belanda
Nuovo Utente
- Registrato
- 4/1/13
- Messaggi
- 52.641
- Punti reazioni
- 1.544
Ci risiamo. La destra torna alla carica, anche in Parlamento, con il blocco navale da fare per ostacolare i migranti.
Allora una volta per tutte vediamo quanto prendono in giro le persone.
Tralasciamo l’aspetto etico e di diritto internazionale, secondo il quale fare un blocco navale è illegale (trattasi di atto di guerra), e vediamolo solo materialmente. Basta quello per ora.
La Libia ha 1.700 chilometri di costa. Per pattugliarla non ci puoi mandare 2-3 barche, ne devi mandare decine se non tutta la flotta militare (circa 50 imbarcazioni) a fare su e giù per miglia e miglia e per almeno 6 mesi l’anno, ossia quelli dove i flussi migratori son più attivi. Le navi consumano un’enormità di carburante, che non è gratis. La Cavour, la nostra portaerei, è bella ma data la stazza beve come una spugna: a 16 nodi consuma 3mila litri di gasolio l’ora, il cui costo si aggira attorno ad 1 euro/litro. Immaginate quindi mandare tutta la flotta a pattugliare quotidianamente le coste per 6 mesi. Immaginate il consumo che avrebbe. E il costo.
Questi gentiluomini (e gentildonne) propongono poi di fare un blocco navale a due passi dalle coste libiche, ossia dentro le sue acque territoriali. Questo comporterebbe, evidentemente, l’avvio di una missione all’estero per i marinari italiani che dovremmo spedire in loco. Migliaia di marinari. Perché quelle decine di navi non si muovono da sole. E sempre sulla Cavour hai 1.200 uomini di equipaggio, mentre su una nave più piccola, una fregata, ne hai 200/250. Tutto personale militare a cui devi pagare indennità, dato che è in missione. Anche qui per mesi e mesi.
Ora, senza neanche fare i conti in dettaglio, siamo ad un totale che si aggira attorno a centinaia di milioni di euro. Senza contare il rischio, non indifferente, che qualcuno dalla costa ci tiri un un missile, uccidendo i nostri ragazzi e facendo danni per milioni alle navi (che costano un occhio della testa, centinaia di milioni).
Allora due domande.
Con un Paese in ginocchio, che deve investire in lavoro, sanità, scuola, ricerca, ne vale davvero la pena per fermare 4 disperati che scappano dalla fame e dalla guerra?
Secondariamente, la domanda che si può fare alla destra su praticamente ogni straccio di proposta populista che fa: chi paga il conto e come lo si paga?
Allora una volta per tutte vediamo quanto prendono in giro le persone.
Tralasciamo l’aspetto etico e di diritto internazionale, secondo il quale fare un blocco navale è illegale (trattasi di atto di guerra), e vediamolo solo materialmente. Basta quello per ora.
La Libia ha 1.700 chilometri di costa. Per pattugliarla non ci puoi mandare 2-3 barche, ne devi mandare decine se non tutta la flotta militare (circa 50 imbarcazioni) a fare su e giù per miglia e miglia e per almeno 6 mesi l’anno, ossia quelli dove i flussi migratori son più attivi. Le navi consumano un’enormità di carburante, che non è gratis. La Cavour, la nostra portaerei, è bella ma data la stazza beve come una spugna: a 16 nodi consuma 3mila litri di gasolio l’ora, il cui costo si aggira attorno ad 1 euro/litro. Immaginate quindi mandare tutta la flotta a pattugliare quotidianamente le coste per 6 mesi. Immaginate il consumo che avrebbe. E il costo.
Questi gentiluomini (e gentildonne) propongono poi di fare un blocco navale a due passi dalle coste libiche, ossia dentro le sue acque territoriali. Questo comporterebbe, evidentemente, l’avvio di una missione all’estero per i marinari italiani che dovremmo spedire in loco. Migliaia di marinari. Perché quelle decine di navi non si muovono da sole. E sempre sulla Cavour hai 1.200 uomini di equipaggio, mentre su una nave più piccola, una fregata, ne hai 200/250. Tutto personale militare a cui devi pagare indennità, dato che è in missione. Anche qui per mesi e mesi.
Ora, senza neanche fare i conti in dettaglio, siamo ad un totale che si aggira attorno a centinaia di milioni di euro. Senza contare il rischio, non indifferente, che qualcuno dalla costa ci tiri un un missile, uccidendo i nostri ragazzi e facendo danni per milioni alle navi (che costano un occhio della testa, centinaia di milioni).
Allora due domande.
Con un Paese in ginocchio, che deve investire in lavoro, sanità, scuola, ricerca, ne vale davvero la pena per fermare 4 disperati che scappano dalla fame e dalla guerra?
Secondariamente, la domanda che si può fare alla destra su praticamente ogni straccio di proposta populista che fa: chi paga il conto e come lo si paga?