Marco Travaglio Direttore del Fatto Quotidiano Il Mario desnudo 3 LUGLIO 2022 Vi pr

  • Ecco la 59° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana a doppia velocità per le principali piazze internazionali. In Europa gli indici Euro Stoxx 50 e Dax hanno aggiornato oggi i record assoluti, mentre negli Stati Uniti gli indici di Wall Street S&P 500 e Nasdaq 100 hanno ritracciato dai recenti massimi storici. Martedì scorso è stato diffuso il rapporto di febbraio sui prezzi al consumo degli Usa, che ha evidenziato una lieve accelerazione dell’inflazione. L’indice mostra una crescita del 3,2% su base annua, rispetto al 3,1% di gennaio, mentre il dato core ha rallentato meno del previsto, da 3,9% a 3,8%. Nel complesso, i dati confermano la tesi prudente della Fed sui tagli dei tassi, togliendo qualche certezza a chi spera in una prima mossa nel meeting di giugno. Per continuare a leggere visita il link

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Marco Travaglio
Direttore del
Fatto Quotidiano

Il Mario desnudo
3 LUGLIO 2022

Vi propongo due sceneggiature: decidete voi quale vi sembra la più credibile.

La prima è quella di Totò, Eva e il pennello proibito (1959): il copista-falsario Antonio Scorcelletti viene chiamato da due truffatori al Prado per realizzare e rivendere a prezzo da favola una variante della Maja vestida e della Maja desnuda di Goya: la Maja in camicia.
Ma si fa prendere la mano e fabbrica pure le Maja in mutande, in pagliaccetto, in reggiseno, in bikini e così via, in serie.

La seconda è quella di Mario, Beppe e il telefono proibito (2022): lo statista Draghi, al vertice Nato di Madrid, apprende nella notte che il suo amico Grillo ha riferito a Conte, De Masi, Fico e una decina di deputati le telefonate del premier per parlar male di Conte, chiedergli di farlo fuori e intrupparsi con lo scisma di Giggino ‘a Poltrona.
E allora che fa?
Non smentisce e lascia montare il caso mentre gli altri parlano della guerra, delle new entry Svezia e Finlandia e di come fottere i curdi.
Poi parla con Conte e balbetta ai giornalisti che ha iniziato a chiarirsi con lui.
Ma – così almeno dice – non si chiarisce con l’amico Beppe che – così almeno dice – si sarebbe inventato tutto, destabilizzando un governo che difende a spada tratta.
Poi si apparta su una panca del Prado, dando le spalle agli altri, alla Maja vestida e alla Maja desnuda, per telefonare a chissà chi (ma non a Grillo, così almeno dice).
E, 20 ore dopo la notizia, fa uscire fantomatiche “fonti di Palazzo Chigi” a giurare che non ha mai detto quelle cose a Grillo: così, se uscisse qualche registrazione, potrebbe dire che non le conosce.
Fonte Egeria?
Fonti del Clitunno?
Va’ a sapere.
L’indomani, 42 ore dopo la notizia, dice finalmente che non ha mai chiesto a Grillo la testa di Conte.
Ma, quando chiedono se gli parlava male di Conte, parla d’altro: “Voglio vedere i messaggi”.
Come se Grillo non avesse parlato di telefonate; come se a Draghi gli sms partissero a sua insaputa o si scrivessero da soli; come se i soli a possederli non fossero proprio lui e Grillo (che però lui si ostina a non chiamare, almeno così dice).
La stampa si beve tutto e schiuma di sdegno per la figuraccia dell’Italia, ma non di Draghi: è colpa di Conte che s’è inventato tutto.
Quanto alla scissione di Di Maio, che non va neppure alla toilette senza il parere di Draghi, è avvenuta a sua insaputa: come no.
Gran finale: “Senza i 5Stelle non c’è il governo”.
Ecco: non può fare a meno di loro.
Perciò gli ha cancellato il cashback, il superbonus, il salario minimo, la parte ambientalista del Pnrr, ha imposto la schiforma Cartabia, è più bellicista e riarmista di Biden e, quando Di Maio accusa Conte di “minacciare la sicurezza nazionale”, non chiama la neuro: perché li adora.

Non so voi.
Ma, come falsario, io scelgo Antonio Scorcelletti.

:clap::clap::clap:

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Ennio, ma tu stai con di maio o con conte?
Conte vuole la fusione nel piddi
 
Ennio,un bell'enigma fatta persona:D

Che un giorno il sottonick dovrà scriverlo all inglese:eek:

Di Mario sono 2 anni che lho sfanc***ulato, Conte non vuole nessuna fusione, anzi letta è molto più vicino a Renzi e giorgina
 
Ennio, ma se voti conte e poi quello si fonde nel piddi' per te sara' come votare al piddi'
 
pure il fondatore vuole la fusione
 
di Antonio Padellaro

“Piange il telefono. Perché non hai pietà. Però nessuno mi risponderà. Ricordati però. Piango al telefono. L’ultima volta ormai. Ed il perché domani lo saprai”. Domenico Modugno, “Piange… il telefono”.

Nella politica ammobiliata dei retroscena (un po’ scema), dopo che la indegna “poltronite” (nel senso dei **** che non mollano il potere) sembrava finita in soffitta (a parte il revival ‘Giggino ‘a poltrona, nel senso del ministro scissionista Luigi Di Maio), c’è un’assoluta new entry: il tavolino basso, in mogano scuro, del Prado.

Sul quale Mario Draghi pose le preziose terga, in disparte rispetto ai Grandi dell’Occidente, immobile, assorto in una telefonata che fu immaginata sofferta, e forse anche struggente (anche se poi lui disse, alla Forrest Gump, che era un po’ stanchino e che con chi stava parlando erano fatti suoi).

“Seduto le spalle al mondo. Il braccio sinistro che si irrigidisce, il pugno un po’ serrato, lo sguardo enigmatico. E noi qui a domandarci: chi merita tutto questo?” (“La Repubblica”).

Interrogativo con sottinteso incorporato poiché li conosciamo uno per uno gli italianuzzi che ci fanno sempre vergognare all’estero. I Conti, i Grillo, le comari starnazzanti che irrigidiscono il bracco sinistro (con pugno serrato) dell’uomo che tutta la Nato ci invidia.

Se dunque il telefono piangeva, si dirà: stiamo parlando dello stesso Draghi?

Che in giorni non lontani veniva accolto come un Prodigio?

Tanto che si scriveva che al suo passaggio nei corridoi di Montecitorio “i busti di De Nicola e De Gasperi sembravano sorridere”?

Colui che avrebbe ispirato a Massimo Recalcati, sommo studioso della psicopolitica, la rilettura di un passo evangelico dal titolo “Il Draghismo è la legge del padre”, degno dell’Assoluto?

Ma ecco che ora il Migliore di tutti – retrocesso (dalla stampa amica, poi) al rango di un premier qualunque fiocinato in trasferta mentre (roba da Prima Repubblica) difendeva il buon nome della Patria – genera inevitabilmente un sospetto.

Che, cioè, davanti alle sei o sette piaghe d’Egitto che gravano sul nostro presente e futuro – guerra, inflazione, pandemia, razionamento del gas, siccità, ondate migratorie e cavallette comprese (in Sardegna) – gli si voglia (a sua insaputa) precostituire un alibi.

Riversando ogni colpa sulla nota irresponsabilità della politica romana che invece di farsi carico di piaghe e piaghette continua a piantare le solite bandierine da campagna elettorale.

A quando l’immagine di un Draghi trafitto dalle grane leghiste o Cinquestelle, come il San Sebastiano del Mantegna (che tuttavia si può ammirare al Louvre e non al Prado)?

FQ 3 luglio

:bow:
 
Ennio svicola a tutta mancina
:D :D :p
 
di Antonio Padellaro

“Piange il telefono. Perché non hai pietà. Però nessuno mi risponderà. Ricordati però. Piango al telefono. L’ultima volta ormai. Ed il perché domani lo saprai”. Domenico Modugno, “Piange… il telefono”.

Nella politica ammobiliata dei retroscena (un po’ scema), dopo che la indegna “poltronite” (nel senso dei **** che non mollano il potere) sembrava finita in soffitta (a parte il revival ‘Giggino ‘a poltrona, nel senso del ministro scissionista Luigi Di Maio), c’è un’assoluta new entry: il tavolino basso, in mogano scuro, del Prado.

Sul quale Mario Draghi pose le preziose terga, in disparte rispetto ai Grandi dell’Occidente, immobile, assorto in una telefonata che fu immaginata sofferta, e forse anche struggente (anche se poi lui disse, alla Forrest Gump, che era un po’ stanchino e che con chi stava parlando erano fatti suoi).

“Seduto le spalle al mondo. Il braccio sinistro che si irrigidisce, il pugno un po’ serrato, lo sguardo enigmatico. E noi qui a domandarci: chi merita tutto questo?” (“La Repubblica”).

Interrogativo con sottinteso incorporato poiché li conosciamo uno per uno gli italianuzzi che ci fanno sempre vergognare all’estero. I Conti, i Grillo, le comari starnazzanti che irrigidiscono il bracco sinistro (con pugno serrato) dell’uomo che tutta la Nato ci invidia.

Se dunque il telefono piangeva, si dirà: stiamo parlando dello stesso Draghi?

Che in giorni non lontani veniva accolto come un Prodigio?

Tanto che si scriveva che al suo passaggio nei corridoi di Montecitorio “i busti di De Nicola e De Gasperi sembravano sorridere”?

Colui che avrebbe ispirato a Massimo Recalcati, sommo studioso della psicopolitica, la rilettura di un passo evangelico dal titolo “Il Draghismo è la legge del padre”, degno dell’Assoluto?

Ma ecco che ora il Migliore di tutti – retrocesso (dalla stampa amica, poi) al rango di un premier qualunque fiocinato in trasferta mentre (roba da Prima Repubblica) difendeva il buon nome della Patria – genera inevitabilmente un sospetto.

Che, cioè, davanti alle sei o sette piaghe d’Egitto che gravano sul nostro presente e futuro – guerra, inflazione, pandemia, razionamento del gas, siccità, ondate migratorie e cavallette comprese (in Sardegna) – gli si voglia (a sua insaputa) precostituire un alibi.

Riversando ogni colpa sulla nota irresponsabilità della politica romana che invece di farsi carico di piaghe e piaghette continua a piantare le solite bandierine da campagna elettorale.

A quando l’immagine di un Draghi trafitto dalle grane leghiste o Cinquestelle, come il San Sebastiano del Mantegna (che tuttavia si può ammirare al Louvre e non al Prado)?

FQ 3 luglio

:bow:

Il piano del drago è di rimpiazzare mattarella.

Per la precisione, elezioni, vince la meloni, solita manfrina che non si riesce a fare un governo.
Mattarella chiama un cottarelli o un colao, poi si dimette come fece napolitano e il parlamento nomina il loro garante del poltronismo ad oltranza in cambio dell'obbedienza agli ordini dall'alto: il dragone.

Io credo che questi siano i piani. Infatti i vari partiti neanche si preoccupano più dell'opinione degli elettori che tanto non cambierebbe nulla, qualsiasi cosa votino o stiano addirittura a casa.
 
Il piano del drago è di rimpiazzare mattarella.

Per la precisione, elezioni, vince la meloni, solita manfrina che non si riesce a fare un governo.
Mattarella chiama un cottarelli o un colao, poi si dimette come fece napolitano e il parlamento nomina il loro garante del poltronismo ad oltranza in cambio dell'obbedienza agli ordini dall'alto: il dragone.

Io credo che questi siano i piani. Infatti i vari partiti neanche si preoccupano più dell'opinione degli elettori che tanto non cambierebbe nulla, qualsiasi cosa votino o stiano addirittura a casa.[/QUOTE]

non e' da oggi ,solo che adesso e' lampante , la democrazia in Italia ormai e' solo piu' un patetico spettacolo a cui ancora molti credono di partecipare , ancora una bottarella e anche i molti si sveglieranno e a quel punto per il Paese saranno guai enormi, e non si puo' contare neppure sul democratico governo europeo che di credibilita' ora come ora ne ha meno di una moneta da 3 euro.
 
Certo che se questo è ormai il livello degli articoli del FQ da dispettucci e storpiature stiamo messi bene. Una parte megafono governativo, l'altra polemicucce senza una logica.

Perché mi dovrebbero spiegare da un lato se Giggino è poltronista i "fedelissimi" a caccia di deroghe che sarebbero, grandi statisti di cui non si può fare a meno? Se non altro il primo ha fatto un'operazione verità prendendosi i suoi rischi.

Conte che vuole fare da grande? Finora non si è capito che partito voglia costruire, che posizione tenere, che programma o prospettive politiche... Eppure di tempo ne ha avuto!

Di Maio una verità l'ha detta, se salta il governo lo spread schizzerebbe e l'Italia non può, piaccia o meno, stare fuori dalla NATO e dalla UE. Su Draghi mi sono espressa più volte, avevo altre aspettative, sia politiche che umane.
 
non e' da oggi ,solo che adesso e' lampante , la democrazia in Italia ormai e' solo piu' un patetico spettacolo a cui ancora molti credono di partecipare , ancora una bottarella e anche i molti si sveglieranno e a quel punto per il Paese saranno guai enormi, e non si puo' contare neppure sul democratico governo europeo che di credibilita' ora come ora ne ha meno di una moneta da 3 euro.

Considerazioni realistiche e oggettive.
Il cammino verso un regime fascista sembra probabile.
La classe dominante italiana che è la stessa che già produsse il fascismo storico è ritornata al potere con il colpo di stato della magistratura del 92. La sua astuzia è stata controllare i partiti di sinistra, che si fingevano di essere di sinistra ma che rappresentavano gli oligarchi.
Tolta in parte la Lega Salvini contro la quale operano i bracci armati degli oligarchi non esiste un partito alternativo, ideologicamente strutturato.
Il settanta percento della popolazione non ha partiti di rappresentanza e le merci da supermercato presentate al concorso elettorale fanno riferimento allo stesso schema.
 
Ennio, mica si è capito.
Dopo la scissione tu stai con conte ( piddi' ) o con di majo ( mai piddi ') ?
 
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