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PORTAFOGLI-HSBC scommette su Real,esposto a borse solo a termine

giovedì 7 maggio 2009 15:12


MILANO, 7 maggio (Reuters) - Privilegiando scadenze lunghe sull'obbligazionario del Vecchio Continente senza rinunciare tatticamente a una moderata esposizione alle borse, Hsbc partecipa alla vitalità macro di alcuni paesi emergenti prendendo posizione sulle loro valute, principalmente il real brasiliano contro il dollaro.
"Questa posizione riflette i fondamentali più robusti dell'economia brasiliana rispetto agli Stati Uniti, dove la massiccia espansione monetaria dovrebbe penalizzare la valuta", spiega Guillaume Rabault, deputy chief executive officer di Halbis Capital Management (gruppo Hsbc HSBC.L).

"Al contrario l'economia brasiliana ha un sistema finanziario forte. Questa economia è esposta anche alle materie prime, che potrebbero beneficiare di un certo miglioramento nella crescita globale", ha aggiunto precisando che, esclusa questa posizione, il fondo non investe attualmente su commodities.

Rabault gestisce il comparto HSBC GIF Halbis Global Macro essenzialmente tramite strumenti derivati (la posizione sui governativi dell'area euro è presa attraverso un futures sul Bund a 30 anni) per fornire un rendimento pari a circa 600 punti base sopra l'Euribor a un mese.

"Per generare rendimenti monetari investiamo in strumenti monetari e poi prendiamo posizioni tramite derivati per dare l'extrarendimento", spiega.

I maggiori investimenti del fondo sono concentrati su governativi di breve - essenzialmente del Tesoro francese - e altri stumenti del mercato monetario legato al mondo corporate, in particolare bancario con scadenze non superiori ai tre mesi: i commercial paper di Santander (SAN.MC: Quotazione) e i certificati di deposito di Hsbc, Cncep e Bnp (BNPP.PA: Quotazione).

L'investimento sulle borse scommette su un certo miglioramento degli indicatori economici nei prossimi mesi con un'esposizione diretta alla borsa di Londra, "molto svalutata a nostro avviso" e opzioni "call" su Wall Street.

"Le opzioni sono relativamente a buon mercato oggi e simili posizioni ci consentono di avere una esposizione asimmetrica al mercato", precisa Rabault.

Una ripresa sostenibile è tuttavia ancora lontana, dice, e i rischi del portafoglio non sono destinati a durare a lungo.

"Stiamo aspettando che gli indicatori ciclici raggiungano un livello normale, ridurremo l'esposizione ai mercati rischiosi non appena si stabilizzano".

Nel comparto della Sicav Hsbc Global Investment Fund lanciato a metà giugno del 2007, l'allocazione obbligazionaria si gioca, oltre che andando lunghi sulla duration in Eurolandia, anche con un trade "relativo" costituito da una posizione lunga sui governativi del Vecchio Continente e una corta su quelli giapponesi, dove le conseguenze della crisi dovrebbero essere meno durature.

"I rendimenti sulle scadenze lunghe in Giappone sono molto bassi rispetto a quelli in Europa e Stati Uniti e la nostra analisi mostra che la crisi avrà conseguenze molto più durature in Europa e Stati Uniti che in Giappone".

Le prospettive macroeconomiche sono più rosa per le economie che non hanno sperimentato grandi bolle immobiliari "come il Giappone e in generale la regione asiatica", anche se il Brasile è un esempio non asiatico.

"Europa e Stati Uniti continueranno a soffrire l'impatto deflazionistico della bolla immobiliare: ci vorranno diversi anni perchè i prezzi delle case si stabilizzino e questo deprimerà la crescita economia", osserva.
 
PORTAFOGLI-Nordea sovrappesa equity,a maggio più esposti a Tokyo

venerdì 15 maggio 2009 15:26


MILANO, 15 maggio (Reuters) - L'economia globale è ancora a un bivio ma è da circa un mese che Nordea ha deciso di sovrappesare le borse, aumentando contestualmente l'esposizione ai finanziari attraverso l'investimento in un exchange-traded basket.
Per la casa nordica, che a fine marzo gestiva 125 miliardi di euro, il mercato continuerà a scontare un qualche tipo di ripresa economica per fine 2009, inizio 2010, un movimento che dovrebbe trovare sostegno nell'abbondante liquidità che ancora dorme nei portafogli.

"L'economia globale è a un bivio: il nostro scenario di base si fonda tuttavia sull'ipotesi che l'economia americana nei prossimi uno, due trimestri si lascerà alle spalle la recessione", ha detto a Reuters Helge Pedersen, capo economista di Nordea, che confida anche negli effetti dell'allentamento monetario e dei pacchetti di stimolo dei governi. "Si è trattato di una recessione molto seria ma ci sono segnali che stia per toccare il fondo", ha aggiunto.

Lo scenario di base dell'economista prevede una contrazione dell'economia mondiale dell'1,4% quest'anno e un ritorno alla crescita del 2,6% nel 2010.

L'ultima mossa dei gestori Nordea, in ordine di tempo, è stata quella di aumentare il peso della borsa di Tokyo in vista di un indebolimento dello yen.

"Ci aspettiamo che, con la stabilizzazione nei mercati finanziari, la propensione al rischio tornerà gradualmente", ha detto Pedersen. "E' difficile dire quando, ma forse con la fine dell'anno: questo dovrebbe condurre ad un significativo indebolimento dello yen, aiutando le esportazioni", e quindi l'economia giapponese.

L'asset allocation, per il resto, continua a preferire Wall Street alle piazze europee, restando a benchmark sui mercati emergenti. Nordea punta su telefonici, industriali - in particolare quelli legati alle infrastrutture - e "materials" privilegiando, all'interno di quest'ultimo settore, oro e prodotti agricoli.

Se è vero, infatti, che il proseguire del rally delle borse potrebbe mettere sotto pressione l'oro, i gestori di Nordea sono convinti che, sul lungo periodo, il "quantitative easing" delle banche centrali, alimentando timori di pressioni inflazionistiche, offrirà grande sostegno al metallo prezioso. Giova anche il netto aumento delle riserve di oro negli ultimi anni rivelato di recente dalla Cina, tendenza destinata a proseguire in futuro, secondo Nordea.

Stabili a maggio, infine, gli investimenti obbligazionari dopo che a marzo, con il miglioramento del sentiment, l'esposizione era stata ridotta a neutrale da overweight, vendendo titoli tedeschi e danesi a lunga scadenza e riducendo drasticamente la duration. Sempre a marzo era stato ritoccato al rialzo il peso delle emissioni societarie con rating elevati mentre, nell'area speculativa, Nordea è neutrale sia sul debito dei mercati emergenti che sui corporate high yield.
 
PORTAFOGLI - JP Morgan promuove azionario russo, taglia Cina

lunedì 18 maggio 2009 11:08


MOSCA, 18 maggio (Reuters) - JP Morgan ha promosso l'azionario russo a "neutral" da "underweight" mentre raccomanda di ridurre l'esposizione alla Cina a "neutral" da "overweight".

In una nota di analisi sui mercati emergenti si legge inoltre che la borsa dell'Indonesia è stata promossa "overweight" da "neutral, mentre Sudafrica e Malaysia scendono a "underweight" da "neutral".

Le modifice di asset allocation rientrano in uno schema che vede il recupero di economia e appetito di rischio, dice JP Morgan secondo cui fattori chiave di pericolo per questo scenario sono modifiche tasso di risparmio Usa e/o il mancatto allargamento della fase di crescita dei mercati emergenti oltre la Cina.
 
ah per fortuna uso sempre la mia testa io pensavo queste cose tre anni fa sul brasile e mi han sempre preso per matto e deriso.
il brasile e ' la piu' grande potenza economica al mondo
 
May 28, 2009
Monthly Investment Newsletter May - June 2009
....
From top-down to bottom-up

For active and fundamentally driven investors such as ING Investment Management, 2008 was a horrible year. Quality stocks were massively sold off and extremely negative market sentiment resulted in irrational price moves.

After the “blind” panic in the last months of 2008, equity markets have now clearly entered a more mature phase of the bear market. Equity markets are recovering on early signs of economic improvement.

This mature phase (‘twilight zone’) is the period between the stage in which defensive equities are preferred and the stage in which equity portfolios should be cyclical in nature.

This means that it is currently trickier to hold serious convictions with respect to top-down sector preferences.

Therefore, bottom-up stock selection has become even more important in our equity portfolios, such as our Global Core Equity Strategy. The extreme sell-off created a lot of opportunities for investors like ING IM with a focussed and well-balanced view on fundamentals, valuations and sentiment.

Already in the fourth quarter of 2008, we started moving up the risk curve on a very stock-specific basis. We preferred stocks with more cyclical exposure combined with strong balance sheets and strong free cash flows. There we saw the biggest opportunities without taking too much extra risk.

Next to that, equity issuance provided (and will continue to do) attractive opportunities, even in the more economic sensitive areas such as financials and materials.

In the huge sell-off of 2008, investors did not differentiate between good and bad quality stocks. Defensive stocks and sectors were hit hard too. Adding alpha through active investing was therefore very difficult.

We have seen that from the end of 2008, correlations are declining and investors do discriminate again between good and bad quality stocks. Therefore, active investing offers a lot of added value which the significant outperformance of most of our equity strategies confirms.
...


http://www.ingim.com/EU/MarketCommentary/Archive/IWG_030587


http://translate.google.com/translate_t?hl=it#
 
PORTAFOGLI-Corporate, meglio la qualità,high yield con selezione
venerdì 29 maggio 2009 13:04


MILANO, 29 maggio (Reuters) - Il riaccendersi della propensione al rischio, confortata dal rafforzarsi delle attese di ripresa dell'economia, non riesce ad aumentare l'appeal delle emissioni "high yield" fra i gestori in Italia.

Nonostante i differenziali di rendimento fra corporate e governativi si siano ristretti, rendendo allettanti le relativamente più "ricche" emissioni con rating bassi, i 9 primari asset management che hanno partecipato all'ultimo sondaggio Reuters-Lipper continuano a preferire i corporate di qualità, di cui si sottolinea anche la maggiore liquidità.

I bond ad alto rendimento sono altamente correlati ai movimenti dei mercati azionari e, secondo alcuni gestori, il rally avviato da inizio marzo potrebbe presto incontrare degli ostacoli.

"Bisogna essere cauti, il rally (delle borse) nel breve potrebbe avere delle difficoltà", osservano da Pioneer Investments. "Bisogna avere delle posizioni più difensive e non prendere posizioni nuove sugli high yield", aggiungono, consigliando di guardare anche la carta con rating elevati.

Anche Eurizon Capital sgr e Crédit Agricole AM sgr confermano la predilezione per le obbligazioni corporate investment grade.

"Siamo neutrali sugli high yield, ma lunghi di investment grade", dice Sergio Bertoncini, strategist della casa francese. "Gli spread si sono ristretti negli ultimi due, tre mesi ma riteniamo che ci sia ancora valore", aggiunge.

Una preferenza che si spiega non solo con i fondamentali più solidi degli emittenti ma anche per un fattore liquidità.

"Per gli investment grade abbiamo avuto molte emissioni sul primario e c'è più liquidità sul secondario rispetto agli high yield", sottolinea Bertoncini ricordando che, recentemente, c'è stata una ripresa delle emissioni ad alto rendimento negli Stati Uniti. "Ci aspettiamo che (queste emissioni) si riprenderanno anche in Europa, anche se con volumi contenuti rispetto agli standard storici".

Il piatto pende a favore dei bond societari con meriti di credito lusinghieri anche perchè "con la crisi il premio della liquidità è salito su tutti e due i segmenti, ma gli spread sono più lontani dalle medie storiche e dai picchi delle recessioni passate sugli investment grade".

Sebbene si siano ristretti rispetto ai massimi di tutti i tempi toccati a dicembre 2008, secondo Standard & Poor's, gli spread dei titoli "speculative grade" restano vicini ai livelli più alti mai registrati in un ciclo di default.

Se proprio si vuole scommettere sull'alto rischio, investendo nei bond "junk", la selezione e la diversificazione sono cruciali.

"Pensiamo che questo tipo di investimento possa portare ad extra performance", osservano da Sella Gestioni. "Tuttavia, data la criticità del periodo che stiamo attraversando, è necessario adottare estrema prudenza nella scelta degli emittenti di cui sottoscrivere il debito".

"E' un'asset class rischiosa, è necessaria una grande diversificazione", fanno eco da Zenit sgr.
 
PORTAFOGLI-Borse, storno estivo ma ciclo torna rialzista - Prima
martedì 9 giugno 2009 15:41


MILANO, 9 giugno (Reuters) - Dopo nove anni di ritorni reali negativi arriva la riscossa per i mercati azionari; anche se nell'immediato le borse non potranno sottrarsi a uno storno estivo dopo il rally degli ultimi tre mesi.

Ne è convinto Lars Schickentanz, direttore investimenti di Prima, società di gestione del risparmio nata dalla collaborazione strategica tra l'operatore di private equity Clessidra, azionista con il 67% del capitale, e la ex controllante Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS.MI: Quotazione).

"E' arrivata l'ora di un nuovo ciclo per l'azionario", ha detto a Reuters il gestore, che vanta una lunga presenza nel business dei fondi di Mps. Non fa previsioni sulla durata del nuovo ciclo ma ricorda: "Dal marzo 2000 al marzo 2009 l'azionario ha dato ritorni negativi reali ed è stata la peggiore asset class a livello mondiale".

Se le borse hanno toccato il fondo, anche per l'economia il peggio è alle spalle, è la sua opinione. "Abbiamo visto il bottom dell'economia e non prevediamo neppure una ricaduta", il suo parere. "D'ora in poi si andrà meglio. Quanto meglio è difficile dirlo".

Con un orizzonte temporale di lungo periodo, largo dunque alle azioni in portafoglio seguite, nell'ordine, da emissioni investmente grade e corporate "high yield".


TRA 2-5 ANNI GRANDI SODDISFAZIONI DA CINA, INDIA, BRASILE

Nel breve, secondo Schickentanz, ci sono occasioni fra le emissioni di alta qualità di società cicliche mentre, nell'arco dei prossimi 2-5 anni, saranno i mercati emergenti come Cina, India e Brasile a dare soddisfazioni, anche se è probabile una correzione dopo il recente rally.

"Prendiamo esposizione all'economia domestica cinese tramite internet company cinesi, gruppi retail quotati a Hong Kong ma anche aziende esposte a questo paese come Adidas ADGS.DE e Swatch (UHR.VX: Quotazione)", ha detto il manager.

L'estate potrebbe essere, da un lato, l'occasione per prendere beneficio e investire tatticamente in settori difensivi come i telefonici e i farmaceutici, dall'altro il contesto è favorevole a un mini rally dei governativi, a cominciare dai decennali. "Ma la supply è tale che non pensiamo lì ci siano opportunità", osserva il manager.

Tra i temi cari all'investitore spiccano, a brevissimo, le auto ma anche la siderurgia e, più a lungo termine, i finanziari su cui la casa italiana si definisce "moderatamente positiva".

FINANZIARI, OCCASIONI IN CONTESTI DIFFICILI

"Bisogna comprare i finanziari quando le cose vanno male perché (è in queste fasi che) c'è maggiore attenzione alla gestione, ai costi e ai margini", sostiene. "Quindi per i prossimi 3-4 anni tutto il business che viene fatto oggi sarà ad alto margine e di elevata qualità", afferma Schickentanz.

Non solo: il settore finanziario è destinato ad essere in futuro molto meno competitivo "perché ognuno si curerà il proprio orticello senza andare ad espandersi all'estero". E una spinta arriverà anche dalla guarigione del mercato immobiliare Usa, epicentro della crisi, che contribuirà a restituire un valore superiore allo zero ai sottostanti di tanti strutturati.

Quel mercato "sta per toccare il fondo a livello di 'transactions' mentre il bottom arriverà più tardi sui prezzi. Attualmente è leggermente sottovalutato, c'è ancora una questione di eccesso di offerta però i forward looking indicators lo stanno già incorporando", aggiunge.

Per quel che riguarda l'auto, a brevissimo la contrazione record della domanda giustifica un investimento sulla scommessa che gli acquisti di vetture si riprendano. "Non tornerà ai massimi ma si riprenderà". Chiamata per i prossimi 2-3 mesi anche quella sulla siderurgia, dove il gestore si aspetta un ripresa della produzione e quindi dei prezzi. Prima sgr (il nome che ha sostituito quello di Montepaschi AM è stato lanciato in maggio) gestisce oltre 15 miliardi di euro e può vantare una quota del 3,85% del mercato dei fondi comuni.
 
PORTAFOGLI-Puntare su "value",con crisi chance arbitraggi-J.Baer
mercoledì 10 giugno 2009 11:38


MILANO, 10 giugno (Reuters) - Su mercati come questi bisogna "surfare e tenere l'onda" perchè la ripresa economica sarà timida, anche se la crisi ha offerto opportunità nuove di arbitraggio, ad esempio sul tasso variabile.

Parola di Massimo De Palma, responsabile asset management per Julius Baer sgr, che attualmente punta sui titoli "value" tenendo a peso le borse - con un overweight su Asia emergente ed Eurolandia - e preferisce scadenze brevi e corporate investment grade sull'obbligazionario, con uno sguardo al Bund.

"Nei prossimi sei mesi contiamo di restare neutrali sull'azionario: ci aspettiamo un consolidamento del mercato e siamo guardinghi viste le nostre previsioni macro, che non scontano una ripresa forte", ha detto De Palma in un'intervista a Reuters.

La casa svizzera si aspetta che i tassi del Pil tornino a crescere l'anno prossimo, ma sotto il potenziale, a causa anche di un aumento della disoccupazione.

"Di qui ai prossimi mesi, venuti meno i grandi movimenti di reazione del mercato, potrebbe tornare attenzione sulla qualità quindi sui titoli value", aggiuge, riferendosi alle azioni di quei settori definite "ad alto valore", cioè solide seppur con prospettive di crescita contenute.

Energia, materie prime e tlc sono le scommesse settoriali più gettonate al momento nei portafogli della casa svizzera, che fra le commodities preferisce i beni agricoli.

Gli investimenti in emissioni corporate privilegiano il settore finanziario, in particolare i "senior loans".

"Dall'anno scorso abbiamo investito soprattutto in settori difensivi come tlc, utilities ed energia; abbiamo inoltre effettuato qualche acquisto selettivo su settori legati al ciclo, come l'auto, dato che la propensione al rischio stava aumentando".

Da inizio anno Julius Baer sottopesa il Bund e ha puntato progressivamente sui periferici, anche Btp indicizzati.

Ma proprio sui Bund De Palma sta iniziando a valutare per i prossimi mesi, nel quadro di una diversificazione degli investimenti, la possibilità di qualche timido acquisto.

"E' una forma di assicurazione per un domani che si basa su aspettative di crescita non particolarmente forte".

CON CRISI NUOVE POSSIBILITA' DI ARBITRAGGIO

Il mercato degli ultimi mesi ha offerto nuove opportunità di arbitraggio anche perchè, in fase di crisi, attori come gli hedge fund hanno dovuto rinunciare alla rapidità e flessibilità garantita dal ricorso facile alla leva.

Julius Baer le ha trovate sul tasso variabile, una scommessa trascurata dal mercato nella convinzione che i tassi sarebbero rimasti bassi per un periodo prolungato.

"Il tasso variabile ha dato opportunità di investimento, perchè nessuno lo voleva, tra i finanziari ma anche in settori difensivi come i telefonici", ha detto De Palma, citando Vodafone (VOD.L: Quotazione).

Un esempio di arbitraggio è stato quello sulle General Electric (GE.N: Quotazione) a tasso variabile e a tasso fisso in euro.

"Per entrambi il rischio era quello dell'emittente, ma ad aprile la GE 2011 floater prezzava 91 con un rendimento a scadenza pari all'Euribor +473 punti circa, il tasso fisso offriva un rendimento del 3,94% a parità del rischio di credito quindi noi abbiamo comprato il variabile vedendo una possibilità arbitraggio", spiega il gestore.

In effetti, a inizio giugno il prezzo del tasso variabile è salito da 91,5 a 95,75 e adesso rende l'Euribor +2,5% a scadenza; parallelamente il tasso fisso ha recuperato da 100,10 a 100,85 e rende il 3,53%.

"Quindi il tasso variabile, che teoricamente dovrebbe essere meno volatile, ha fatto una performance particolarmente buona", osserva De Palma.
 
PORTAFOGLI-Puntare su "value",con crisi chance arbitraggi-J.Baer
mercoledì 10 giugno 2009 11:38


MILANO, 10 giugno (Reuters) - Su mercati come questi bisogna "surfare e tenere l'onda" perchè la ripresa economica sarà timida, anche se la crisi ha offerto opportunità nuove di arbitraggio, ad esempio sul tasso variabile.

Parola di Massimo De Palma, responsabile asset management per Julius Baer sgr, che attualmente punta sui titoli "value" tenendo a peso le borse - con un overweight su Asia emergente ed Eurolandia - e preferisce scadenze brevi e corporate investment grade sull'obbligazionario, con uno sguardo al Bund.

"Nei prossimi sei mesi contiamo di restare neutrali sull'azionario: ci aspettiamo un consolidamento del mercato e siamo guardinghi viste le nostre previsioni macro, che non scontano una ripresa forte", ha detto De Palma in un'intervista a Reuters.

La casa svizzera si aspetta che i tassi del Pil tornino a crescere l'anno prossimo, ma sotto il potenziale, a causa anche di un aumento della disoccupazione.

"Di qui ai prossimi mesi, venuti meno i grandi movimenti di reazione del mercato, potrebbe tornare attenzione sulla qualità quindi sui titoli value", aggiuge, riferendosi alle azioni di quei settori definite "ad alto valore", cioè solide seppur con prospettive di crescita contenute.

Energia, materie prime e tlc sono le scommesse settoriali più gettonate al momento nei portafogli della casa svizzera, che fra le commodities preferisce i beni agricoli.

Gli investimenti in emissioni corporate privilegiano il settore finanziario, in particolare i "senior loans".

"Dall'anno scorso abbiamo investito soprattutto in settori difensivi come tlc, utilities ed energia; abbiamo inoltre effettuato qualche acquisto selettivo su settori legati al ciclo, come l'auto, dato che la propensione al rischio stava aumentando".

Da inizio anno Julius Baer sottopesa il Bund e ha puntato progressivamente sui periferici, anche Btp indicizzati.

Ma proprio sui Bund De Palma sta iniziando a valutare per i prossimi mesi, nel quadro di una diversificazione degli investimenti, la possibilità di qualche timido acquisto.

"E' una forma di assicurazione per un domani che si basa su aspettative di crescita non particolarmente forte".

CON CRISI NUOVE POSSIBILITA' DI ARBITRAGGIO

Il mercato degli ultimi mesi ha offerto nuove opportunità di arbitraggio anche perchè, in fase di crisi, attori come gli hedge fund hanno dovuto rinunciare alla rapidità e flessibilità garantita dal ricorso facile alla leva.

Julius Baer le ha trovate sul tasso variabile, una scommessa trascurata dal mercato nella convinzione che i tassi sarebbero rimasti bassi per un periodo prolungato.

"Il tasso variabile ha dato opportunità di investimento, perchè nessuno lo voleva, tra i finanziari ma anche in settori difensivi come i telefonici", ha detto De Palma, citando Vodafone (VOD.L: Quotazione).

Un esempio di arbitraggio è stato quello sulle General Electric (GE.N: Quotazione) a tasso variabile e a tasso fisso in euro.

"Per entrambi il rischio era quello dell'emittente, ma ad aprile la GE 2011 floater prezzava 91 con un rendimento a scadenza pari all'Euribor +473 punti circa, il tasso fisso offriva un rendimento del 3,94% a parità del rischio di credito quindi noi abbiamo comprato il variabile vedendo una possibilità arbitraggio", spiega il gestore.

In effetti, a inizio giugno il prezzo del tasso variabile è salito da 91,5 a 95,75 e adesso rende l'Euribor +2,5% a scadenza; parallelamente il tasso fisso ha recuperato da 100,10 a 100,85 e rende il 3,53%.

"Quindi il tasso variabile, che teoricamente dovrebbe essere meno volatile, ha fatto una performance particolarmente buona", osserva De Palma.


ciao.
senza nessuna polemica

ma tu che sei " a difesa del gregge" ti metti a pubblicare quello che scrive il lupo?
:bye:
 
Anche qui:

http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=BAS1ac

L’intervista

Le idee di Michael Sieghart, gestore di Dws. «Entro fine anno listini in risalita, ma ondeggeranno del 20%»

«Adesso punto su chi è piccolo e sano»

Salute, energia consumi: i big sono cari. Da Inbev a Saipem, ecco chi merita una chance

Il grande e indiscriminato rimbalzo delle Borse seguito ai minimi del marzo scorso è da considerarsi ormai concluso. Adesso inizia la fase due del rally dei mercati, un pe riodo più incerto in cui verrà premiata la capacità di selezionare bene i titoli in portafoglio. Michael Sieghart , gestore del fondo Dws Invest European Equities, del colosso tedesco del risparmio gestito Dws Investments , che fa capo al gruppo Deutsche Bank, mostra una vena di ottimismo, mescolata tuttavia a massicce dosi di realismo. «C'è ancora troppa nebbia in giro sulle piazze finanziarie di tutto il mondo, non avrebbe senso in questo momento sposare una visione irrazionalmente rialzista», spiega.

Quali sono le forze che frenano il rialzo?

«I dati macroeconomici continuano a essere molto negativi e non sono in grado di supportare una ripresa costante e lineare. Detto questo la performance positiva dei listini continuerà, e sono convinto che a fine anno gli indici europei saranno su livelli più elevati di quelli attuali».

Tutto bene, dunque…

«No. Anche se la volatilità è scesa molto, penso che nel corso dei prossimi mesi i mercati continueranno a rimanere molto instabili, con oscillazioni anche del 20%».
In queste condizioni diventa difficile guadagnare.
«Diventa necessario selezionare».

Qualche esempio?

«Prendiamo due settori molto diversi, i finanziari e i farmaceutici. Sul primo siamo ancora poco impegnati, ma siamo convinti che ad andare male saranno soprattutto le banche commerciali, quelle che risentono maggiormente della crisi economica e dell'aumento delle sofferenze e che vedranno ridursi gli utili a causa del restringimento dei margini».

Ci sono invece banche che andranno meglio?

«Siamo persuasi che le banche d'investimento, oppure gli istituti di credito più legati al commercio internazionale, come Hsbc, avranno una performance migliore. Alcuni istituti come Goldman Sachs, JPMorgan e Bnp Paribas sono chiaramente destinati a emergere come vincitori da questa crisi. Tra le banche italiane un titolo come Unicredit è ancora interessante dal punto di vista delle valutazioni, a patto che non ci siano default nei Paesi dell'Est».

Mentre i farmaceutici?

«Non ci piacciono i gruppi di maggiori dimensioni, che hanno un problema cronico di brevetti in scadenza e che soffrono per la concorrenza dei farmaci generici. Siamo invece molto interessati alle società più piccole e innovative del comparto del biotech, come le tedesche Biotest e Intercell».

Un altro settore con un doppio profilo?

«Potrebbe essere quello dei beni di largo consumo. Le grandi società del settore alimentare sono oggi molto care e offrono margini di performance piuttosto modesti. Ci sono invece aziende pur sempre difensive, ma più rischiose dal punto di vista dell'elevato indebitamento, decisamente più interessanti. Penso a produttori di birra come InBev e Carlsberg».

Veniamo ai comparti più ciclici...

«In questo momento siamo esposti su energia e materiali di base. Il prezzo del petrolio dà segnali di risalita molto decisi, abbiamo posizioni consistenti su British Gas, Gazprom e l'italiana Saipem nei servizi petroliferi».

E le auto? Lì si sta giocando una grande partita.

«Non siamo troppo pessimisti sul settore automobilistico in Europa. Per ora abbiamo posizioni rilevanti solo in Daimler, ma anche piccole quote in Fiat».


:)
 
non per fare polemica :o

ma chi mi conosce sa benissimo come la penso
io diverso tempo fa ero abbastanza restio al risparmio gestito o ad altri strumenti
poi da una situazione estrema sono passato a una situazione di equilibrio
qualsiasi strumento può essere utile se valutato e studiato attentamente
ci saranno gestori bravi e buoni fondi attivi ci saranno certificati interessanti
ci saranno etf ...
poi non tutti la possiamo pensare allo stesso modo
ma le situazioni estreme gli eccessi sono sempre da evitare
 
I risparmiatori italiani hanno partecipato alla grande festa dei listini? Non molto..

A marzo è arrivato il toro, ma...

http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=APRE20

I risparmiatori italiani hanno partecipato alla grande festa ...

I risparmiatori italiani hanno partecipato alla grande festa dei listini? Non molto, purtroppo. Dopo le statistiche che parlano di un ritorno di interesse (+1,6 miliardi nel mese di maggio) per il sistema del risparmio gestito, CorrierEconomia offre ai lettori un’analisi per capire come si sono mossi e come sono stati venduti i fondi nei tre mesi del grande rialzo che ha portato con sé, ma solo alla fine, anche una raccolta netta — dopo venti mesi di perdita — per le Sgr. E qui sta la notazione amara: ancora una volta i fondisti non sono stati aiutati a partecipare — se non in misura residuale — alla ripresa delle quotazioni. I conti in tasca ai clienti dicono infatti che pochi hanno beneficiato dell’apparizione trimestrale del Toro. In media da marzo a maggio i fondi azionari hanno guadagnato il 20%, mentre i sottoscrittori sono rimasti vittime (più o meno consapevoli) di un mancato guadagno pari al 17%. Nello stesso periodo l’indice delle Borse mondiali, in euro, è salito del 29%: i gestori, quindi, non hanno brillato.

I numeri

Lo studio ha vagliato i rendimenti di 2.707 prodotti azionari specializzati ricavandone la graduatoria dei migliori, e le relative medie di categoria, che comprendono fondi e sicav e che sono al lordo delle tasse. Il rialzo dei mercati, dopo la prima settimana di marzo, ha «trainato» tutti: si va dal +43% dei prodotti specializzati sui mercati Emergenti al +24% realizzato da chi investe seguendo un benchmark internazionale. Risultati medi che, in alcuni casi, sono stati parecchio inferiori ai listini di riferimento, rappresentati dagli indici e dai loro «cloni», gli Etf, acquistabili anche dai privati perché quotati in Piazza Affari.
In particolare proprio i gestori che investono sul mercato italiano con il loro +38% sono andati in media molto meno forte del mercato (+52%). Solo Fidelity Italy (+57,8%) ha battuto l’exploit di Milano, che da maglia nera del ribasso si è trasformata in maglia rosa del rialzo. Gli altri best performer italiani (Eurizon, SanPaolo, Fideuram, Bright Oak e Imi Italy) hanno semplicemente ottenuto, più o meno, lo stesso risultato dell’indice. Molto più ampio il vantaggio di chi domina le classifiche europee: Hsbc Euro action plus (+66%) ha distanziato di oltre 20 punti il DJ Euro Stoxx 50 (+39%).
I podi di CorrierEconomia (vedi tabelle ) rivelano inoltre che le migliori performance sono di marca italiana solo in pochissimi casi. Le medaglie d’oro delle principali categorie vanno tutte a case di gestione estere che vendono i loro prodotti sul nostro mercato. Oltre ai già citati Fidelity e Hsbc, primi in Italia e nell’area euro, ci sono Ing prima in Europa (+47%), Nordea in Nord America (+55%), Caam sul fronte internazionale (55%) e M&G per i Paesi Emergenti (58%).

Il mondo in casa

E i gestori esteri sono, statistiche alla mano, i veri protagonisti della rivincita di maggio, dove il saldo positivo (1,6 miliardi) è generato dall’incrocio fra 2 miliardi di raccolta netta sui fondi di diritto estero (anche di case italiane) e da altri 400 milioni di perdite subiti dai prodotti made in Italy, penalizzati dal sistema fiscale.
Non a caso il patrimonio complessivo del risparmio gestito — che in tre anni è dimagrito dagli oltre 600 miliardi dell’aprile 2006 ai 400 odierni — è formato oggi per il 48% da fondi di diritto estero e per il 52% da prodotti di diritto italiano.
Ma in che misura il rialzo delle Borse partito il 9 marzo è finito nelle tasche dei risparmiatori? La risposta non è confortante. Incrociando infatti i dati della raccolta netta dell’ultimo trimestre, e i rendimenti medi al netto delle tasse (indici Fideuram) ottenuti dalle categorie più importanti, scopriamo che solo gli azionari Paesi Emergenti e America hanno un saldo positivo di raccolta per l’intero trimestre e quindi una prova della partecipazione dei sottoscrittori alla scia rialzista.
Per tutte le altre categorie, Italia compresa, tra marzo e maggio il computo finale è negativo, segno evidente che la spinta a prendere in considerazione le Borse ai minimi storici non è arrivata nella maggioranza delle reti di distribuzione.
In media i flussi mensili dei nuovi investimenti in fondi specializzati sulle Economie rampanti e quelli negli States hanno lasciato nelle tasche dei risparmiatori un guadagno dell’8% nel caso degli Emergenti e addirittura un en plein dell’11% per gli Stati Uniti; un risultato, quest’ultimo, agevolato dal cambio valutario. In tutti gli altri casi, invece, c’è stata una prevalenza di vendite.
E così, nelle tasche di chi non ha ricevuto adeguata consulenza per partecipare al rally di Borsa, si registrano occasioni di mancato guadagno misurabili nel 17% in Piazza Affari, nel 24% sui mercati internazionali e nel 10% abbondante in Europa.


:)
 
non per fare polemica :o

ma chi mi conosce sa benissimo come la penso
io diverso tempo fa ero abbastanza restio al risparmio gestito o ad altri strumenti
poi da una situazione estrema sono passato a una situazione di equilibrio
qualsiasi strumento può essere utile se valutato e studiato attentamente
ci saranno gestori bravi e buoni fondi attivi ci saranno certificati interessanti
ci saranno etf ...
poi non tutti la possiamo pensare allo stesso modo
ma le situazioni estreme gli eccessi sono sempre da evitare

Penso che ciascuno di noi che si interessa dei propri investimenti si dovrebbe fare la seguente domanda: è prioritaria la scelta corretta della propria asset allocation strategica e tattica oppure la scelta dello strumento finanziario? Cioè è più importante il mezzo (= strumento finanziario) oppure il fine (= scelta dell'asset allocaton ottimale per il proprio profilo di rischio e orizzonte temporale)?
Non dimentichiamoci l'importanza dell'asset allocation tattica, che può veramente consentire di fare la differenza rispetto al proprio personale benchmark di riferimento!
 
io credo come cricket dice giustamente che bisogna diversificare su diversi strumenti.
bisogna capire che etf e fondi han diversi obiettivi e non bisogna confrontarli poi magari c'è chi reputa piu' adatto per se l'uno o l'altro
io uno strumento che escludo a priori e' l'azione ci ho messo una croce sopra.sto tanto bene con i miei gain su fondi,etf e titoli a tasso fisso e step up
poi che un articolo di giornale sia preso come oro colato a me non interessa.
a me se un un fondo va bene e l'ho preso ben venga.
 
io credo come cricket dice giustamente che bisogna diversificare su diversi strumenti.
bisogna capire che etf e fondi han diversi obiettivi e non bisogna confrontarli poi magari c'è chi reputa piu' adatto per se l'uno o l'altro
io uno strumento che escludo a priori e' l'azione ci ho messo una croce sopra.sto tanto bene con i miei gain su fondi,etf e titoli a tasso fisso e step up
poi che un articolo di giornale sia preso come oro colato a me non interessa.
a me se un un fondo va bene e l'ho preso ben venga.

Io invece al contrario sono entrato sulle azioni con la parte tattica, per investire con ottica di breve-medio, es. adr quotati al NYSE per investire in mercati emergenti.... esempi: CEMEX ADR (CX.N), CHINA LIFE SP ADR-H (LFC.N), CHINA MOBIL SP ADR (CHL.N), XINYUAN REAL SP ADR (XIN.N). Motivo: efficienza fiscale per recupero minus.
 
Io invece al contrario sono entrato sulle azioni con la parte tattica, per investire con ottica di breve-medio, es. adr quotati al NYSE per investire in mercati emergenti.... esempi: CEMEX ADR (CX.N), CHINA LIFE SP ADR-H (LFC.N), CHINA MOBIL SP ADR (CHL.N), XINYUAN REAL SP ADR (XIN.N). Motivo: efficienza fiscale per recupero minus.

son scelte io le minusvalenze delle azioni le sto recuperando abbondantemente con i gain di etf e titoli a tasso fisso.almeno li son sicuro di guadagnare.nelle azioni e' un po' difficile.
esperienza di anni di investimenti mi ha fatto escludere le azioni.guadagnano solo ribassisti e rialzisti
 
PORTAFOGLI-A breve storno borse,occasioni sui governativi-Fortis

lunedì 15 giugno 2009 15:37


MILANO, 15 giugno (Reuters) - Se è vero che il 2009 segnerà il punto di minimo della crisi economica, le borse archivieranno l'anno leggermente sopra ai livelli attuali; ma il cammino dei mercati azionari, di qui alla fine dell'anno, si preannuncia tutt'altro che lineare.

Ne è convinto William De Vijlder, global chief investments officer di Fortis Investments (FOR.BR: Quotazione) che, nel breve, consiglia una puntata tattica sui governativi, soprattutto europei.

"Le prese di beneficio (sulle borse) saranno guidate dalla fine delle sorprese positive sull'economia e dall'effetto stagionale del periodo estivo", spiega il direttore investimenti.

Attualmente l'indice MSCI delle borse globali .MIWD00000PUS ha guadagnato circa l'11% da inizio anno dopo aver bruciato il 43,5% nel 2008. Il FtseEurofirst 300, benchmark dell'azionario europeo, è in rialzo del 6,5% dal primo gennaio (chiusura di ieri).

Per De Vijlder i rendimenti dei titoli di stato, dopo un'impennata determinata da uno scenario di eccesso di offerta, hanno spazio per flettere di cinquanta punti base.

"C'è un po' più di potenziale in Europa perchè gli Stati Uniti usciranno prima dalla recessione", ha puntualizzato.

In generale, l'allocazione della casa belga - che ha in gestione 158 miliardi di euro - è neutrale sulle borse con una preferenza per le piccole capitalizzazioni e i mercati emergenti asiatici e del Brasile, "dove c'è visibilità della crescita degli utili".

Sulle small cap "il premio in termini di prezzo/rendimento con le grandi capitalizzazioni è scomparso e le piccole hanno una componente ciclica più elevata quindi fanno meglio in fase di ripresa", ha chiarito ancora il manager.

Tatticamente, per De Vijlder, sarebbe anche l'ora di alleggerire i portafogli di equity.

"Non lo facciamo perchè non c'è nessun vero catalizzatore negativo", osserva il direttore investimenti, ricordando che i massicci flussi verso l'azionario mettono in guardia dal diventare difensivi troppo presto.

Ciononostante De Vijlder tiene d'occhio l'andamento degli indicatori macroeconomici - che presto dovrebbero smettere di riservare sorprese positive con un effetto depressivo sulle borse - e la solidità della ripresa in Cina, fattori che però non sembrano destinati a fornire indicazioni in tempi brevi.

Lo scenario di ripresa, secondo il direttore investimenti, prevede che la locomotiva americana, meno potente, venga affiancata dal nuovo motore della Cina.

E questa volta la crisi avrà la forma di una "radice quadrata": si uscirà dalla recessione per entrare in una fase prolungata di crescita bassa.

"La ripresa che vedremo sarà una ripresa molto debole e la ripresa degli utili sarà anch'essa molto debole", ha sottolineato.

Per Fortis Investments - che è in fase di integrazione con le gestioni di Bnp Paribas (BNPP.PA: Quotazione) - quello attuale resta tuttavia un contesto favorevole al rischio preferendo alle azioni le emissioni societarie e sovrappesando materie prime e debito emergente in valuta locale.
 
PORTAFOGLI-Deutsche più leggera su borse, 5-10% alle commodities

mercoledì 24 giugno 2009 10:37


MILANO, 24 giugno (Reuters) - E' suonata l'ora della cautela e, dalla fine del mese scorso, l'obbligazionario erode spazio alle borse nei portafogli di Deutsche Bank, dove non mancano le materie prime.

"A fine maggio, inizio giugno si iniziava a sentire di gente che voleva rientrare sull'azionario ma noi - forse anticipando i tempi - abbiamo iniziato ad alleggerire i portafogli di azioni e ci siamo spostati sull'obbligazionario, privilegiando inizialmente le emissioni corporate e poi via via riequilibrando questa posizione con i governativi", ha detto a Reuters, in un'intervista, Giorgio Mascherone, responsabile degli investimenti di Deutsche Bank per l'Italia.

Le tensioni sull'azionario derivano dalle incertezze sulle prospettive della ripresa economica.

"Il 2009 sarà più duro del previsto, il 2010 sarà più lento del previsto, anche i produttori di petrolio temono che ci sarà una domanda inferiore alle attese", osserva il manager. "C'è un mood non positivo tanto è vero che i mercati, nel giro dell'ultima settimana, hanno perso significativamente".

Non più del 10-15% del portafoglio dovrebbe dunque essere investito nell'azionario, secondo Mascherone, con un terzo di questo dedicato all'equity dei paesi emergenti, ad esempio i "BRIC" (Brasile, Russia, India, Cina).

Per tornare sulle borse, che secondo Mascherone dovrebbero archiviare l'anno sui livelli attuali con una possibile variazione al rialzo o al ribasso del 5%, bisogna attendere buone notizie dal fronte occupazione e consumi.

"Il mercato immobiliare poi, altra importante cartina di tornasole, non ha ancora toccato il fondo negli Usa e nemmeno nei paesi europei più a rischio (Irlanda e Spagna), ma sembra rallentare la caduta", aggiunge il direttore investimenti.

Sull'obbligazionario Deutsche seleziona i corporate con meriti di credito più alti e una duration di 4,5-5 anni privilegiando, per i governativi, la carta dell'area euro con una scadenza media di 5-7 anni.

"Siamo in una fase in cui l'inflazione non è una preoccupazione e non lo sarà ancora per molto tempo, quindi riteniamo che l'obbligazionario difenda bene", osserva Mascherone.

Deutsche non dimentica infine le materie prime, consigliando di destinarvi il 5-10% dell'investimento complessivo, tramite Etf e fondi diversificati (che scelgono materie prime a rotazione a seconda della redditività).

"Le commodities sono abbastanza decorrelate dall'azionario e hanno prezzi abbastanza bassi rispetto alla media storica e in un'ottica di medio termine proteggono dall'inflazione", spiega il manager, sottolineando maggiori prospettive di crescita per oro e beni agricoli.

A metà mese Deutsche Bank ha lanciato quello che definisce "il primo fondo in Italia ad adottare una gestione quantitativa di un portafoglio interamente investito in ETF". Il fondo, che garantisce liquidità giornaliera, utilizza un modello quantitativo per la selezione mensile di Etf ed è disponibile con tre livelli di volatilità differenti .
 
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