Andlim
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Salve a tutto il FOL!
E' un pò lunghetto, ma ho voglia anche di sfogarmi.
Sono qui ad esporvi un quesito riguardo i tempi di sblocco di un conto corrente presso UNICREDIT cointestato tra mio padre e mia madre.
I fatti sono questi:
Purtroppo, a fine marzo è deceduto mio padre, e, come previsto dalla legge, il conto è stato bloccato, ma, prima anomalia, non è stato bloccato per metà della somma di giacenza (come avrebbe dovuto essere perché cointestato), ma in toto. Questo, (come ci hanno spiegato in filiale) perché, udite udite, UNICREDIT (almeno nella mia zona) non possiede un software in grado di bloccare solo parzialmente le somme sul conto corrente (ASSURDO!).
Ciò ha comportato l'obbligo, da parte di mia madre, di recarsi in filiale, sbloccare temporaneamente il conto ed effettuare un bonifico allo sportello verso altro conto corrente (circa 5€ di bonifico). Eh sì, perché in questa "banca" le operazioni allo sportello si pagano). Il tutto sotto il ferreo controllo del referente del conto corrente (manco fossimo dei ladri!) che, a fine operazione, ha immediatamente provveduto a bloccare di nuovo il conto.
Non è finita qui.
Per sbloccare il conto, occorre presentare alla banca la dichiarazione di successione dell'agenzia delle entrate. Per la dichiarazione di successione occorre il certificato di consistenza della banca. Bene, il rilascio di tale certificato (un foglietto striminzito pure in bianco e nero) costa presso UNICREDIT 120€ (LADRONI!!!).
Ovviamente i tempi non sono stati brevissimi, ma non mi sono dato per vinto e, consapevole di ciò che mi avrebbe atteso, dopo un profondo respiro/sospiro, mi sono tuffato a capofitto nella lunga e snervante burocrazia italiana con annesse code interminabili e trasferimenti da un ufficio ad un altro (ADE, Catasto, Poste ecc..).
Finalmente, con tutti i documenti in regola, mi reco in filiale convinto che lo sblocco del conto fosse ormai cosa fatta.....MA....Ovviamente, non è andata così...
La mia "responsabile commerciale", come viene definita dal sito dell'UNICREDIT, (Che appena mi vede dice: "Sa, qualche giorno fa stavo proprio pensando a lei, ma non sapevo se fosse il caso di chiamarla e di disturbarla!" ) mi ha reso noto che lei stessa mi avrebbe fatto sapere al più presto quando sarebbe stato pronto il modulo per sbloccare il conto; modulo che, da quel che ho capito, va firmato e su cui vanno indicati gli estremi per il versamento su nuovo conto corrente.
Passa una settimana e nulla, mi domando allora quanto tempo occorra a UNICREDIT/mia responsabile per stampare un modulo (mi sorge il dubbio che stiano proprio fabbricando carta e inchiostro) e quindi, incuriosito, oggi telefono alla mia "cara" RESPONSABILE. Inutile dire che era irreperibile e che mi ha risposto solo dopo aver chiamato con il numero riservato. "Ella" cade dalle nuvole, mi dice che non ha avuto tempo di sbrigare la pratica, perché ha dovuto partecipare ad un corso di aggiornamento. (Non so perché, ma lo immaginavo ) e che, per sbrigare il tutto, occorrono diversi giorni.
Al che le dico che sarei andato a parlare con il direttore.
Detto fatto, mi reco nell'ufficio del direttore il quale era stato palesemente indottrinato sulla faccenda, ma faceva finta di non capire il problema.
Mi dice che occorrono dei tempi e che la banca non lavora solo per me. Io ribatto che non mi risulta che il mio caso sia annoverato tra i dilemmi dell'umanità (tipo scissione dell'atomo o sesso degli angeli) bensì, che il problema riguarda un solo pezzo di carta (il sopracitato modulo) da compilare e firmare.
Lo saluto, strappandogli tra i denti che avrei atteso una telefonata definitiva entro la prossima settimana. Ormai, però, so come funzionano queste cose, sono estremamente scettico che la cosa si risolva nella prossima settimana.
Ora vi domando: c'è speranza che entro la fine di giugno ottenga ciò che mi spetta? I tempi sono davvero così lunghi o a me sembra che, avendo capito che li voglio abbandonare, hanno interesse a tenere il "malloppo" il più possibile?
A chi posso posso rivolgermi?
Ma, soprattutto, c'è speranza e futuro in Italia con gente così menefreghista?
(domanda retorica la mia, lo so...)
P.S. Mio padre era cliente Unicredit da lameno 40 anni, ancora si chiamava Banco di Roma.
Grazie a tutti per lo sfogo.
Viva l'Italia!
E' un pò lunghetto, ma ho voglia anche di sfogarmi.
Sono qui ad esporvi un quesito riguardo i tempi di sblocco di un conto corrente presso UNICREDIT cointestato tra mio padre e mia madre.
I fatti sono questi:
Purtroppo, a fine marzo è deceduto mio padre, e, come previsto dalla legge, il conto è stato bloccato, ma, prima anomalia, non è stato bloccato per metà della somma di giacenza (come avrebbe dovuto essere perché cointestato), ma in toto. Questo, (come ci hanno spiegato in filiale) perché, udite udite, UNICREDIT (almeno nella mia zona) non possiede un software in grado di bloccare solo parzialmente le somme sul conto corrente (ASSURDO!).
Ciò ha comportato l'obbligo, da parte di mia madre, di recarsi in filiale, sbloccare temporaneamente il conto ed effettuare un bonifico allo sportello verso altro conto corrente (circa 5€ di bonifico). Eh sì, perché in questa "banca" le operazioni allo sportello si pagano). Il tutto sotto il ferreo controllo del referente del conto corrente (manco fossimo dei ladri!) che, a fine operazione, ha immediatamente provveduto a bloccare di nuovo il conto.
Non è finita qui.
Per sbloccare il conto, occorre presentare alla banca la dichiarazione di successione dell'agenzia delle entrate. Per la dichiarazione di successione occorre il certificato di consistenza della banca. Bene, il rilascio di tale certificato (un foglietto striminzito pure in bianco e nero) costa presso UNICREDIT 120€ (LADRONI!!!).
Ovviamente i tempi non sono stati brevissimi, ma non mi sono dato per vinto e, consapevole di ciò che mi avrebbe atteso, dopo un profondo respiro/sospiro, mi sono tuffato a capofitto nella lunga e snervante burocrazia italiana con annesse code interminabili e trasferimenti da un ufficio ad un altro (ADE, Catasto, Poste ecc..).
Finalmente, con tutti i documenti in regola, mi reco in filiale convinto che lo sblocco del conto fosse ormai cosa fatta.....MA....Ovviamente, non è andata così...
La mia "responsabile commerciale", come viene definita dal sito dell'UNICREDIT, (Che appena mi vede dice: "Sa, qualche giorno fa stavo proprio pensando a lei, ma non sapevo se fosse il caso di chiamarla e di disturbarla!" ) mi ha reso noto che lei stessa mi avrebbe fatto sapere al più presto quando sarebbe stato pronto il modulo per sbloccare il conto; modulo che, da quel che ho capito, va firmato e su cui vanno indicati gli estremi per il versamento su nuovo conto corrente.
Passa una settimana e nulla, mi domando allora quanto tempo occorra a UNICREDIT/mia responsabile per stampare un modulo (mi sorge il dubbio che stiano proprio fabbricando carta e inchiostro) e quindi, incuriosito, oggi telefono alla mia "cara" RESPONSABILE. Inutile dire che era irreperibile e che mi ha risposto solo dopo aver chiamato con il numero riservato. "Ella" cade dalle nuvole, mi dice che non ha avuto tempo di sbrigare la pratica, perché ha dovuto partecipare ad un corso di aggiornamento. (Non so perché, ma lo immaginavo ) e che, per sbrigare il tutto, occorrono diversi giorni.
Al che le dico che sarei andato a parlare con il direttore.
Detto fatto, mi reco nell'ufficio del direttore il quale era stato palesemente indottrinato sulla faccenda, ma faceva finta di non capire il problema.
Mi dice che occorrono dei tempi e che la banca non lavora solo per me. Io ribatto che non mi risulta che il mio caso sia annoverato tra i dilemmi dell'umanità (tipo scissione dell'atomo o sesso degli angeli) bensì, che il problema riguarda un solo pezzo di carta (il sopracitato modulo) da compilare e firmare.
Lo saluto, strappandogli tra i denti che avrei atteso una telefonata definitiva entro la prossima settimana. Ormai, però, so come funzionano queste cose, sono estremamente scettico che la cosa si risolva nella prossima settimana.
Ora vi domando: c'è speranza che entro la fine di giugno ottenga ciò che mi spetta? I tempi sono davvero così lunghi o a me sembra che, avendo capito che li voglio abbandonare, hanno interesse a tenere il "malloppo" il più possibile?
A chi posso posso rivolgermi?
Ma, soprattutto, c'è speranza e futuro in Italia con gente così menefreghista?
(domanda retorica la mia, lo so...)
P.S. Mio padre era cliente Unicredit da lameno 40 anni, ancora si chiamava Banco di Roma.
Grazie a tutti per lo sfogo.
Viva l'Italia!
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