AlessandroLM
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Salve a tutti, premetto che mi trovo qui a scrivere perchè vorrei qualche parere da gente più esperta a riguardo. Grazie comunque per la disponibilità.
Descrivo una situazione, una persona che ha un contratto a tempo indeterminato, 24 ore a settimana (part-time). In realtà fa effettive dalle 38 alle 46 ore a settimana. In busta paga gliene vengono pagate però sempre 24 ore settimanali, quindi niente straordinari e niente di niente. Dalla busta paga inoltre (come se non bastasse) torna 350 euro al datore di lavoro ogni mese. E per concludere la 14esima la torna di sana pianta al datore di lavoro.
A lavoro sono solo Datore di lavoro e Dipendente, parliamo di una sorta di studio medico, quindi non ci possono essere testimonianze da parte di colleghi.
Ricapitolando, contratto tempo indeterminato part-time 24 ore settimana, ne vengono fatte una media di 42 a settimana, busta paga sulle 800 euro (il netto) solo per le 24 ore da contratto (sono segnate le ore in busta paga), e di questi 800 ne vengono prelevati 350 e riportati in contanti al datore di lavoro.
Cosa fare? Come procedere? Suggerimenti?
Prove attualmente raccolte sono: un file excel dove sono segnati gli orari di entrata e di uscita da lavoro da mesi, le foto dell'agenda contenente gli appuntamenti (dato che il datore di lavoro ogni giorno fa strappare le pagine dell'agenda, nelle foto ci sono gli orari degli appuntamento nome cognome e numeri delle persone), e delle note aggiunte ai prelievi tramite home banking dove viene segnato "Nota: prelievo effettuato per tornare soldi dalla busta paga a datore di lavoro" per tenere traccia in qualche modo dell'estorsione.
Sono sufficienti delle prove del genere? Che tipo di controlli si possono fare? Ho sentito che se si prova a fare qualcosa a livello legale si rischia di incorrere in un problema, il datore di lavoro munito di un buon avvocato può rigirare la frittata per diffamazione.
Li per li la prima cosa che mi viene in mente è che il dipendente può non tornare più i soldi dalla busta paga, e andarsene quando l'orario di lavoro segnato per contratto è stato raggiunto.
Descrivo una situazione, una persona che ha un contratto a tempo indeterminato, 24 ore a settimana (part-time). In realtà fa effettive dalle 38 alle 46 ore a settimana. In busta paga gliene vengono pagate però sempre 24 ore settimanali, quindi niente straordinari e niente di niente. Dalla busta paga inoltre (come se non bastasse) torna 350 euro al datore di lavoro ogni mese. E per concludere la 14esima la torna di sana pianta al datore di lavoro.
A lavoro sono solo Datore di lavoro e Dipendente, parliamo di una sorta di studio medico, quindi non ci possono essere testimonianze da parte di colleghi.
Ricapitolando, contratto tempo indeterminato part-time 24 ore settimana, ne vengono fatte una media di 42 a settimana, busta paga sulle 800 euro (il netto) solo per le 24 ore da contratto (sono segnate le ore in busta paga), e di questi 800 ne vengono prelevati 350 e riportati in contanti al datore di lavoro.
Cosa fare? Come procedere? Suggerimenti?
Prove attualmente raccolte sono: un file excel dove sono segnati gli orari di entrata e di uscita da lavoro da mesi, le foto dell'agenda contenente gli appuntamenti (dato che il datore di lavoro ogni giorno fa strappare le pagine dell'agenda, nelle foto ci sono gli orari degli appuntamento nome cognome e numeri delle persone), e delle note aggiunte ai prelievi tramite home banking dove viene segnato "Nota: prelievo effettuato per tornare soldi dalla busta paga a datore di lavoro" per tenere traccia in qualche modo dell'estorsione.
Sono sufficienti delle prove del genere? Che tipo di controlli si possono fare? Ho sentito che se si prova a fare qualcosa a livello legale si rischia di incorrere in un problema, il datore di lavoro munito di un buon avvocato può rigirare la frittata per diffamazione.
Li per li la prima cosa che mi viene in mente è che il dipendente può non tornare più i soldi dalla busta paga, e andarsene quando l'orario di lavoro segnato per contratto è stato raggiunto.