo i tuoi investimenti!

Nel tempo possono cambiare le caratteristiche del prodotto scelto (si pensi alla solidità si un emittente di un'obbligazione) e possono cambiare le nostre esigenze (ad esempio, vogliamo comprare casa o tenere tutti i nostri risparmi liquidi pronti ad essere spesi in divertimenti e viaggi).
Segui i tuoi investimenti e leggi attentamente la documentazione di rendicontazione che l'intermediario invia periodicamente. Fai attenzione a non reagire in modo automatico ai risultati di breve periodo dei tuoi investimenti: prima di movimentare il portafoglio ricorda quali sono i tuoi obiettivi e il tuo orizzonte temporale. Sii consapevole che, anche in questo caso, "trappole comportamentali" e "scorciatoie mentali" possono indurti a rispondere in maniera irragionevole agli stimoli esterni. Rifletti, quindi, e risolvi i tuoi dubbi con l'aiuto di un esperto.


IN CASO DI COMPORTAMENTI SCORRETTI DELL'INTERMEDIARIO...
inoltra un reclamo o un esposto!

Se ritieni che l'intermediario abbia violato gli impegni contrattuali, o abbia comunque posto in essere comportamenti non corretti, inoltra un reclamo scritto, indicandone dettagliatamente i motivi. L'intermediario deve rispondere per iscritto e con sollecitudine. Successivamente potrai inoltrare un esposto alla Consob, allegando il reclamo già inviato all'intermediario e la risposta ricevuta.
 
Questa iniziativa fa il paio con la pubblicazione del martedì del Sole24ore con i libretti di educazione finanziaria.
Li sto comprando tutti e devo dire che non sono fatti male (della serie, l'oste fa pubblicare a suo spese che il suo vino è buono :D ).

Speriamo che queste iniziative raggiungano il loro scopo.
 
Questa iniziativa fa il paio con la pubblicazione del martedì del Sole24ore con i libretti di educazione finanziaria.
«Aiuto!» Il risparmiatore va a caccia di consigli per rischiare di meno e guadagnare di più - Il Sole 24 ore

Rischi bassi, rendimenti alti: per quanto irrealistico, è questo il traguardo ideale al quale aspirano i risparmiatori.

La propensione al rischio del risparmiatore non sale e le aspettative di rendimento elevato non scendono, andando contro i principi che dominano l’andamento dei mercati (dove tanto maggiore è il rischio, tanto più alto è il rendimento potenziale) e contro gli insegnamenti della cultura finanziaria.

Gli investitori italiani sembrano non avere una percezione chiara e un fondamento solido per la scelta degli investimenti, alcuni hanno aspettative irrealistiche e molti non hanno un piano finanziario in essere.

Quanto irrealistiche sono le aspettative del risparmiatore? Molto, stando a questo sondaggio di Natixis. “Gli investitori appaiono in conflitto tra ciò che desiderano e ciò che realmente riescono a tollerare”. In Italia gli investitori dichiarano di aver bisogno di rendimenti medi del 9,9% all'anno: “questa alta e irrealistica aspettativa di performance è in netto contrasto con l'atteggiamento degli investitori e la loro nota avversione al rischio”.

La prudenza negli investimenti è anche dettata dall’ammissione di non essere sicuri delle mosse di investimento che si stanno attuando: il problema, sotto questo aspetto, è che il 62% degli investitori italiani si dichiara preoccupato di non avere una piena comprensione dei prodotti in cui investe, quando la media europea è del 56%. L’educazione finanziaria è del resto un noto tallone d’Achille per il nostro Paese.

Ecco l’identikit (poco lusinghiero) dell’investitore italiano - Il Sole 24 ore
 
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Obiettivi

L'investitore dovrebbe definire i propri obiettivi d'investimento in modo da massimizzare la ricchezza attesa e in un'ottica di portafoglio e non solo in funzione di punti di riferimento quali la ricchezza iniziale, lo stile di vita, il contesto sociale (benchmark di ricchezza) o i rendimenti storici (benchmark di rendimento).
Un'attenta definizione degli obiettivi terrà conto di quando si avrà bisogno del denaro investito, del livello dei rendimenti attesi e del rischio che si è disposti ad assumere, ossia dell'orizzonte temporale, delle aspettative di rendimento e della propria propensione al rischio. Questi elementi definiscono il profilo finanziario dell'investitore
 
Orizzonte temporale

L'orizzonte temporale è il periodo di tempo per il quale intendi rinunciare alle tue disponibilità finanziarie per investirle. Esso dipende dalle situazioni soggettive e dalle esigenze individuali e familiari. Tali esigenze possono essere di breve periodo, quali il pagamento delle tasse, o di lungo periodo, come l'acquisto di una casa tra qualche anno. L'orizzonte temporale dipende anche dalla tua età (se investi a fini previdenziali è evidente che se hai venti anni il tuo orizzonte temporale sarà più lungo di un sessantenne).

L'orizzonte temporale dipende anche dal tuo grado di impazienza: spesso gli individui tendono a valutare meno attraente col passare del tempo la decisione che oggi appare ottimale e, dunque, a rinunciare all'obiettivo finale per cedere alle "tentazioni" che si frappongono al suo perseguimento. È un problema di auto-controllo, che conduce a scelte miopi. Per contrastare questo fenomeno, gli individui possono vincolarsi a prendere decisioni "virtuose".

Se l'orizzonte temporale è di breve periodo è bene che l'investimento sia a basso rischio e, quindi, tenda soprattutto a conservare il capitale: il breve periodo temporale, infatti, non ci consentirebbe di recuperare eventuali perdite. Al contrario, in un'ottica di lungo periodo è possibile, ammesso che la nostra propensione al rischio lo consenta, accettare rischi maggiori per conseguire maggiori guadagni: il lungo orizzonte temporale rende infatti possibile compensare eventuali perdite dovute ad andamenti negativi dei mercati.
 
Rischio e Rendimento

Il rendimento è una grandezza facilmente misurabile; il rischio, invece, risulta difficilmente misurabile in quanto è una grandezza soggettiva la cui percezione è influenzata da molteplici fattori. Talvolta è difficile comprendere il giusto equilibrio tra rendimento e rischio.
Ricordati che rischio e rendimento crescono insieme! Solo se abbiamo chiaro questo, possiamo valutare correttamente l'attività che promette un rendimento elevato, comunque non in linea con quello del mercato, come un'attività più rischiosa.

Possiamo anche decidere di acquistarla, consapevoli però del maggior rischio cui andiamo incontro. Il rischio altro non è che il prezzo da pagare per la possibilità di un maggior guadagno rispetto ad investimenti alternativi che promettono un minor guadagno.

Le aspettative di rendimento devono essere realistiche: non si può "pretendere la luna" e soprattutto, si deve essere consapevoli che a maggiori rendimenti corrispondono maggiori rischi. Pertanto, se desideriamo un investimento che accresca il valore del nostro capitale, e non ne protegga semplicemente il potere d'acquisto dall'inflazione, dovremo essere pronti ad assumerci più rischi!

La propensione al rischio rappresenta la disponibilità a sopportare perdite patrimoniali dovute all'andamento negativo del mercato, al fallimento dell'emittente dello strumento finanziario in cui abbiamo investito o al fatto che non esiste un mercato liquido. Quanto più siamo propensi al rischio, tanto più siamo disposti ad accettare che l'investimento non consegua i risultati che ci attendevamo.

Nel momento in cui decidi di investire, devi:

quantificare la percentuale del patrimonio investito che sei disposto a perdere in un determinato periodo di tempo se le condizioni di mercato non si rivelassero favorevoli ("capacità di rischio" o "rischio oggettivo"); tale percentuale dipende dalla tua situazione economica corrente e dalle tue prospettive reddituali
valutare il rischio dell'investimento proposto cercando di evitare che la tua percezione del rischio sia falsata da variabili quali la modalità di rappresentazione dell'informazione di prodotto, giudizi affrettati o gli esiti delle scelte pregresse, etc..
definire il tuo grado di "tolleranza al rischio", ossia la tua capacità emotiva di assumere rischio e affrontare situazioni di incertezza (rischio soggettivo); il livello di tolleranza al rischio di ciascun individuo dipende tipicamente da molteplici fattori, quali la personalità e le inclinazioni individuali, lo specifico stato emotivo, il genere, il livello di cultura finanziaria.
 
Profilatura e valutazione di adeguatezza

La classificazione della clientela

Come cliente al dettaglio (retail) riceverai il livello massimo di tutela degli investitori. La normativa europea in materia (Direttiva MiFID[1]) prevede, infatti, una protezione maggiore per gli investitori con minore conoscenza ed esperienza negli investimenti (clienti retail), mentre gli investitori con maggiore conoscenza ed esperienza in materia (clienti professionali) ricevono una protezione minore. Fra i clienti professionali rientrano le banche, i governi, i fondi pensionistici, le grandi società e, in via eccezionale, alcune persone fisiche.

In determinate circostanze puoi essere trattato come cliente professionale. Potresti averne bisogno per avere accesso a prodotti che non sono a disposizione dei clienti al dettaglio, o se vuoi diventare cliente di un'impresa che non opera con i clienti retail. Se vuoi diventare un cliente professionale è necessario che tu sia in grado di prendere le tue decisioni sull'investimento, di valutare i rischi in cui incorri e di non aver bisogno di un livello elevato di tutela.

Se scegli di diventare un cliente professionale perderai parte della protezione regolamentare applicata ai clienti al dettaglio. L'impresa ti illustrerà questo punto. Ad esempio, in linea generale, riceverai meno informazioni e meno comunicazioni e avvertenze su vari argomenti.

Prima di classificarti come cliente professionale, l'impresa deve innanzitutto valutare se questa categoria è adatta a te. Lo scopo della valutazione da parte dell'impresa è quello di stabilire se sei in grado di prendere le tue decisioni d'investimento e se riesci a capire i rischi connessi.

La tua impresa d'investimento potrà classificarti come Cliente Professionale soltanto se soddisfi almeno due dei seguenti criteri:
hai svolto frequentemente delle operazioni finanziarie;
hai un ampio portafoglio titoli;
hai lavorato nel settore dei servizi d'investimento.
 
Un esercizio di auto-profilatura

A prescindere dalle informazioni rilevate dall'intermediario attraverso il questionario, ci sono alcuni piccoli test che potremmo svolgere in autonomia.

Prima ancora di valutare se e quanto conosciamo un determinato strumento finanziario (azione, obbligazione, covered warrant, fondo comune di investimento, etc.) potremmo chiederci se conosciamo e comprendiamo la relazione esistente tra rischio e rendimento di un investimento e il principio di diversificazione del rischio.

In merito all'esperienza maturata in tema di investimenti, è importante ricordare che l'esito delle scelte pregresse può influenzare il nostro atteggiamento verso un determinato strumento finanziario. Un'esperienza di investimento positiva, ad esempio, può renderci più ottimisti e indurci a sopravvalutare le nostre conoscenze e la nostra capacità (economica ed emotiva) di assumere rischi.

La nostra capacità economica di assumere rischi è influenzata, ovviamente, dal nostro reddito e dalla nostra ricchezza. È importante, però, tenere presenti anche il reddito e la ricchezza complessivi della nostra famiglia, poiché il livello e la distribuzione del reddito e della ricchezza tra i membri di una famiglia possono incidere anche sulle scelte di consumo e investimento dei singoli. Al fine di definire più correttamente la nostra capacità di risparmio (e quindi d'investimento), bisognerebbe inoltre tener conto delle più significative voci di spesa del nostro nucleo familiare (legate ad esempio all'affitto, al mutuo e al numero di figli), nonché dei fattori che possono incidere sulla regolarità e sull'utilizzo delle entrate (l'età di pensionamento programmata, le aspettative di variazioni del reddito, etc.).

I fattori appena citati sono importanti anche ai fini della definizione del periodo di tempo per il quale desideriamo conservare l'investimento e le finalità dell'investimento stesso.

La nostra capacità emotiva di assumere rischi, corrispondente al cosiddetto "profilo di rischio" dell'investitore, dipende da molteplici fattori, quali la nostra personalità e le inclinazioni individuali, il genere, il livello di cultura finanziaria, lo stato emotivo legato all'andamento dell'economia o dei mercati di borsa.
 
La valutazione dell'adeguatezza nella Direttiva MiFID

La Direttiva 2004/39/CE (MiFID livello 1) prevede che, ai fini della valutazione dell'adeguatezza, l'intermediario debba ottenere dal cliente informazioni in merito a: conoscenze ed esperienze in materia di investimenti e al tipo specifico di prodotto o servizio, alla situazione finanziaria e agli obiettivi d'investimento.

La Direttiva di attuazione 2006/73/CE (livello 2) suggerisce all'intermediario di richiedere al cliente informazioni in merito a:

1a) servizi/operazioni/strumenti finanziari con i quali il cliente ha dimestichezza; 1b) natura/volume/holding-period/frequenza delle operazioni realizzate; 1c) livello di istruzione e professione o, se rilevante, precedente professione.
2a) fonte e consistenza del reddito regolare; 2b) attività, comprese le attività liquide; 2c) investimenti e beni immobili; 2d) impegni finanziari regolari.
3a) periodo di tempo per il quale il cliente desidera conservare l'investimento; 3b) preferenze in materia di rischio; 3c) profilo di rischio; 3d) finalità dell'investimento.
 
Percezione e propensione al rischio

La percezione del rischio viene influenzata da giudizi immediati ossia non mediati dal ragionamento, ma da scorciatoie di pensiero, quali le cosiddette euristiche della disponibilità e della familiarità: ad esempio, i titoli che godono di una maggiore copertura mediatica possono essere considerati più sicuri di altri, o addirittura descrivibili attraverso una relazione rischio/rendimento negativa.Il ricorso alle euristiche, semplificando il processo di elaborazione delle informazioni, può rafforzare alcuni tratti psicologici, che a loro volta incidono sulla percezione del rischio, quali l'ottimismo e l'eccesso di fiducia nelle proprie abilità (cosiddetta "overconfidence").

La percezione del rischio può essere sensibile anche alla valenza positiva o negativa attribuita a un determinato titolo sulla base di associazioni mentali che prescindono da valutazioni di tipo economico-finanziario (rappresentatività), nonché ad una stima non corretta della probabilità con cui l'evento rischioso può verificarsi o, ancora, dalla percezione soggettiva di una probabilità nota.

Le preferenze verso il rischio, poi, non sono stabili rispetto alle modalità di rappresentazione di un problema (cosiddetto "framing effect").

Un ruolo fondamentale viene svolto altresì dalla componente emotiva: i processi decisionali in condizioni di incertezza si fondano non solo sulla valutazione "razionale" del rischio ma anche su reazioni emotive. L'incidenza di tale fattore cambierebbe a seconda delle conoscenze finanziarie degli individui. In particolare, secondo alcuni studi, le persone che si dichiarano avversi al rischio pur essendone attratti emotivamente decidono sulla base dei suggerimenti di amici, colleghi e parenti e si caratterizzano per bassi livelli di conoscenza finanziaria; i soggetti che scelgono in autonomia tenderebbero a rischiare di più, mentre gli investitori che si avvalgono dei servizi di consulenza sembrerebbero più equilibrati (si veda Lucarelli, C., 2011, Consulenza e tolleranza al rischio: vantaggi e limiti dell'autoprofilazione, in Oriani, M. e Zanaboni, B., La consulenza finanziaria, ed. Il Sole24Ore).

Gli individui, inoltre, sono avversi alle perdite, ossia sono molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo e sono spesso influenzati dal risultato di decisioni pregresse: l'evidenza empirica e sperimentale mostra che in genere la propensione al rischio può aumentare dopo aver realizzato un guadagno, e stimolare, viceversa, un atteggiamento più conservativo dopo aver subito una perdita.

La percezione e l'assunzione di rischio, infine, sembrano essere molto diverse a seconda del genere. Le donne adotterebbero un atteggiamento più prudente in occasione delle decisioni di investimento e, di conseguenza, rispetto agli uomini sono più frequentemente destinatarie di proposte di investimento relative a prodotti poco rischiosi. Le differenze di genere, comunque, sembrano più accentuate nel caso di individui single. I soggetti sposati, per contro, si influenzano a vicenda secondo dinamiche che, come evidenziato da alcuni recenti contributi, dipendono anche dalla distribuzione della ricchezza finanziaria all'interno della famiglia e dalla professione e dal livello di istruzione dei coniugi.
 
Errori e trappole comportamentali

Alcuni suggerimenti per evitare errori di percezione e trappole comportamentali.

Percezione del rischio e propensione al rischio

Percezione del rischio e propensione al rischio sono molto soggettivi e sono influenzate da molteplici fattori: tra questi rilevano le caratteristiche socio-demografiche (genere, età, livello di istruzione, stato di famiglia, etc.) e alcuni tratti personali dell'investitore (ottimismo, la fiducia nelle proprie capacità di compiere buone scelte di investimento, etc.).

Molto significativo appare essere anche l'effetto delle conoscenze finanziarie e l'esito di decisioni pregresse: l'evidenza empirica e sperimentale mostra che in genere la propensione al rischio può aumentare dopo aver realizzato un guadagno, e stimolare, viceversa, un atteggiamento più conservativo dopo aver subito una perdita.

RICORDA: Nel valutare un prodotto finanziario, non affidarti ai consigli di amici e parenti e non lasciarti guidare solo dai rendimenti passati: la percezione altrui del rischio finanziario potrebbe non coincidere con la tua e i risultati passati non necessariamente si ripeteranno in futuro!

Istinto e scorciatoie di pensiero

Gli individui tendono ad utilizzare regole intuitive per risolvere problemi di scelta molto complessi. Le cosiddette euristiche sono "scorciatoie" mentali che semplificano un problema agevolando la decisione. In questo modo, stimare la probabilità che un evento accada può sembrare molto facile! In realtà, le scorciatoie conducono spesso a commettere errori!

Anche quando le probabilità sono note, numerose trappole possono indurre errori di percezione.

SUGGERIMENTI: Non fermarti ad una valutazione dei rischi rapida e istintiva, soffermati sul significato dei dati disponibili e concediti del tempo per riflettere sulle opzioni di scelta a tua disposizione! Non ragionare per stereotipi: ogni investimento va valutato per le sue caratteristiche in termini di rischio e rendimento.

Ottimismo e overconfidence

Alcuni individui tendono a formulare previsioni sistematicamente distorte verso scenari positivi. Fare previsioni troppo ottimistiche o fidarsi troppo delle proprie capacità di valutazione possono indurre a sottoscrivere investimenti ad alto rischio anche quando si è fortemente avversi alle perdite.

SUGGERIMENTI: Quando consideri le performance storiche o le caratteristiche di un prodotto, cerca di resistere alla naturale tendenza di soffermarti unicamente sugli aspetti positivi. Periodicamente formula e annota le tue previsioni sullo scenario economico-finanziario o sull'andamento futuro di un titolo e, successivamente, verifica l'eventuale scostamento tra le tue previsioni e le performance effettive. Vai alla ricerca dei dati e delle notizie che potrebbero contraddire il tuo punto di vista e confrontale con quelle che lo supportano: per documentare quanto è difficile prevedere i fatti economici, basta tenere una raccolta di articoli di giornale.

Framing effect

Il cosiddetto "inquadramento", ossia il modo in cui l'informazione viene rappresentata, può deviare l'attenzione del lettore sulle informazioni ritenute rilevanti e distorcere il suo atteggiamento verso il rischio (framing effect).

SUGGERIMENTO: Valuta "criticamente" le informazioni esposte nei documenti informativi. Prova ad esprimere con parole tue l'informazione che ti è stata trasmessa e chiedi al consulente/promotore se la tua lettura è corretta. Chiediti se l'uso del colore o l'impostazione grafica utilizzata stanno convogliando la tua attenzione su una informazione in particolare, distraendoti da altre informazioni parimenti importanti.
 
Avversione alle perdite

Gli individui sono tipicamente avversi alle perdite, ossia sono molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo. In altre parole, la reazione emotiva alle perdite è sistematicamente più forte della reazione di guadagni di pari importo.

Molti individui soffrono, inoltre, della cosiddetta avversione miope alle perdite (myopic loss aversion), che corrisponde all'attitudine a trascurare le prospettive di lungo termine per concentrarsi su quelle di breve periodo, rispetto alle quali può essere dominante la paura di dover subire perdite.

SUGGERIMENTI: Non sottoscrivere investimenti ad alto rischio se sei fortemente avverso alle perdite: forse stai sottostimando il rischio per eccessivo ottimismo!

Se hai un obiettivo di medio/lungo termine, evita di focalizzarti solo sulle performance di breve termine e richiedi o cerca informazioni sui rendimenti riferibili al tuo orizzonte temporale.

Paura del rimpianto e herding behaviour

Nell'anticipare il rimpianto per eventuali decisioni sbagliate, gli individui possono scegliere di non modificare il proprio portafoglio anche quando sarebbe ottimale (immobilismo) ovvero possono imitare (herding behaviour) i comportamenti maggiormente diffusi, al fine di condividere con altri la responsabilità di una scelta eventualmente sbagliata.

Dopo aver preso una decisione rivelatasi sbagliata, gli individui tendono ad attribuire ad altri la responsabilità delle proprie scelte per ridurre il "rimpianto" (cosiddetto attribution bias).

SUGGERIMENTO: Tieni e aggiorna due liste, una contenente esempi in cui le scelte o gli investimenti hanno avuto un esito favorevole e un'altra in cui l'esito è stato sfavorevole. Annota a fianco di ogni scelta a chi/che cosa può essere attribuito il merito/la colpa. Discuti le attribuzioni con uno o più interlocutori allo scopo di verificare se le attribuzioni assegnate sono condivisibili o meno.

Disposition effect

Spesso gli individui non sanno decidersi a liquidare un investimento in perdita e senza prospettive di miglioramento, anche se non sarebbero disposti a investire il valore corrente dell'investimento nel titolo stesso.

SUGGERIMENTO: Usare il prezzo di acquisto come punto di riferimento può influenzare negativamente lo stato d'animo con il quale si effettuano gli investimenti. In finanza contano solamente le prospettive future, non le performance passate.
Nel caso in cui non sappia deciderti a liquidare un investimento in perdita, chiediti se saresti disposto a investire il valore corrente dell'investimento nel titolo stesso.

Mental accounting

Nella gestione del denaro, gli individui tendono a ragionare per conti mentali, definiti in base alla fonte del reddito e alla tipologia e frequenza di consumo. Ad esempio, risorse derivanti dai redditi da lavoro sono spesso destinate a investimenti poco rischiosi, mentre i redditi derivanti da vincite o voci stipendiali una tantum (gratifiche e premi) sono più facilmente investiti in prodotti più rischiosi. Per la parte di investimento destinata a soddisfare il bisogno di rendimenti più ambiziosi, di solito vengono deliberatamente evitate strategie di diversificazione.

RICORDA: i redditi derivanti da lavoro hanno lo stesso valore delle somme vinte al gioco. Ciò che conta è il risultato congiunto degli investimenti; la diversificazione di portafoglio può aiutarti a ridurre il rischio complessivamente assunto.

Miopia e procrastinazione

Troppo spesso scelte che appaiono ottimali oggi diventano meno attraenti con il passare del tempo (cosiddetta incoerenza dinamica), generando insoddisfazione e ripensamenti.

SUGGERIMENTO: Se hai un obiettivo di medio/lungo termine, monitora il tuo investimento evitando di focalizzarti solo sulle prospettive di breve termine e richiedendo informazioni sui rendimenti riferibili al tuo orizzonte temporale. In ragione di un ripensamento momentaneo, rischiamo di prendere decisioni non ottimali: si tratta di un problema di auto-controllo che conduce a scelte miopi, come nel caso della persona pigra che vuole iniziare un'attività sportiva (o della persona in sovrappeso che intende ridurre le calorie assunte), ma poi rinuncia facilmente ai buoni propositi!
 
Questi ultimi due post riassumono in maniera perfetta tutti i comportamenti reali dei clienti.

Riflessione: quando parliamo con un bambino e gli diciamo"attento a fare questo e quest'altro, perché poi ti fai male" quante volte ci da ascolto? L'esperienza è trasmissibile?
Quanto può autocontrollare questi aspetti il singolo investitore?
Quanto può essere aiutato a livello comportamentale da un consulente?
L'aiuto del consulente porta valore aggiunto oltre ai costi che produce?
un paper interessante:

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwi3t_De5YPNAhUCOxoKHe4cBtkQFggeMAA&url=http%3A%2F%2Fvanguard.com%2Fadvisorvalue&usg=AFQjCNEymDDz0_5pjfv8tRKhu3MawsmKFg&bvm=bv.123325700,d.d2s
 
Diritti e responsabilità degli investitori

… prima di effettuare l'investimento

Una volta che il risparmiatore ha monitorato il bilancio familiare e concluso la propria pianificazione finanziaria, è pronto per decidere se e come investire le risorse finanziarie di cui dispone.

Investire i propri risparmi significa impiegare una somma di denaro (un capitale) in una determinata attività finanziaria (ad esempio, azioni od obbligazioni) con l'obiettivo di realizzare, nel tempo, un guadagno (cioè un rendimento positivo, ad esempio, i dividendi o gli interessi o l'incremento di valore dell'azione).

Per scegliere la modalità di investimento più consona alle sue esigenze; il risparmiatore dispone di una serie di alternative in base alle quali può decidere di:

- rivolgersi ad un intermediario, facendo attenzione che sia autorizzato, e investire i propri risparmi tramite un "servizio di investimento". Quale controparte di un intermediario finanziario all'investitore la legge riconosce diversi diritti accanto ai quali è opportuno sempre tenere a mente alcune regole d'oro da seguire per investire responsabilmente è importante per il risparmiatore "collaborare" con l'intermediario per individuare la soluzione di investimento che meglio risponde alle sue esigenze e ai suoi obiettivi anche per evitare brutte sorprese;
- affidare i propri risparmi ad un intermediario autorizzato allo svolgimento della "gestione collettiva del risparmio". Anche in questo caso all'investitore sono riconosciuti diversi diritti accanto ai quali è opportuno sempre tenere a mente alcune regole da seguire per investire responsabilmente;
effettuare investimenti on-line, (sempre attraverso piattaforme gestite da intermediari autorizzati), usando in questo caso un'opportuna cautela;
- non avvalersi del supporto di un intermediario per decidere come investire, potendo anche rivolgersi o essere direttamente sollecitato da un emittente). È bene sapere che la legge riconosce ai risparmiatori una serie di diritti relativi alle informazioni che gli emittenti devono fornire e stabilisce le regole che questi ultimi devono rispettare sia nel corso dell'offerta che successivamente alla sua conclusione.
 
... una volta effettuato l'investimento

Nei casi in cui abbia effettuato un investimento tramite un intermediario finanziario ovvero direttamente con un emittente, il risparmiatore (ora investitore) che ha "acquistato" i titoli (ad esempio le azioni, le obbligazioni, i titoli di Stato, etc.) diviene titolare di un altro rapporto giuridico: quello con il soggetto (la società o l'ente) che ha emesso i titoli da lui acquistati. Fra i più comuni strumenti di investimento che possono essere acquistati dai risparmiatori vi sono le azioni e le obbligazioni e, in questi casi, l'investitore diventa, rispettivamente, anche:

- azionista di minoranza di una società quotata;
- obbligazionista;
- azionista oppure obbligazionista di un emittente diffuso.
Nella sua qualità di azionista l'investitore può essere, ad esempio, chiamato ad esprimere il suo voto partecipando alle decisioni ordinarie o straordinarie come obbligazionista partecipa alle decisioni che lo riguardano più da vicino, attraverso la partecipazione alle assemblee di categoria.
 
Nozioni e strumenti

I mercati finanziari sono i "luoghi" dove è possibile acquistare o vendere strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, quote di fondi ecc.). I mercati finanziari hanno delle regole il cui fine è garantire la correttezza degli scambi e la disponibilità di adeguate informazioni. L'informazione, infatti, ancora una volta, è un elemento centrale per il mondo finanziario.

Proseguendo nella lettura di questa sezione vi sono delle parti dedicate ai più comuni prodotti finanziari: le azioni, le obbligazioni e i fondi comuni. Diciamo che è l'"ABC" del risparmiatore:

- le azioni sono per chi vuole partecipare ai profitti delle imprese, sopportandone anche le possibili perdite, che possono arrivare ad annullare l'investimento;
- le obbligazioni, per i risparmiatori più "tranquilli" che si accontentano di un rendimento più limitato, ma con maggiori garanzie di riavere indietro il capitale;
- i fondi, per chi non si sente all'altezza di selezionare i singoli prodotti su cui investire (e molte volte, questa, è una decisione assai saggia) e delega questo compito al gestore di un fondo comune d'investimento.

C'è anche una sezione destinata ai prodotti derivati, e magari sembrerà strano inserire i derivati in una "cassetta degli attrezzi" del risparmiatore. Non lo è poi tanto, perché i derivati molto spesso entrano a fare parte di altri prodotti che comunemente vengono offerti ai risparmiatori, come le obbligazioni strutturate ed i fondi comuni che frequentemente, nella loro politica di gestione, utilizzano strumenti derivati.

Una parte della sezione è dedicata poi agli operatori finanziari (banche, sim, sgr, promotori finanziari ecc.), che sono i soggetti che operano nel mondo finanziario e con cui necessariamente abbiamo a che fare nell'investire i nostri risparmi.

Siccome i singoli risparmiatori non possono accedere ai mercati, né comprare direttamente strumenti finanziari, una parte importante è rappresentata dai servizi di investimento, prestati da soggetti appositamente autorizzati (ad esempio banche e sim), che svolgono la funzione di intermediari tra risparmiatori e soggetti che emettono o vogliono vendere strumenti finanziari.
 
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