Se una persona si intesta casa, il coniuge in comunione dei beni che diritti vanta?

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Awaiting Santa Rally
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La situazione è questa, il fratello della mia compagna ha ottenuto un grossa somma e vuole comprare una casa e considera di intestarla alla loro madre per evitare le tasse sulla seconda casa.

Fin quì nessun problema perchè avendo lei solo due figli (lui e la mia compagna) il problema non si pone, si pone però il problema per il fatto che il marito della madre (che non è loro padre) ha dei figli da un precedente matrimonio e quindi si teme questi possano tramite lui vantare dei diritti successivamente.

Non so se mi sono spiegato.

Ad esempio se si intesta la casa alla madre, suo marito con cui ha comunione dei beni indirettamente diventa comproprietario? che succede alla morte dei rispettivi?
 
La intesta a se stesso, al fratello e da alla madre la nuda proprietà ed il diritto ad abitare.
 
La intesta a se stesso, al fratello e da alla madre la nuda proprietà ed il diritto ad abitare.
Non sono sicuro di aver capito, se intesta alla madre nuda proprietà non diventa automaticamente nudo proprietario anche il di lei coniuge?
 
La situazione è questa, il fratello della mia compagna ha ottenuto un grossa somma e vuole comprare una casa e considera di intestarla alla loro madre per evitare le tasse sulla seconda casa.

Fin quì nessun problema perchè avendo lei solo due figli (lui e la mia compagna) il problema non si pone, si pone però il problema per il fatto che il marito della madre (che non è loro padre) ha dei figli da un precedente matrimonio e quindi si teme questi possano tramite lui vantare dei diritti successivamente.

Non so se mi sono spiegato.

Ad esempio se si intesta la casa alla madre, suo marito con cui ha comunione dei beni indirettamente diventa comproprietario? che succede alla morte dei rispettivi?

Se la mamma acquista una casa, in regime di comunione dei beni, la casa apparterrà anche al marito, indipendentemente da chi se la intesta (salvo che non venga acquistata con soldi ricevuti in eredità, donazione o dalla vendita di beni personali ai sensi dell'art. 179 c.c.).

Se la mamma muore il marito e i 2 figli (della mamma) diventeranno eredi dell'intero patrimonio della madre (1/3 al marito e 2/3 ai figli), compreso il 50% della casa che cadrà in successione (l'altro 50% in comunione si intende già del marito, salvo - come detto - che non si tratti di bene personale).

Anche se la mamma facesse testamento una parte del patrimonio andrebbe comunque riservata al marito.

Se muore il marito: la moglie ed i figli (del marito) diventeranno eredi dell'intero patrimonio, compreso il 50% della casa in comunione.

Se il figlio acquista una casa e la intesta alla mamma realizza una donazione, quindi dovrà:
- donare i soldi alla mamma che acquisterà poi l'immobile;
- o acquistare l'immobile e donarlo alla mamma.

L'operazione che intende fare non ha logica.
Meglio acquistarla per sè e pagarvi le tasse come seconda casa.
 
Nuda proprietà ai due figli
Usufrutto alla madre
 
Non sono sicuro di aver capito, se intesta alla madre nuda proprietà non diventa automaticamente nudo proprietario anche il di lei coniuge?
La nuda proprietà è del fratello, la madre ha l'usofrutto.

Io avevo letto questo:

Fin quì nessun problema perchè avendo lei solo due figli (lui e la mia compagna) il problema non si pone, si pone però il problema per il fatto che il marito della madre (che non è loro padre) ha dei figli da un precedente matrimonio e quindi si teme questi possano tramite lui vantare dei diritti successivamente.

Se il fratello mantiene la nuda proprietà e la madre l'usufrutto, il convivente o il marito possono abitare con lei ma non vantano nessun diritto di proprietà e di ereditarietà, ne lui ne i suoi precedenti figli.

Non solo ma con la nuda proprietà tutte le tasse sono a carico dell'usufruttuario, la madre, e non del fratello
 
Ho capito ora chiaro, ma avere la nuda proprietà in caso si possegga la proprietà di un altro immobile comporta il pagamento di tasse sulla seconda casa?
 
Se la mamma acquista una casa, in regime di comunione dei beni, la casa apparterrà anche al marito, indipendentemente da chi se la intesta (salvo che non venga acquistata con soldi ricevuti in eredità, donazione o dalla vendita di beni personali ai sensi dell'art. 179 c.c.).

Se la mamma muore il marito e i 2 figli (della mamma) diventeranno eredi dell'intero patrimonio della madre (1/3 al marito e 2/3 ai figli), compreso il 50% della casa che cadrà in successione (l'altro 50% in comunione si intende già del marito, salvo - come detto - che non si tratti di bene personale).

Anche se la mamma facesse testamento una parte del patrimonio andrebbe comunque riservata al marito.

Se muore il marito: la moglie ed i figli (del marito) diventeranno eredi dell'intero patrimonio, compreso il 50% della casa in comunione.

Se il figlio acquista una casa e la intesta alla mamma realizza una donazione, quindi dovrà:
- donare i soldi alla mamma che acquisterà poi l'immobile;
- o acquistare l'immobile e donarlo alla mamma.

L'operazione che intende fare non ha logica.
Meglio acquistarla per sè e pagarvi le tasse come seconda casa.

Per il primo punto si può facilmente ovviare:donazione dal fratello alla madre dei soldi necessari all'acquisto e il bene non ricade nella comunione. rimane il problema che se la madre muore prima dell'attuale marito questo per forza erediterà una quota della casa(mi sembra 50%).
Concordo sulla conclusione.
 
Ho capito ora chiaro, ma avere la nuda proprietà in caso si possegga la proprietà di un altro immobile comporta il pagamento di tasse sulla seconda casa?

Mia moglie ha la nuda proprieta della casa dove abita la mamma che ha l'usofrutto e non paga nessuna tassa. Se ha altre case intestate, non saprei

C'è anche la possibilità (credo) per una casa data ad un parente di non pagare IMU
 
Per il primo punto si può facilmente ovviare:donazione dal fratello alla madre dei soldi necessari all'acquisto e il bene non ricade nella comunione. rimane il problema che se la madre muore prima dell'attuale marito questo per forza erediterà una quota della casa(mi sembra 50%).
Concordo sulla conclusione.

Essendo una donazione di non modico valore, andrebbe fatta con atto pubblico (a pena di nullità) e ci sarebbero le imposte da pagare (oltre al Notaio).

Se muore la mamma prima dell'attuale marito, questi avrebbe diritto ad 1/3 del patrimonio (dal momento che vi sono 2 figli).
 
Ho capito ora chiaro, ma avere la nuda proprietà in caso si possegga la proprietà di un altro immobile comporta il pagamento di tasse sulla seconda casa?

La costituzione di usufrutto ha dei costi (va fatta dal notaio).

Per risparmiare sull'imu (sconto 50%) potrebbe acquistare la casa e darla in comodato ad uso gratuito alla mamma.
 
E con la separazione dei beni?

Colgo l'occasione per un tema similare che mi riguarda che ha che fare sempre con eredità, usufrutto e matrimonio

E' una cosa che all'epoca dei fatti (circa 20 anni fa) era stato oggetto di discussione fra me e mia madre con due opinioni diverse e che in realtà io non ho mai capito fino in fondo anche perchè dopo un pò me ne sono disinteressato.

Allora... mia madre si è sposata nuovamente in separazione dei beni, prima del matrimonio ha ereditato dai genitori diversi immobili, visto il matrimonio ha pensato di intestare questi immobili a me (figlio unico) essendo però l'usufruttuaria ed essendo convinta che in caso di sua morte prima del marito questi immobili finissero a me subito tranne ovviamente la loro abitazione principale... io invece le avevo espresso dei dubbi su questa cosa... il marito per la cronaca ha un altro figlio da altro matrimonio.

Sarei quindi curioso di un vostro parere, in caso di morte di mia madre (si spera il più tardi possibile) prima del marito funzionerebbe davvero così in un caso del genere? Oppure alla fine dei giochi per legge si deve spartire tutto in parti uguali anche se sono io l'intestatario ed anche in regime di separazione dei beni? :confused:

Grazie
 
Colgo l'occasione per un tema similare che mi riguarda che ha che fare sempre con eredità, usufrutto e matrimonio

E' una cosa che all'epoca dei fatti (circa 20 anni fa) era stato oggetto di discussione fra me e mia madre con due opinioni diverse e che in realtà io non ho mai capito fino in fondo anche perchè dopo un pò me ne sono disinteressato.

Allora... mia madre si è sposata nuovamente in separazione dei beni, prima del matrimonio ha ereditato dai genitori diversi immobili, visto il matrimonio ha pensato di intestare questi immobili a me (figlio unico) essendo però l'usufruttuaria ed essendo convinta che in caso di sua morte prima del marito questi immobili finissero a me subito tranne ovviamente la loro abitazione principale... io invece le avevo espresso dei dubbi su questa cosa... il marito per la cronaca ha un altro figlio da altro matrimonio.

Sarei quindi curioso di un vostro parere, in caso di morte di mia madre (si spera il più tardi possibile) prima del marito funzionerebbe davvero così in un caso del genere? Oppure alla fine dei giochi per legge si deve spartire tutto in parti uguali anche se sono io l'intestatario ed anche in regime di separazione dei beni? :confused:

Grazie

Effetti della separazione dei beni

Il regime della separazione dei beni comporta che ciascun coniuge conserva la titolarità, il godimento e l’amministrazione dei beni di cui è titolare esclusivo.

I coniugi che scelgono il regime della separazione mantengono invariati i loro patrimoni personali.

In particolare:

ognuno dei coniugi resta proprietario esclusivo dei beni acquistati durante la vita matrimoniale;
ognuno dei coniugi conserva la proprietà esclusiva dei beni acquistati prima del matrimonio.
 
Colgo l'occasione per un tema similare che mi riguarda che ha che fare sempre con eredità, usufrutto e matrimonio

E' una cosa che all'epoca dei fatti (circa 20 anni fa) era stato oggetto di discussione fra me e mia madre con due opinioni diverse e che in realtà io non ho mai capito fino in fondo anche perchè dopo un pò me ne sono disinteressato.

Allora... mia madre si è sposata nuovamente in separazione dei beni, prima del matrimonio ha ereditato dai genitori diversi immobili, visto il matrimonio ha pensato di intestare questi immobili a me (figlio unico) essendo però l'usufruttuaria ed essendo convinta che in caso di sua morte prima del marito questi immobili finissero a me subito tranne ovviamente la loro abitazione principale... io invece le avevo espresso dei dubbi su questa cosa... il marito per la cronaca ha un altro figlio da altro matrimonio.

Sarei quindi curioso di un vostro parere, in caso di morte di mia madre (si spera il più tardi possibile) prima del marito funzionerebbe davvero così in un caso del genere? Oppure alla fine dei giochi per legge si deve spartire tutto in parti uguali anche se sono io l'intestatario ed anche in regime di separazione dei beni? :confused:

Grazie

Ciao, l'usufrutto è un diritto reale di godimento, la proprietà è tua e tale rimane, tua madre dispone solamente del bene , il suo compagno non ha alcun diritto, neppure di rimanere ad abitare in quella casa se tua madre dovesse mancare poichè il diritto ( l'usufrutto) decade con il decesso dell'usufruttuario ( tua madre).
 
Ciao, l'usufrutto è un diritto reale di godimento, la proprietà è tua e tale rimane, tua madre dispone solamente del bene , il suo compagno non ha alcun diritto, neppure di rimanere ad abitare in quella casa se tua madre dovesse mancare poichè il diritto ( l'usufrutto) decade con il decesso dell'usufruttuario ( tua madre).

Io eviterei di essere così tranchant con riferimento al diritto di abitare relativo al compagno della madre tenendo conto che il diritto di abitazione può essere acquisito anche mediante usucapione dopo un periodo di 20 anni (guarda caso il periodo citato dall'opener).
 
Io eviterei di essere così tranchant con riferimento al diritto di abitare relativo al compagno della madre tenendo conto che il diritto di abitazione può essere acquisito anche mediante usucapione dopo un periodo di 20 anni (guarda caso il periodo citato dall'opener).

Si è vero non mi ero soffermato sui 20 anni nella prefazione della domanda. Comunque la sua preoccupazione era per la proprietà e ritengo non abbia problemi in tal senso. Non avevo pensato all'usucapione ( ho corretto ) (faccio il trader di mestiere non l'avvocato ma avendo studiato anche diritto mi piace leggere qua e la situazioni della vita "pratica") e da non addetto ai lavori ( praticante) non ho subito collegato OK!. E' una possibilità concreta e probabilmente ci sono già sentenze pubblicate che ne testimoniano la facilità o meno. Grazie.
 
Ultima modifica:
Colgo l'occasione per un tema similare che mi riguarda che ha che fare sempre con eredità, usufrutto e matrimonio

E' una cosa che all'epoca dei fatti (circa 20 anni fa) era stato oggetto di discussione fra me e mia madre con due opinioni diverse e che in realtà io non ho mai capito fino in fondo anche perchè dopo un pò me ne sono disinteressato.

Allora... mia madre si è sposata nuovamente in separazione dei beni, prima del matrimonio ha ereditato dai genitori diversi immobili, visto il matrimonio ha pensato di intestare questi immobili a me (figlio unico) essendo però l'usufruttuaria ed essendo convinta che in caso di sua morte prima del marito questi immobili finissero a me subito tranne ovviamente la loro abitazione principale... io invece le avevo espresso dei dubbi su questa cosa... il marito per la cronaca ha un altro figlio da altro matrimonio.

Sarei quindi curioso di un vostro parere, in caso di morte di mia madre (si spera il più tardi possibile) prima del marito funzionerebbe davvero così in un caso del genere? Oppure alla fine dei giochi per legge si deve spartire tutto in parti uguali anche se sono io l'intestatario ed anche in regime di separazione dei beni? :confused:

Grazie

Ciao, la separazione dei beni è il regime patrimoniale scelto dai coniugi come ti è stato spiegato sopra dall'utente mander: comporta, cioè, che ognuno mantenga la titolarità dei beni di cui è titolare esclusivo.
[In realtà anche se tua mamma fosse stata sposata in regime di comunione legale, quei beni sarebbero in ogni caso di sua esclusiva proprietà, in quanto beni personali ricevuti per donazione (art. 179 c.c.), che non cadono in comunione].

Indipendentemente dal regime patrimoniale scelto (comunione o separazione che sia), il coniuge superstite vanta diritti ereditari sul patrimonio dell'altro coniuge.

Al coniuge superstite normalmente spetta una quota del patrimonio che varia, a seconda di quanti figli vi sono, oltre il diritto di abitazione della casa adibita a residenza coniugale. Anche qualora tua mamma facesse testamento non potrebbe escludere il marito.

Nel caso di specie l'immobile è di tua proprietà. Il coniuge superstite:
a) non può vantare il diritto di abitazione, in quanto questo è riconosciuto dalla legge al coniuge superstite soltanto quando l'immobile (adibito a residenza familiare) è di proprietà, non anche quando il coniuge defunto aveva solo l'usufrutto;
b) se tali immobili, però, ti sono stati donati (donazione diretta o indiretta), come mi sembra di comprendere, il coniuge superstite può chiedere la riduzione delle donazioni effettuate in vita da tua mamma che ledono la sua quota legittima.
La Cassazione ha già chiarito che nella successione ereditaria il coniuge sopravvenuto rispetto ai figli può chiedere la riduzione di tutte le donazioni compiute dal coniuge, anche quelle precedenti al matrimonio, effettuate in favore dei figli.
 
Ciao, la separazione dei beni è il regime patrimoniale scelto dai coniugi come ti è stato spiegato sopra dall'utente mander: comporta, cioè, che ognuno mantenga la titolarità dei beni di cui è titolare esclusivo.
[In realtà anche se tua mamma fosse stata sposata in regime di comunione legale, quei beni sarebbero in ogni caso di sua esclusiva proprietà, in quanto beni personali ricevuti per donazione (art. 179 c.c.), che non cadono in comunione].

Indipendentemente dal regime patrimoniale scelto (comunione o separazione che sia), il coniuge superstite vanta diritti ereditari sul patrimonio dell'altro coniuge.

Al coniuge superstite normalmente spetta una quota del patrimonio che varia, a seconda di quanti figli vi sono, oltre il diritto di abitazione della casa adibita a residenza coniugale. Anche qualora tua mamma facesse testamento non potrebbe escludere il marito.

Nel caso di specie l'immobile è di tua proprietà. Il coniuge superstite:
a) non può vantare il diritto di abitazione, in quanto questo è riconosciuto dalla legge al coniuge superstite soltanto quando l'immobile (adibito a residenza familiare) è di proprietà, non anche quando il coniuge defunto aveva solo l'usufrutto;
b) se tali immobili, però, ti sono stati donati (donazione diretta o indiretta), come mi sembra di comprendere, il coniuge superstite può chiedere la riduzione delle donazioni effettuate in vita da tua mamma che ledono la sua quota legittima.
La Cassazione ha già chiarito che nella successione ereditaria il coniuge sopravvenuto rispetto ai figli può chiedere la riduzione di tutte le donazioni compiute dal coniuge, anche quelle precedenti al matrimonio, effettuate in favore dei figli.

Ciao, grazie per le precisazioni e la chiarezza. Pero' una cosa non mi torna: per l'azione di restituzione , cito testualmente :" colui che agisce in riduzione (ossia l’erede legittimario che ritiene di essere stato leso o pretermesso da quella donazione) può chiedere la restituzione del bene anche nei confronti dei successivi acquirenti, purchè non siano passati venti anni dalla donazione.
L’azione di restituzione, infatti si prescrive trascorsi 20 anni dalla donazione, indipendentemente dalla circostanza che il donante sia ancora in vita o meno.

Quindi si prescrive in 10 anni dalla morte del donante e in 20 dal momento della donazione. In questo caso i 20 anni sono trascorsi ( o trascorrerano a breve ) , come la mettiamo? https://mioblog.notaiopescaradambrosio.it/impugnazione-donazione-eredi/ .
E poi ( ragiono a voce alta ) il nuovo marito non necessariamente è tenuto a sapere delle precedenti donazioni a favore del figlio. Se la mamma gli ha detto che ha donato al figlio solo quella casa che utilizzano come abitazione principale e lei si è mantenuta l'usufrutto , la legittima del nuovo marito andrà a ridurre solo la parte della abitazione in cui vive con la mamma , se è effettivamente stata ridotta.
Che ne pensi ? Quali suggerimenti daresti ?
PS: risolvere una causa intricata è intrigante e soddisfacente come fare una buona strategia in opzioni :).
 
Ciao, grazie per le precisazioni e la chiarezza. Pero' una cosa non mi torna: per l'azione di restituzione , cito testualmente :" colui che agisce in riduzione (ossia l’erede legittimario che ritiene di essere stato leso o pretermesso da quella donazione) può chiedere la restituzione del bene anche nei confronti dei successivi acquirenti, purchè non siano passati venti anni dalla donazione.
L’azione di restituzione, infatti si prescrive trascorsi 20 anni dalla donazione, indipendentemente dalla circostanza che il donante sia ancora in vita o meno.

Quindi si prescrive in 10 anni dalla morte del donante e in 20 dal momento della donazione. In questo caso i 20 anni sono trascorsi ( o trascorrerano a breve ) , come la mettiamo? Impugnazione della donazione da parte degli eredi .
E poi ( ragiono a voce alta ) il nuovo marito non necessariamente è tenuto a sapere delle precedenti donazioni a favore del figlio. Se la mamma gli ha detto che ha donato al figlio solo quella casa che utilizzano come abitazione principale e lei si è mantenuta l'usufrutto , la legittima del nuovo marito andrà a ridurre solo la parte della abitazione in cui vive con la mamma , se è effettivamente stata ridotta.
Che ne pensi ? Quali suggerimenti daresti ?
PS: risolvere una causa intricata è intrigante e soddisfacente come fare una buona strategia in opzioni :).

Ciao, concordo perfettamente con ciò che scrivi. Infatti ho parlato soltanto dell'azione di riduzione.

a) l'azione di riduzione viene posta in essere dal legittimario che ha accettato l'eredità con beneficio d'inventario, con la quale mira ad ottenere in giudizio il riconoscimento della quota di legittima lesa. Tale azione può essere esperita entro 10 anni dall'apertura della successione.
b) l'azione di restituzione è eventuale e successiva e mira ad ottenere la restituzione del bene dal donatario (il figlio in questi casi), o da terzi che nel frattempo hanno acquistato dal donatario, e si prescrive trascorsi 20 anni decorrenti dalla trascrizione della donazione.
Se sono trascorsi 20 anni non sarà più possibile subire l'azione di restituzione.

Ma ciò non toglie che - se il coniuge esperisca vittoriosamente l'azione di riduzione - quegli immobili saranno "calcolati" ai fini del ripristino della quota lesa. Il coniuge potrà recuperare la propria quota direttamente sul patrimonio ereditario, e ove ciò non sia capiente, potrà ottenere la differenza dal donatario o rivalersi sul patrimonio del donatario.

Sì, non necessariamente il marito deve essere a conoscenza delle precedenti donazioni. Non necessariamente deve essere a conoscenza che ha diritto a chiedere la riduzione. Nè necessariamente deve farlo.
Se muore prima della moglie - seppur tra 1000 anni - risolve a monte il problema.

Anche le mie sono chiacchiere da forum a voce alta. Lungi da me dal poter dare suggerimenti su una materia così delicata.
Un parere preciso si può ottenere soltanto facendo visionare la documentazione ad un Avvocato. :)
 
Avvocato??? assolutamente no. Rivolgetevi al notaio.
 
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