Mieli: “la magistratura militante interverrà contro il governo Draghi?”

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

fallugia

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Mario Draghi rischia di essere preso di mira dai pm se interviene con forza sul nodo giustizia? Mieli non lo dice esplicitamente, ma il riferimento al caso Mastella racconta che un lato debole da colpire, a volere, si trova sempre. «La ribellione di un nutrito gruppo di 5 Stelle e l'appoggio evidente del Fatto Quotidiano - spiega Mieli - sono campane che mandano un suono distinto e che si sente bene. Chi vivrà vedrà. Dì sicuro, dalle parti della magistratura militante sta ribollendo qualcosa».


«Guardo cosa bolle in pentola, e vedo che un giornale come il Fatto Quotidiano è schierato dalla parte degli scissionisti, dice tra le righe che Grillo si è r*********to e che quelli che hanno votato a favore del governo si sono accomodati. Sarebbe una forma di libera espressione giornalistica se non sapessimo che il Fatto è un giornale molto caro alla magistratura più militante. Aspettiamo e vediamo...

I precedenti, ricorda Mieli nell'intervista, non mancano. «Di fatto ogni tipo di governo ha avuto problemi con magistrati più o meno combattivi. Non c'è stato neppure bisogno di prendere di mira il presidente del Consiglio. Nel 2008 il meccanismo che portò alla caduta di Prodi fu innescato dall'inchiesta contro Clemente Mastella, ministro della Giustizia, e sua moglie».

Il movente è sempre il solito, basta che un governo dia segno di voler riformare tribunali e procure, e parte la reazione. «Prima - dice Mieli - il potere giudiziario risponde in modo risentito attraverso i suoi organi ufficiali. Poi qualche pm di qualche parte d'Italia parte con un'inchiesta. Non c'è un'organizzazione, non ci sono ordini dall'alto, ci sono però degli automatismi. Quel pm parte perché sa di trovare intorno a sé il consenso della categoria. Come poi vada a finire l'inchiesta, magari dieci anni dopo, è del tutto irrilevante».
 
Ma Mieli è diventato complottista?
 
Quando lancia l' hashtag vittimista #DLM ??? :rotfl:
 
Mario Draghi rischia di essere preso di mira dai pm se interviene con forza sul nodo giustizia? Mieli non lo dice esplicitamente, ma il riferimento al caso Mastella racconta che un lato debole da colpire, a volere, si trova sempre. «La ribellione di un nutrito gruppo di 5 Stelle e l'appoggio evidente del Fatto Quotidiano - spiega Mieli - sono campane che mandano un suono distinto e che si sente bene. Chi vivrà vedrà. Dì sicuro, dalle parti della magistratura militante sta ribollendo qualcosa».


«Guardo cosa bolle in pentola, e vedo che un giornale come il Fatto Quotidiano è schierato dalla parte degli scissionisti, dice tra le righe che Grillo si è r*********to e che quelli che hanno votato a favore del governo si sono accomodati. Sarebbe una forma di libera espressione giornalistica se non sapessimo che il Fatto è un giornale molto caro alla magistratura più militante. Aspettiamo e vediamo...

I precedenti, ricorda Mieli nell'intervista, non mancano. «Di fatto ogni tipo di governo ha avuto problemi con magistrati più o meno combattivi. Non c'è stato neppure bisogno di prendere di mira il presidente del Consiglio. Nel 2008 il meccanismo che portò alla caduta di Prodi fu innescato dall'inchiesta contro Clemente Mastella, ministro della Giustizia, e sua moglie».

Il movente è sempre il solito, basta che un governo dia segno di voler riformare tribunali e procure, e parte la reazione. «Prima - dice Mieli - il potere giudiziario risponde in modo risentito attraverso i suoi organi ufficiali. Poi qualche pm di qualche parte d'Italia parte con un'inchiesta. Non c'è un'organizzazione, non ci sono ordini dall'alto, ci sono però degli automatismi. Quel pm parte perché sa di trovare intorno a sé il consenso della categoria. Come poi vada a finire l'inchiesta, magari dieci anni dopo, è del tutto irrilevante».

quindi mastella voleva riformare la giustizia?
 
Mario Draghi rischia di essere preso di mira dai pm se interviene con forza sul nodo giustizia? Mieli non lo dice esplicitamente, ma il riferimento al caso Mastella racconta che un lato debole da colpire, a volere, si trova sempre. «La ribellione di un nutrito gruppo di 5 Stelle e l'appoggio evidente del Fatto Quotidiano - spiega Mieli - sono campane che mandano un suono distinto e che si sente bene. Chi vivrà vedrà. Dì sicuro, dalle parti della magistratura militante sta ribollendo qualcosa».


«Guardo cosa bolle in pentola, e vedo che un giornale come il Fatto Quotidiano è schierato dalla parte degli scissionisti, dice tra le righe che Grillo si è r*********to e che quelli che hanno votato a favore del governo si sono accomodati. Sarebbe una forma di libera espressione giornalistica se non sapessimo che il Fatto è un giornale molto caro alla magistratura più militante. Aspettiamo e vediamo...

I precedenti, ricorda Mieli nell'intervista, non mancano. «Di fatto ogni tipo di governo ha avuto problemi con magistrati più o meno combattivi. Non c'è stato neppure bisogno di prendere di mira il presidente del Consiglio. Nel 2008 il meccanismo che portò alla caduta di Prodi fu innescato dall'inchiesta contro Clemente Mastella, ministro della Giustizia, e sua moglie».

Il movente è sempre il solito, basta che un governo dia segno di voler riformare tribunali e procure, e parte la reazione. «Prima - dice Mieli - il potere giudiziario risponde in modo risentito attraverso i suoi organi ufficiali. Poi qualche pm di qualche parte d'Italia parte con un'inchiesta. Non c'è un'organizzazione, non ci sono ordini dall'alto, ci sono però degli automatismi. Quel pm parte perché sa di trovare intorno a sé il consenso della categoria. Come poi vada a finire l'inchiesta, magari dieci anni dopo, è del tutto irrilevante».

Ohibò ... Vorrai mica dire che Berlusconi allora aveva ragione???? E chi glielo dice a BlackM che l'utlima foglia di fico è caduta???
 
Accidenti ci sta dicendo che il fatto Quotidiano non è un giornale oggettivo?
Ma dai, e sì che è portato in palmo di mano da qualche prezzolat..ehm utente di AP
 
Prima si sistema magistratura e pd (intrecci malati da e per) e meglio è.
 
Prima si sistema magistratura e pd (intrecci malati da e per) e meglio è.

È il problema numero 1 in Italia quello della giustizia.
Palamara ha solo UFFICIALMENTE scoperchiato il vaso di pandora che si sapeva perfettamente ma non se ne poteva parlare.
 
Del resto: come si spiega che le mafie fatturano 150 mld euro? Come si spiega che il 40/45% del territorio NON è sotto controllo statale ma bensì mafioso?

Io me lo ricordo benissimo come Falcone e Borsellino erano pesantemente avversati dai loro colleghi...e dalla sinistra...
 
La giustizia va riformata a parole,nei fatti va bene cosi,(a costo di far cadere governi)altrimenti chi ha la possibilita' di farla franca,non potra' piu' farla franca.
 
Strane dichiarazioni da parte di Mieli . Di solito quando parla dice cose reali ...chissà a chi è in realtà destinato questo messaggio...
 
Ormai si dà tranquillamente per scontato che la magistratura sia un organo militante che usa il suo potere per bastonare i politici non graditi...e nessuno fa niente, fantastico!
Quella che ipotizza mieli è associazione a delinquere di stampo eversivo, capito?!
Serve assolutamente che la politica - tutta - ritrovi il suo primato e rimetta al suo posto la super casta. Basta assoluta indipendenza della magistratura, basta obbligo dell'azione penale, separazione delle carriere e riportare le indagini sotto il.pieno controllo della PG. Una inchiesta non dovrà mai partire dal magistrato.
 
Forse si potrebbe pensare che si tratti di un rientro dal mio provvisorio ritiro dalle opinioni sull'attualità politica.

Però proprio non posso astenermi dall'esternare la mia opinione che l'argomento del thread sia costituito da parole molto dure.
 
Ormai si dà tranquillamente per scontato che la magistratura sia un organo militante che usa il suo potere per bastonare i politici non graditi...e nessuno fa niente, fantastico!
Quella che ipotizza mieli è associazione a delinquere di stampo eversivo, capito?!
Serve assolutamente che la politica - tutta - ritrovi il suo primato e rimetta al suo posto la super casta. Basta assoluta indipendenza della magistratura, basta obbligo dell'azione penale, separazione delle carriere e riportare le indagini sotto il.pieno controllo della PG. Una inchiesta non dovrà mai partire dal magistrato.

Ricordo a me stesso che berlusconi,non ha fatto neanche un giorno di carcere,se fosse come dici tu,il signorino non avrebbe fatto piu' politica gia' da un pezzo.....
 
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