À la recherche du temps perdu (la storia incredibile di Mario Tchou)

salsipuede

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Conoscevo la storia di Mario Tchou :yes:, il progetto Elea e la sua triste conclusione con la vendita a GE.

E ho avuto l'occasione di vedere qualche realizzazione al museo di Pisa dedicato alle macchine di calcolo. Museo che consiglio a chi si trovasse nei dintorni, c'è la Calcolatrice Elettronica Pisana e anche qualche mitico Cray (ecco, viene fuori un po' di esterofilia :D).

Per essere in linea col tema del thread ora dovrei fare suonare "The Way We Were" sul mio giradischi :).

Invece sto qui a chiedermi come, con tante eccellenze, sia nelle università che in Olivetti, dedicate alla ricerca in campi talmente innovativi da essersi rivelati uno dei pochi esempi di "cigno nero" (nell'accezione di evento imprevedibile con conseguenze dirompenti), siamo riusciti a perdere quel treno. :boh:

P.S. "I racconti di Beppe” sono meravigliosi. :)
 
al buio... con lucine e odore di valvole Telefunken... :)
Con le casse elettrostatiche pero'.

Invece sto qui a chiedermi come, con tante eccellenze, sia nelle università che in Olivetti, dedicate alla ricerca in campi talmente innovativi da essersi rivelati uno dei pochi esempi di "cigno nero" (nell'accezione di evento imprevedibile con conseguenze dirompenti), siamo riusciti a perdere quel treno.
Perdere treni non e' infrequente, molto spesso le aziende innovatrici poi hanno lasciato il campo ad altri.
Il campo dei primi computer ha visto molti morti sul campo e tutti giganteschi rispetto Olivetti, ad esempio GE,Philco,RCA.
Pero' se devo dare un giudizio molto superficiale, cosi', a sensazione mi sembra che i loro prodotti fossero inferiori a quelli di IBM o gli altri BUNCH ; insomma, se si sono estinti un motivo c'e'.
Analogamente al giorno d'oggi potrebbe succedere che Tesla debba soccombere ai produttori tradizionali quando questi si saranno attrezzati per l'elettrico.
Ai tempi dell'Olivetti e di Tchou IBM e le altre BUNCH erano gia' dominanti con prodotti che facevano delle cose interessanti.
Olivetti provo' a stargli dietro con prodotti che, diciamocelo non erano a quel livello, ma l'amministratore delegato preferi' priliegiare il settore delle calcolatrici elettromeccaniche (la latta) perche' davano margini stratosferici.
Li' davvero eravamo un'eccellenza.
Scusatemi,eh, non vorrei sembrare il solito catastrofista, ma quando constato che nel 1959 IBM aveva gia', tra gli altri, un compilatore Fortran e Olivetti per l'Elea non aveva niente, mi sento un po' sconfortato.
La maggiore carenza della macchina, peraltro molto valida, era dovuta alla mancanza di propri compilatori in quanto lo sviluppo di Palgo e Psico non fu mai completato.
Il software ed il S.O. per quelle macchine erano delle sfide, IBM stava per fallire per sostenere lo sviluppo del S/360.
 
Da ignorante ma la perottina non era qualcosa di veramente innovativo nel campo dei computer del tempo?
Quello che oggi sono i pc nei confronti dei mainframe

Come mai dopo il successo iniziale si sono perse?
 
Nell'autunno del 1975 ho iniziato a studiare informatica nell'istituto tecnico industriale Feltrinelli di Milano.
Il primo calcolatore con cui ho avuto a che fare è stato la Olivetti Programma 101.
Definirla il "primo personal computer della storia, molto prima di Steve Jobs" come si legge nel pdf "I ricordi di Beppe", diciamo che richiede molto orgoglio patriottico.
Non aveva sistema operativo, non aveva monitor, non aveva un linguaggio di programmazione paragonabile a quelli già esistenti negli anni '60.

Per evolvere in qualcosa che assomigliasse ai primi personal computer avrebbe richiesto quello che oggi si chiama "ecosistema": università, centri di ricerca, capacità di cooperazione.
Nulla di tutto ciò esisteva in Italia.
 
Nell'autunno del 1975 ho iniziato a studiare informatica nell'istituto tecnico industriale Feltrinelli di Milano.
Il primo calcolatore con cui ho avuto a che fare è stato la Olivetti Programma 101.
Definirla il "primo personal computer della storia, molto prima di Steve Jobs" come si legge nel pdf "I ricordi di Beppe", diciamo che richiede molto orgoglio patriottico.
Non aveva sistema operativo, non aveva monitor, non aveva un linguaggio di programmazione paragonabile a quelli già esistenti negli anni '60.
Era una calcolatrice (solo numerica) vagamente programmabile con una stampantina come quelle dei registratori di cassa.
Me li immagino i giovanotti di oggi a dover dividere i registri di memoria a meta' (B/) per far quadrare la richiesta di memoria dell'applcazione (che io definirei algoritmo).
Comunque era un prodotto degli anni '60 e nel 1975 era gia' antiquata.
C'e' questo video sul tubo che assieme ad interviste, riporta squarci di un filmato promozionale Olivetti degli anni '60 in cui si prefigurava "un computer in ogni casa" (tipo a 52:33).
Solo che il "computer" era la P101: un po' come immaginare di andare sulla Luna con i biplani; pero' la "visionarieta'" [1] :D, resta.
E il design della macchina era molto bello per l'epoca.
Insomma, i suoi indubbi meriti ce l'ha, ma bisogna sfrondare la mitologia.

Nulla di tutto ciò esisteva in Italia.
Mancavano anche i soldi.





[1] Sempre meglio del neologismo "viseita'" che conio' Deleuze in una lezione che vidi una notte su Rai3.
Un trip lisergico. :D
 
Da ignorante ma la perottina non era qualcosa di veramente innovativo nel campo dei computer del tempo?
Quello che oggi sono i pc nei confronti dei mainframe

Come mai dopo il successo iniziale si sono perse?
Perche' non erano quello che pensi, purtroppo.
 
[...] ma l'amministratore delegato preferi' priliegiare il settore delle calcolatrici elettromeccaniche (la latta) perche' davano margini stratosferici.
Li' davvero eravamo un'eccellenza. [...]

Un'azienda che sceglie il molti, maledetti e subito non è stupefacente, in fondo lo scopo di un'azienda è fare profitto e, in un'epoca in cui le banche garantivano un bel business, la scelta poteva essere comprensibile (forse non lungimirante).


[...]
Perdere treni non e' infrequente, molto spesso le aziende innovatrici poi hanno lasciato il campo ad altri.
Il campo dei primi computer ha visto molti morti sul campo e tutti giganteschi rispetto Olivetti, ad esempio GE,Philco,RCA.


La questione è proprio questa.
Un'azienda può benissimo perdere un treno, anche definitivamente, si tratta in fondo di scommesse sul futuro su cui è molto difficile avere certezze o azzeccarci. Quello che stupisce è che, chi perde il treno, determina un trasferimento automatico del know-how su ricerca e tecnologie (per quanto inferiore a quello USA) verso aziende concorrenti, mentre a livello paese questo non sembra avvenuto.

Probabilmente non c'erano aziende così strutturate e finanziate tali da poter utilizzare quel know-how. :boh:
 
La Hewlett Packard (HP) pago' alla Olivetti per violazione di brevetto

Olivetti Programma 101 - Wikipedia
'HP 9100A[24](macchina basata sulla Programma 101 con violazione di brevetto e risarcimento alla Olivetti)

Olivetti Programma 101 - Wikipedia
Alcune Programma 101 furono vendute alla NASA e utilizzate per pianificare lo sbarco dell'Apollo 11 sulla Luna

Valletta: elettronica cancro da estirpare dall'Olivetti

Cause del declino e della fine della Olivetti su Riforme e Progresso
Con la morte di Adriano, che ha impedito all'Azienda di nutrirsi delle risorse finanziarie delle quali aveva bisogno, hanno iniziarto add avanzare (aprile 1964) le figure di Vittorio Valletta, Bruno Visentini, Raffaele Mattioli, Enrico Cuccia e altri, con il Gruppo di intervento che ha salvato l'Azienda, privandola, però, dell'elettronica considerata dal "capo cordata", Vittorio Valletta, un "neo da estirpare", una specie di cancro del quale la Olivetti doveva iberarsi. Così è avvenuto!
 
La Programma 101 è del 65/66 se te la facevano usare ancora nel 75 vuol dire che il tuo dipartimento era rimasto un pò indietro :D
 
La Programma 101 è del 65/66 se te la facevano usare ancora nel 75 vuol dire che il tuo dipartimento era rimasto un pò indietro :D
Adesso non esageriamo, serviva a far prendere un po' di dimestichezza con un linguaggio di tipo assemblativo.
 
Probabilmente non c'erano aziende così strutturate e finanziate tali da poter utilizzare quel know-how. :boh:
Sicuro.
In Italia c'era solo Olivetti, in GB ce n'erano almeno un paio, in Francia lo stesso, in USA decine.

Olivetti Programma 101 - Wikipedia

l'output invece era alfanumerico, tutto questo faceva della macchina un calcolatore.
Non e' vero.

..definita da molti "Desktop Computer"
Non vero

....... il primo personal computer della storia.
Anche questo non vero.
 
La Programma 101 è del 65/66 se te la facevano usare ancora nel 75 vuol dire che il tuo dipartimento era rimasto un pò indietro :D

Sì, il problema è che non c'era molto altro. Si studiava una informatica, diciamo così, teorica. Era un'Italia disgraziata.
 
L'informatica e' teorica; e' nata molto prima che esistessero i computerz.

È vero. :yes:

Basti pensare alle odierne funzioni di hash che sono basate sulla congettura di esistenza di funzioni "one-way", il che è strettamente correlato alle teorie matematiche sulla complessità computazionale, le classi NP e P e la NP-completezza (e chi dimostrasse che P=NP vincerebbe il milione di dollari in palio del premio Clay :D).
 
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Solo che il "computer" era la P101: un po' come immaginare di andare sulla Luna con i biplani

Peccato che sulla luna ci sono andati davvero con la P101 Olivetti.
Da wikipedia:

About 10[24] Programma 101 were sold to NASA and used to plan the Apollo 11 landing on the Moon.

By Apollo 11 we had a desktop computer, sort of, kind of, called an Olivetti Programma 101. It was a kind of supercalculator. It was probably a foot and a half square, and about maybe eight inches tall. It would add, subtract, multiply, and divide, but it would remember a sequence of these things, and it would record that sequence on a magnetic card, a magnetic strip that was about a foot long and two inches wide. So you could write a sequence, a programming sequence, and load it in there, and the if you would – the Lunar Module high-gain antenna was not very smart, it didn't know where Earth was. [...] We would have to run four separate programs on this Programma 101 [...]
— David W. Whittle, 2006[25]
 
ma l'amministratore delegato preferi' priliegiare il settore delle calcolatrici elettromeccaniche

no, morto Adriano il figlio Roberto voleva investire sull'elettronica, ma fu l'intervento di Fiat e Mediobanca ad "estirpare il neo dell'elettronica Olivetti", come si disse.
E nonostante questo negli anni 80 un PC su 3 venduto negli USA era un Olivetti M24 costruito a Scarmagno (e HD costruiti in valle d'Aosta dalla Conner) e rimarchiato AT&T
 
Peccato che sulla luna ci sono andati davvero con la P101 Olivetti.
Da wikipedia:

About 10[24] Programma 101 were sold to NASA and used to plan the Apollo 11 landing on the Moon.

By Apollo 11 we had a desktop computer, sort of, kind of, called an Olivetti Programma 101. It was a kind of supercalculator. It was probably a foot and a half square, and about maybe eight inches tall. It would add, subtract, multiply, and divide, but it would remember a sequence of these things, and it would record that sequence on a magnetic card, a magnetic strip that was about a foot long and two inches wide. So you could write a sequence, a programming sequence, and load it in there, and the if you would – the Lunar Module high-gain antenna was not very smart, it didn't know where Earth was. [...] We would have to run four separate programs on this Programma 101 [...]
— David W. Whittle, 2006[25]
Andiamo, su', non facciamo mitologia a buon mercato.
Mo' se non era per la P101 non andavano sulla Luna ?
Eddai.
 
Andiamo, su', non facciamo mitologia a buon mercato.
Mo' se non era per la P101 non andavano sulla Luna ?
Eddai.

ci andavano lo stesso. Sta di fatto che la NASA ha preferito farlo con un prodotto Olivetti, italiano. E qualche casa americana lo ha copiato, perdendo poi la causa. Tanto ciofeca non era l'informatica italiana, se gli americani ne usavano i prodotti e li clonavano
 
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