Vecchie polizze, addio solo a caro prezzo

FaGal

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RESCINDERE NON CONVIENE. SE SI HANNO PROBLEMI DI LIQUIDITÀ MEGLIO INTERROMPERE IL VERSAMENTO DEI PREMI E ATTENDERE LA SCADENZA

Vecchie polizze, addio solo a caro prezzo


Se il cliente non ha versato
almeno tre annualità perde
tutto. La compagnia si rifà
con le commissioni precontate

Chiudere un ventennale dopo
soli 5 anni significa rinunciare
al 20%di quanto pagato a causa
delle forti penali applicate



MOLTE persone hanno stipulato prima
del 2000 - anno della riforma
fiscale delle polizze vita - contratti
di assicurazione del tipo «capitale differito»
o «rendita», beneficiando sì di modesti
vantaggi fiscali (detrazione del 19% dei
premi versati), ma pagando pesanti oneri (i
«caricamenti») alle compagnie. In questi
ultimi anni la convenienza finanziaria dell'
operazione si è praticamente azzerata, perché
il rendimento ottenuto è calato in
maniera tale da essere inferiore agli stessi
caricamenti; e anche tenendo conto del
risparmio fiscale, il denaro accumulato anno
dopo anno in una polizza non produce
gran che. Pur continuando a pagare i premi,
si corre il rischio di trovarsi con una cifra
addirittura inferiore a quella investita, quindi
è bene cercare di capire che cosa sia
meglio fare per evitare amare sorprese al
momento della scadenza.
RICUPERO DEI PREMI. Il primo impulso per
chi volesse cambiare strada è quello di
riprendersi il capitale maturato (i propri
soldi, per intenderci). Ci si aspetterebbe di
riavere i premi versati più un pochino di
interessi. Ebbene, nulla di più illusorio:
perché «toccare» una polizza vita vecchia
chiedendo il rimborso immediato di quanto
accumulato dal momento della stipula a
oggi nella maggior parte dei casi significa
non solo la perdita degli interessi faticosamente
maturati (e ci sarebbe già da discutere
sulla correttezza), ma addirittura la
perdita di una parte del capitale. Sembra
impossibile, ma è così da sempre; e le
polizze «vecchie» (per intenderci, quelle
diffuse prima del 2000), prevedono clausolecapestro
molto pesanti a favore delle compagnie.
Tecnicamente, il rimborso della polizza
prima della sua scadenza contrattuale si
chiama «riscatto» (e già il termine non è dei
più simpatici, perché dà la sensazione che il
capitale versato sia trattenuto in «ostaggio»
dalla compagnia..). Il riscatto consiste nell'
estinzione anticipata del contratto, con
obbligo da parte della compagnia di restituire
i premi versati (incrementati del rendimentomaturato),
applicando le penali previste.
In particolare, molti contratti precedenti
al 2000 prevedono che se il cliente non
versa almeno tre annualità perde interamente
quanto versato (che viene incamerato
dalla compagnia); inoltre si prevede che,
passati i tre anni di durata minima, chi
chiede il rimborso anticipato subisca una
penalizzazione che può fargli perdere parte
di quanto versato.
L’importo delle penali varia da compagnia
a compagnia ed è in funzione della
durata contrattuale. Ad esempio, se si è
stipulata nel 1999 una polizza ventennale
con un premio di 2.500 euro e la si vuole
chiudere anticipatamente oggi (dopo 5 anni),
bisognerà accontentarsi di incassare
circa 10.000 euro contro i 12.500 euro
versati: ciò in quanto la compagnia applica
una penale sulle quindici rate «insolute».
COMMISSIONI PRECONTATE. Finanziariamente
è un assurdo, perché significa vanificare
5 anni di versamenti e rendimenti
mediamente pari al 4-5% annuo netto; ma
assicurativamente è «logico» perché entra
in gioco il meccanismo un po’ perverso delle
«commissioni precontate». Si tratta di un
uso largamente diffuso (per fortuna, oggi in
via di estinzione; sulle polizze di «seconda
generazione» la durata è annuale) per le
polizze pluriennali, in base al quale l'agente
ha diritto di incassare, al momento della
firma del contratto, gran parte delle commissioni
previste, anche se poi il cliente non
paga i premi. Una polizza ventennale, quindi,
genera un «precontato» di 20 anni di
commissioni, incassate immediatamente
dal venditore e pagate dalla compagnia (che,
ovviamente, le addebita al cliente, investendo
un importo inferiore a quanto versato).
Il «precontato» in teoria è un credito della
compagnia nei confronti dell'agente, che è
tenuto a restituirlo se il cliente recede; ma è
prassi consolidata che la restituzione non
avvenga, ed ecco nascere lo scarico dell'onere
integralmente sulle spalle dell'assicurato
che, in pratica, se riscatta la polizza è tenuto
a pagare (attraverso le penali) un servizio
non ricevuto e un'assicurazione non goduta.
Quando l'ignaro e incolpevole assicurato
chiede indietro i suoi soldi, non sa che di
quanto versato ha diritto solo alla quota
«netta», quella cioè che è effettivamente
investita dopo aver (bene) remunerato la
rete di vendita e la compagnia.
RIDUZIONE. Cosa fare se si vuole bloccare
un contratto? I casi sono due.
1) Se si ha bisogno assoluto di denaro,
non ci sono alternative: s'incassa e si considera
la disavventura comeuna lezione per il
futuro (per la serie: prima di firmare un
contratto di qualunque genere, leggerlo,
capirlo e pretendere spiegazioni convincenti
soprattutto sulle modalità di restituzione
del capitale investito).
2) Se non si ha bisogno del denaro, meglio
seguire altre vie. La più logica è quella della
«riduzione», che consiste nella sospensione
del versamento dei premi periodici previsti.
Tramite questa soluzione non s'incappa
nelle pesanti penalità del riscatto, in quanto
il contratto originario rimane sempre in
piedi, anche se (ovviamente) garantirà alla
scadenza un importo minore rispetto a
quello previsto (da ciò il termine di «riduzione
» relativo alla prestazione garantita dalla
compagnia). Se, ad esempio, dopo 3 anni si
sospendono i versamenti di 1.500 euro
annui relativi a una polizza ventennale, il
capitale finale erogato a scadenza sarà
calcolato su tale cifra anziché su quella
prevista contrattualmente.
La riduzione consente di ottenere un
risultato complessivo soddisfacente soprattutto
sotto il profilo finanziario, non subendo
penalità ma solo riduzioni proporzionali;
non comporta inoltre alcun problema
fiscale, perché il contratto rimane regolarmente
in vita e le detrazioni annuali
restano quindi acquisite definitivamente
all'assicurato.
RISPARMIO CON IL FISCO
Dieci anni fa gli agenti potevano, carta e
penna alla mano, dimostrare che, pagando
un premio di 2,5milioni all'anno e
detraendo dal reddito il 27% si poteva
ottenere un rendimento del 10% netto
annuo (tasso allora corrente per i Btp) e in
più ridurre di 675.000 lire il reddito
imponibile. Per i redditi elevati, con aliquote
marginali del 40% circa, l'operazione si
chiudeva in positivo, con interessi percepiti
di 250.000 lire, e riduzione d'imposta di circa
270.000 lire, arrivando ad un utile effettivo
di 520.000 lire con uno strabiliante 20% di
rendimento.
Tutto ciò ha egregiamente funzionato
finché lo Stato non si è deciso a ridurre le
agevolazioni (i premi sono detraibili solo
nella misura del 19%) e finché ilmercato ha
mantenuto alti i rendimenti del denaro (oggi
oscillano intorno al 3%). I conti finanziari si
sono drasticamente ridotti, tanto che i 2,5
milioni di premio (ora 1.291,14 euro)
rendono il 3% (quindi solo 38,73 euro) e
fanno risparmiare non più di 120 euro
d'imposte: in totale, 158 euro pari al 12%
annuo. Sembrerebbe ancora un affare, ed è
forse per questo che molti assicurati
continuano a versare fiduciosi sulle polizze i
loro 1.291,14 euro all'anno. Ma i calcoli
finanziari vanno sempre fatti per intero.
Quello che l'agente venditore della polizza
10 anni fa non ha certamente detto al
risparmiatore (anche perché, a quei tempi,
non era obbligatorio dirlo) è che ogni
premio comporta il pagamento di un
«caricamento» (commissioni di vendita,
aggi, spese ecc.) pari al 10% circa e
un'imposta del 2,5%, con una bella
differenza tra cifre lorde e nette.
Rifacendo i conti «tutto compreso», il
premio di 1.291,14 euro si riduce per effetto
dell'imposta a 1.259,65, paga 129 euro di
caricamenti con un premio netto investito
pari a 1.130 euro circa. A fine anno, il
rendimento riconosciuto del 3% porta il
capitale maturato a 1.163 euro,mentre il
risparmio d'imposta consente di mettere in
conto 120 euro. Sommando i due parziali, si
ottengono 1.283 euro, meno di quanto
versato. Insomma, a queste condizioni
pagare i premi significa perdere, altro che
accumulare capitale.


36 TUTTOSOLDI LA STAMPA
LUNEDÌ 25 LUGLIO 2005
 
Vexata quaestio.

L'articolo non è condivisibile: spesso l'ulteriore danno di mantenere il capitale presso la compagnia (c. d. riduzione della polizza) è superiore a quello immediato che si ha chiedendone il riscatto :rolleyes:

Meglio verificare caso per caso controllando le condizioni di polizza...
 
Caro Galletti,il tuo copia-incolla non fa una piega se non che era proprio era l'allegato della Stampa Tutto-Soldi a caldeggiare la convenienza di tali prodotti(casualmente conservo delle copie del 1995 :D).
Fra l'altro le pagine di tale giornate erano sponsorizzate dalle maggiori compagnie assicurative,per cui nulla di nuovo sotto il sole.
Negli anni '90 facevo il PF presso Ambro Italia(rete di Ambroveneto) e per una polizza vita da 2.500.000 lire durata 16 anni(oltre non conveniva perchè pagava uguale) il Promotore(che era ed è l'ultima ruota del carro) si metteva in tasca il 66% del premio,oltre al 3% di ricorrente annuo.
Ebbene, io che muovevo un portafoglio di circa 10 volte superiore a quello che era la media dei promotori in quel periodo,ero considerato una sorta di pecora nera perchè anzichè vendere queste porcherie facevo sottoscrivere Btp,le cui sostanziose cedole andavano ad alimentare dei Pac sull'azionario.
Ergo,mi subivo settimanalmente paternali dai magnaccmanager,oltre alle cartoline di derisione dei giovani colleghi che se la spassavano nei viaggi aziendali a cui prendeva parte chi raggiungeva il rappell assicurativo.
Per fortuna che il tempo è galantuomo e la professione di Pf soltanto un lontano ricordo :rolleyes:
 
FabioGalletti ha scritto:
RESCINDERE NON CONVIENE. SE SI HANNO PROBLEMI DI LIQUIDITÀ MEGLIO INTERROMPERE IL VERSAMENTO DEI PREMI E ATTENDERE LA SCADENZA

2) Se non si ha bisogno del denaro, meglio
seguire altre vie. La più logica è quella della
«riduzione», che consiste nella sospensione
del versamento dei premi periodici previsti.
Tramite questa soluzione non s'incappa
nelle pesanti penalità del riscatto, in quanto
il contratto originario rimane sempre in
piedi, anche se (ovviamente) garantirà alla
scadenza un importo minore rispetto a
quello previsto (da ciò il termine di «riduzione
» relativo alla prestazione garantita dalla
compagnia). Se, ad esempio, dopo 3 anni si
sospendono i versamenti di 1.500 euro
annui relativi a una polizza ventennale, il
capitale finale erogato a scadenza sarà
calcolato su tale cifra anziché su quella
prevista contrattualmente.
La riduzione consente di ottenere un
risultato complessivo soddisfacente soprattutto
sotto il profilo finanziario, non subendo
penalità ma solo riduzioni proporzionali;
non comporta inoltre alcun problema
fiscale, perché il contratto rimane regolarmente
in vita e le detrazioni annuali
restano quindi acquisite definitivamente
all'assicurato.


36 TUTTOSOLDI LA STAMPA
LUNEDÌ 25 LUGLIO 2005

ancora queste cavolate sparano? non ci credo.........................
 
negusneg ha scritto:
Vexata quaestio.

L'articolo non è condivisibile: spesso l'ulteriore danno di mantenere il capitale presso la compagnia (c. d. riduzione della polizza) è superiore a quello immediato che si ha chiedendone il riscatto :rolleyes:

Meglio verificare caso per caso controllando le condizioni di polizza...
Che dire...... nella vita bisogna fidarsi di qualcuno, spesso sono gli amici che ti Fregano :wall: ...
Io ho sottoscritto una polizza Fineco Vita (Ares a premio ricorrente) per 40 anni... :'(
Quanlcuno può darmi un consiglio?? il premio che pago mensilmente e' di 105 euro!!!
Come diceva mio nonno: "Dai nemici mi guardo Io , dagli amici mi guarda DIO"
In quel momento forse dio era indaffarato :'(
 
Ares FIP di Fineco vita: un buon affare?


Ottima Aduc, essendo ormai uno dei pochi fari nell'orizzonte bancario e alla luce di quanto da Voi estensivamente riportato a proposito di strumenti finanziari venduti dalle banche e sottoscritti senza aver inteso quello per cui si sta pagando, ho un dubbio su una polizza che ho sottoscritto con Fineco nel Maggio 2002, all'eta' di 30 anni. Si tratta di Ares FIP Linea sicurezza. Sulla richiesta di sottoscrizione trovo: Risparmio attivo: 100%, Durata del piano in anni: eta' pensionabile. Premio periodico: 200 Euro/mensile. Non ho mai ricevuto copia originale del contratto. L'unico estratto conto ricevuto da Fineco Vita e' del 11/12/2003, e sull'intestazione c'e' scritto "Estratto conto relativo a polizze Unit e unit linked". Quello che desideravo, era sottoscrivere una pensione integrativa. Che cosa ho combinato, invece? Cosa dovrei fare nell'immediato, tenuto conto che non ho mai fatto una pianificazione finanziaria e la miglior cosa in questo momento sarebbe anche solo arginare il danno? Dove trovo dei corsi seri di tutela dell'investitore o elementi di finanza in Milano? Ancora grazie per il Vostro fondamentale servizio!
Stefano, da Milano

il prodotto Ares FIP e' una Forma Integrativa Pensionistica, categoria di prodotti che sconsigliamo (si veda http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65866/#d13) perche', sebbene sia stata ideata per permettere ai risparmiatori di costruirsi una pensione integrativa, generalmente ha tanti e tali costi che la rendono assolutamente inefficiente e inadeguata. Nel caso specifico, oltre a segnalare che la linea da Lei scelta (Risparmio attivo) investe totalmente nei mercati azionari (Linea sicurezza?!?), ritengo che gli oneri a carico del fondo assicurativo siano eccessivi: la commissione di gestione annua del 3% alla quale vanno aggiunte poi le commissioni di gestioni dei fondi comuni contenuti nel fondo assicurativo (fondi azionari con commissione di gestione annua del 2% circa; non si considerano, poi, tutti i balzelli non quantificabili) rendono il prodotto da scartare. Nell'immediato Le consiglio di interrompere i versamenti il prima possibile per arginare il danno e valutare altri modi per costruirsi una pensione integrativa (sul sito http://www.finecovita.it puo' vedere la situazione aggiornata registrandosi). Non conoscendo la Sua situazione non posso esserLe d'aiuto. Segnaleremo l'evento sul sito nel caso vengano organizzati corsi per risparmiatori in Milano. Nel frattempo, se desidera informarsi sulle problematiche inerenti il risparmio e gli investimenti, gli unici testi degli di nota sono quelli scritti da Prof. Beppe Scienza di Torino (http://www.beppescienza.it).
-----------------
Ha risposto Luca Tonel
http://investire.aduc.it/templates/curriculum.html?n=4


Possibilita' di travasare i FIP in un prodotto piu' efficiente

Salve, vorrei sapere come e' considerata la mia polizza. Nel 2001 ho stipulato una polizza vita CISALPINA PREVIDENZA polizza ARES (ora FINECOVITA) a premio ricorrente. Dato che in 4 anni l'importo da me e' inferiore al controvalore vorrei sapere come e' questa polizza? Se devo continuare o no. grazie siete veramente unici.
Paolo

Se si tratta del FIP Ares di Fineco Vita ci siamo gia' occupati del prodotto: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=98432 Un'ottima notizia proviene dalla bozza ministeriale del decreto che dovra' facilitare l'investimento nei prodotti pensionistici. La bozza, infatti, prevede l'invalidita' delle clausole con cui le assicurazioni caricano quasi tutti i costi dei FIP sui primi versamenti. Se non interverranno modifiche, quindi, sara' possibile travasare la posizione in un prodotto piu' efficiente senza perdere i costi sostenuti. Se, invece, non fosse un FIP e' comunque preferibile non versare piu' nulla perche' i costi sono troppo elevati. Molto difficile che i decreti ministeriali allarghino i benefici alle polizze.
-----------------------------------------
Ha risposto Giuseppe D'Orta.
http://investire.aduc.it/templates/curriculum.html?n=2
 
Come sapete nel 2000 la BI-POP onde sollecitare la sottoscrizione degli UNIT LINKED CISALPINA PREVIDENZA ( ora fineco vita), ad ogno sottoscrizione dava un fido pari all’80% del capitale investito.
ORA alla scadenza delle polizze ( con perdite del fondo di circa il 50%), la bi pop sta effettuando le revoche dei fidi all’epoca concessi, tutto cio non è legale.


Salve. Lei dice "come sapete". Io lavoravo nel 2000 proprio per Bipop e mai ho sentito dire che andava sostenuta la vendita di propri strumenti finanziari con prestito per l’acquisto degli stessi. Non metot in dubbi operò che qualche capo area troppo disinvolto abbia "fatto budget" con tali strumenti. Però è ovvio che dal punto di vista logico, finanziario, patrimoniale è una operazione vergognosa. Oggi la banca gravita in orbite che sono "diverse" e quindi il rientro da fido è (ed era allora) prevedibile. Immagino però che ogni cliente era convinto ( o sia stato illuso) che il rendimento delal polizza sarebbe stato così alto da coprire i costi dello scoperto e lasciare lauti margini di guadagno.Se quindi è stata l’avidità a guidare le proprie scelte i riusltati son odel tutot proporzionati. Se invece è stata la superficialità me ne dispiaccio ma lo stesso le conseguenze son oinevitabili. Ma questo vale anche per i Bond Argentini, per Cirio, Parmalat e chi più ne ha più ne metta.
Prima di chiudere mi sembra giusto dire, ad uso e consumo di queli che potrebbero fraintendere, che la dignità personale e professionale di un consulente o di un bancario in generale rifiuta di accettare per qualsivoglia ragione "suggerimenti" dannosi come quelli che sarebbero potuti arrivare. Chi lo fa non ha alibi perchè le pressioni dell’azienda, se indebite, vanno rifiutate con uno strumento molto semplice. Le dimissioni.
Saluti
http://www.adusbef.it/forum/leggi.asp?F=10&id=20469
 
FabioGalletti ha scritto:
RESCINDERE NON CONVIENE. SE SI HANNO PROBLEMI DI LIQUIDITÀ MEGLIO INTERROMPERE IL VERSAMENTO DEI PREMI E ATTENDERE LA SCADENZA

Vecchie polizze, addio solo a caro prezzo


Tutto ciò ha egregiamente funzionato
finché lo Stato non si è deciso a ridurre le
agevolazioni (i premi sono detraibili solo
nella misura del 19%) e finché ilmercato ha
mantenuto alti i rendimenti del denaro (oggi
oscillano intorno al 3%). I conti finanziari si
sono drasticamente ridotti, tanto che i 2,5
milioni di premio (ora 1.291,14 euro)
rendono il 3% (quindi solo 38,73 euro) e
fanno risparmiare non più di 120 euro
d'imposte: in totale, 158 euro pari al 12%
annuo.

36 TUTTOSOLDI LA STAMPA
LUNEDÌ 25 LUGLIO 2005


Su 1291,14 euro di versamento il il risparmio fiscale non è il 19% quindi euri 245,31, perchè su è riportato 120, cèe qualcosa che mi sfugge.

Saluti
 
non saprei ictu oculi
 
Salvadanaio
Polizze vita
22 Agosto 2005


Cosa fare della propria polizza sulla vita? Le soluzioni a disposizione sono tre: la polizza "vecchia" può essere mantenuta, sospesa oppure trasformata in una "nuova" attraverso il riscatto.
Come orientarsi? Il mantenimento della vecchia polizza è un'alternativa indicata a chi non ha bisogno di un accumulo previdenziale ed è prossimo alla scadenza. La trasformazione, invece, avviene attraverso il riscatto, che permette di incassare il capitale maturato e versare il netto ricevuto in una polizza nuova. Una strada, questa, però poco conveniente, perché in caso di chiusura anticipata ci sono delle penalizzazioni, soprattutto per le polizze con una durata lunga, tra i 20 ed i 25 anni. Infine, la sospensione: una scelta valida se si vuole puntare ad un maggiore rendimento. Si sospendono, infatti, i versamenti, accontentandosi della prestazione già maturata alla scadenza e destinando lo stesso importo programmato ad una polizza nuova o ad un altro strumento finanziario, come per esempio il BoT, il fondo comune o l'Etf.

La soluzione più conveniente? Impossibile dare una risposta valida per tutti. La scelta giusta dipende, infatti, dalla situazione personale dell'assicurato, dalla sua età e dalle sue esigenze.
Ma, oltre ad essere consapevole della propria situazione personale, il sottoscrittore di una polizza vita deve anche avere ben chiaro il panorama delle alternative assicurative a sua disposizione ed i relativi vantaggi e svantaggi.
Con una polizza "vecchia", l'assicurato mantiene le condizioni previste dal contratto iniziale. Gli aspetti positivi? Detrazione fiscale annua del 19% del premio, fino ad un massimo di 245,3 € l'anno, e rendimento minimo garantito del 3,5-4% annuo. Per contro, gli aspetti negativi sono: l'imposta del 2,5% sui premi versati; il costo della polizza, il cosiddetto caricamento, pari al 10% del premio; la penalizzazione, in caso di chiusura anticipata del contratto, del 4-5% per ogni anno di mancato versamento del premio pattuito.
Si parla, invece, di polizze nuove, per quelle sottoscritte a partire dal 1° gennaio 2001. Queste sono suddivise in tre categorie: le polizze a contenuto finanziario, quelle a contenuto assicurativo, che offrono una copertura assicurativa di "puro rischio", come in caso di morte ed invalidità permanente, e le polizze a contenuto previdenziale, le cosiddette Fip o Pip, ossia forme o piani di investimento previdenziale. Tra i pro e contro specifici, queste soluzioni hanno in comune, da un lato, il vantaggio dell'esenzione fiscale dei premi versati ed i caricamenti ridotti, dall'altro, lo svantaggio del rendimento minimo garantito non oltre il 2% annuo.


http://www.radio24.ilsole24ore.com/...ch&anno=2005&mese=08&subSezId=9730&sezId=9730
 
Hoops ha scritto:
Che dire...... nella vita bisogna fidarsi di qualcuno, spesso sono gli amici che ti Fregano :wall: ...
Io ho sottoscritto una polizza Fineco Vita (Ares a premio ricorrente) per 40 anni... :'(
Quanlcuno può darmi un consiglio?? il premio che pago mensilmente e' di 105 euro!!!
Come diceva mio nonno: "Dai nemici mi guardo Io , dagli amici mi guarda DIO"
In quel momento forse dio era indaffarato :'(

Ares di Fineco vita ha varie versioni, bisognerebbe capire quale hai sottoscritto tu: a tal fine sul sito www.previdenza.com c'è l'archivio prodotti. Se mi dici quale hai fatto magari riusciamo a capire cos'è più conveniente fare.

Attenzione che Ares è un prodotto collocato sia in versione FIP che in versione Unit Linked.
 
Scusate, vedo che parlate di assicurazioni.

Cosa mi dite della Polizza Bayerishe Vita ? Ne ho una a 20 sottoscritta nel nov. 2000.

Mi dareste una dritta per calcolare i costi effettivi e vedere cosa sta succedendo ?

Non mi sono ancora informato per la possibile chiusura anticipata. Non voglio più contattare i tipi di SSI. .....cercano sempre di appioppare altre polizze o loro prodotti senza darti aiuto.

grazie in anticipo.
 
cassettista ha scritto:
Scusate, vedo che parlate di assicurazioni.

Cosa mi dite della Polizza Bayerishe Vita ? Ne ho una a 20 sottoscritta nel nov. 2000.

Mi dareste una dritta per calcolare i costi effettivi e vedere cosa sta succedendo ?

Non mi sono ancora informato per la possibile chiusura anticipata. Non voglio più contattare i tipi di SSI. .....cercano sempre di appioppare altre polizze o loro prodotti senza darti aiuto.

grazie in anticipo.
http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=486414&page=2&pp=10
ne hai sottoscritta un'altra?
 
no è sempre quella......

davvero quindi se smetto di pagare ho comunque la detrazione fiscale ogni anno ?
 
cassettista ha scritto:
no è sempre quella......

davvero quindi se smetto di pagare ho comunque la detrazione fiscale ogni anno ?
:confused:
 
......da qualche parte nei post precedenti avevo letto che anche smettendo di pagare (senza riscattar quanto pagato) sta polizza vita si può sempre fare la detrazione dal 730....?
 
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