Salve a tutti. Premetto che sono piuttosto profano in materia (e quindi probabilmente rappresento bene l’utente medio dei servizi in oggetto), riporto la vicenda che mi sta coinvolgendo per due motivi:
1)ho raccolto informazioni che ritengo sia utile condividere;
2)spero di poter ricevere consigli utili.
Verso la fine del 2002 ho contattato Fineco, la mia banca, per ricevere consulenza in merito alla possibilità di acquistare delle polizze per un piano di previdenza personalizzato.
Il consulente Fineco mi ha proposto p-plan 6065, con l’idea di investire il 100% su profilo attivo per un lungo intervallo di tempo (da 10 a 15 anni), per poi consolidare il tutto su un profilo progressivamente più stabile.
Il consulente, in quella occasione, si è ben guardato dal rilasciarmi il documento informativo sulle p-plan e mi ha parlato delle spese di emissione (10€ una tantum) e del Caricamento iniziale (il 30% del premio di riferimento per i primi due anni). Ho pensato fosse un salasso ma che fosse un costo accettabile rispetto ad un orizzonte di investimento di almeno 30 anni.
In particolare il consulente si è prodigato nel decantarmi le virtù del “bonus finale”, che “matura a condizione che sia stato versato, IN CIASCUN ANNO ASSICURATIVO, un ammontare di premi periodici almeno pari al premio di riferimento […] e a condizione che il Contraente/Assicurato non abbia esercitato il diritto di riscatto.”
Nel Dicembre 2002 (decorrenza il 24) ho acquistato 4 quote da 500€ ciascuna, che poi ho puntualmente versato nel 2003, 2004 e 2005. Nello specifico, il 24 Dicembre di ciascun anno prima Cisalpina Previdenza, poi Fineco Vita ed infine CNP Capitalia Vita sono andati a prelevare dal mio conto Fineco la cifra di 2000€.
Nel Dicembre 2006 mi sono dimenticato che la data del prelievo fosse il 24 Dic ed i soldi necessari per il bonifico sono stati a disposizione sul mio conto qualche giorno dopo (mi pare il 27 Dic). Causa distrazione da vacanze, mi sono accorto che il “solito” addebito non era stato effettuato solo dopo il 6 Gennaio 2007 e l’8 Gennaio ho contattato il consulente Fineco che mi aveva venduto le polizze.
Questi mi ha spiegato che non avendo, implicitamente, versato le quote per l’anno 2006, mi sono "fumato":
la possibilità di dedurre dall’imponibile 2006 l’importo di 2000 €;
la possibilità di accedere al bonus finale.
Allo stesso consulente ho chiesto, tramite e-mail scritta dietro suo invito, di verificare se fosse possibile “rimediare” in qualche modo, offrendo la mia disponibilità ad investire comunque la suddetta cifra. Dopo più di un mese di silenzio l’ho contattato per telefono e mi sono sentito dire che non mi aveva risposto perché tanto aveva verificato non ci fosse niente da fare.
Deciso a capirci qualcosa di più ho chiesto allo stesso consulente di incontrarci. Oltre a confermarmi che non ci fosse niente da fare per ciò che riguarda il bonus finale, a seguito della mia richiesta di informazioni su eventuali costi a me imputati ogni anno, mi ha spiegato che sono a mio carico uno 0,55% più un 0,025% trimestrali.
Sempre più preoccupato, ho iniziato ad informarmi meglio (alla buon’ora). Ho scaricato da www.cnpcapitaliavita.it il documento informativo, che metto a disposizione in allegato. Qui scopro, al capitolo 3.1.3.6 che le spese a carico del fondo sono:
a] commissione di gestione, CALCOLATA SUL PATRIMONIO DEL FONDO […] nella misura dello 0,55% trimestrale;
b] compenso, CALCOLATO SUL PATRIMONIO DEL FONDO, dovuto alla banca depositaria, NELLA MISURA MASSIMA dello 0,025% trimestrale;
c] spese di pubblicazione del valore unitario della quota del fondo;
d] compensi alla Società di Revisione per le verifiche annuali del fondo;
e] oneri inerenti all’acquisizione ed alla dismissione delle attività del fondo ed ulteriori oneri di diretta pertinenza.
Premesso che le voci [c], [d] ed [e] non riesco a quantificarle, quelle che mi spaventano a morte sono le prime due. Il consulente non mi ha spiegato che le percentuali da lui citate (trimestrali, corrispondenti ad una percentuale annua del 2,28%, fra sole commissioni e compensi) si applicassero al patrimonio e non alle quote versate annualmente.
Ho fatto un rapido conto ed ho scoperto che, partendo dall’ipotesi semplificativa di investire 2000 € all’anno su quote dall’andamento piatto (né in guadagno né in perdita) per 35 anni, dedotti i costi iniziali e non considerando il bonus finale il quadro sarebbe:
TOTALI
quote versate
€ 72.000,00
costi iniziali
€ 1.210,00
costi annui
€ 22.972,67
capitale maturato (senza bonus)
€ 47.817,33
Cioè circa UNDICI quote su 35, il 31,42 % dei soldi da me versati, finirebbero in commissioni e compensi.
Facendo conti più accurati (che riporto nel foglio elettronico allegato), ho scoperto che la situazione è anche peggiore. Premesso che non c'è alcuna garanzia di rendimento, ho stimato che, investendo per 35 anni sul profilo attivo, il fondo dovrebbe crescere del 2% ogni anno affinché io possa recuperare i soldi versati.
Ho cominciato a scrivere direttamente a CNP Capitalia, ricevendo risposte precise e scoprendo cose interessanti, alcune delle quali riporto integralmente; forse possono tornare utili a qualcuno.
“per recuperare le rate di premio non versate riferite alle polizze in oggetto, potrà effettuare un versamento sul seguente conto corrente […]”
NOTA: sul documento informativo (cap 2.7) si parla della facoltà di “interrompere e riprendere in qualsiasi momento il versamento dei premi previsti dal contratto”, non di recuperarne di non effettuati.
“Per quanto riguarda il bonus finale, il diritto matura a condizione che sia stato versato, in ciascun anno assicurativo, un ammontare di premi periodici almeno pari al premio di riferimento […]. Le confermiamo, quindi, che il recupero successivo delle rate precedenti non pregiudica il diritto al bonus”.
NOTA: all’articolo 2.10 delle condizioni di assicurazione si dice “in ciascun anno assicurativo” e non “PER ciascun anno assicurativo”. Comunque emerge il fatto che il consulente mi ha fornito informazioni errate, scoraggiandomi implicitamente dal proseguire negli investimenti che lui stesso mi aveva proposto.
“i premi che vorrà recuperare, relativi alla polizza in oggetto, possono essere utilizzati per l’attestazione di pagamento valida ai fini fiscali inerente il medesimo anno in cui sono stati versati”
A questo punto ho capito che l’unica arma a mia disposizione consiste nello smettere di versare i soldi per le quote annue.
Ora devo capire come uscirne, cercando di recuperare quanto versato.
Al capitolo 2.16 del documento delle Condizioni è scritto che “trascorsi 8 anni di partecipazione a forme pensionistiche complementari […], in caso di acquisto della prima casa di abitazione per il Contraente/Assicurato e per i suoi figli, in caso di interventi di recupero del patrimonio edilizio relativamente alla prima casa di abitazione e in caso di spese sanitarie, per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche. In tal caso il riscatto può essere sia totale che parziale […]”.
Io nel 2006 ho comprato casa e sto pagando relativo mutuo (sottoscritto sempre con Fineco). Mi sono chiesto se fosse possibile riscattare le polizze per estinguere parzialmente il mutuo su prima casa. Ho contattato il numero 800 335 335 e l’operatore, interrogato in proposito, mi ha risposto “NO … aspetti che chiedo … anzi SI”. Poiché inizio ad avere bisogno di certezze gli ho chiesto di verificare meglio e darmi una risposta definitiva. Dopo un minuto di assenza mi ha risposto che NON è possibile riscattare le quote per estinguere (parzialmente) un mutuo sottoscritto per l’acquisto di prima casa. Questo perchè “la legge non si esprime in modo preciso in materia”.
Avrei dovuto comprar casa dopo l’ottavo anno di versamenti!
A conclusione di questo mio lungo intervento tengo a precisare che ho sempre avuto ed ho fiducia in Fineco (con cui ho fatto Leasing auto, Mutuo prima casa, FIP p-plan 6065, Assicurazione vita ARGO). Però ora sono molto scoraggiato in merito al FIP in cui ho sprovvedutamente investito.
Accolgo con entusiasmo qualsiasi suggerimento/considerazione sulle mie stime ed in merito a come possa tutelarmi.
Un cordiale saluto a tutti.
1)ho raccolto informazioni che ritengo sia utile condividere;
2)spero di poter ricevere consigli utili.
Verso la fine del 2002 ho contattato Fineco, la mia banca, per ricevere consulenza in merito alla possibilità di acquistare delle polizze per un piano di previdenza personalizzato.
Il consulente Fineco mi ha proposto p-plan 6065, con l’idea di investire il 100% su profilo attivo per un lungo intervallo di tempo (da 10 a 15 anni), per poi consolidare il tutto su un profilo progressivamente più stabile.
Il consulente, in quella occasione, si è ben guardato dal rilasciarmi il documento informativo sulle p-plan e mi ha parlato delle spese di emissione (10€ una tantum) e del Caricamento iniziale (il 30% del premio di riferimento per i primi due anni). Ho pensato fosse un salasso ma che fosse un costo accettabile rispetto ad un orizzonte di investimento di almeno 30 anni.
In particolare il consulente si è prodigato nel decantarmi le virtù del “bonus finale”, che “matura a condizione che sia stato versato, IN CIASCUN ANNO ASSICURATIVO, un ammontare di premi periodici almeno pari al premio di riferimento […] e a condizione che il Contraente/Assicurato non abbia esercitato il diritto di riscatto.”
Nel Dicembre 2002 (decorrenza il 24) ho acquistato 4 quote da 500€ ciascuna, che poi ho puntualmente versato nel 2003, 2004 e 2005. Nello specifico, il 24 Dicembre di ciascun anno prima Cisalpina Previdenza, poi Fineco Vita ed infine CNP Capitalia Vita sono andati a prelevare dal mio conto Fineco la cifra di 2000€.
Nel Dicembre 2006 mi sono dimenticato che la data del prelievo fosse il 24 Dic ed i soldi necessari per il bonifico sono stati a disposizione sul mio conto qualche giorno dopo (mi pare il 27 Dic). Causa distrazione da vacanze, mi sono accorto che il “solito” addebito non era stato effettuato solo dopo il 6 Gennaio 2007 e l’8 Gennaio ho contattato il consulente Fineco che mi aveva venduto le polizze.
Questi mi ha spiegato che non avendo, implicitamente, versato le quote per l’anno 2006, mi sono "fumato":
la possibilità di dedurre dall’imponibile 2006 l’importo di 2000 €;
la possibilità di accedere al bonus finale.
Allo stesso consulente ho chiesto, tramite e-mail scritta dietro suo invito, di verificare se fosse possibile “rimediare” in qualche modo, offrendo la mia disponibilità ad investire comunque la suddetta cifra. Dopo più di un mese di silenzio l’ho contattato per telefono e mi sono sentito dire che non mi aveva risposto perché tanto aveva verificato non ci fosse niente da fare.
Deciso a capirci qualcosa di più ho chiesto allo stesso consulente di incontrarci. Oltre a confermarmi che non ci fosse niente da fare per ciò che riguarda il bonus finale, a seguito della mia richiesta di informazioni su eventuali costi a me imputati ogni anno, mi ha spiegato che sono a mio carico uno 0,55% più un 0,025% trimestrali.
Sempre più preoccupato, ho iniziato ad informarmi meglio (alla buon’ora). Ho scaricato da www.cnpcapitaliavita.it il documento informativo, che metto a disposizione in allegato. Qui scopro, al capitolo 3.1.3.6 che le spese a carico del fondo sono:
a] commissione di gestione, CALCOLATA SUL PATRIMONIO DEL FONDO […] nella misura dello 0,55% trimestrale;
b] compenso, CALCOLATO SUL PATRIMONIO DEL FONDO, dovuto alla banca depositaria, NELLA MISURA MASSIMA dello 0,025% trimestrale;
c] spese di pubblicazione del valore unitario della quota del fondo;
d] compensi alla Società di Revisione per le verifiche annuali del fondo;
e] oneri inerenti all’acquisizione ed alla dismissione delle attività del fondo ed ulteriori oneri di diretta pertinenza.
Premesso che le voci [c], [d] ed [e] non riesco a quantificarle, quelle che mi spaventano a morte sono le prime due. Il consulente non mi ha spiegato che le percentuali da lui citate (trimestrali, corrispondenti ad una percentuale annua del 2,28%, fra sole commissioni e compensi) si applicassero al patrimonio e non alle quote versate annualmente.
Ho fatto un rapido conto ed ho scoperto che, partendo dall’ipotesi semplificativa di investire 2000 € all’anno su quote dall’andamento piatto (né in guadagno né in perdita) per 35 anni, dedotti i costi iniziali e non considerando il bonus finale il quadro sarebbe:
TOTALI
quote versate
€ 72.000,00
costi iniziali
€ 1.210,00
costi annui
€ 22.972,67
capitale maturato (senza bonus)
€ 47.817,33
Cioè circa UNDICI quote su 35, il 31,42 % dei soldi da me versati, finirebbero in commissioni e compensi.
Facendo conti più accurati (che riporto nel foglio elettronico allegato), ho scoperto che la situazione è anche peggiore. Premesso che non c'è alcuna garanzia di rendimento, ho stimato che, investendo per 35 anni sul profilo attivo, il fondo dovrebbe crescere del 2% ogni anno affinché io possa recuperare i soldi versati.
Ho cominciato a scrivere direttamente a CNP Capitalia, ricevendo risposte precise e scoprendo cose interessanti, alcune delle quali riporto integralmente; forse possono tornare utili a qualcuno.
“per recuperare le rate di premio non versate riferite alle polizze in oggetto, potrà effettuare un versamento sul seguente conto corrente […]”
NOTA: sul documento informativo (cap 2.7) si parla della facoltà di “interrompere e riprendere in qualsiasi momento il versamento dei premi previsti dal contratto”, non di recuperarne di non effettuati.
“Per quanto riguarda il bonus finale, il diritto matura a condizione che sia stato versato, in ciascun anno assicurativo, un ammontare di premi periodici almeno pari al premio di riferimento […]. Le confermiamo, quindi, che il recupero successivo delle rate precedenti non pregiudica il diritto al bonus”.
NOTA: all’articolo 2.10 delle condizioni di assicurazione si dice “in ciascun anno assicurativo” e non “PER ciascun anno assicurativo”. Comunque emerge il fatto che il consulente mi ha fornito informazioni errate, scoraggiandomi implicitamente dal proseguire negli investimenti che lui stesso mi aveva proposto.
“i premi che vorrà recuperare, relativi alla polizza in oggetto, possono essere utilizzati per l’attestazione di pagamento valida ai fini fiscali inerente il medesimo anno in cui sono stati versati”
A questo punto ho capito che l’unica arma a mia disposizione consiste nello smettere di versare i soldi per le quote annue.
Ora devo capire come uscirne, cercando di recuperare quanto versato.
Al capitolo 2.16 del documento delle Condizioni è scritto che “trascorsi 8 anni di partecipazione a forme pensionistiche complementari […], in caso di acquisto della prima casa di abitazione per il Contraente/Assicurato e per i suoi figli, in caso di interventi di recupero del patrimonio edilizio relativamente alla prima casa di abitazione e in caso di spese sanitarie, per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche. In tal caso il riscatto può essere sia totale che parziale […]”.
Io nel 2006 ho comprato casa e sto pagando relativo mutuo (sottoscritto sempre con Fineco). Mi sono chiesto se fosse possibile riscattare le polizze per estinguere parzialmente il mutuo su prima casa. Ho contattato il numero 800 335 335 e l’operatore, interrogato in proposito, mi ha risposto “NO … aspetti che chiedo … anzi SI”. Poiché inizio ad avere bisogno di certezze gli ho chiesto di verificare meglio e darmi una risposta definitiva. Dopo un minuto di assenza mi ha risposto che NON è possibile riscattare le quote per estinguere (parzialmente) un mutuo sottoscritto per l’acquisto di prima casa. Questo perchè “la legge non si esprime in modo preciso in materia”.
Avrei dovuto comprar casa dopo l’ottavo anno di versamenti!
A conclusione di questo mio lungo intervento tengo a precisare che ho sempre avuto ed ho fiducia in Fineco (con cui ho fatto Leasing auto, Mutuo prima casa, FIP p-plan 6065, Assicurazione vita ARGO). Però ora sono molto scoraggiato in merito al FIP in cui ho sprovvedutamente investito.
Accolgo con entusiasmo qualsiasi suggerimento/considerazione sulle mie stime ed in merito a come possa tutelarmi.
Un cordiale saluto a tutti.