INPS - Variazione Assegno al Nucleo Familiare - Trattamento di Famiglia

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Alfredo51

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Sono un pensionato Inps Ex-Inpdap. Dal 2014 ogni anno presento, nei mesi di marzo/aprile, tramite la prevista procedura online, la richiesta di rideterminazione dell’Assegno per il Nucleo Familiare/Trattamento di Famiglia . Nel 2014 avrei dovuto ricevere un piccolo aumento dell’importo, ma dal 2015 (quando la mia seconda figlia è diventata maggiorenne) una forte diminuzione. Il problema è che io continuo a percepire regolarmente lo stesso importo del 2013 e nel sito dell’Inpdap/Inps tutte le mie domande risultano ancora in lavorazione. Nel 2016 mi recai a chiedere informazioni allo sportello e l'impiegato mi disse che avrebbe fatto un sollecito, ma che con queste pratiche erano in arretrato dai 2 ai 4 anni.
Se una mattina l’impiegato addetto alle mie pratiche si svegliasse miracolosamente pieno di energie e decidesse di evadere le mie domande, mi potrebbe essere richiesta la restituzione dell’intero importo degli arretrati indebitamente percepiti oppure il fatto di avere regolarmente presentato le richieste di rideterminazione mi tutela almeno parzialmente? E, in ogni caso, ci sono dei termini di prescrizione?
 
Sono un pensionato Inps Ex-Inpdap. Dal 2014 ogni anno presento, nei mesi di marzo/aprile, tramite la prevista procedura online, la richiesta di rideterminazione dell’Assegno per il Nucleo Familiare/Trattamento di Famiglia . Nel 2014 avrei dovuto ricevere un piccolo aumento dell’importo, ma dal 2015 (quando la mia seconda figlia è diventata maggiorenne) una forte diminuzione. Il problema è che io continuo a percepire regolarmente lo stesso importo del 2013 e nel sito dell’Inpdap/Inps tutte le mie domande risultano ancora in lavorazione. Nel 2016 mi recai a chiedere informazioni allo sportello e l'impiegato mi disse che avrebbe fatto un sollecito, ma che con queste pratiche erano in arretrato dai 2 ai 4 anni.
Se una mattina l’impiegato addetto alle mie pratiche si svegliasse miracolosamente pieno di energie e decidesse di evadere le mie domande, mi potrebbe essere richiesta la restituzione dell’intero importo degli arretrati indebitamente percepiti oppure il fatto di avere regolarmente presentato le richieste di rideterminazione mi tutela almeno parzialmente? E, in ogni caso, ci sono dei termini di prescrizione?

Parto dalla fine.. secondo me la prescrizione è di 5 anni.. poi è un problema dell'inps.. sul richiedertele tutte insieme può darsi, anzi quasi sicuro.. ma non possono chiederti, a mio avviso sanzioni ne interessi. Te le domande le avevi inviate correttamente, l'errore è stato loro. Per cui a mio avviso dovrebbero quantificarti la somma, dopo aver riadeguato l'importo in maniera corretta.. e chiederti se vuoi dilazionare il pagamento.
 
Parto dalla fine.. secondo me la prescrizione è di 5 anni.. poi è un problema dell'inps.. sul richiedertele tutte insieme può darsi, anzi quasi sicuro.. ma non possono chiederti, a mio avviso sanzioni ne interessi. Te le domande le avevi inviate correttamente, l'errore è stato loro. Per cui a mio avviso dovrebbero quantificarti la somma, dopo aver riadeguato l'importo in maniera corretta.. e chiederti se vuoi dilazionare il pagamento.

Ti ringrazio per la risposta.
Intanto, ho trovato quanto segue:
//////////
11 novembre 2018 - Già quando era uscita qualche tempo fa la notizia che l’Inps stesse inviando lettere ai pensionati per chiedere la restituzione di somme erogate erroneamente, aveva creato preoccupazione.

Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui tali somme non vanno restituite. L’articolo 13 della legge 412/91 prevede che le somme non dovute, erogate dall’Inps, non debbano essere restituite, a meno che l’errore non sia attribuibile all’interessato. Al contrario, gli indebiti devono essere rimborsati all’Istituto nel caso in cui il pensionato sia a conoscenza di fatti, che possano modificare il suo diritto alla pensione o l’importo della stessa.

Se l’errore di somme indebitamente erogate riguarda provvedimenti dell’Istituto di previdenza sociale, esse allora rientrano nella sanatoria prevista dalla legge 412, nel caso in cui:

siano effettuate sulla base di provvedimenti formali e definitivi;
i provvedimenti siano stati comunicati al pensionato;
il provvedimento sia viziato da un errore imputabile all’Inps.
L’Istituto può avere diritto a ricevere rimborsi di somme erroneamente versate, solamente nel caso in cui il pensionato non comunica all’Istituto fatti, di cui l’ente non era a conoscenza, e che potrebbero modificare l’importo della pensione dello stesso. Se tuttavia, l’interessato comunica adeguatamente all’Inps i fatti necessari e l’Istituto continua ad erogare somme che non spettano al pensionato, non può essere prevista alcuna restituzione.

È l’ente infatti ad avere il dovere di verificare ogni anno i redditi del pensionato, che possano incidere sul diritto o sull’importo della prestazione. Non solo: il recupero delle somme erroneamente versate deve avvenire entro un termine determinato, oltre il quale non può essere richiesto alcun risarcimento. In particolare:

se i redditi che incidono sull’ammontare della pensione non erano a conoscenza dell’Istituto, la restituzione delle somme deve essere richiesta entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui l’Inps viene a conoscenza dei redditi;
se i redditi sono stati comunicati in sede di dichiarazione, l’erogazione errata delle somme deve essere notificata entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello della dichiarazione dei redditi.
Oltre tali limiti di tempo, le somme non possono essere più richieste indietro. Nel caso in cui l’Istituto di previdenza richieda la restituzione di importi illeggittimi, l’interessato dovrà avviare un ricorso amministrativo, in modo da poter procedere con una azione giudiziara successiva contro l’ente. Se il ricorso ha esito negativo, è possibile fare causa all’Istituto.
//////////

E poi c'è anche questo:
Inps puo chiedere soldi indietro?

Non so se dovrò restituire gli importi indebitamente ricevuti, ma pare che in questi casi la prescrizione sia di 10 anni.
 
Ti ringrazio per la risposta.
Intanto, ho trovato quanto segue:
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11 novembre 2018 - Già quando era uscita qualche tempo fa la notizia che l’Inps stesse inviando lettere ai pensionati per chiedere la restituzione di somme erogate erroneamente, aveva creato preoccupazione.

Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui tali somme non vanno restituite. L’articolo 13 della legge 412/91 prevede che le somme non dovute, erogate dall’Inps, non debbano essere restituite, a meno che l’errore non sia attribuibile all’interessato. Al contrario, gli indebiti devono essere rimborsati all’Istituto nel caso in cui il pensionato sia a conoscenza di fatti, che possano modificare il suo diritto alla pensione o l’importo della stessa.

Se l’errore di somme indebitamente erogate riguarda provvedimenti dell’Istituto di previdenza sociale, esse allora rientrano nella sanatoria prevista dalla legge 412, nel caso in cui:

siano effettuate sulla base di provvedimenti formali e definitivi;
i provvedimenti siano stati comunicati al pensionato;
il provvedimento sia viziato da un errore imputabile all’Inps.
L’Istituto può avere diritto a ricevere rimborsi di somme erroneamente versate, solamente nel caso in cui il pensionato non comunica all’Istituto fatti, di cui l’ente non era a conoscenza, e che potrebbero modificare l’importo della pensione dello stesso. Se tuttavia, l’interessato comunica adeguatamente all’Inps i fatti necessari e l’Istituto continua ad erogare somme che non spettano al pensionato, non può essere prevista alcuna restituzione.

È l’ente infatti ad avere il dovere di verificare ogni anno i redditi del pensionato, che possano incidere sul diritto o sull’importo della prestazione. Non solo: il recupero delle somme erroneamente versate deve avvenire entro un termine determinato, oltre il quale non può essere richiesto alcun risarcimento. In particolare:

se i redditi che incidono sull’ammontare della pensione non erano a conoscenza dell’Istituto, la restituzione delle somme deve essere richiesta entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui l’Inps viene a conoscenza dei redditi;
se i redditi sono stati comunicati in sede di dichiarazione, l’erogazione errata delle somme deve essere notificata entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello della dichiarazione dei redditi.
Oltre tali limiti di tempo, le somme non possono essere più richieste indietro. Nel caso in cui l’Istituto di previdenza richieda la restituzione di importi illeggittimi, l’interessato dovrà avviare un ricorso amministrativo, in modo da poter procedere con una azione giudiziara successiva contro l’ente. Se il ricorso ha esito negativo, è possibile fare causa all’Istituto.
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E poi c'è anche questo:
Inps puo chiedere soldi indietro?

Non so se dovrò restituire gli importi indebitamente ricevuti, ma pare che in questi casi la prescrizione sia di 10 anni.

Si ma credo che ci sia una differenza, quà si parla di pensione, roba che fa reddito, gli assegni sono una prestazione a sostegno del reddito che è erogata a domanda annuale... e si esaurisce li, non te lo porti dietro gli anni successivi... Magari poi sbaglio io.
 
Etica, cioè essere CITTADINI, vorrebbe che se la COMUNITÀ mi da qualcosa che non mi spetta io la restituisca

Poi vedi tu.
L’INPS ha un iban cui bonificare la differenza percepita volendolo fare
 
Etica, cioè essere CITTADINI, vorrebbe che se la COMUNITÀ mi da qualcosa che non mi spetta io la restituisca

Poi vedi tu.
L’INPS ha un iban cui bonificare la differenza percepita volendolo fare

Ti ringrazio per la spiegazione del termine ETICA, anche se non ne avevo bisogno, sia perché ne conosco il significato, sia perché lo applico regolarmente nella mia vita pubblica e privata.
Ovviamente sai meglio di me che il tuo provocatorio suggerimento (oltre a non rispondere ai miei quesiti) non sta in piedi né proceduralmente né concettualmente.
Cioè, vado a prendere le tabelle degli anni passati, faccio i conti anno per anno (magari sbagliando, dato che non è il mio lavoro), tiro le somme, verifico quanto, a mio avviso (???), dovrei restituire (a che data?), effettuo il pagamento all'Iban (?) dell'INPS. Dopodiché, l'INPS intasca la somma ed a tempo debito me la richiede nuovamente, in quanto il mio pagamento non è considerato proceduralmente regolare. E poi? Dal mese successivo a quello del mio pagamento l'Inps continua darmi l'importo che non mi spetta ed io, mensilmente, restituisco con lo stesso criterio l'importo in eccedenza, all'infinito.

Comunque, come tu molto gentilmente (si fa per dire...) mi hai nominato il termine ETICA, io te ne cito altri due, NORME e PROCEDURE, che ti consiglio di andarti a studiare con molta attenzione (penso che tu sappia, ma non ci giurerei..., che in Italia esistono delle "cose" che si chiamano LEGGI ed altre che si chiamano TRIBUNALI ed altre ancora che si chiamano SENTENZE).

Peraltro, devo ammettere che il tuo intervento mi ha fatto tornare il buonumore...
 
Etica, cioè essere CITTADINI, vorrebbe che se la COMUNITÀ mi da qualcosa che non mi spetta io la restituisca

Poi vedi tu.
L’INPS ha un iban cui bonificare la differenza percepita volendolo fare

Stai tranquillo che l'INPS non regala niente a nessuno e se ci sono gli estremi per la restituzione li applicherà, fosse anche un giorno prima della prescrizione.
 
Ti ringrazio per la spiegazione del termine ETICA, anche se non ne avevo bisogno, sia perché ne conosco il significato, sia perché lo applico regolarmente nella mia vita pubblica e privata.
Ovviamente sai meglio di me che il tuo provocatorio suggerimento (oltre a non rispondere ai miei quesiti) non sta in piedi né proceduralmente né concettualmente.
Cioè, vado a prendere le tabelle degli anni passati, faccio i conti anno per anno (magari sbagliando, dato che non è il mio lavoro), tiro le somme, verifico quanto, a mio avviso (???), dovrei restituire (a che data?), effettuo il pagamento all'Iban (?) dell'INPS. Dopodiché, l'INPS intasca la somma ed a tempo debito me la richiede nuovamente, in quanto il mio pagamento non è considerato proceduralmente regolare. E poi? Dal mese successivo a quello del mio pagamento l'Inps continua darmi l'importo che non mi spetta ed io, mensilmente, restituisco con lo stesso criterio l'importo in eccedenza, all'infinito.

Comunque, come tu molto gentilmente (si fa per dire...) mi hai nominato il termine ETICA, io te ne cito altri due, NORME e PROCEDURE, che ti consiglio di andarti a studiare con molta attenzione (penso che tu sappia, ma non ci giurerei..., che in Italia esistono delle "cose" che si chiamano LEGGI ed altre che si chiamano TRIBUNALI ed altre ancora che si chiamano SENTENZE).

Peraltro, devo ammettere che il tuo intervento mi ha fatto tornare il buonumore...

Io ho un figlio disabile che per mesi ha ricevuto sia assegno di accompagnamento che gli spetta che indennità di frequenza che non gli spettava. Ho segnalato la cosa all’inps e ogni mese ribonificavo loro l’importo in più. Alla fine quando hanno sistemato la cosa non sono affatto venuti a richiedere nuovamente la cifra che avevo restituito. Guarda un po’
 
Ah, i calcoli difficilissimi che devi fare sono questi

Prendi la tabella in uso per gli assegni che percepisci, cerchi l’importo mensile che ti viene dato e nella colonna subito a sinistra trovi l’importo corretto per un familiare in meno a carico. Fine

Sia mai che ti sbagli con il buonumore ti faccio un esempio pratico.
quando richiedi gli ANF usi la tabella 11 (entrambi i genitori e nessun figlio disabile)? bene, la prendi e scorri gli importi del reddito fino a trovare il tuo
non conosci il reddito? fa lo stesso scorri la colonna con il numero di persone che hai in famiglia (e quello presumo lo sappia) fino all' importo dell'assegno che percepisci. trovato? bene! ti sposti a sinistra e trovi il valore dell'assegno corretto

facciamo che la fascia di reddito è 15558,59-15704,90? e siete in 4 in famiglia. fino al mese del compleanno percepivi 247,50. il mese dopo devi percepire 129,75.

non sai la fascia di reddito ma sai che siete in 4 e prendi 244,25 al mese? bene cerchi 244,25 e guarda un po'. di fianco c'è 127,43 che è il nuovo assegno

ce la puoi fare
 

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Io ho un figlio disabile che per mesi ha ricevuto sia assegno di accompagnamento che gli spetta che indennità di frequenza che non gli spettava. Ho segnalato la cosa all’inps e ogni mese ribonificavo loro l’importo in più. Alla fine quando hanno sistemato la cosa non sono affatto venuti a richiedere nuovamente la cifra che avevo restituito. Guarda un po’

Evidentemente sei stato fortunato. Non dico che tutti gli impiegati dell'INPS siano ignoranti o indolenti, ma qualcuno lo è certamente. Per cui, come dicevo prima, è bene in questo campo (come in tutto) rispettare norme e procedure piuttosto che prendere iniziative.
Fra l'altro, INPS ed INPDAP da anni sono unificati, ma alcune pratiche sono in mano all'INPS, altre all'Ex-Inpdap. E, da come mi pare di capire, è l'Ex-Inpdap ad avere problemi.
Due esempi.

Nel 2014 muore una mia zia, che percepiva due pensioni, una Inps, l'altra Inpdap. In quanto erede, ho chiesto ad ambedue gli Enti il rateo che mi spettava. Ebbene, l'Inps mi ha saldato un mese dopo la richiesta, mentre sto ancora aspettando il rimborso dell'Inpdap.
Cosa faccio? Calcolo anche in questo caso il dovuto, faccio il conguaglio con quello che mi è stato dato in più come Assegno di Famiglia e pago (se in debito) l'importo finale? [Se tu non lo capissi, ti preciso che non sto parlando seriamente...].

Altro esempio.
Nel 2013 mi arriva un avviso dove mi si dice che è stato effettuato nel mio conto un Bonifico relativo ad arretrati di mia madre. Beh, in Banca non era arrivato niente ed all'Inpdap mi dicevano di averlo spedito. Più volte sono andato all'Inpdap, dove facevano muro. Alla fine, passati tre anni (arriviamo al 2016), vado a fare un casino allo sportello, minacciando una denuncia. Tornato a casa, mi telefona il funzionario che aveva la mia pratica, mi chiede scusa per il "muro" degli sportellisti e mi convoca per l'indomani. Ovviamente, tutto risolto nel giro di una settimana.

E tu pensi che io voglia inviare dei soldi a questa gente di mia iniziativa per poi rischiare di pagare il doppio? Ripeto: esistono Norme e Procedure.
 
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Ah, i calcoli difficilissimi che devi fare sono questi

Prendi la tabella in uso per gli assegni che percepisci, cerchi l’importo mensile che ti viene dato e nella colonna subito a sinistra trovi l’importo corretto per un familiare in meno a carico. Fine

Sia mai che ti sbagli con il buonumore ti faccio un esempio pratico.
quando richiedi gli ANF usi la tabella 11 (entrambi i genitori e nessun figlio disabile)? bene, la prendi e scorri gli importi del reddito fino a trovare il tuo
non conosci il reddito? fa lo stesso scorri la colonna con il numero di persone che hai in famiglia (e quello presumo lo sappia) fino all' importo dell'assegno che percepisci. trovato? bene! ti sposti a sinistra e trovi il valore dell'assegno corretto

facciamo che la fascia di reddito è 15558,59-15704,90? e siete in 4 in famiglia. fino al mese del compleanno percepivi 247,50. il mese dopo devi percepire 129,75.

non sai la fascia di reddito ma sai che siete in 4 e prendi 244,25 al mese? bene cerchi 244,25 e guarda un po'. di fianco c'è 127,43 che è il nuovo assegno

ce la puoi fare

Conosco bene queste tabelle, dato che le consulto annualmente, ...ma non è il mio lavoro, diversamente avrei fatto il funzionario all'Inps... Premesso che posso sbagliare il calcolo, in ogni caso ci sono degli impiegati pagati per fare questo lavoro, ..l'Inps non è un self service... e, ripeto, esistono NORME E PROCEDURE ed io non rischio di prendere iniziative irrituali e da superenalotto (può essere che va bene può essere che va male).
 
Si ma credo che ci sia una differenza, quà si parla di pensione, roba che fa reddito, gli assegni sono una prestazione a sostegno del reddito che è erogata a domanda annuale... e si esaurisce li, non te lo porti dietro gli anni successivi... Magari poi sbaglio io.

I dubbi ci sono. Peraltro, nel cedolino della pensione, non mi viene detto che io devo rinnovare annualmente la domanda, bensì che devo soltanto comunicare variazioni del reddito (oltre un limite preciso che mi viene indicato al centesimo) e della composizione del nucleo familiare. In ogni caso, per non sbagliare, ogni anno ripresento regolare domanda.
Comunque, sarebbe utile se ci fosse sull'argomento qualche sentenza specifica.
E, poi, mi rimane anche il dubbio sui termini di prescrizione (5 o 10 anni?).
 
I dubbi ci sono. Peraltro, nel cedolino della pensione, non mi viene detto che io devo rinnovare annualmente la domanda, bensì che devo soltanto comunicare variazioni del reddito (oltre un limite preciso che mi viene indicato al centesimo) e della composizione del nucleo familiare. In ogni caso, per non sbagliare, ogni anno ripresento regolare domanda.
Comunque, sarebbe utile se ci fosse sull'argomento qualche sentenza specifica.
E, poi, mi rimane anche il dubbio sui termini di prescrizione (5 o 10 anni?).

Tranquillo ogni anno devi ripresentare domanda... questo è poco ma sicuro.
Comunque ho trovato dove si dice 5 anni:
INPS - Istituto Nazionale Previdenza Sociale
art.22
" Prescrizione del diritto al rimborso dell'assegno (art.
44 del T.U.).
Il diritto del datore di lavoro a richiedere il
rimborso dell'assegno per il nucleo familiare erogato ai
propri dipendenti si prescrive nel termine di cinque anni
dalla scadenza del periodo di paga cui l'assegno si
riferisce o in cui e' stato corrisposto, in caso di
pagamento per periodi arretrati."

se non ti fidi di una circolare ecco la legge...
*** NORMATTIVA ***
E' il testo vigente.. cerca l'art. 44
 
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Tranquillo ogni anno devi ripresentare domanda... questo è poco ma sicuro.
Comunque ho trovato dove si dice 5 anni:
INPS - Istituto Nazionale Previdenza Sociale
art.22
" Prescrizione del diritto al rimborso dell'assegno (art.
44 del T.U.).
Il diritto del datore di lavoro a richiedere il
rimborso dell'assegno per il nucleo familiare erogato ai
propri dipendenti si prescrive nel termine di cinque anni
dalla scadenza del periodo di paga cui l'assegno si
riferisce o in cui e' stato corrisposto, in caso di
pagamento per periodi arretrati."

se non ti fidi di una circolare ecco la legge...
*** NORMATTIVA ***
E' il testo vigente.. cerca l'art. 44

Ti ringrazio per la segnalazione. Il problema è che ho trovato diverse norme e sentenze nelle quali il rapporto non era a due, bensì a tre. Nel senso che l'Inps, quando si accorge che il datore di lavoro (nel mio caso, se fossi stato ancora in servizio, un ministero) ha versato al lavoratore assegni non dovuti, li richiede indietro al datore di lavoro, che a sua volta se li riprende dal lavoratore. In questi esempi, chi ha sbagliato è sempre o il lavoratore (che non ha presentato la richiesta con i dati corretti) oppure il datore di lavoro (che, oltre certi termini, pagherebbe di suo). Nel mio caso, si tratta di un rapporto diretto fra me (che ho sempre presentato regolare domanda con i dati corretti) e l'Inps, che dal 2014 tiene ferme "in lavorazione" le mie domande.

Per assurdo, potrei inviare una lettera tramite avvocato, intimando all'Inps di effettuare tutti i conteggi del caso e di riprendersi rapidamente gli importi in eccesso. Ma vorrei proprio sapere se in tutti i paesi (si fa per dire...) civili le cose funzionano così, se cioè chi riceve l'indebito deve lamentarsi con chi gliel'ha versato...
 
Tranquillo ogni anno devi ripresentare domanda... questo è poco ma sicuro.

Anche su questo punto, la norma sarebbe questa, ma in pratica non sempre è così. Sono in pensione dal 2012. Nel 2013 ho dimenticato di presentare la domanda per gli assegni, ma è stato, peraltro, a mio danno (avrei dovuto percepire qualcosina in più, ...poco male...); ma l'Inps ha continuato a versarmi regolarmente l'assegno. Dall'anno successivo (non ho neppure fatto richiesta di recupero, pur avendo almeno due anni, forse cinque, di tempo), ...vedere sopra...

Ma, quasi quasi, faccio la prova: l'anno prossimo non presento la domanda e vediamo cosa succede...
...ma già lo immagino...
 
Ti ringrazio per la segnalazione. Il problema è che ho trovato diverse norme e sentenze nelle quali il rapporto non era a due, bensì a tre. Nel senso che l'Inps, quando si accorge che il datore di lavoro (nel mio caso, se fossi stato ancora in servizio, un ministero) ha versato al lavoratore assegni non dovuti, li richiede indietro al datore di lavoro, che a sua volta se li riprende dal lavoratore. In questi esempi, chi ha sbagliato è sempre o il lavoratore (che non ha presentato la richiesta con i dati corretti) oppure il datore di lavoro (che, oltre certi termini, pagherebbe di suo). Nel mio caso, si tratta di un rapporto diretto fra me (che ho sempre presentato regolare domanda con i dati corretti) e l'Inps, che dal 2014 tiene ferme "in lavorazione" le mie domande.

Per assurdo, potrei inviare una lettera tramite avvocato, intimando all'Inps di effettuare tutti i conteggi del caso e di riprendersi rapidamente gli importi in eccesso. Ma vorrei proprio sapere se in tutti i paesi (si fa per dire...) civili le cose funzionano così, se cioè chi riceve l'indebito deve lamentarsi con chi gliel'ha versato...

Se eri ministeriale.. allora non si pone il problema con l'inps...mica te li pagava l'inps... è il ministero direttamente. Il datore di lavoro pubblico non versa e quindi noi non pesiamo sulle casse dell'inps.. Noi andiamo in analogia.
E' da quando sei in pensione che ci deve pensare l'inps.
 
Se eri ministeriale.. allora non si pone il problema con l'inps...mica te li pagava l'inps... è il ministero direttamente. Il datore di lavoro pubblico non versa e quindi noi non pesiamo sulle casse dell'inps.. Noi andiamo in analogia.
E' da quando sei in pensione che ci deve pensare l'inps.

Per la precisione ero un dipendente statale. Ogni anno, a maggio, facevo la domanda per l'Assegno di Famiglia ed ogni anno ad ottobre mi veniva pagato l'Assegno con gli arretrati da Luglio. Qua posso anche sbagliare (non è il mio settore di competenza), ma penso che quell'Assegno ricadesse in ogni caso sull'Inps (Inpdap, nel mio caso) e le tabelle erano esattamente quelle di cui sopra si è parlato.
Quello che volevo dire prima è che le sentenze che ho trovato si riferivano a casi in cui il datore di lavoro pagava al dipendente somme indebite a carico dell'Inps, le quali successivamente l'Inps richiedeva al datore di lavoro, che chiudeva il "girone di ritorno" riprendendosele dal lavoratore (se questi aveva commesso errori o meno). Quella che vorrei trovare io è una sentenza in cui c'è una situazione analoga alla mia in cui il rapporto è diretto fra Inps (o Inpdap) e pensionato.
 
Per la precisione ero un dipendente statale. Ogni anno, a maggio, facevo la domanda per l'Assegno di Famiglia ed ogni anno ad ottobre mi veniva pagato l'Assegno con gli arretrati da Luglio. Qua posso anche sbagliare (non è il mio settore di competenza), ma penso che quell'Assegno ricadesse in ogni caso sull'Inps (Inpdap, nel mio caso) e le tabelle erano esattamente quelle di cui sopra si è parlato.
Assolutamente no.. pagava lo stato direttamente
Quello che volevo dire prima è che le sentenze che ho trovato si riferivano a casi in cui il datore di lavoro pagava al dipendente somme indebite a carico dell'Inps, le quali successivamente l'Inps richiedeva al datore di lavoro, che chiudeva il "girone di ritorno" riprendendosele dal lavoratore (se questi aveva commesso errori o meno). Quella che vorrei trovare io è una sentenza in cui c'è una situazione analoga alla mia in cui il rapporto è diretto fra Inps (o Inpdap) e pensionato.
Comunque ora hai la legge...Per capire cosa deve succedere, e l'Inps mica è sopra la legge.
 
Assolutamente no.. pagava lo stato direttamente

Comunque ora hai la legge...Per capire cosa deve succedere, e l'Inps mica è sopra la legge.

Mah, riguardo all'assegno versato dal "datore di lavoro" al dipendente statale, sarà come tu dici, ma vorrei un riferimento che dica che non va in conto Inpdap, come io penso, per analogia con i contributi p. e a. che trattengono e che vanno (o dovrebbero andare) all'Inpdap (almeno come conteggio).
Relativamente all'art. 44 (Il diritto del datore di lavoro a richiedere il rimborso dell'assegno per il nucleo familiare erogato ai propri dipendenti si prescrive nel termine di cinque anni), è riferito al rapporto fra datore di lavoro che richiede al lavoratore gli importi che deve restituire all'Inps (quindi un rapporto a tre). Viceversa, io vorrei trovare una "leggina" o una "sentenzina" o una "circolarina" che si riferisca ad una caso analogo al mio (rapporto pensionato/Inps); è mai possibile che questa cosa sia capitata soltanto a me?
 
In ogni caso, è assai probabile che anche nel mio caso specifico la prescrizione sia di 5 anni (e non di 10).
Vorrei, comunque, fare una prova. Fino allo scorso anno le domande le ho presentate tramite il canale Ex-Inpdap, mentre quest'anno, il sito mi rinviava alla pagina "Domande" dell'Inps. Se, come suppongo sulla base delle mie pregresse esperienze, l'inps funziona con maggiore rapidità rispetto all'Ex-Inpdap, è possibile che in pochi mesi la situazione venga normalizzata. Se così non fosse, ad ottobre vorrei presentare una domanda di revoca (o di annullamento o di disdetta o di rinunzia o come cavolo altro si chiami) dell'Assegno in questione, per provare a tagliare la testa al toro. Ma qui subentra un altro problema: dove si trova, nel sito dell'Inps, la domanda da compilare per presentare online tale richiesta?
 
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