stefm
Sturm und Drang
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Piccola riflessione personale su questa orrenda storia, se dovessero essere confermate le notizie che emergono dalle indagini.
Ci saranno sicuramente quelli che verranno fuori con "anche in Italia si uccidono donne in famiglia, femminicidio, eccetera eccetera".
In realtà questi crimini da italianissimi, seppur nelle loro teste sono giustificati da un senso di possesso malato o comunque di una morbosità evidente dei rapporti, non scaturiscono da norme culturali prevalenti (almeno oggi nel 2021), spero che almeno su questo siamo d'accordo. Penso siano condannabili dal 99,9% della popolazione, se si escludono appunto quei pochi malati di mente che arrivano a compierli.
Viceversa nel caso di Saman si tratta proprio di scontro di modelli culturali. Sicuramente anche in Pakistan, come dappertutto, le classi elevate avranno un altra serie di valori che in qualche modo supera questa barbarie, ma gran parte del popolino no. E notate che dico barbarie non perché mi senta superiore (OK, un po' sì, se questo è il risultato), ma perché si tratta di costumi che sono propri di culture "aliene" rispetto alla nostra. La pressione sociale, i parenti, la comunità, non ammettono questi sgarri: se la ragazzina non si adegua, l'onta si può lavare solo col sangue.
Questo mi porta a fare due riflessioni:
1) Come possono queste persone pensare di abitare in Italia per 10-15-20 anni e continuare a vivere in una bolla ermetica che non consente la benché minima "contaminazione" della cultura locale? Se giudicano i loro usi e costumi talmente sacri da punire una deviazione del genere col sangue, perché si espongono a una quasi certezza che questo avvenga venendo a stabilirsi nella "decadente" cultura occidentale? Se in Pakistan si vuole vivere così, non sarò certo io a dettar legge in casa altrui. Ma se ti trasferisci qui e poi pretendi che i figli alla lunga non tentino di conformarsi alla cultura prevalente sei un illuso. Illuso in modo criminale, perché il tuo errore lo pagano i figli e non tu.
2) Come mai ci frantumano la min.chia ogni giorno con l'eguaglianza di genere in Italia, che per carità non è ancora al 100% ma insomma di passi avanti ne sono stati fatti, fanno manifestazioni, quote rosa e così via, e invece di guardare la pagliuzza nel proprio occhio non guardano la trave nell'occhio altrui? Per superare una realtà del genere a suo tempo in Italia sono state fatte lotte durissime. E ora? Tutti zitti, nessuno osa dire quello che andrebbe detto, perché si ha paura di apparire razzisti. In pratica tra oppressione delle donne e pregiudizio etnico c'è una specie di annullamento reciproco e non si vuol dare la colpa a nessuno.
E allora lo dico io: queste culture, se non accettano compromessi, non sono compatibili con la nostra. Se dopo 20 anni non si addolciscono di una virgola, l'integrazione è già fallita. Un albanese qui da 20 anni rimane albanese nel cuore, e mediamente più tradizionalista di un italiano, ma un po' SI ADATTA. Lo vedo tutti i giorni. Non tutti stanno bene con tutti, c'è poco da fare.
Ci saranno sicuramente quelli che verranno fuori con "anche in Italia si uccidono donne in famiglia, femminicidio, eccetera eccetera".
In realtà questi crimini da italianissimi, seppur nelle loro teste sono giustificati da un senso di possesso malato o comunque di una morbosità evidente dei rapporti, non scaturiscono da norme culturali prevalenti (almeno oggi nel 2021), spero che almeno su questo siamo d'accordo. Penso siano condannabili dal 99,9% della popolazione, se si escludono appunto quei pochi malati di mente che arrivano a compierli.
Viceversa nel caso di Saman si tratta proprio di scontro di modelli culturali. Sicuramente anche in Pakistan, come dappertutto, le classi elevate avranno un altra serie di valori che in qualche modo supera questa barbarie, ma gran parte del popolino no. E notate che dico barbarie non perché mi senta superiore (OK, un po' sì, se questo è il risultato), ma perché si tratta di costumi che sono propri di culture "aliene" rispetto alla nostra. La pressione sociale, i parenti, la comunità, non ammettono questi sgarri: se la ragazzina non si adegua, l'onta si può lavare solo col sangue.
Questo mi porta a fare due riflessioni:
1) Come possono queste persone pensare di abitare in Italia per 10-15-20 anni e continuare a vivere in una bolla ermetica che non consente la benché minima "contaminazione" della cultura locale? Se giudicano i loro usi e costumi talmente sacri da punire una deviazione del genere col sangue, perché si espongono a una quasi certezza che questo avvenga venendo a stabilirsi nella "decadente" cultura occidentale? Se in Pakistan si vuole vivere così, non sarò certo io a dettar legge in casa altrui. Ma se ti trasferisci qui e poi pretendi che i figli alla lunga non tentino di conformarsi alla cultura prevalente sei un illuso. Illuso in modo criminale, perché il tuo errore lo pagano i figli e non tu.
2) Come mai ci frantumano la min.chia ogni giorno con l'eguaglianza di genere in Italia, che per carità non è ancora al 100% ma insomma di passi avanti ne sono stati fatti, fanno manifestazioni, quote rosa e così via, e invece di guardare la pagliuzza nel proprio occhio non guardano la trave nell'occhio altrui? Per superare una realtà del genere a suo tempo in Italia sono state fatte lotte durissime. E ora? Tutti zitti, nessuno osa dire quello che andrebbe detto, perché si ha paura di apparire razzisti. In pratica tra oppressione delle donne e pregiudizio etnico c'è una specie di annullamento reciproco e non si vuol dare la colpa a nessuno.
E allora lo dico io: queste culture, se non accettano compromessi, non sono compatibili con la nostra. Se dopo 20 anni non si addolciscono di una virgola, l'integrazione è già fallita. Un albanese qui da 20 anni rimane albanese nel cuore, e mediamente più tradizionalista di un italiano, ma un po' SI ADATTA. Lo vedo tutti i giorni. Non tutti stanno bene con tutti, c'è poco da fare.