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nesema

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Un uomo solo allo sbaraglio La crisi politica della Lega e la stanchezza di Capitan Salvini

Il leader del Carroccio si lamenta di far parte del governo, ma accetta ogni provvedimento preso. Sulla partita del Quirinale rischia di non toccare palla. Vede i suoi dirigenti (Zaia e Fedriga) acquisire sempre più spazio mediatico e per questo fa slittare il congresso. Senza la Bestia di Luca Morisi non sa più come fare notizia

La Lega è entrata in crisi. Una crisi prettamente politica che si squaderna dinanzi alla difficoltà di stare in un governo a trazione riformista, trazione data dal presidente del Consiglio con l’ovvio consenso del Partito democratico, Italia viva e il non pervenuto del Movimento 5 stelle guidato (si fa per dire) da Giuseppe Conte. Un governo che – prendiamo gli ultimi due giorni – sigla un patto storico con la Francia dell’europeista Macron e approva una delega fiscale che abbassa le tasse al ceto medio, disegnando quella che sarà l’ossatura della riforma fiscale, è un governo che cambia le cose presenti: e in senso opposto ai capisaldi della Lega salviniana, sovranismo e ingiustizia sociale.

Il Trattato del Quirinale (che imbarazzo per quel Di Maio che andò a incontrare il fabbro Christophe Chalencon, quello che voleva sfondare il grande cancello dell’Eliseo e oggi è costretto a fare i salamelecchi all’inquilino del medesimo Eliseo) rappresenta un importante passaggio della stagione europeista, esattamente il contrario della ideologia di Salvini, l’uomo politico italiano più refrattario ai valori liberali, europeisti e progressisti che insieme formano l’impasto del macronismo, che con il draghismo è oggi la colonna dell’Europa, in attesa che arrivi Olaf Scholz oggi gravemente alle prese con la recrudescenza della pandemia.

Quanto al fisco, la Lega ha apposto la firma a una legge delega fondata sulla progressività e non sulla iniqua follia della flat tax. È stata costretta a farlo. Come in molti altri passaggi. La faccia feroce sugli immigrati non si scorge più. L’esaltazione del Far west e del diritto a farsi giustizia da sé è sparita dai radar. In generale, la Lega è lenta, mentre la concorrente Meloni è più lesta ad alzare polveroni (fino al cinico ondeggiare sulla questione dei vaccini, sempre tentata dal voler assicurarsi i voti dei No vax). È dunque Matteo Salvini non sa dire altro che «stiamo pagando la scelta di entrare nel governo»: una frase di un uomo stanco, che vorrebbe essere altrove, che ha smarrito la strada. E che, per dirne un’altra, sul Quirinale non ha carte da giocare, a destra il territorio è presidiato da Silvio Berlusconi, la Lega sarà uno dei partiti che meno conterà nel big match quirinalizio.

Il famoso congresso slitta, non si è mai saputo nulla delle procedure democratiche che dovrebbero regolare la dinamica congressuale, né è chiaro se e quando si farà. Forse sarebbe stato un appuntamento per il Capitano (o ex Capitano) non trionfale, data la forza che stanno acquisendo i governatori e segnatamente Massimiliano Fedriga che, in qualità di Presidente della Conferenza delle regioni, è stato pubblicamente ringraziato da Mario Draghi per il suo ruolo costruttivo nella campagna contro il Covid. Fedriga, dunque, e con lui Luca Zaia (buono il suo libro, ne abbiamo scritto qui), e altri amministratori locali, gente che fa i conti con i problemi reali tutti i giorni, altro che Far west e immigrati. E c’è sempre lo spettro di Giancarlo Giorgetti a turbargli i sonni.

Sì, il capo della Lega ha perso la Bestia di Morisi ma anche quel fiuto che aveva innalzato la Lega al primo posto nei sondaggi, poi superata da Fratelli d’Italia e anche dal Pd, e ora Salvini lo si sente di meno, gira poco, non fa notizia. Ed è un bel problema, per uno come lui.

La crisi politica della Lega e la stanchezza di Capitan Salvini - Linkiesta.it
 
Lol
I propagandisti antiLega e antiSalvini ricevono l'obolo per sopravvivere e si scatenano.
 
Non sono d'accordo sul discorso del "fiuto": che a solleticare le frustrazioni del popolino si prendano voti l'hanno capito tutti, mica solo Salvini, o adesso la Meloni.

Il problema è che poi deve esserci una visione politica dietro, della sostanza, e questi non ne hanno: per cui alla prova dei fatti si squagliano nel nulla che sono
 
Il sistema di potere mafioso, perchè non saprei definirlo in altro modo, che imperversa in Italia da decenni, ha già iniziato la campagna elettorale ? Prima era imperativo far fuori solo Salvini, reo di essere arrivato troppo in alto col consenso elettorale. Ci hanno provato con la storia dei 49 milioni, poi con la fantomatica tangente russa e infine sono riusciti a mandarlo sotto processo con l'incredibile accusa di sequestro di persona.:D Adesso bisogna attaccare anche la Meloni, anch'essa diventata troppo pericolosa. Lo schema è sempre lo stesso: denigrare, demonizzare, colpire il nemico politico in tutti i modi possibili, usando quasi sempre, anche la magistratura politicizzata.:bye:
 
In effetti è un po' cupo, colpa anche dei Fedrighi, dei Giorgetti che fanno gli amiconi e poi mandano le polizie a casa dei Morisi, degli Zai. :D



 
Salvini ha sbagliato clamorosamente col green pass e a consentire a talebani come fedriga di distruggere definitivamente la lega
 
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