airluke
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La Commissione di Istruttoria Veloce – come forse molti di voi sapranno - è una commissione bancaria introdotta a seguito di una più ampia revisione legislativa che ha riguardato la storica (e famigerata) commissione di massimo scoperto. In pratica, se sconfini, ogni volta che la banca ti chiama per sollecitare il rientro, ti addebita 40/50/80 Euro per averti sollecitato, e te li addebita ogni volta che sconfini.
Mi è capitata per le mani una situazione che non ha precedenti, per quanto mi riguarda: pensavo di condividerla perché può essere un appiglio da sfruttare in un momento come questo, anche per piccole/micro attività, per recuperare liquidità, piuttosto che andarsi a impegolare con la famosa “potenza di fuoco”…
Vi spiego la situazione, tutt’ora in evoluzione.
SITUAZIONE DI PARTENZA Una piccola attività artigianale di panificazione ha aperto un conto corrente nel 2007; dal 2013 ha utilizzato un fido di Euro 6.000 fino al 2018:
- dal 2009 la banca comincia ad addebitare delle commissioni non pattuite (spesa trimestrale di gestione sconfini) per Euro 4.250 e dal 2012 la Commissione Istruttoria Veloce (CIV) è stata applicata in modo non conforme alla legge per Euro 7.800
- dal 2014 la banca pratica l’anatocismo (capitalizza gli interessi ogni tre mesi) contravvenendo alla nuova normativa entrata in vigore
(faccio notare che nello stesso periodo l’impresa ha pagato interessi debitori per Euro 3.500 circa)
Presentiamo reclamo in agosto 2020, contestando un totale di 17.000 Euro (oltre alle voci indicate, abbiamo aggiunto un risarcimento danni e le spese per avere documentazione mancante, estratti conto in particolare, che la banca ha fatto pagare salatamente, 250 Euro per delle semplici fotocopie).
In settembre la banca risponde picche.
Predispongo quindi ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, richiedendo in totale i 17.000 Euro.
La settimana scorsa la banca chiama per fare una proposta, e sapete quale? 140 Euro quale rimborso per le spese sostenute per avere la documentazione!
A fronte di 17.000 Euro di contestazione, offre 140 Euro.. Parliamo di una primaria banca del profondo nordest…
Vediamo come andrà a finire, secondo me ci sono buoni motivi per lasciare lì dov’è la potenza di fuoco…
Mi è capitata per le mani una situazione che non ha precedenti, per quanto mi riguarda: pensavo di condividerla perché può essere un appiglio da sfruttare in un momento come questo, anche per piccole/micro attività, per recuperare liquidità, piuttosto che andarsi a impegolare con la famosa “potenza di fuoco”…
Vi spiego la situazione, tutt’ora in evoluzione.
SITUAZIONE DI PARTENZA Una piccola attività artigianale di panificazione ha aperto un conto corrente nel 2007; dal 2013 ha utilizzato un fido di Euro 6.000 fino al 2018:
- dal 2009 la banca comincia ad addebitare delle commissioni non pattuite (spesa trimestrale di gestione sconfini) per Euro 4.250 e dal 2012 la Commissione Istruttoria Veloce (CIV) è stata applicata in modo non conforme alla legge per Euro 7.800
- dal 2014 la banca pratica l’anatocismo (capitalizza gli interessi ogni tre mesi) contravvenendo alla nuova normativa entrata in vigore
(faccio notare che nello stesso periodo l’impresa ha pagato interessi debitori per Euro 3.500 circa)
Presentiamo reclamo in agosto 2020, contestando un totale di 17.000 Euro (oltre alle voci indicate, abbiamo aggiunto un risarcimento danni e le spese per avere documentazione mancante, estratti conto in particolare, che la banca ha fatto pagare salatamente, 250 Euro per delle semplici fotocopie).
In settembre la banca risponde picche.
Predispongo quindi ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, richiedendo in totale i 17.000 Euro.
La settimana scorsa la banca chiama per fare una proposta, e sapete quale? 140 Euro quale rimborso per le spese sostenute per avere la documentazione!
A fronte di 17.000 Euro di contestazione, offre 140 Euro.. Parliamo di una primaria banca del profondo nordest…
Vediamo come andrà a finire, secondo me ci sono buoni motivi per lasciare lì dov’è la potenza di fuoco…