I segnaali c’erano da anni, le strade impostate dal cosidetto welfear cui sono stati convertiti parti intere di conquiste sociali come la quattordicesima o i premi produzione in buoni spesa o cheque limitati ad ambiti di acquisto con la colpevole complicità dei sindacati, davano metro e misura di ciò che si sta delineando.
La sostanziale differenza tra il danaro liquido (contante) e la piattaforma di danaro virtuale è la condizione di capacità di acquisto. Se “la mille lire” in tasca, da sì la possibilità di acquistare droga o armi, la moneta virtuale può determinare i limiti di acquisto del numero di bistecche o di caramelle in un dato tempo e luogo, o, la scelta del fornitore.
L’ironia sta nel fatto che l’umanità deve rendersi sempre più liquida, dalla sessualità alla disponibilità lavorativa, modificando la natura di ciascuno per rispetto di una società sempre meno sociale, mentre il danaro che per evoluzione storica si è reso nel tempo sempre più liquido (tenendo conto del limite fisico che il sale), che come quello del salario è insolubile, se non nel mare del libero mercato oramai libero solo di nome.
I limiti funzionali del danaro elettronico, si sono palesati già tempo fa, quando per un bug una intera catena di distribuzione alimentare si è vista impossibilitata di fare negozio. Altro limite sta ovviamente nella natura elettronica del danaro, senza corrente non c’è danaro e senza banca (o per limiti all’operatività) dei dati non c’è conto/credito/debito.
La “lotta”per la difesa del contante, silenziata il più possibile mezzo stampa, ha portato avanti concetti filosofici di danaro contante come conquista e motivo dello sviluppo umano degli ultimi secoli, o di libertà personale conquistata attraverso la capacità d risparmio, impossibile se la gestione terza da per concessione di credito disponibile o per debito.
Tanta resistenza ha trovato nella storia il concetto di debito, ora in una inversione del significato delle parole, il credito (sociale ) definisce un debito di tempo e di energia verso entità contabilizzanti l’etica e la morale.