L'oligarchia draghiana sogna di abolire il voto di Daniela Ranieri Fq Li vedete i b

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L'oligarchia draghiana sogna di abolire il voto

di Daniela Ranieri
Fq

Li vedete i ballon d’essai? Volteggiano nell’aere per saggiare la direzione del vento. Dopo il palloncino del governo dei militari suggerito da Marcello Sorgi su La Stampa (fantasticheria forse troppo spinta, poi derubricata dal suo autore a provocazione), negli ultimi giorni il cielo si è riempito di mongolfierine inequivocabili. Sopra ci sono scritte cose come “maggioranza Ursula”, “stabilità”, “riforme”, etc.: sono stringhe di codice tra iniziati che significano solo una cosa: il sogno proibito del Sistema – la fine della democrazia e l’instaurarsi dell’oligarchia draghiana – non è più proibito.

Paolo Mieli è il capovaro del pallone più grosso: “E se decidessimo di non votare mai più?”, scrive nell’incipit del suo editoriale sul Corriere. In pratica centrosinistra e centrodestra, più le forze di centro “pronube”, si devono unire – una volta esclusi la Lega e i “grillini” (sic) – sotto la guida di Draghi, che deve “restare a Palazzo Chigi per il resto dei suoi giorni”. Certo, concede Mieli, “gli italiani voterebbero sì, tra un anno o due, per le politiche, ma l’effetto delle elezioni sarebbe, per così dire, fortemente mitigato”.

Ecco cosa ci vuole: una democrazia mitigata. Ci fanno votare per darci un trastullo, ma poi tanto governa Draghi fino alla fine dei suoi giorni (ma siamo sicuri che è mortale?). Lo stesso giorno il Corriere ospita l’intervista al padrone delle ferriere Bonomi, che con la consueta protervia asserisce: “Noi siamo sicuri che il governo sappia bene ciò che va fatto, ma i partiti lo assediano”. I partiti, questa istituzione in cui secondo una vetusta Costituzione i cittadini hanno diritto di associarsi per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, hanno rotto le palle, “non hanno ancora capito” cosa devono fare, cioè piegare la testa a Draghi – e a Bonomi che detta l’agenda, il cui primo punto prescrive di piantarla di “mettere soldi sulle pensioni”, troppo generose, pure per i lavori usuranti.

Ieri invece su Repubblica l’intervistato era il ministro Brunetta, uno dei Migliori: “Abbiamo bisogno di partiti all’altezza di Draghi”: non della democrazia, non del popolo che i partiti rappresentano, ma di Draghi. Si era mai vista nella storia della Repubblica una così smaccata sottomissione volontaria a un uomo solo al comando? Almeno ai tempi d’oro di Berlusconi il Pdl (e Brunetta) i voti li prendeva, pur col trucchetto del Porcellum.

Poi spara il suo pallone: un “semipresidenzialismo con Draghi al Quirinale”, perché ce lo chiedono “i vaccinati, le cassiere, i colletti blu, gli impiegati” (quelli che lui ha costretto a rientrare in ufficio per rimpinzare il Pil delle aree urbane dove si vendono i panini). Non si contano poi i fiati d’essai, gli ottoni, i tromboni: Calenda – che si comporta come se fosse stato incoronato dentro San Pietro la notte di Natale, ma è solo arrivato terzo alle Comunali di Roma – detta la linea alla Nazione: “Serve un fronte da Bersani a Giorgetti per Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023”.

Poi c’è Renzi, il Re del flatus vocis, che vuole Draghi fino al 2023; i sondaggi lo danno all’1 virgola qualcosa per cento, ma lui non se ne cura; propone un referendum contro il Reddito di cittadinanza – perché i poveri non li ha colpiti abbastanza quando era “premier” – e non riesce a raccogliere nemmeno 5 mila firme: cioè non l’hanno firmato nemmeno i padroncini che costituiscono il suo elettorato.

Il Pd, un po’ ringalluzzito dopo le Comunali, sillaba delle delicate critiche a Draghi; ma non si farà problemi a piegarsi docilmente al nuovo corso: sanno bene che gli elettori li votano perché l’alternativa sono i fascisti, i no-vax, gente come Michetti… Hanno tutti capito che la lotta politica non paga: chi glielo fa fare? Prima cercavano il consenso, adesso sanno che per governare – per regnare, per vivere di rendita con tutti i bonus – i voti non occorrono. È una fatica star lì a parlamentare, al Parlamento o nel consiglio dei Ministri (dove Draghi sa già cosa fare), col rischio di far ********* Bonomi. L’establishment applaude. Il popolo tace e ringrazia. Già è andata a votare la metà degli elettori; si può arrivare a un terzo, a un quarto, al voto d’élite, o eliminare del tutto le elezioni, come suggerisce il maggior quotidiano nazionale. L’oligarchia non ha bisogno di energia esterna per perpetrarsi, è un sistema chiuso che si legittima da sé. Come dice Brunetta: avanti “fino al 2030, un decennio di stabilità e riforme”! Conflitti sociali spianati, nessuna “protesta aggressiva” che ostacoli la ripresa economica (Mattarella dixit), testa bassa e lavorare, ché a governare ci pensa Draghi, con Brunetta, Calenda, Giorgetti, Renzi, Berlusconi e le forze pronube. (Nota: i giornali che insegnano la via sono quelli che dicevano che i 5Stelle erano anti-sistema e hanno passato anni a denunciare la pericolosa deriva dell’anti-politica).


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L'oligarchia draghiana sogna di abolire il voto

di Daniela Ranieri
Fq

Li vedete i ballon d’essai? Volteggiano nell’aere per saggiare la direzione del vento. Dopo il palloncino del governo dei militari suggerito da Marcello Sorgi su La Stampa (fantasticheria forse troppo spinta, poi derubricata dal suo autore a provocazione), negli ultimi giorni il cielo si è riempito di mongolfierine inequivocabili. Sopra ci sono scritte cose come “maggioranza Ursula”, “stabilità”, “riforme”, etc.: sono stringhe di codice tra iniziati che significano solo una cosa: il sogno proibito del Sistema – la fine della democrazia e l’instaurarsi dell’oligarchia draghiana – non è più proibito.

Paolo Mieli è il capovaro del pallone più grosso: “E se decidessimo di non votare mai più?”, scrive nell’incipit del suo editoriale sul Corriere. In pratica centrosinistra e centrodestra, più le forze di centro “pronube”, si devono unire – una volta esclusi la Lega e i “grillini” (sic) – sotto la guida di Draghi, che deve “restare a Palazzo Chigi per il resto dei suoi giorni”. Certo, concede Mieli, “gli italiani voterebbero sì, tra un anno o due, per le politiche, ma l’effetto delle elezioni sarebbe, per così dire, fortemente mitigato”.

Ecco cosa ci vuole: una democrazia mitigata. Ci fanno votare per darci un trastullo, ma poi tanto governa Draghi fino alla fine dei suoi giorni (ma siamo sicuri che è mortale?). Lo stesso giorno il Corriere ospita l’intervista al padrone delle ferriere Bonomi, che con la consueta protervia asserisce: “Noi siamo sicuri che il governo sappia bene ciò che va fatto, ma i partiti lo assediano”. I partiti, questa istituzione in cui secondo una vetusta Costituzione i cittadini hanno diritto di associarsi per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, hanno rotto le palle, “non hanno ancora capito” cosa devono fare, cioè piegare la testa a Draghi – e a Bonomi che detta l’agenda, il cui primo punto prescrive di piantarla di “mettere soldi sulle pensioni”, troppo generose, pure per i lavori usuranti.

Ieri invece su Repubblica l’intervistato era il ministro Brunetta, uno dei Migliori: “Abbiamo bisogno di partiti all’altezza di Draghi”: non della democrazia, non del popolo che i partiti rappresentano, ma di Draghi. Si era mai vista nella storia della Repubblica una così smaccata sottomissione volontaria a un uomo solo al comando? Almeno ai tempi d’oro di Berlusconi il Pdl (e Brunetta) i voti li prendeva, pur col trucchetto del Porcellum.

Poi spara il suo pallone: un “semipresidenzialismo con Draghi al Quirinale”, perché ce lo chiedono “i vaccinati, le cassiere, i colletti blu, gli impiegati” (quelli che lui ha costretto a rientrare in ufficio per rimpinzare il Pil delle aree urbane dove si vendono i panini). Non si contano poi i fiati d’essai, gli ottoni, i tromboni: Calenda – che si comporta come se fosse stato incoronato dentro San Pietro la notte di Natale, ma è solo arrivato terzo alle Comunali di Roma – detta la linea alla Nazione: “Serve un fronte da Bersani a Giorgetti per Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023”.

Poi c’è Renzi, il Re del flatus vocis, che vuole Draghi fino al 2023; i sondaggi lo danno all’1 virgola qualcosa per cento, ma lui non se ne cura; propone un referendum contro il Reddito di cittadinanza – perché i poveri non li ha colpiti abbastanza quando era “premier” – e non riesce a raccogliere nemmeno 5 mila firme: cioè non l’hanno firmato nemmeno i padroncini che costituiscono il suo elettorato.

Il Pd, un po’ ringalluzzito dopo le Comunali, sillaba delle delicate critiche a Draghi; ma non si farà problemi a piegarsi docilmente al nuovo corso: sanno bene che gli elettori li votano perché l’alternativa sono i fascisti, i no-vax, gente come Michetti… Hanno tutti capito che la lotta politica non paga: chi glielo fa fare? Prima cercavano il consenso, adesso sanno che per governare – per regnare, per vivere di rendita con tutti i bonus – i voti non occorrono. È una fatica star lì a parlamentare, al Parlamento o nel consiglio dei Ministri (dove Draghi sa già cosa fare), col rischio di far ********* Bonomi. L’establishment applaude. Il popolo tace e ringrazia. Già è andata a votare la metà degli elettori; si può arrivare a un terzo, a un quarto, al voto d’élite, o eliminare del tutto le elezioni, come suggerisce il maggior quotidiano nazionale. L’oligarchia non ha bisogno di energia esterna per perpetrarsi, è un sistema chiuso che si legittima da sé. Come dice Brunetta: avanti “fino al 2030, un decennio di stabilità e riforme”! Conflitti sociali spianati, nessuna “protesta aggressiva” che ostacoli la ripresa economica (Mattarella dixit), testa bassa e lavorare, ché a governare ci pensa Draghi, con Brunetta, Calenda, Giorgetti, Renzi, Berlusconi e le forze pronube. (Nota: i giornali che insegnano la via sono quelli che dicevano che i 5Stelle erano anti-sistema e hanno passato anni a denunciare la pericolosa deriva dell’anti-politica).


Vedi l'allegato 2792861

A questa Daniela non la si fa micca:D.
 
Non sarebbe una cattiva idea se si pensa che alle ultime elezioni il partito più votato è stato il 5s
 
Il Fatto sta decisamente sbarellando:D
 
E pensare che senza l'appoggio di Giuseppe non esisterebbe nessun governo Draghi.

Invece i fivesofa' tengono duro fino al 2023 perche' poi torneranno ai loro 800 euro mensili.
Giuseppe giuseppe.. dopo l'accordo strategico elettorale con il piddi.. ora appoggi modello zerbiro il dittatore... ed Ennio ha i calli sulle mani per applaudirti.. :)
 
E pensare che senza l'appoggio di Giuseppe non esisterebbe nessun governo Draghi.

Invece i fivesofa' tengono duro fino al 2023 perche' poi torneranno ai loro 800 euro mensili.
Giuseppe giuseppe.. dopo l'accordo strategico elettorale con il piddi.. ora appoggi modello zerbiro il dittatore... ed Ennio ha i calli sulle mani per applaudirti.. :)

Non è così.
Anche con Giuseppe all'opposizione, ci sarebbe sempre la maggioranza per Draghi.
 
Non sarebbe una cattiva idea se si pensa che alle ultime elezioni il partito più votato è stato il 5s

Quindi? Possiamo eliminare le elettriche non vi piacciono i 5 stelle, a me stanno sui cog... tutti i vecchi partiti, ma non ho mai pensato di eliminare le elezioni
 
E pensare che senza l'appoggio di Giuseppe non esisterebbe nessun governo Draghi.

Invece i fivesofa' tengono duro fino al 2023 perche' poi torneranno ai loro 800 euro mensili.
Giuseppe giuseppe.. dopo l'accordo strategico elettorale con il piddi.. ora appoggi modello zerbiro il dittatore... ed Ennio ha i calli sulle mani per applaudirti.. :)

Perché i tuoi pupilli :D ha eliminato il nord per poter diventare premier :angry: ma ha preso una cantonata, penso che per il 2023 scenderà sotto il 17%..
 
Perché i tuoi pupilli :D ha eliminato il nord per poter diventare premier :angry: ma ha preso una cantonata, penso che per il 2023 scenderà sotto il 17%..

Parli del mio pupillo Vito Gennaro? :D
Scendera' ancora molto se continua a rimanere in sella.
Certo che scendera'sotto il 17%.
Invece che probabilita' ci sono che i fivesofa' scenderanno sotto il 33%?
E sotto il 10%?
E sotto il 4% al Nord? :D
 
1 ANNO

anzi

NEANCHE UN ANNO

di governo Draghi e già al Falso Quotidiano ci sono i deliri sulla fine della democrazia, i golpe, il governo eterno e immortale dell'Imperatore :D




ma drogatevi di meno! Se il m5s e la Lega (guarda un po'.... il CONTE I :) ) sono così preoccupati di essere tagliati fuori levassero la fiducia al governo Draghi (e secondo me sarebbe anche felice di levarsi di torno senza cercare Ciampolilli improbabili come l'avvocato del popolo)
 
1 ANNO

anzi

NEANCHE UN ANNO

di governo Draghi e già al Falso Quotidiano ci sono i deliri sulla fine della democrazia, i golpe, il governo eterno e immortale dell'Imperatore :D




ma drogatevi di meno! Se il m5s e la Lega (guarda un po'.... il CONTE I :) ) sono così preoccupati di essere tagliati fuori levassero la fiducia al governo Draghi (e secondo me sarebbe anche felice di levarsi di torno senza cercare Ciampolilli improbabili come l'avvocato del popolo)

appunto, ma basterebbe che si alzassero e uscissero quelli che rimangono dei 5s e il draghi 1 sono sicuro che cadrebbe
visto che al voto ci vuole andare anche 1/2 CDX (anzi i 2/3) conte con il suo 60% di gradimento vincerebbe a man bassa :D
 
E pensare che senza l'appoggio di Giuseppe non esisterebbe nessun governo Draghi.

Invece i fivesofa' tengono duro fino al 2023 perche' poi torneranno ai loro 800 euro mensili.
Giuseppe giuseppe.. dopo l'accordo strategico elettorale con il piddi.. ora appoggi modello zerbiro il dittatore... ed Ennio ha i calli sulle mani per applaudirti.. :)

800? Tornano disoccupati a zero lire/mese :o
 
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