al buio... con lucine e odore di valvole Telefunken...
Con le casse elettrostatiche pero'.
Invece sto qui a chiedermi come, con tante eccellenze, sia nelle università che in Olivetti, dedicate alla ricerca in campi talmente innovativi da essersi rivelati uno dei pochi esempi di "cigno nero" (nell'accezione di evento imprevedibile con conseguenze dirompenti), siamo riusciti a perdere quel treno.
Perdere treni non e' infrequente, molto spesso le aziende innovatrici poi hanno lasciato il campo ad altri.
Il campo dei primi computer ha visto molti morti sul campo e tutti giganteschi rispetto Olivetti, ad esempio GE,Philco,RCA.
Pero' se devo dare un giudizio molto superficiale, cosi', a sensazione mi sembra che i loro prodotti fossero inferiori a quelli di IBM o gli altri BUNCH ; insomma, se si sono estinti un motivo c'e'.
Analogamente al giorno d'oggi potrebbe succedere che Tesla debba soccombere ai produttori tradizionali quando questi si saranno attrezzati per l'elettrico.
Ai tempi dell'Olivetti e di Tchou IBM e le altre BUNCH erano gia' dominanti con prodotti che facevano delle cose interessanti.
Olivetti provo' a stargli dietro con prodotti che, diciamocelo non erano a quel livello, ma l'amministratore delegato preferi' priliegiare il settore delle calcolatrici elettromeccaniche (la latta) perche' davano margini stratosferici.
Li' davvero eravamo un'eccellenza.
Scusatemi,eh, non vorrei sembrare il solito catastrofista, ma quando constato che nel 1959 IBM aveva gia', tra gli altri, un compilatore Fortran e Olivetti per l'Elea non aveva niente, mi sento un po' sconfortato.
La maggiore carenza della macchina, peraltro molto valida, era dovuta alla mancanza di propri compilatori in quanto lo sviluppo di Palgo e Psico non fu mai completato.
Il software ed il S.O. per quelle macchine erano delle sfide, IBM stava per fallire per sostenere lo sviluppo del S/360.