Sir Wildman
The White Knight
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Quanti soldi del PNRR vanno al ripristino degli stessi?
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Questo è il risultato della gestione pubblica dell'acqua, con acquedotti governati quasi sempre da amministratori strapagati, raccomandati e raccomandanti di nomina politica. Situazione peraltro voluta e votata dagli italiani col 95% dei voti dell'unico referendum che ha avuto quorum in 30 anni.
Come sosteneva Renzi, che è andato a casa anche per questa storia, la gestione dell'acqua, reti comprese, va immediatamente data in concessione ai privati, con gara pubblica sul prezzo. Al limite la politica si può tenere in mano la possibilità di annullare la gara se i risultati in corso d'opera non sono soddisfacenti.
Come al solito, tutto quello che in Italia viene toccato dalla politica e dalla gestione pubblica, finisce allo sfascio e nella corruzione.
Ma per favore, una barzelletta ...
Water privatisation: a worldwide failure? | Access to water | The Guardian
Tutte le volte che privatizzi un monopolio (locale o non) e' sempre un disastro. Se poi la domanda e' piuttosto rigida pure peggio.
E il motivo e' perfettamente ovvio: il privato entra in campo per fare profitti, e questi son la differenza tra entrate e costi.
Se vuoi fare piu' profitti devi o aumentare le entrate, o diminuire le uscite, e entrambe le cose.
Quindi privatizzazione uguale o aumento delle bollette, o meno soldi in manutenzione, o entrambe le cose.
Le autostrade sono un esempio perfetto di quello che avresti anche con l'acqua: una rete al disastro (pure peggio
di adesso) e tariffe alle stelle.
Il vero problema e' che la manutenzione e' stata tagliata di brutto. E non solo quella della rete idrica: hai la stessa cosa
per il sistema idrogeologico e mille altre cose. Si e' tagliato brutalmente con l'accetta.
E' quell'operazione che, a partire dagli anni 90, han chiamato "risanamento".
eh, ma la TAV....
volete la pace o lavarvi in casa?
La dispersione è molto più accentuata nel settore civile, con perdite del 45,3%. Per le pratiche irrigue si stima invece una dispersione di acqua del 15%; risultano minime infine le percentuali di dispersione per gli altri usi.
Non ho scritto privatizzazione. Leggi bene.
Questo è il risultato della gestione pubblica dell'acqua, con acquedotti governati quasi sempre da amministratori strapagati, raccomandati e raccomandanti di nomina politica. Situazione peraltro voluta e votata dagli italiani col 95% dei voti dell'unico referendum che ha avuto quorum in 30 anni.
Come sosteneva Renzi, che è andato a casa anche per questa storia, la gestione dell'acqua, reti comprese, va immediatamente data in concessione ai privati, con gara pubblica sul prezzo. Al limite la politica si può tenere in mano la possibilità di annullare la gara se i risultati in corso d'opera non sono soddisfacenti.
Come al solito, tutto quello che in Italia viene toccato dalla politica e dalla gestione pubblica, finisce allo sfascio e nella corruzione.
Ma per favore, una barzelletta ...
Water privatisation: a worldwide failure? | Access to water | The Guardian
Tutte le volte che privatizzi un monopolio (locale o non) e' sempre un disastro. Se poi la domanda e' piuttosto rigida pure peggio.
E il motivo e' perfettamente ovvio: il privato entra in campo per fare profitti, e questi son la differenza tra entrate e costi.
Se vuoi fare piu' profitti devi o aumentare le entrate, o diminuire le uscite, e entrambe le cose.
Quindi privatizzazione uguale o aumento delle bollette, o meno soldi in manutenzione, o entrambe le cose.
Le autostrade sono un esempio perfetto di quello che avresti anche con l'acqua: una rete al disastro (pure peggio
di adesso) e tariffe alle stelle.
Il vero problema e' che la manutenzione e' stata tagliata di brutto. E non solo quella della rete idrica: hai la stessa cosa
per il sistema idrogeologico e mille altre cose. Si e' tagliato brutalmente con l'accetta.
E' quell'operazione che, a partire dagli anni 90, han chiamato "risanamento".
Questo è il risultato della gestione pubblica dell'acqua, con acquedotti governati quasi sempre da amministratori strapagati, raccomandati e raccomandanti di nomina politica. Situazione peraltro voluta e votata dagli italiani col 95% dei voti dell'unico referendum che ha avuto quorum in 30 anni.
Come sosteneva Renzi, che è andato a casa anche per questa storia, la gestione dell'acqua, reti comprese, va immediatamente data in concessione ai privati, con gara pubblica sul prezzo. Al limite la politica si può tenere in mano la possibilità di annullare la gara se i risultati in corso d'opera non sono soddisfacenti.
Come al solito, tutto quello che in Italia viene toccato dalla politica e dalla gestione pubblica, finisce allo sfascio e nella corruzione.
Non ho scritto privatizzazione. Leggi bene.