Mio figlio, venti anni di contribuzione INPS e volontà di non lavorare più.

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Ho un figlio che ha totalizzato una ventina d'anni di contributi INPS e all'età di 45 anni vorrebbe mollare il lavoro perchè stanco. Ovviamente gli ho consigliato una linea più morbida, magari un part-time, ma mai di mollare la spugna. Ha casa di proprietà, auto, una considerevole somma di denaro in banca. Lo stipendio netto attualmente si aggira su una media di 2.500 Euro al mese.
Vorrebbe proseguire fino all'età di pensionamento con i versamenti volontari di pari entità - rispetto i versamenti odierni - e progressivi attingendo dalla sua ricchezza monetaria.

Secondo voi potrebbe essere fattibile uno scenario di questo tipo? Quanto costerebbe in termini di capitale, più o meno, questa strategia di versamento volontario? Andranno poi ricongiunti?

Io gli ho detto di resistere ancora una decina d'anni, almeno.
 
Massimo rispetto per tuo figlio.
Non specifichi spese annue, se ha moglie/figli nè quanto sia il patrimonio quindi non ci sono spunti per considerazioni di fattibilità.

Quanto alla situazione INPS: 2500 eur è un buono stipendio. Con 20 anni esatti di contribuzione effettiva potrebbe rientrare nella pensione anticipata.
Se vuole proseguire con i versamenti volontari, paga il 33% dell'imponibile dell'ultimo anno di lavoro effettivo.
Stimo spannometricamente con 2.5 k netti al mese almeno un 18k annui da versare.

Personalmente procederei così:
Lavoro attuale fino almeno ai 20anni di contributi effettivi
Naspi per 2 anni.
Reimpiego per 12 mesi (anche non consecutivi) in mansione a basso stipendio
Versamento volontari di conseguenza.

Tutto subordinato a trovare un paio di impieghi confacenti (uno a tempo determinato di breve x la naspi e l'altro dopo 2 anni di naspi per poter proseguire i volontari col minimo esborso possibile).
Alternativamente per i volontari dovrebbe essere possibile aprire una p. Iva e versare col regime dei minimi.

A mio parere versare i volontari avendo come ultima retribuzione 2.5k al mese è uno spreco di soldi.
 
Ho un figlio che ha totalizzato una ventina d'anni di contributi INPS e all'età di 45 anni vorrebbe mollare il lavoro perchè stanco. Ovviamente gli ho consigliato una linea più morbida, magari un part-time, ma mai di mollare la spugna. Ha casa di proprietà, auto, una considerevole somma di denaro in banca. Lo stipendio netto attualmente si aggira su una media di 2.500 Euro al mese.
Vorrebbe proseguire fino all'età di pensionamento con i versamenti volontari di pari entità - rispetto i versamenti odierni - e progressivi attingendo dalla sua ricchezza monetaria.

Secondo voi potrebbe essere fattibile uno scenario di questo tipo? Quanto costerebbe in termini di capitale, più o meno, questa strategia di versamento volontario? Andranno poi ricongiunti?

Io gli ho detto di resistere ancora una decina d'anni, almeno.
I contributi volontari finiscono nella gestione dove sono stati versati i contributi da lavoro, non serve la ricongiunzione.

Il costo si calcola in fretta, basta prendere i contributi versati in un anno (si trovano sul cud o sul portale dell'inps): questa e' la cifra da versare ogni anno di contributi volontari.

Moltiplicando per i 20/30 anni che gli mancano alla pensione sono tanti soldi, ma non sapendo quanti soldi ha in banca non si puo' dire se sia fattibile.

Quello che non capisco e' perche' vorrebbe versare contributi volontari, avendo gia' raggiunto il requisito minimo di 20 mesi per avere diritto alla pensione? Te lo chiedo perche' finanziariamente mi sembra privo di senso. Questo perche' verserebbe all'INPS soldi su cui ha pagato le tasse e quando li ricevera' indietro tramite pensione saranno tassati una seconda volta. Diverso sarebbe il caso di una persona che lavora 6 mesi l'anno e durante gli altri 6 mesi versa contributi volontari, in quel caso la persona ha modo di detrarre i contributi volontari dal reddito da lavoro in modo che i contributi volontari siano tassati una volta e non due.
 
Piuttosto avendo iniziato a lavorare a 25 anni presumo sia laureato, se così fosse, ha riscattato gli anni della laurea?
Così magari li butta li assieme agli altri 20 e tutto fa brodo.
 
Diverso sarebbe il caso di una persona che lavora 6 mesi l'anno e durante gli altri 6 mesi versa contributi volontari, in quel caso la persona ha modo di detrarre i contributi volontari dal reddito da lavoro in modo che i contributi volontari siano tassati una volta e non due.

Penso NON sia una DETRAZIONE, ma una DEDUZIONE che è molto più conveniente
 
Massimo rispetto per tuo figlio.
Non specifichi spese annue, se ha moglie/figli nè quanto sia il patrimonio quindi non ci sono spunti per considerazioni di fattibilità.

Quanto alla situazione INPS: 2500 eur è un buono stipendio. Con 20 anni esatti di contribuzione effettiva potrebbe rientrare nella pensione anticipata.
Se vuole proseguire con i versamenti volontari, paga il 33% dell'imponibile dell'ultimo anno di lavoro effettivo.
Stimo spannometricamente con 2.5 k netti al mese almeno un 18k annui da versare.

Personalmente procederei così:
Lavoro attuale fino almeno ai 20anni di contributi effettivi
Naspi per 2 anni.
Reimpiego per 12 mesi (anche non consecutivi) in mansione a basso stipendio
Versamento volontari di conseguenza.

Tutto subordinato a trovare un paio di impieghi confacenti (uno a tempo determinato di breve x la naspi e l'altro dopo 2 anni di naspi per poter proseguire i volontari col minimo esborso possibile).
Alternativamente per i volontari dovrebbe essere possibile aprire una p. Iva e versare col regime dei minimi.

A mio parere versare i volontari avendo come ultima retribuzione 2.5k al mese è uno spreco di soldi.

Grazie per le risposte da parte di tutti, è proprio questa la questione, lo stipendio relativamente alto.
Non ha figli nè moglie, è laureato e non ha riscattato gli anni di studio, le spese annue sono relativamente contenute, poi ci sono io che lo aiuto come credo facciano molti genitori che risparmiano, forse è questo lo sbaglio. Possiede un capitale relativamente sostanzioso diciamo compreso tra 500.000 e 1.000.000 di Euro soprattutto frutto di vendite immobiliari da eredità.

L'idea di farsi riassumere da altra azienda a uno stipendio più basso e magari con lavoro più tranquillo, potrebbe essere una valida soluzione. Si tratta di convincerlo.

Secondo me il benessere unito alla mancanza di sostanziali obiettivi concreti ti porta a pensare anche di mollare il lavoro. Io spero sempre che ci ripensi.
 
Massimo rispetto per tuo figlio.
Non specifichi spese annue, se ha moglie/figli nè quanto sia il patrimonio quindi non ci sono spunti per considerazioni di fattibilità.

Quanto alla situazione INPS: 2500 eur è un buono stipendio. Con 20 anni esatti di contribuzione effettiva potrebbe rientrare nella pensione anticipata.
Se vuole proseguire con i versamenti volontari, paga il 33% dell'imponibile dell'ultimo anno di lavoro effettivo.
Stimo spannometricamente con 2.5 k netti al mese almeno un 18k annui da versare.

Personalmente procederei così:
Lavoro attuale fino almeno ai 20anni di contributi effettivi
Naspi per 2 anni.
Reimpiego per 12 mesi (anche non consecutivi) in mansione a basso stipendio
Versamento volontari di conseguenza.

Tutto subordinato a trovare un paio di impieghi confacenti (uno a tempo determinato di breve x la naspi e l'altro dopo 2 anni di naspi per poter proseguire i volontari col minimo esborso possibile).
Alternativamente per i volontari dovrebbe essere possibile aprire una p. Iva e versare col regime dei minimi.

A mio parere versare i volontari avendo come ultima retribuzione 2.5k al mese è uno spreco di soldi.

ma se si licenzia come fa a prendere la naspi?
 
L'idea di farsi riassumere da altra azienda a uno stipendio più basso e magari con lavoro più tranquillo, potrebbe essere una valida soluzione. Si tratta di convincerlo.

Per curiosità, potresti dirci la mansione, gli orari o qualche caratteristica che permetta di capire perché questo lavoro attuale è stressante?
 
I versamenti volontari solo se mancano pochi anni alla pensione, due, tre, max quattro.

Versare per venti anni è una follia, se non ce la più chieda una aspettativa di tre mesi e poi riprenda, avere un lavoro ben retribuito e lasciarlo è altamente sconsigliato
 
ma se si licenzia come fa a prendere la naspi?

come ho scritto:
Tutto subordinato a trovare un paio di impieghi confacenti (uno a tempo determinato di breve x la naspi

si licenzia, e si reimpiega a tempo determinato a breve termine. alla scadenza del contratto ha la NASPI.
questo per non voler esplorare l'ozione del "farsi licenziare", che rimane comunque oggettivamente percorribile per chi ha lo stomaco per farlo.

Non ha figli nè moglie, è laureato e non ha riscattato gli anni di studio, le spese annue sono relativamente contenute, Possiede un capitale relativamente sostanzioso diciamo compreso tra 500.000 e 1.000.000 di Euro soprattutto frutto di vendite immobiliari da eredità.

poi ci sono io che lo aiuto come credo facciano molti genitori che risparmiano, forse è questo lo sbaglio.
Secondo me il benessere unito alla mancanza di sostanziali obiettivi concreti ti porta a pensare anche di mollare il lavoro. Io spero sempre che ci ripensi.

WestWorld, ovviamente dal quadro scarno che presenti non possiamo farci una chiara idea della personalità ed amibizioni di tuo figlio, ma personalmente non ci vedo nessuno sbaglio in un 45enne senza carichi familiari che si fa due conti e si accorge che col tenore di vita che ha e il patrimonio che ha da parte può smettere di lavorare. non sta mica pensando al suicidio, o a fare rapine in banca.

può capitare, ad un certo punto della vita, che uno lavori esclusivamente per lo stipendio, senza trarne più alcuna soddisfazione personale. (auguro a chiunche di arrivare a questa fase il più tardi possibile, perchè lavorare con soddisfazione è una gran bella cosa). e a quel punto, è ovvio che nel momento in cui non si ha più bisogno dello stipendio (perchè dato il proprio capitale, ambizioni e tenore di vita non è necessario aggiungere altri soldi al calderone) automaticamente non c'è motivo di proseguire.
ti invito nella sezione obbligazioni dove da anni si dibatte della questione nel topic Vivere di rendita, posso (Vol. XXXII)?
posta anche lì questa storia, troverai spunti interessanti.

quello che trovo di sbagliato in quanto esponi è l'idea di versare volontari all'INPS partendo da uno stipendio alto (!) e per tutti gli anni che mancano (!!!!)

I versamenti volontari solo se mancano pochi anni alla pensione, due, tre, max quattro. Versare per venti anni è una follia,

io fossi oggi nel 45enne non aspetterei di essere a pochi anni dalla pensione (ovverso altri 15 anni a spanne) x versare volontari...cercherei di pararmi da eventuali peggioramenti della normativa della pensione anticipata raggiungendo al più presto i 25 anni di contribuzione effettiva, anche con volontari. ma non su uno stipendio così alto, è un salasso.
 
io fossi oggi nel 45enne non aspetterei di essere a pochi anni dalla pensione (ovverso altri 15 anni a spanne) x versare volontari...cercherei di pararmi da eventuali peggioramenti della normativa della pensione anticipata raggiungendo al più presto i 25 anni di contribuzione effettiva, anche con volontari. ma non su uno stipendio così alto, è un salasso.
Ma, versare contributi facendo riferimento ad uno stipendio "basso", non comporta che poi la pensione sia altrettanto bassa?
 
Si, la pensione è contributiva, ma nella media, considerando anche il capitale accumulato che potrà dare un bel rinforzo all'assegno, dovrebbe comunque attestarsi sopra alla media di chi avrà versato per 40 anni.

Giustamente sarebbe bene trovasse un lavoro part time o stagionale, di livello più basso per la pace mentale, onde poter sfruttare anche la deduzione dei contributi volontari per la parte non lavorata, inoltre avrebbe comunque un impegno, non so come sia la vita del rentier nullafacente, però il rischio noia credo sia reale
 
Per curiosità, potresti dirci la mansione, gli orari o qualche caratteristica che permetta di capire perché questo lavoro attuale è stressante?

E' un ingegnere in telecomunicazioni, lavora per una grande società e quello che gli pesa particolarmente sono le trasferte all'estero anche fuori UE.
 
io fossi oggi nel 45enne non aspetterei di essere a pochi anni dalla pensione (ovverso altri 15 anni a spanne) x versare volontari...cercherei di pararmi da eventuali peggioramenti della normativa della pensione anticipata raggiungendo al più presto i 25 anni di contribuzione effettiva, anche con volontari. ma non su uno stipendio così alto, è un salasso.

Infatti gli ho detto di resistere ancora almeno una decina d'anni, forse anche riscattare qualche anno di studio non sarebbe male, nel frattempo. Il denaro per farlo lo ha.

Si, la pensione è contributiva, ma nella media, considerando anche il capitale accumulato che potrà dare un bel rinforzo all'assegno, dovrebbe comunque attestarsi sopra alla media di chi avrà versato per 40 anni.

Giustamente sarebbe bene trovasse un lavoro part time o stagionale, di livello più basso per la pace mentale, onde poter sfruttare anche la deduzione dei contributi volontari per la parte non lavorata, inoltre avrebbe comunque un impegno, non so come sia la vita del rentier nullafacente, però il rischio noia credo sia reale

Sì, credo anche io che la soluzione sarebbe quella di un lavoro più tranquillo anche a 1.300-1.500€ al mese, giusto per pagarsi le spese.
 
Infatti gli ho detto di resistere ancora almeno una decina d'anni, forse anche riscattare qualche anno di studio non sarebbe male, nel frattempo. Il denaro per farlo lo ha.
Sì, credo anche io che la soluzione sarebbe quella di un lavoro più tranquillo anche a 1.300-1.500€ al mese, giusto per pagarsi le spese.


Suggerisci caldamente a tuo figlio di partecipare attivamente al thread "Vivere di rendita posso?" che ti hanno già consigliato.

Ormai nel thread sono state sviscerate le più disparate strategie FIRE per liberarsi un giorno dalla schiavitù del lavoro sfruttando tutti i meccanismi agevolanti messi a disposizione dalle normative fiscali e previdenziali, tuo figlio deve preparare una strategia che va studiata a tavolino, non si può improvvisare con decisioni avventate.

Dalle poche informazioni che dichiari ci sono concrete possibilità per tuo figlio di poter divenire un uomo libero alla soglia dei 50 anni (tra 500k e 1M c'è una differenza sostanziale...).
 
Penso NON sia una DETRAZIONE, ma una DEDUZIONE che è molto più conveniente

Infatti è deduzione , che può spettare anche ai famigliari se si è a carico ,io ho fatto cosi con mia mamma ,anche vivendo all'estero.
 
Ho un figlio che ha totalizzato una ventina d'anni di contributi INPS e all'età di 45 anni vorrebbe mollare il lavoro perchè stanco. Ovviamente gli ho consigliato una linea più morbida, magari un part-time, ma mai di mollare la spugna. Ha casa di proprietà, auto, una considerevole somma di denaro in banca. Lo stipendio netto attualmente si aggira su una media di 2.500 Euro al mese.
Vorrebbe proseguire fino all'età di pensionamento con i versamenti volontari di pari entità - rispetto i versamenti odierni - e progressivi attingendo dalla sua ricchezza monetaria.

Secondo voi potrebbe essere fattibile uno scenario di questo tipo? Quanto costerebbe in termini di capitale, più o meno, questa strategia di versamento volontario? Andranno poi ricongiunti?

Io gli ho detto di resistere ancora una decina d'anni, almeno.

Sono dei bei soldini , con nessuna certezza sul futuro , è una scommessa ,chissà come saranno messe le pensioni tra 20-30 anni?
 
1milione investito nel mercato azionario...calcolando in media un 5%... sono 50k anno circa 4,2k euro mese netti
 
E' un ingegnere in telecomunicazioni, lavora per una grande società e quello che gli pesa particolarmente sono le trasferte all'estero anche fuori UE.

Capisco, posso chiedere se sono trasferte mordi e fuggi, o proprio stanziali per qualche settimana- mese? Comunque strano che non trovi il modo di evitarle, anche accettando un demansionamento o qualcosa del genere. Ma immagino come si capisce dalle tue parole che questa sia solo la cosa più sgradevole e non il motivo principale
 
Ma, versare contributi facendo riferimento ad uno stipendio "basso", non comporta che poi la pensione sia altrettanto bassa?

col contributivo sì.
infatti è augurabile, da dipendente, un lavoro con un ottimo stipendio di modo che il datore di lavoro versi la cifra più alta di contributi possibili.
ma se a versare i contributi devo essere lui di tasca sua, ha tutto l'interesse a versare il meno possibile: innanzitutto perchè come hanno già scritto

verserebbe all'INPS soldi su cui ha pagato le tasse e quando li ricevera' indietro tramite pensione saranno tassati una seconda volta.

poi perchè versati nell'INPS, li ripende appunto alla pensione e non prima, tutto quello che non riprende durante la pensione è perso, e la rivalutazione annuale è il PIL italiano (ti lascio immaginare).
se devo scegliere tra versare 20 k di tasca mia annui all'inps e versarne 4k, scelgo i 4k tutta la vita. i restanti 16k li investo io ad un ritorno sicuramente superiore a quello offerto da INPS e inoltre non escono mai dalla mia disponibilità.

Infatti gli ho detto di resistere ancora almeno una decina d'anni, forse anche riscattare qualche anno di studio non sarebbe male, nel frattempo. Il denaro per farlo lo ha.

gliel'avrai detto, ma senza INFATTI come se fossimo d'accordo :D perchè io invece non gli suggerisco affatto di resistere 10anni (!!! per cosa???) ma di fare quel che ho detto sopra :D.

Sì, credo anche io che la soluzione sarebbe quella di un lavoro più tranquillo anche a 1.300-1.500€ al mese, giusto per pagarsi le spese.

bisogna capire lui cosa vuol fare: mollare un lavoro troppo demanding per cui il gioco non vale più la candela, ok, ma è disposto a passare altri MOLTI anni della sua vita a lavorare fulltime (con tutto ciò che comporta) per portare a casa 1500 eur al mese che oggettivamente li fa tranquillamente investendo il capitale a rischio basso?

poi tra l'altro manca ancora la TUA eredità... che prima o poi gli arriverà (non per gufarti ci mancherebbe, ma è inevitabile). o mi vuoi dire che tu non hai casa di proprietà, soldi etc? dovrà dividerla magari con altri eredi ma sicuramente deve considerare anche quello negli asset.
 
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