Ma è verissimo che i processi durano troppo,
ma è anche vero che in troppi la fanno franca, sopratutto se hai denaro e ti puoi permettere buoni avvocati,
che ti consentono di arrivare alla prescrizione.
La prescrizione è stata per anni l’ancora di salvezza delle classi dirigenti. Nel 2005 il governo Berlusconi vara una riforma che di fatto dimezza i tempi di prescrizione, ma solo per gli incensurati. In quel 2005 il problema maggiore per Berlusconi è rappresentato dai processi per corruzione giudiziaria (il caso “Toghe sporche”) per i quali è stato condannato in primo grado il deputato Cesare Previti, storico avvocato civilista di Berlusconi. Le condanne di Previti rischiano di essere confermate in Appello e, se lo fossero pure in Cassazione, gli spalancherebbero le porte del carcere. Ecco dunque approdare alla Camera una legge nata per inasprire le pene per i condannati recidivi, ma che di fatto dimezza i termini di prescrizione per chi non ha altre condanne definitive: per la corruzione, ad esempio, la scadenza massima scenderebbe da quindici a sette anni e mezzo, anche senza le attenuanti generiche. In pratica tutti i reati di cui sono accusati Previti, e in altri processi, lo stesso Berlusconi vengono prescritti dal tempo. Diversi, dunque, i procedimenti che riguardano Silvio Berlusconi che si sono conclusi con la prescrizione: Lodo Mondadori, All Iberian, falso in bilancio per il caso Lentini, rivelazioni sull’inchiesta Bnl-Unipol, tangenti a David Mills. Ma non solo numerosi politici sono riusciti a rimanere impuniti: dal processo Eternit a quello Cassiopea si sono conclusi con la prescrizione.
Da Berlusconi a Eternit: i processi finiti con la prescrizione