masty
Ninja Turtle
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Buongiorno,
avrei un quesito importante da porre.
Premetto che sono un programmatore che dalla settimana scorsa, considerata l'emergenza COVID-19, pratica lo smart working da casa. Sono dipendente di un'azienda di servizi che opera nel settore sanitario. L'attuale emergenza non ha inficiato la quantità di lavoro, anzi, io e i miei colleghi stiamo lavorando più ore da casa che quando ci si recava in sede. La qualità del lavoro non ne ha risentito e da casa, considerata la tipologia del nostro lavoro, riusciamo a fare tutto il necessario.
Ieri, io e i miei colleghi, ci siamo visti recapitare una lettera che ci comunica l'attivazione della cassa integrazione in deroga con effetto retroattivo.
Nello specifico ci viene comunicato quanto segue:
In pratica, se ho capito bene, dalla lettera si deduce che dovremo continuare a lavorare da casa ma che di fatto saremmo in cassa integrazione e lo stipendio sarà dato dalla cassa integrazione più eventuali differenze che ci verranno corrisposte (come?) fino al raggiungimento del netto che siamo abituati ad avere.
E' legale tuttociò? Come possiamo tutelarci?
Grazie a chi mi darà delucidazioni.
Saluti
avrei un quesito importante da porre.
Premetto che sono un programmatore che dalla settimana scorsa, considerata l'emergenza COVID-19, pratica lo smart working da casa. Sono dipendente di un'azienda di servizi che opera nel settore sanitario. L'attuale emergenza non ha inficiato la quantità di lavoro, anzi, io e i miei colleghi stiamo lavorando più ore da casa che quando ci si recava in sede. La qualità del lavoro non ne ha risentito e da casa, considerata la tipologia del nostro lavoro, riusciamo a fare tutto il necessario.
Ieri, io e i miei colleghi, ci siamo visti recapitare una lettera che ci comunica l'attivazione della cassa integrazione in deroga con effetto retroattivo.
Nello specifico ci viene comunicato quanto segue:
Buonasera a tutti,
visto e considerato l'ultimo decreto emesso dal Governo per l'emergenza Coronavirus in data 18/03/2020, anche la nostra azienda ha deciso di avvalersi dei contributi previsti
a sostegno delle imprese. Fermo restando l'obiettivo di non compromettere l’attività lavorativa mantenendo attivi tutti i servizi aziendali e la possibilità di svolgere il valoro da casa, per tutti i dipendenti sarà attivata la cassa integrazione con decorrenza retroattiva dal 16/03/2020. Per ogni risorsa sarà valutata individualmente il tipo di sospensione da attivare.
Considerato l'imprevedibile e inaspettato momento che ci siamo trovati a vivere, e considerando che le Istituzioni Economiche stanno rivedendo in continuazione le previsioni sugli effetti economici dell'epidemia, ci è sembrata decisione saggia quella di usufruire del sostegno che ci viene offerto dallo Stato, stante il clima di incertezza generale che ci circonda.
Ringraziandovi per l’impegno dimostrato fino ad oggi confido nella vostra collaborazione e disponibilità, necessaria alla continuazione dell’attività lavorativa.
Eventuali riduzioni che dovessero quantificarsi sull'importo netto dello stipendio, saranno compensate in modo da non arrecare nessun disagio.
L’azienda provvederà ad informare ognuno sul tipo di cassa integrazione che è stata attivata, sono pertanto revocati tutti i periodi di ferie concordati, con decorrenza dal
16/03/2020.
In pratica, se ho capito bene, dalla lettera si deduce che dovremo continuare a lavorare da casa ma che di fatto saremmo in cassa integrazione e lo stipendio sarà dato dalla cassa integrazione più eventuali differenze che ci verranno corrisposte (come?) fino al raggiungimento del netto che siamo abituati ad avere.
E' legale tuttociò? Come possiamo tutelarci?
Grazie a chi mi darà delucidazioni.
Saluti