Premetto che sono del tutto digiuno di strategie militari, armamenti e simili, anzi a volte leggo sinceramente ammirato alcuni che, per la mia ignoranza, sembrano puntigliosamente molto pratici ed informati e mi dico che io non potrei in alcun modo discutere in quel modo su simili argomenti.
Cercherò quindi di affrontare la questione da un altro punto di vista per me più facile, ossia quali sarebbero gli obbiettivi dell'occidente e le modalità per realizzarli.
Se da una parte, al netto della propaganda favorevole e contraria, a me pare evidente che la Russia abbia incanalato la vicenda su un terreno favorevole per sé, ossia un conflitto a bassa intensità, senza interrompere i rapporti commerciali, una sorta di maratona con approvvigionamenti sicuri, puntando su un progressivo venir meno dell'attenzione occidentale, da questa parte mi sembra di assistere ad iniziative per lo più retoriche, spesso prese sull'onda emozionale e simboliche, alcune innocue (Eurofestival), altre decisamente scorrette ed antipatiche (embargo degli sportivi), poco efficaci ed incoerenti sul lato economico sanzionatorio, del tutto scoordinate su quello militare.
Sono un detrattore di Putin dalla primissima ora, vedo però gli adulatori dl dittatore fino all'altro ieri (poche pugnette, direbbe il nostro, se non fosse scoppiata la guerra), nonché gli adoratori di costoro, che con il fervore tipico del noviziato, non ammettono discussioni razionali e fattuali. Con rammarico io ho l'impressione che la Russia stia vincendo, che ora il gioco si svolga sul suo terreno ed abbia delle linee guida, al di là delle considerazioni morali, coerenti e logiche, dico Russia, perché, al contrario di come credevo all'inizio, mi sono fatto la convinzione che Putin ne sia un prodotto.
Sul lato occidentale non vedo un disegno razionale, bensì nella migliore delle ipotesi buona volontà senza coordinazione, in molti casi malafede e volontà di sfruttare l'occasione per regolare i conti interni, a tutti i livelli.
Sembra l'armata Brancaleone.
Ma poi, quanti occidente esistono?
Cercherò quindi di affrontare la questione da un altro punto di vista per me più facile, ossia quali sarebbero gli obbiettivi dell'occidente e le modalità per realizzarli.
Se da una parte, al netto della propaganda favorevole e contraria, a me pare evidente che la Russia abbia incanalato la vicenda su un terreno favorevole per sé, ossia un conflitto a bassa intensità, senza interrompere i rapporti commerciali, una sorta di maratona con approvvigionamenti sicuri, puntando su un progressivo venir meno dell'attenzione occidentale, da questa parte mi sembra di assistere ad iniziative per lo più retoriche, spesso prese sull'onda emozionale e simboliche, alcune innocue (Eurofestival), altre decisamente scorrette ed antipatiche (embargo degli sportivi), poco efficaci ed incoerenti sul lato economico sanzionatorio, del tutto scoordinate su quello militare.
Sono un detrattore di Putin dalla primissima ora, vedo però gli adulatori dl dittatore fino all'altro ieri (poche pugnette, direbbe il nostro, se non fosse scoppiata la guerra), nonché gli adoratori di costoro, che con il fervore tipico del noviziato, non ammettono discussioni razionali e fattuali. Con rammarico io ho l'impressione che la Russia stia vincendo, che ora il gioco si svolga sul suo terreno ed abbia delle linee guida, al di là delle considerazioni morali, coerenti e logiche, dico Russia, perché, al contrario di come credevo all'inizio, mi sono fatto la convinzione che Putin ne sia un prodotto.
Sul lato occidentale non vedo un disegno razionale, bensì nella migliore delle ipotesi buona volontà senza coordinazione, in molti casi malafede e volontà di sfruttare l'occasione per regolare i conti interni, a tutti i livelli.
Sembra l'armata Brancaleone.
Ma poi, quanti occidente esistono?