jump st. man
sparate sul pianista
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quando il vecchio Trump decise di riportare a casa la produzione USA delocalizzata, non molti pensarono che quella sarebbe stata una mossa suicida. il costo del lavoro non è la stessa cosa negli USA o in Cina. ed ecco che il povero Biden si trova con la bomba inflazione nella sua mano. la miccia, però, l'aveva innescata il vecchio Trump ed ora il $ (e la sua tenuta valutaria) si trova drammaticamente al centro della scena.
la guerra, guardandola dal lato cinese, è stata scatenata con tempismo perfetto, innescando la violenza speculativa di una crisi essenzialmente energetica sulle macerie di una globalizzazione ormai inceppata da più parti. vediamo poi gli indici, segni evidenti di una guerra finanziaria senza più esclusione di colpi. Cina sta ritirando tutti i suoi flussi da Wall Street e questo mina nel profondo il tenore di vita ancorato a fondi pensione, assicurazioni, piani di accumulo generati dal precedente stato globale. stato che ormai si sta dissolvendo.
gli USA si ritrovano adesso con costi del lavoro fuori controllo, casse previdenziali in enorme sofferenza, incapacità di attrarre investimenti in grado di generare surplus di rendite a buon mercato. tutto ciò, mentre la guerra semplicemente sta distruggendo potere d'acquisto in Europa e frantuma gli asset delle banche d'affari in giro per il mondo. che fare, dunque? confidare sui tassi espansivi e tornare ai vecchi fasti delle rendite garantite dagli Stati sovrani? che di sovrano, a ben guardare (a parte qualche rara eccezione), non hanno quasi più nulla.
per la prima volta, comunque, la FED non è stata dalla parte dei mercati e questo è motivo di riflessione. principalmente, perchè l'inflazione questa volta è strutturale e non controllabile dalla sola mano dei mercati. questa è la vera, sconvolgente novità. la mano pubblica, per quanto vilipesa, torna al centro della scena. i mercati recedono e danno fuori di testa: come bambini capricciosi, isterici, vendicativi!
a questo punto, i mercati rischiano di restare con poca benzina e di dover camminare con le sole, proprie gambe. in questa particolare situazione, la FED opera come un organismo politico, che vuole restituire vigore e credibilità al $, piuttosto che elargire denaro elettronico a fondo perduto. la domanda, a questo punto, è: ce la faranno i mercati a raccattare soldi senza gli anticipi elettronici della FED? nella fase in cui Cina, pandemia e guerra stanno prosciugando interi filoni speculativi, intere catene di rifornimenti garantite dalle (ex) dinamiche globali?
la guerra, guardandola dal lato cinese, è stata scatenata con tempismo perfetto, innescando la violenza speculativa di una crisi essenzialmente energetica sulle macerie di una globalizzazione ormai inceppata da più parti. vediamo poi gli indici, segni evidenti di una guerra finanziaria senza più esclusione di colpi. Cina sta ritirando tutti i suoi flussi da Wall Street e questo mina nel profondo il tenore di vita ancorato a fondi pensione, assicurazioni, piani di accumulo generati dal precedente stato globale. stato che ormai si sta dissolvendo.
gli USA si ritrovano adesso con costi del lavoro fuori controllo, casse previdenziali in enorme sofferenza, incapacità di attrarre investimenti in grado di generare surplus di rendite a buon mercato. tutto ciò, mentre la guerra semplicemente sta distruggendo potere d'acquisto in Europa e frantuma gli asset delle banche d'affari in giro per il mondo. che fare, dunque? confidare sui tassi espansivi e tornare ai vecchi fasti delle rendite garantite dagli Stati sovrani? che di sovrano, a ben guardare (a parte qualche rara eccezione), non hanno quasi più nulla.
per la prima volta, comunque, la FED non è stata dalla parte dei mercati e questo è motivo di riflessione. principalmente, perchè l'inflazione questa volta è strutturale e non controllabile dalla sola mano dei mercati. questa è la vera, sconvolgente novità. la mano pubblica, per quanto vilipesa, torna al centro della scena. i mercati recedono e danno fuori di testa: come bambini capricciosi, isterici, vendicativi!
a questo punto, i mercati rischiano di restare con poca benzina e di dover camminare con le sole, proprie gambe. in questa particolare situazione, la FED opera come un organismo politico, che vuole restituire vigore e credibilità al $, piuttosto che elargire denaro elettronico a fondo perduto. la domanda, a questo punto, è: ce la faranno i mercati a raccattare soldi senza gli anticipi elettronici della FED? nella fase in cui Cina, pandemia e guerra stanno prosciugando interi filoni speculativi, intere catene di rifornimenti garantite dalle (ex) dinamiche globali?